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Autore: Ili91    21/04/2014    4 recensioni
[Crossover Teen Wolf/Supernatural, Sterek, POST 3x12]
Un vecchio amico di John Winchester fa sapere a Dean e Sam che a Beacon Hills ci sono problemi e richiede il loro intervento. Intanto, sei mesi dopo gli ultimi eventi successi a Beacon Hills, Lydia trova due cadaveri in pochi giorni e Stiles e il resto del branco sono certi si tratti dell’opera di un licantropo. Derek, intanto, si è trasferito, ma una telefonata lo spinge a tornare a casa.
Leggesi anche come: Beacon Hills ha un alto tasso di mortalità, Derek e Stiles hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro, e Dean ha un serio terrore di un’anziana signora e del suo pappagallo.
Tratto dal primo capitolo:
Senza smettere di battere sulla tastiera del portatile o cliccare con il mouse, Sam disse: «Un vecchio amico di papà - Timothy, lo ricordi? - mi ha fatto sapere che a Beacon Hills succedono cose strane e richiede anche il nostro intervento.»
[…]
«Hai trovato riscontri o il vecchio Timothy esagera?»
Sam si voltò verso di lui, guardandolo ad occhi sbarrati. «Esagerare? Penso che Beacon Hills dovrebbe essere citata come una delle città con il più alto tasso di mortalità dell'ultimo secolo.»
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There is need of the Winchesters - CAPITOLO 6 Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Comico
Note e avvertimenti:
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima, seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 6/16 (4015 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12



There is need of the Winchesters

6

«Derek, come stai? Che bello vederti!» disse Peter Hale, il suo psicopatico zio, entrando nella vecchia dimora della famiglia Hale.
Derek non diede retta nemmeno per un secondo alle parole dell'altro. Avere di nuovo a che fare con Peter, ecco un buon motivo per rimanere a Seattle o per attaccarlo alla gola, un'altra volta. Solo perché gli aveva suggerito il modo per salvare Cora e Derek era stato costretto a chiedergli dei consigli, non significava che di punto in bianco avrebbe cominciato a fidarsi di lui.
Niente di quello che Peter avrebbe potuto fare avrebbero cancellato i suoi precedenti, in primis la morte della sua altra sorella, Laura.
Consumata la sua vendetta verso Kate Argent e i suoi complici, i quali avevano bruciato la loro casa con tutta la famiglia all'interno, Peter sembrava essersi calmato, aver ricominciato una nuova vita, ma Derek continuava a temere un nuovo colpo di testa da parte sua, quando meno se lo sarebbe aspettato.
«Come sta Cora, la mia nipotina preferita?» chiese Peter, con un palesemente finto tono amichevole.
«Cosa vuoi, Peter? Perché sei venuto qui?» chiese, freddo, posando il libro che stava leggendo al suo fianco. Si era accomodato in un angolo di quello che prima era il salotto, sul pavimento pieno di detriti. Non aveva più il loft, lasciato sei mesi prima, ed era ritornato senza neanche la certezza se sarebbe rimasto o meno, non sapeva nemmeno lui se fosse necessario trovarsi una sistemazione più adeguata.
«Vedo che non hai nessuna intenzione d'intrattenere una conversazione. Siamo lupi, sì, ma non incivili!» sospirò l'altro e si avvicinò ancora.
Derek si mise sul chi vive. Si girò a guardare Peter, prestando attenzione ad ogni suo movimento. Aveva perso il suo vantaggio quando era diventato un Beta, ma, in caso di scontro, sarebbe stato lo stesso più facile di quando era suo zio ad essere un Alpha.
«Sta calmo. Voglio parlare, non attaccarti» disse Peter, cogliendo i suoi pensieri.
«Di cosa vuoi parlare? E, aspetta, come facevi a sapere che sono tornato in città? Sono arrivato meno di ventiquattro ore fa!» esclamò Derek, mentre la furia lasciava il posto alla sorpresa e al sospetto.
«Ho i miei informatori» disse Peter, minimizzando e Derek non era sicuro di voler sapere di cosa parlasse. «Non è questo il punto, adesso. Ma tu, il punto sei tu. Perché sei tornato?»
«Gli omicidi, non è ovvio?!» esclamò Derek, spazientendosi. «Riguardano un lupo mannaro, è evidente, e Scott e gli altri avrebbero potuto aver bisogno di una mano.»
Non sapeva perché stesse avendo quella conversazione con Peter. Derek pensava di cercare qualche informazioni sui branchi di lupi mannari nei dintorni in vecchi tomi di famiglia che si erano salvati nell'incendio, ma nemmeno quella ricerca si stava rilevando fruttuosa.
Fin dall'inizio, erano stati convinti che il lupo mannaro era un Alpha, ma magari non era nemmeno quello, forse era solo un Beta o un Omega. Non c'erano prove evidenti che fosse un Alpha, l'avevano solo dato per scontato. Un lupo mannaro che voleva il potere di Scott, la sua posizione, sembrava una buona spiegazione.
Peter sbuffò una risata. «E saresti tornato solo per dare una mano? Preparati a molti viaggi molto spesso, allora.» Scosse la testa. «Capisci cosa c'è in ballo qui? Il potere, Derek, non ti interessa riprendertelo?»
Era questo che voleva sapere? Se sotto sotto volesse avvicinarsi a Scott per soffiargli il potere di Alpha da sotto il naso? «Non sono come te. Quando ho rinunciato al potere per Cora, l'ho fatto per sempre. Non me ne sono mai pentito e non voglio tornare indietro.» Fu assolutamente e completamente sincero, era quello che pensava realmente.
«Sei venuto solo ad istigarmi? Perché, se è così, puoi anche andartene.» Derek ringhiò.
«Ehi, non ti stavo istigando, stavo solo chiedendo. Era una domanda legittima, visto che sei tornato improvvisamente.»
«Solo per aiutare, non tramare alle spalle di qualcuno!» replicò, alzando la voce. Il suo cuore accelerò il battito cardiaco, le zanne si allungarono e i suoi occhi cominciarono a lampeggiare. «Sono già stati commessi degli omicidi e ieri hanno ferito Stiles.»
«Oh, mi dispiace. Mi piace Stiles, non sono tante le persone intelligenti che girano qui intorno.»
Derek ignorò il commento sprezzante. «E sono arrivati due cacciatori da fuori. Sam e Dean Winch... qualcosa.» Doveva calmarsi, si trattava solo di Peter, non valeva la pena di arrabbiarsi per lui.
Ha ucciso Laura. Poteva vedere ancora il corpo martoriato della sorella, sotto gli occhi.
Non l'avrebbe mai potuto perdonare per questo.
«Winchester» completò Peter, incupendosi.
Derek non si sorprese che li conoscesse, sapeva sempre un sacco di cose, era per questo che aveva sopportato e tollerato la sua presenza, quando aveva avuto bisogno d'aiuto. Era stato difficile accettare di doversi servire di Peter, ma, per salvare le persone a cui teneva, aveva dovuto mettere da parte l'orgoglio e l'odio che provava.
«Fai molta attenzione a quei due, Derek, sono due cacciatori molto esperti. Sanno il fatto loro e sono pericolosi. Non sottovalutarli mai.»
Da quello che aveva visto, non sembravano così tanto pericolosi, ma non sarebbe stato tanto imprudente da non prestare attenzione.
«Che cosa fanno qui?» chiese Peter, cominciando a girare per la stanza, avanti e indietro. «Chi li ha chiamati?» domandò ancora lo zio.
«C'era un cacciatore tra le vittime, dev'essere stato lui.»
«Ah, certo, questi cacciatori. Siamo due razze diametralmente opposte, ma agiamo allo stesso modo. Noi lupi mannari con un branco e loro con la famiglia e i colleghi. Sempre pronti ad aiutarci l'un l'altro.» Finite le sue divagazioni, tornò a girarsi verso di lui. «Ora, tu e i tuoi amichetti del liceo cosa avete intenzione di fare?»
Derek esitò e lo fissò in silenzio, sentendosi per la prima volta a disagio in quella conversazione. Tutte quelle domande... perché voleva conoscere le risposte?
«No, lascia perdere. Non mi interessa» disse in fretta Peter. «Risparmiami i drammi adolescenziali.» Gli fece un cenno di saluto. «Spero che Stiles stia bene, qualsiasi cosa gli sia successa. Fammi sapere se vi serve aiuto, eh?» Se ne andò in fretta, com'era arrivato.
Derek lo osservò allontanarsi. Avrebbe dovuto tacere, non bisognava fidarsi di Peter. Macchinava qualcosa, Peter macchinava sempre qualcosa.

***
 
La campanella sancì la fine delle lezioni della Beacon Hills High School e ogni studente si precipitò al proprio armadietto.
Stiles e Scott non avevano gli allenamenti di Lacrosse, quel pomeriggio, perciò sarebbero andati direttamente al motel dove alloggiavano Dean e Sam per tenersi aggiornati sugli interrogatori che i due cacciatori avevano tenuto il giorno precedente.
Anche Derek sarebbe venuto con loro, perché, a detta sua, non si fidava per nulla dei due uomini. Isaac aveva un test da preparare, quindi non si sarebbe aggregato a loro, ma sarebbe andato direttamente a casa.
Stiles e Scott stavano riponendo i libri nell'armadietto, quando Allison arrivò da loro, trafelata. Il viso era pallido e segnato dalla preoccupazione.
«Cos'è successo?» chiese Scott. Si avvicinò ad Allison e le toccò il braccio, con fare comprensivo. Non stavano più insieme da mesi, quasi un anno, ormai, e il loro rapporto si era trasformato in un'amicizia in cui entrambi i componenti provavano un grande affetto l'uno per l'altra.
Stiles notò che Allison stringeva un foglio tra le dita.
«Ho trovato questo, nell'armadietto» disse lei, passando il foglio a Scott.
Stiles si mise al fianco di quest'ultimo e scorse le parole segnate sul foglio con una calligrafia svolazzante e femminile.
"Prima il miglior amico, poi l'ex ragazza", questo era il messaggio riportato sul biglietto.
Scott quasi accartocciò il foglio, mentre lo stringeva con rabbia.
«Fa attenzione» gli disse Stiles, strappandoglielo dalle dita. «Potrebbe esserci un indizio, non puoi romperlo.»
«Scusa» disse Scott, facendo un respiro profondo.
Stiles rilesse il biglietto altre decine di volte, ma non diceva nulla di più delle poche parole riportate e il fatto che, probabilmente, l'artefice era una mano femminile. Avrebbe anche potuto essere un trucco, ma Stiles aveva pochi elementi sui quali basarsi.
Quando sollevò lo sguardo, vide che Scott stava parlando al telefono.
«Chi era?» chiese Stiles, quando la telefonata si concluse.
«Sam. Ho chiesto a lui e Dean di venire.»
Stiles spalancò la bocca. Non poteva crederci! «Scott!»
«Abbiamo bisogno di aiuto, Stiles. L'Alpha se la sta prendendo con il mio branco, i miei amici. Ora, raggiungiamo Derek, ci aspetta nel parcheggio.»
Stiles si voltò verso Allison, alla ricerca di sostegno. E poi, ci si aspetterebbe il bastian contrario da un ex, no?
«Sono d'accordo con Scott. E non perché sia preoccupata per me, ma perché questo problema sta diventando più grande di noi.»
Due contro uno. Non aveva scelta.
«Bene, andiamo.»
Nel parcheggio erano posteggiate poche macchine, per cui individuarono molto facilmente la Camaro di Derek, ferma nel luogo più isolato. Derek era in piedi, appoggiato al fianco della propria macchina, che li attendeva con le braccia incrociate.
«Cos'è accaduto?» chiese, facendo qualche passo verso di loro, i quali stavano arrivando correndo. Derek doveva aver notato le loro facce scure.
«L'Alpha ci sta prendendo in giro» cominciò Stiles, sventolando sotto il naso dell'altro il biglietto. «Si ritiene tanto superiore a noi da non aver problemi ad avvertirci prima ancora d'attaccarci.»
Anche Derek scorse il foglio. «È Allison che vuole, questa volta.»
«Faremo in modo che non ti accada niente» disse Scott, rivolgendosi alla diretta interessata.
«Cosa?» fece Allison con una smorfia. «Non è questo il punto, non ho bisogno di protezione!»
Stiles l'aveva vista in azione, lei non stava minimamente esagerando.
Scott mise le mani avanti. «Sei assolutamente in grado di difendersi, ma sappiamo anche che l'Alpha non agisce da solo. Sapendo già che attaccherà, avremmo maggiori possibilità che non accada nulla di male se saremo in tanti insieme a te.»
A Stiles venne un'illuminazione. Ecco cosa non tornava. «Come hai detto? Ripeti!»
Scott lo guardò confuso. «Se saremo in tanti insieme a te?» ripeté, mentre gli altri avevano sul viso la stessa confusione.
«No! Il resto. “Sapendo già che attaccherà.” Non capite?»
Gli altri tre rimasero in silenzio, inarcando le sopracciglia. «Non si tratta di Allison» disse Derek, alla fine, capendo.
«No, lei è solo un diversivo. E noi ci stiamo cascando perché non abbiamo modo di dubitare che la prossima scelta dell'Alpha sia l'ex ragazza di Scott.»
Questo stravolgimento di eventi li metteva ancora più in difficoltà, perché ora non avevano idea chi fosse l'obiettivo designato.
«Hai ragione, Stiles. Grazie» disse Scott, annuendo nella sua direzione.
«Se è così, sarà meglio chiamare i nostri amici e dirgli di fare attenzione. Faremo un giro di telefonate» suggerì Allison.
Stiles, Scott e Allison si divisero una serie di nominativi, mentre Derek attendeva arrivassero Dean e Sam.
Alla fine, non sembrava avessero molto bisogno di loro, se la stavano cavando anche da soli. Stiles si pentì abbastanza presto di quel pensiero, quando Scott si voltò preoccupato verso di loro, dicendo che Isaac non rispondeva al telefono.
«Dove ha detto che andava?» chiese Allison.
«A casa nostra. Aveva lasciato subito la scuola per finire di svolgere un compito urgente» rispose Scott, che sembrava quasi un leone in gabbia.
Isaac si era trasferito da Scott sette o otto mesi prima e quella che era cominciata come offerta di un posto in cui stare momentanea, era diventata una convivenza in pianta stabile. D'altra parte, Isaac aveva bisogno di un posto in cui vivere, essendo ancora minorenne, licantropo e senza genitori, perciò Melissa McCall si era trasformata in una forma genitoriale per lui. La casa di Scott era anche la casa di Isaac e le cose sarebbero rimaste così a lungo. Stiles, qualche volta, era un po' geloso della situazione, visto che Isaac sembrava quasi avergli portato via il migliore amico, ma questo non era il momento di parlarne. Dovevano trovarlo e assicurarsi che stesse bene.
«Sentite, io vado a casa, per vedere se Isaac è lì, voi aspettate Sam e Dean e metteteli al corrente della situazione, d'accordo?» propose Scott.
Stiles non era contento di dover avere a che fare con i cacciatori, ma Isaac rimaneva la priorità.
«Non puoi andare da solo» si oppose Derek.
«Ha ragione» disse Stiles. Non avevano idea di cosa o chi Scott avrebbe potuto trovare a casa, avrebbe potuto essere un agguato.
«Vado io con lui» si propose Allison. «Andremo con la mia macchina.»
«Va bene.» Scott le sorrise, grato.
«Chiamateci quando arrivate!» si raccomandò Stiles, mentre gli altri due si allontanavano, sentendosi un po' come una mamma apprensiva.
Stiles si voltò a guardare Derek. Erano rimasti solo loro ad aspettare i cacciatori.
«Dobbiamo riuscire a scovare l'Alpha, in qualche modo» disse Stiles, infilandosi una mano nella tasca dei jeans e spostando il peso da un piede all'altro. L'altro braccio, quello che era stato ferito il giorno prima e che era ancora fasciato, lo tenne raccolto verso di sé. Quel giorno era stato un bel problema prendere appunti in classe, ma in qualche modo se l'era cavata. E poi Lydia aveva acconsentito a passargli una copia dei suoi, di appunti.
Derek annuì. «Se attaccherà di nuovo, e lo farà, lo sconfiggeremo.»
«Sempre che riusciamo a prenderlo prima che ci stani uno alla volta.» Gli sembrava di essere finito in un romanzo, tipo Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, o qualcosa del genere. Ci mancava solo che li cogliesse di sorpresa quando erano soli. Forse avrebbero dovuto cominciare a girare in gruppo.
«E se fosse qualcuno che conosciamo? Come fa a sapere tutti i nostri spostamenti?»
«Hai già una lista?» chiese Derek.
Stiles non avrebbe saputo dire se fosse serio o lo stesse prendendo in giro. Nel dubbio, annuì. «Ci pensavo questa notte. Potrebbe essere uno dei gemelli, il loro cambio di fronte è stato così repentino. O il Dott. Deaton... lo so che è un druido, ma quello sembra sempre saperne fin troppo rispetto a noi. E poi... tuo zio, anche se non è più un Alpha.»
«Qualcun altro?» chiese Derek, senza fare nessun commento sulla sua lista di sospetti.
«Uhm, per ora no.» In verità, per scrupolo, ogni volta inseriva anche Derek nelle sue liste, quando qualche serial killer decideva di passare dalla loro città - il che accadeva spesso -, anche se non sospettava mai davvero di lui. Derek era un duro, aveva un brutto carattere, ma non era un assassino.
Stiles non aveva idea perché il suo nome insistesse a girargli in testa.
Beh, certo, non sospettava anche di lui solo per caso, in effetti poteva dire che gli omicidi erano cominciati pochi giorni prima che Derek tornasse a Beacon Hilles, ma poteva benissimo essere tornato prima. Visto? Non insisteva a sospettare di Derek solo perché era fissato, qualche buona motivazione c'era!
«E la donna del messaggio? È una mano femminile ad averlo scritto, no?»
«Buona osservazione. Non lo so, non lo so!» cominciò a camminare avanti e indietro. «Potrebbero essere due persone.» Pensò a Lydia e Aiden, che ancora stavano insieme, poi rammentò che conosceva la calligrafia di lei e non corrispondeva con quella del messaggio. Era un sollievo, benché non provasse nulla.
C'erano così tante possibilità, ma forse era davvero un Alpha che veniva da fuori. Ancora non sapeva che pesci prendere, e il tempo correva. Due persone erano già state uccise e Isaac poteva essere in pericolo.
Si passò una mano tra i capelli. «E abbiamo anche quei cacciatori in mezzo ai piedi» borbottò.
«Nemmeno tu ti fidi di loro?» chiese Derek, osservandolo. Era tornato nella stessa posizione calma e rilassata iniziale, appoggiato alla propria macchina. Come riuscisse ad essere così calmo, Stiles non riusciva a spiegarselo. Lui avrebbe potuto consumare l'asfalto, a forza di camminare avanti e indietro, ma forse era solo più bravo a nascondere quello che provava.
«No, certo che no. Odiano i lupi mannari, qualsiasi creatura soprannaturale, credono che siano tutti mostri assassini. Se ci scoprissero, avremmo un problema in più di cui preoccuparci.»
«Nulla di più di quello che pensano la maggior parte dei cacciatori» disse Derek.
«Vero, ma loro hanno un codice, che esclude persone innocenti. Non ho idea di come abbiamo fatto a finire per mischiarci con loro. Come con Decaulion, mesi fa.» Sospirò e scosse la testa. «Finiamo sempre per flirtare con il cattivo.»
Derek lo guardò con un'espressione sardonica.
«Che cosa?» sbuffò Stiles.
«Detto da te, è ironico. Corri incontro al pericolo esattamente come ti curi degli affari dei lupi mannari, con solerzia.»
Stiles sorrise, non prendendola come un'offesa.
Da quell'estate, trascorsa a cercare Erica e Boyd - purtroppo conclusasi con un fallimento -, il loro rapporto era cambiato.
Inizialmente, Derek non era favorevole ad accettare il suo aiuto – tanto per cambiare -, ma si era dovuto arrendere, visto che non poteva fare tutto da solo e il supporto di Isaac non era sufficiente.
Derek aveva sbuffato e minacciato ripercussioni - mai avvenute -, ma avevano finito per vedersi spesso, parlare, avvicinarsi. Dopo che avevano sotterrato l'ascia di guerra, Stiles si era accorto che andavano più d'accordo di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Si erano abituati l'uno alla presenza dell'altro, erano diventati amici.
Si erano conosciuti perché Scott era diventato un lupo mannaro e aveva bisogno di qualcuno della sua specie che lo aiutasse, erano stati costretti a collaborare, ma ora non era più così. Il loro legame andava al di là di quello formatosi per Scott, un qualcosa che li spingeva sempre di più a proteggersi a vicenda, a volersi incontrare, qualcosa in continua crescita ed evoluzione.
«Arrivano» disse Derek, guardando un punto alle spalle di Stiles. 
Lui si girò e vide la macchina dei Winchester, una bella Chevy Impala degli anni sessanta, entrare nel parcheggio quasi completamente deserto della scuola. 
Quando Dean e Sam scesero dalla macchina, Stiles notò che non indossavano più i loro completi da agenti del F.B.I., ma una tenuta semplice, con camice e jeans. Forse li preferiva in questo modo, ma sembravano anche più pronti a tutto, così. Come se l'essere vestiti comodi li rendesse più pericolosi, gli davano quell'impressione.
«Ragazzi» disse Dean, avvicinandosi. Si scambiarono dei saluti, poi Dean continuò: «Siete solo voi?»
Stiles annuì. «C'è stato un problema. Allison ha trovato un biglietto nell'armadietto, questo qui.» Prese il foglio che aveva riposto nella tasca, quando Derek glielo aveva restituito, e lo porse a Sam. «All'inizio abbiamo pensato che fosse proprio Allison in pericolo, ma l'avvertimento, così esplicito, sembrava fatto apposta per distrarci. Allora abbiamo provato a contattare i nostri amici, per sapere se stavano tutti bene, e uno di loro, Isaac – lo ricordate? Era dal veterinario, ieri -, non rispondeva al telefono, quindi Scott è andato con Allison a controllare a casa sua. Hanno anche detto che chiameranno, quando saranno arrivati lì.»
«Potrebbero essere in pericolo!» esclamò Dean. «Perché non ci avete chiamato prima?»
«Allison è una cacciatrice, lei e Scott se la caveranno» disse Derek, ma anche lui pareva preoccupato.
Stiles non sapeva cosa rispondere. Non poteva certo dire che non potevano recarsi a casa di Scott insieme, perché c'era il rischio che venissero attaccati e Dean e Sam vedessero la trasformazione in lupi mannari con i loro occhi, no?
«Dovremo andare da loro» aggiunse Dean e Sam annuì, concorde.
Stiles cominciò a sudare freddo. Non sapeva nemmeno lui se fosse il caso di fermarli o no. Magari Allison e Scott sarebbero stati davvero in pericolo, non poteva certo lasciarli allo sbaraglio.
«Sì, dovremmo raggiungerli, ma prima una domanda, ragazzi» disse Sam, spostando lo sguardo dal biglietto a loro.
«Certo» disse Stiles, senza esitazione. «Quale?»
«È chiaro, da questo biglietto, che l'obiettivo del lupo mannaro siete proprio voi. Anzi, il mezzo per arrivare a Scott, perché?»
«Vorrei saperlo anch'io, ma parliamone in macchina, intanto andiamo» disse Dean e Stiles gli fu grato, visto che gli fu concesso qualche attimo per riflettere.
«Non aspettiamo che Scott ci telefoni?» chiese, cambiando discorso, mentre li seguiva verso la Chevy Impala.
Sam gli rivolse un'occhiata strana, come se dirgli la verità sarebbe stato troppo spiacevole. Stiles la intuì comunque. Per i due cacciatori era probabile che Scott non riuscisse a mettersi in contatto, perché in difficoltà, ferito o... morto. Non voleva prendere nemmeno in considerazione una tale possibilità.
Non riuscirono ad arrivare alla macchina, perché una luce rossa comparsa all'improvviso li accecò, ferendolo i loro occhi per qualche momento. Stiles si coprì il viso con le mani, gemendo per il fastidio e s'inginocchiò sul terreno, piegandosi in avanti come per proteggersi; fu un gesto istintivo.
«Stiles!» l'urlo di Derek arrivò alle sue orecchie con un tono arrabbiato, quasi come un ringhio.
Stiles spostò le mani, aprendo gli occhi e faticando a vedere il territorio circostante. Riuscì a scorgere le altre tre figure con lui e riconobbe quella di Derek, giusto ad un paio di metri di distanza da lui. Continuando a rimanere accovacciato, nella speranza di rimanere fuori dalla linea di tiro, raggiunse Derek di corsa.
Non aveva idea di cosa stesse accadendo con certezza, ma credeva c'entrasse l'arciere che l'aveva colpito il giorno prima. Che fosse tornato a finire il lavoro?
«Sono qui» disse, toccandogli il braccio.
Derek aprì gli occhi e Stiles vide che erano azzurro accesso. Venne spinto bruscamente vicino alla macchina dei Winchester, che gli stessi Sam e Dean stavano usando come riparo. Non c'era bisogno di spingere, voleva lui stesso che si proteggessero in quel modo!
«State tutti bene?» chiese Sam, tirando fuori le armi dal retro dell'automobile.
«Mezzi accecati, ma sì» disse Stiles.
«Quando prenderò quello stronzo, nemmeno sua madre riuscirà più a riconoscerlo» borbottò Dean tra i denti, caricando la pistola che teneva in mano. Stiles si chiese quanto fossero legali le armi che quegli uomini possedevano, insomma, ne avevano a centinaia!
Derek annuì con il capo, sorprendentemente d'accordo con Dean.
Oh, bene, quasi quasi provava pena per l'arciere, adesso!
Un goccia di pioggia gli bagnò una faccia. Stiles sollevò il viso verso il cielo e si sorprese nel notare che il sole era sempre più coperto da nuvoloni scuri, si stava alzando il vento e la minaccia di una tempesta era sempre più una certezza. «C'era il sole, un momento fa.»
«Non è qualcosa di normale, proprio come la nebbia, ieri» disse Derek.
«Dividiamoci» disse Dean a Sam, poi si voltò verso lui e Derek. «Voi restate qui. Mentre la distraiamo, voi correte alla vostra macchina e fuggite, okay.»
I due fratelli Winchester non gli diedero nemmeno il tempo di replicare, che si alzarono e corsero in due direzione diverse, riparandosi dopo qualche decina di metri dietro ad un paio d'alberi.
Ormai, pioveva a catinelle, la temperatura si era abbassata e Stiles rabbrividì per il freddo.
«Andiamo!» disse a Derek. Dovette alzare il tono di voce, perché, tra la pioggia e il vento, diventava sempre più difficile riuscire a comunicare.
Derek si alzò e insieme si avviarono verso le loro macchina. Non gli piacevano i due cacciatori, ma non voleva nemmeno lasciarli lì a combattere da soli contro l'arciere che li aveva attaccati e che sembrava avere anche doti magiche. Forse era un druido o qualcosa di simile. Sperava non fosse di nuovo Jennifer Blake, dopo che erano riusciti a sbarazzarsi di lei.
Stiles si fermò e si voltò indietro. Sam e Dean stavano lottando contro la tempesta, per riuscire a raggiungere l'arciere e, ora, questi aveva preso anche a lanciare frecce, rendendo più difficile il loro compito.
Derek notò che si era fermato e tornò indietro. «Cosa succede?»
«Non possiamo lasciarli lì, sarebbe sbagliato.»
«Sono cacciatori! Non possiamo farci scoprire!»
Non poteva dargli tutti i torti, ma Sam e Dean avevano comunque tentato di salvarli. Ora, non poteva rimanere a guardare. «Ci hanno aiutato, io torno indietro.» Riparandosi con un braccio, Stiles ritornò sui propri passi.
«Stiles!» urlò Derek. «Aspetta!»
Quando Derek lo raggiunse, con le pupille azzurro accesso e perfettamente trasformato, Stiles sorrise.
Poi si diressero verso la Chevy Impala. Derek aveva i suoi denti e le sue zanne come arma, ma Stiles ritenne più prudente prendere un'arma dall'armamentario dei Winchester.
«La sai usare?» gli chiese Derek.
«Ehi, sono il figlio dello sceriffo!» Beh, forse avrebbe saputo usarla.
Sam e Dean non erano più dietro gli alberi dove si erano nascosti, ma dovevano aver proseguito più avanti, verso il punto in cui si trovava l'arciere. Anche Stiles e Derek proseguirono per quella strada, cercando di raggiungere gli altri due.
Improvvisamente, una freccia colpì Derek, che ringhiò per il dolore, ma se la strappò dalla spalla come nulla fosse. Stiles non gli chiese nemmeno come stesse, la ferita si stava già rimarginando.
E poi, la tempesta finì, com'era cominciata. Le frecce smisero di essere scoccate e Stiles immaginò che l'arciere avesse pensato di non poter competere contro tutti loro.
Sam e Dean sbucarono fuori dagli alberi – l'arciere era scappato - , fermandosi non appena li videro.
Stiles si girò a guardare Derek, che si stava affrettando a tornare umano, ma era troppo tardi per questo.
«È un lupo mannaro!» esclamò Dean, il cui braccio che sosteneva la pistola tremò.
Non stava per mettersi bene.
[to be continued...]


Spazio Autrice: Buona Pasquetta! Visto che sono a casa, faccio arrivare il capitolo con qualche ora d'anticipo.
È il capitolo più lungo dell'intera storia, circa quattromila parole, spero lo abbiate apprezzato.
Peter è qui con noi! Lo adoro, quindi mettete in conto che comparirà molto spesso nella mia long. Ha un ruolo importante.
Inoltre, Dean e Sam hanno disgraziatamente scoperto che Derek è un lupo mannaro. Ops...
Nel prossimo capitolo: La reazione di Dean e Sam, poi scopriamo cos'è successo ad Isaac. Inoltre... tante ship (o friendship o bromance) e feelings!
Alla prossima settimana!
Ilaria
   
 
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