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Autore: EmilyG66    20/04/2014    1 recensioni
Un’altra fanfiction su Jareth e Sarah, i personaggi non appartengono a me, tranne la madre del re dei goblin, ma al film Labyrinth con David Bowie e Jennifer Connelly. (Il nome di Hoggle è in italiano)
Passano gli anni e Sarah cresce ricordandosi ogni singolo giorno del suo viaggio nel labirinto e dei suoi abitanti. Suo fratello Toby, ormai grandicello, la rispedisce indietro nel labirinto. Rimarrà affascinata dal re dei goblin o lo rifiuterà anche alla fine?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jareth, Sarah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sta arrivando! Sta arrivando!- gridò un goblin.
Ci fu un putiferio nella sala e Sarah rimase in piedi affianco ad una colonna.
-Dance, Magic Dance. Dance, Magic Dance…-
Si sentì cantare, Sarah ricordava molto bene quella voce e quell'orecchiabile canzoncina.
Il re dei goblin entrò nella stanza in tutta la sua magnificenza.
Sarah sapeva che non era cambiato minimamente. Indossava un mantello rosso, pantaloni neri stretti, stivali scuri, giacchetta rossa e la sua solita camicia del poeta nera con tanto di medaglione e guanti.
Fece il suo ingresso con le mani sulla testa, probabilmente l’aveva appena posizionata. Mise poi le mani sul collo e uscì una luce gialla, poi scomparì.
-Ah, molto meglio. Mi girava un po’ la testa.-
Disse il re dei goblin toccandosi il collo e facendo ridere i suoi goblin.
-Maestà-
Cominciò a dire Gogol.
-Non adesso Gogol. Ho bisogno di fare un bagno.-
Disse avviandosi verso il corridoio.
“Ha detto bene il nome di Gogol? Wau. Sembra sia cambiato.” pensò Sarah.
-Ma maestà qui c’è un’ospite.-
Ammise il nano.
Jareth si voltò guardandolo.
-Un’ospite?-
Fece eco, affievolì il suo udito come il vento che soffiava dal labirinto ripeté le parole del fratello di Sarah.
Guardò verso la sala del trono sconvolto e Sarah si spostò facendogli spalancare gli occhi. I goblin intanto passavano lo sguardo dal loro re all'umana.
-Sarah…-
Sussurrò il re dei goblin guardandola intensamente. Sembrava arrabbiato e triste allo stesso tempo.
-Re dei goblin.-
Rispose la ragazza incerta se distogliere o meno lo sguardo.
-Goblin! Sparite all’istante! Lasciateci da soli.- Ordinò il loro re.
Tutti si dileguarono più in fretta che poterono e prima che Jareth li prendesse a calci.
L’eco del labirinto ritornò, il re lo ascoltò e sorrise.
-Toby…È cresciuto, e anche tu lo sei Sarah.-
Ammise malizioso.
Lei arrossì un poco e lo guardò male, la stava scrutando come se potesse mangiarla e lui lo sapeva. Sembrava però serio.
Sarah indossava i suoi soliti jeans e una maglietta abbastanza aderente, non aveva niente di scoperto ma si sentì improvvisamente a disagio da sola con lui.
Jareth cominciò ad avanzare, lei non si mosse, si arrestò solo quando erano a pochi centimetri di distanza l’una dall’altro. Il re dei goblin guardò profondamente negli occhi verdi di Sarah.
“Così bella…” Pensò, si diede dello stupido mentalmente abbandonando quel pensiero.
Sarah intanto stava osservando il diverso colore degli occhi del re dei goblin e si ricordò del loro ballo alla festa fae.
Distolse subito lo sguardo mentre Jareth sorrideva ma non completamente. Averla qui non gli faceva bene, per questo si distraeva con la gang del fuoco.
-Jareth smettila.-
Lo intimò con fuoco negli occhi color smeraldo.
Il re dei goblin ne fu sorpreso.
“Sarah, la mia preziosa, mi ha chiamato per nome?!” pensò.
Gli piaceva essere chiamato per nome da lei, anche se non era una forma di rispetto e sottomissione verso di lui che era un re.
Nessuno a parte Gogol lo chiamava Jareth, nemmeno sua madre.
Ma dopo tutto Sarah era la campionessa del labirinto, quindi erano quasi alla pari.
-Mi piace che mi chiami per nome.-
Le disse, Sarah se ne rese conto troppo tardi per mettersi una mano sulla bocca.
Lasciò stare.
-Jareth dobbiamo parlare.-
Cominciò, ma venne interrotta dalla mano del re dei goblin.
-Non adesso preziosa, devo fare un bagno. Vuoi farmi il piacere di aspettarmi nella mia stanza?-
Lei sgranò gli occhi.
-No! Non esiste che io entri nella tua camera da letto!-
Gridò.
Jareth sorrise di più mostrando i canini da fae e l’afferrò per la vita, il suo cuore tamburellò velocemente come ebbe Sarah così vicino. Dall’altra parte il cuore di Sarah invece si era fermato per la sorpresa.
Il re dei goblin fece comparire un cristallo, lo frantumò e si ritrovarono in un enorme camera da letto.
-Ecco fatto. Non è stato difficile. Un gioco da ragazzi, se mi permetti.-
Dichiarò Jareth guardando Sarah, lei ripresasi dallo shock iniziale lo guardò e si staccò da lui velocemente e arrossendo.
“Stupida, smettila di arrossire come una bambina” si disse.
“Sta arrossendo” pensò il re dei goblin con le braccia incrociate sul petto e un sorriso mesto.
-Bene.-
Disse cominciando a togliersi il mantello, gli stivali e la giacchetta.
Si diresse poi verso la porta del bagno.
-Io vado, tu resta qui.-
Le ordinò, lei annuì.
Come Jareth entrò nel bagno collegato alla camera…
“Si come no!” pensò Sarah e si fiondò verso la porta per uscire. Appena raggiunse la maniglia questa s’illuminò di giallo e non si aprì.
-Rimani lì.-
Incalzò il re dei goblin dal bagno.
-Dannazione!-
Imprecò Sarah.
-Sarah, modera il linguaggio per favore.-
Le disse.
Lei s’imbronciò e si mise a sedere sul letto di Jareth aspettandolo pazientemente.
Mancava solo che il re dei goblin si rimettesse a cantare dal bagno, però doveva ammetterlo, cantava bene.
Finalmente Jareth uscì tutto pulito e profumato.
Indossava una camicia del poeta bianca con le maniche tirate su fino al gomito, pantaloni beige e stivali neri, portava il ciondolo ma doveva ancora infilarsi i guanti.
-Bene, ora possiamo parlare.- Disse Jareth.
Sarah non staccò gli occhi dai suoi polsi, in effetti c’erano due cicatrici circolari. Il re dei goblin notò il suo insolito comportamento e il guardare con insistenza i suoi polsi.
Si rimise subito i guanti.
-Allora Sarah, di cosa parliamo?-
Chiese mettendosi a sedere su di una sedia.
L’umana lo guardò e si mise a sedere a sua volta sulla sedia di fronte al re.
-Devi riportarmi a casa.- Disse senza mezzi termini.
Jareth accavallò le gambe appoggiando la testa sul palmo della sua mano guantata e si spostò in maniera attraente e sexy i capelli lunghi, bagnati e biondi dal viso.
-Convincimi.-
Concluse, Sarah lo guardò seria.
-Non hai alcun potere su di me.-
Affermò.
Il sorriso del re dei goblin si spense ricordando quelle parole.
-Prima forse. Ma adesso che sei stata desiderata via credo di avere un certo ascendente su di te.- ammise.
Sarah s’irrigidì sulla sedia.
-Ascoltami bene Jareth, tra un mese sarà il compleanno di mio fratello ed io devo esserci. Hai capito?!-
Lui annuì.
-Quindi di prego di riportarmi a casa.-
Il re dei goblin si alzò.
-D’accordo, ti riporterò a casa ma temporaneamente e tra un mese. Diciamo…solo per un ultimo addio.-
Disse allungando una mano verso Sarah.
-Cosa!?-
Esclamò lei alzandosi di colpo e senza afferrare la mano di Jareth.
  
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