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Autore: unconscious    19/04/2014    0 recensioni
sarei felice di sapere che quando sprofonderò nell'oblio della morte, almeno una persona a questo mondo ricordasse il mio nome.
ivy.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai provato l’amore, eppure il mio nome è Ivy. Significa “edera”, che “dove si attacca muore”. Simbolo degli innamorati fedeli, degli sposi e degli amanti. Ironia della sorte, non ho mai sfiorato le labbra di un ragazzo. Ma che dico le labbra: è la cima più alta, la vetta irta ed irraggiungibile dell’intimità. Ho 17 anni, e odio i numeri. Non fanno altro che ricordarmi quanto tempo ho vissuto, e quanto me ne resta ancora, e mi giudicano, mi danno un voto, mi ricordano i traguardi che avrei dovuto tagliare entro questo limite di tempo: e invece sono qui, ferma al 10, ma il tassametro è schizzato 7 volte più in là. C’è chi fa il passo più lungo della gamba, e chi non le muove proprio. Eppure vivo. E’ strana la definizione di vivere: “esser dotato di vita, delle condizioni proprie della vita”. Quali sono le condizioni proprie della vita? Qualcuno me le spieghi, perché da come mi ha insegnato Tumblr, la vita non la danno con le istruzioni. Nasci, cresci, corri, recitava una saggia multinazionale: e nel mezzo? Ci si perde. Si parla tanto di libertà, ma qui nessuno ha il diritto di scegliere un bel niente. Ok, mi sa che è arrivato il momento di prendere un profondo respiro ed ossigenare il cervello, perché sto sguinzagliando pensieri che dovrei imparare a tenere per me, o per lo meno a parafrasare, dimensionare, se non addirittura ridimensionare.

Beh la verità è che questo è un monologo e posso parlare. La mia vita è un monologo. Parlo costantemente: parlo al vento, urlo allo specchio, a me stessa, al panda peluche che stritolo di notte, e quando non sono sola, cambio lingua, e continuo con il mio personale delirio. Spero non inventino dei sottotitoli istantanei sotto forma di ologramma.
Ho una storia da raccontare, e passo dopo passo ci arriviamo: i libri non si giudicano dalla copertina, ciò che importa è il contenuto. Il problema ovviamente non sorge: non ho copertina. E quindi siete costretti a scrutarmi direttamente nelle viscere.
La premessa; sono un contenitore di sangue ed acqua senza alcun nobile scopo, se non la classica ricerca del senso della vita. O della morte. O della vita oltre la morte.
Ma mi accontenterei semplicemente di trovare il mio posticino nel mondo.
il mio nome è Ivy, e se fossi vissuta un secolo fa, probabilmente sarei finita in un manicomio.
  
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