Fearless

Connie si rigirò tra le coperte per l'ennesima volta, madido di sudore e tremolante. Non era la prima notte che trascorreva in quel modo, e sperava non fosse stata l'ultima. Quando si rese conto che non si sarebbe addormentato in nessuna maniera, uscì fuori dal letto, infilò i piedi nelle pantofole e s'incamminò fuori.
L'aria era mite, c'era una lieve brezza che agitava le fronde degli alberi, ma Connie non sentiva freddo. Si strinse però nella coperta, che aveva portato con sè: fin da bambino era per lui simbolo di protezione, di difesa e di sicurezza. Durante le notti non se ne separava mai, nemmeno d'estate.
Il ragazzo sedette sul terreno acciottolato, e alzò lo sguardo verso il cielo: milioni di astri tappezzavano la volta celeste, regalando un pò della propria luce a quella piccola cittadina. Di fronte a quella vista grandiosa, Connie si sentì improvvisamente più piccolo.
In quel momento il ragazzo udì un suono soffocato alle sue spalle, e si voltò di colpo, spaventato. Istintivamente si strinse ancor di più nella coperta, coprendosi anche parte del volto. Poi, quando si accorse che la presenza che aveva avvertito era soltanto Sasha, rilassò d'improvviso i muscoli, lasciandosi andare a un sospiro liberatorio.
"Ah, sei solo tu"
Sasha si avvicinò al ragazzo, sedendosi accanto a lui. Si portò le ginocchia al petto, e alzò gli occhi verso il cielo. Connie si accorse che stava tremando.
"Ho paura" disse, senza smettere di guardare le stelle "Ho tanta paura. Credo di poter morire di paura da un momento all'altro"
Connie allungò un lembo della coperta verso Sasha, riparandole le spalle.
"Prima copriti, o rischi di morire anche di  freddo"
"Ma non ho freddo! Tremo per la paura! Anche tu ne hai, vero?"
Connie amava stare in compagnia di quella ragazza strampalata perchè apprezzava la sua semplicità e spontaneità più di qualsiasi altra qualità posseduta dal resto dei suoi compagni. La paura e il timore di Sasha in qualche modo gli davano coraggio, e lo spronavano ad andare avanti. L'idea di poterla perdere durante una spedizione lo spaventava talmente tanto che non lo aveva mai nemmeno sfiorato.
"Certo che ne ho. Ma io non sto tremando, a differenza tua!"
Sasha avvicinò il suo corpo a quello di Connie, stringendogli un braccio con tanta forza che il ragazzo temette per un attimo che gli si potesse bloccare la circolazione.
"Noi non moriremo, vero?"
Connie sospirò, tornando a guardare il cielo. Avrebbe voluto avere la risposta a quella domanda, se avesse avuto la certezza che sarebbe stata negativa.
"No" rispose poi, spingendo la sua testa verso quella di Sasha "Non moriremo, non ora"
Sasha non rispose, si limitò ad annuire. Poi, da un momento all'altro, Connie cominciò a sentirla russare, e abbassò lo sguardo per essere certo che stava dormendo.
Stranamente, la trovava adorabile anche in quelle circostanze.
Guardandola, Connie si sentiva adesso più grande, e sentiva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerla.
E, allora, lasciò perdere le stelle: adesso, aveva tra le sue braccia uno spettacolo di gran lunga migliore.


ANGOLO AUTRICE: Ehm, beh... Innanzitutto, buona Pasqua! Lo so, sono pazza, scrivo alle dodici e mezza, ma vabè. L'ispirazione può coglierti in qualsiasi momento della giornata, no (?). Adesso smetto di sclerare, e vi lascio alle vostre opinioni. Sbizzarritevi, ditelo pure che è una boiata assurda <3 Ma è la mia prima Springles, ed è da tanto che volevo scriverne una, quindi... non siate troppo cattivi :( Va bene, adesso forse vado a dormire. Buonanotte! O buongiorno, dipende dall'orario in cui state leggendo :') Vabè, arrivederci, insomma! Alla prossima!