65.
Era stufa dei soliti paesaggi. Aveva voglia dell’impressione. Rendere la sensazione di fronte uno scorcio, anche il più insignificante. Sotto un archetto greco, seduto su una panca di pietra, David Mortymer leggeva alzando, di tanto in tanto, lo sguardo. Ritenne che sarebbe stato un soggetto perfetto, se il gentiluomo non avesse accompagnato gli occhi con un sorriso che poteva dirsi misto di disgusto e timidezza. Non era certo una smorfia quella che si aspettava di riportare sulla tela. Stava per farsene una ragione quando, rivolgendo il proprio sguardo per cercare uno spunto più soddisfacente, gli occhi di mr Mortymer furono fissi su di lei. C’era qualcosa di nobile, rassicurante, coraggioso. Le palpebre non si chiudevano più, nessun muscolo del viso sembrava dare segni di vita. Preoccupata che il gentiluomo stesse per sentirsi male, Lisa posò il pennello e si avviò verso di lui. David, si riprese immediatamente, si alzò e, inciampando, rientrò in casa. Il sorriso, misto di disgusto e timidezza, era tornato. Lisa capì, tuttavia, che non era disgusto: solo fastidio, per qualche zanzara di troppo.