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Autore: Blaze Swift    21/04/2014    4 recensioni
Sonic deve nuovamente a salvare i suoi amici Amy, Tails e Cream dalle grinfie del Dr. Eggman, ma qualcosa va storto e il nostro amico blu si ritrova catapultato in... una Mobius del tutto nuova!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dr. Eggman, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Twist in Blue
di Blaze Swift



Capitolo 5

Un nuovo inizio


 
 
 
   Gli occhi di Zafira fissarono quelli di Sonic increduli. – Avanti nel tempo? – chiese, quasi non credendo alle sue parole. – Ma com’è possibile? –
   – Questa è una cosa che devo scoprire. – disse Sonic fissando il punto in cui ricordava di aver visto scomparire i suoi amici sulla navicella di Eggman. – E la scoprirò, ci scommetto tutto! –
   – Pensavo che i viaggi nel tempo fossero qualcosa di… impossibile! Insomma, la storia del mondo non è scritta, non ci sono blocchi temporali definiti. Il sole nasce e muore all’orizzonte ogni giorno nello stesso modo e il giorno dopo non si preoccupa di apparire splendente come il giorno prima. Lo fa e basta! Come lo facciamo noi, senza leggi temporali! –
   – A quanto pare non è così! Se tutto questo è vero, c’è una speranza per me di salvare i miei amici! Potrei trovare un modo di tornare indietro e salvarli! – qui Sonic si voltò verso Zafira, le prese le mani e la guardò fissa negli occhi. – Vieni con me! –
   – Cosa? –                                                                       
   – Nel passato! Nella Mobius di una volta, piena di vita e di possibilità! –
   – Io… non posso! –
   – Avanti, Zafira, potrai ricominciare daccapo! Sarà un nuovo inizio per te! Affronteremo avventure fantastiche insieme! Starai bene con tutti noi, ne sono più che certo! –
   Zafira abbassò lo sguardo. – Forse potrei… insomma, cosa mi resta qui? –
   Sonic le mostrò un ampio sorriso. – Allora è deciso! –
   La lupa lo guardò. – Suppongo di sì... –
   Il riccio blu le tenne stretta una sola mano e la trascinò più avanti, determinato più che mai. – Cerchiamo di capire cosa ha provocato il viaggio nel tempo! Adesso hai anche tu un motivo per interessartene! –
   Zafira accennò ad un mezzo sorriso, lasciandosi trascinare da Sonic. In pochi secondi i due arrivarono ad una zona deserta, con un tronco d’albero secco che si ergeva in mezzo al nulla e qualche filo di erba che spuntava dalla sabbia sotto di esso. Sonic si chinò e osservò bene il tronco e l’erba ai suoi piedi. Si tolse un guanto e ne accarezzò un ciuffo, aggrottando le sopracciglia come se qualcosa gli sfuggisse.
   – Quest’erba è secca… –
   – Beh, – disse Zafira cercando di coprirsi dalle raffiche di vento che ogni tanto le colpivano il viso. – non viene curata da anni, sarà per questo! –
   – No, intendo dire… quasi come se fosse bruciata! – disse Sonic rimettendosi il guanto. – Qualcosa deve averla bruciata. Ed è fredda e secca, quindi sicuramente non è successo adesso. – Sonic fissò i ciuffi di erba che si muovevano sinuosamente col vento. – Qualcosa l’ha bruciata anni fa! –
   – Ehm, Sonic, credi davvero che dovremmo concentrarci su un mucchietto di erba bruciata? – disse Zafira alzando la voce e cercando di coprire il rumore del vento.
   – Qualsiasi cosa può essere utile per capire, Zaf! –
   – Zaf?! –
   – È il nuovo soprannome che ti ho dato, non ti piace? –
   – Direi di no! O meglio, nessuno mi ha mai dato un soprannome! –
   – Beh, allora abituatici, Zaf! –
   Zafira ridacchiò, cercando un punto per ancorarsi e ripararsi dal vento che diventava sempre più forte.
   – Credo che stia arrivando un altro tornado, Sonic! – urlò Zafira.
   – Non lo avevo proprio capito! – disse Sonic ironicamente alzando la voce.
   – Va a ripararti, ci penso io qui! – Zafira osservò il tornado in lontananza che si avvicinava e si preparò a lanciare una scarica elettrica per fermarlo e far esplodere quella massa di sabbia che con una velocità inaudita stava per inondarla. Sonic osservò tutta la scena con gli occhi sbarrati e nel momento in cui le mani e le braccia di Zafira furono inondate da scariche elettriche, fu colpito da un flashback. Rivide se stesso invaso da elettricità, in preda al dolore. Urlò nel flashback, quanto nella realtà. Più Zafira controllava il tornado, più i ricordi di Sonic si facevano vividi. Gli occhi di Zafira si fecero bianchi e Sonic vide se stesso correre più veloce che poteva. Si sentì improvvisamente attraversato da una scarica di adrenalina incredibile, mentre l’aria quasi gli veniva meno. Le scariche elettriche di Zafira cessarono, facendo sparire il tornado… e anche i flashback di Sonic, sentendosi quasi esplodere nel nulla. Ma il suo corpo era ancora lì, stremato e aggrappato ad un tubo di metallo.
   – Sonic? Stai bene? – disse Zafira, che si era avvicinata già da un po’ e che cercava di sorreggerlo.
   – Sì, sto bene. È stata l’elettricità! –
   – L’elettricità? A fare cosa? –
   – A provocare il viaggio nel tempo! Eggman mi aveva torturato con delle scariche elettriche, ma mi ha lasciato andare! –
   – Non capisco! –
   Sonic prese Zafira per le spalle e la guardò dritta nei suoi grandi occhi color turchese. – L’ultima cosa che ricordo è stato l’impatto. Ora mi è tutto chiaro! Dopo che Eggman mi ha lasciato andare, ho corso con tutto me stesso per raggiungerlo, ma mi sentivo troppo lento… allora ho accelerato, c’è stato un impatto e mi sono ritrovato nel tuo mondo! –
   – Ancora non capisco… –
   – Ci deve essere stata una sorta di connessione tra l’elettricità che Eggman mi aveva iniettato nel corpo e la mia velocità! Mentre correvo sentivo l’aria venir meno e la pressione che mi soffocava… ma non volevo farci caso perché l’unica cosa che mi importava in quel momento era salvare i miei amici! –
   – Quindi mi stai dicendo… che l’elettricità e la velocità si sono combinate, hanno creato una specie di vortice temporale e ti hanno catapultato nel mio tempo? –
   Sonic annuì.
   – Wow. – Zafira si accasciò sulla sabbia, fissando un punto.
   – Già, e c’è anche un’altra cosa! – Sonic si accovaccio accanto a lei.
   – Cos’altro? –
   – Forse ho trovato un modo per stimolare di nuovo quella connessione e tornare indietro nel tempo, nel momento in cui Eggman mi ha lasciato andare! – Qui Sonic guardò le mani di Zafira, per poi prenderle con delicatezza con le sue. Zafira spostò lo sguardo sulle loro mani incrociate e si alzò di scatto.
   – Quindi tu pensi che possa aiutarti con i miei poteri? –
   – Sì, è l’unico modo! –
   – Ma non lo so, io… – Zafira si guardò le mani. – Non so se posso farcela! –
   – Certo che puoi, guardati! Fai esplodere dei tornado di sabbia, sei la lupa più in gamba e intelligente che conosca! Tutto quello che dovrai fare… – qui Sonic le prese nuovamente le mani. – è scatenare i tuoi poteri su di me. –
   Zafira allontanò bruscamente le mani e gli diede le spalle. – Cosa? No, non potrei mai farlo, Sonic! –
   – Non c’è altro modo, Zaf! Dobbiamo tornare indietro nel tempo, devo salvare i miei amici! – Sonic le mise una mano sulla spalla. – Non c’è nulla da temere, scatena i tuoi poteri! Ti porterò in braccio, visto che la mia velocità è impossibile da raggiungere! E poi correremo più veloce della luce verso il passato! –
   – Sei sicuro che sia una buona idea? –
   – No. – disse Sonic spostandosi proprio davanti a lei e guardandola nei suoi grandi occhi lucidi. – Ma è l’unica che abbiamo. Fidati di me! –
   Zafira lo guardo e annuì. Dopodiché si allontanò di qualche centimetro da lui, allungò le mani davanti a sé e evocò una serie di piccole scariche elettriche, che cessarono dopo qualche secondo.
   – Sono pronta. –
   Sonic le prese le mani e la guardò. – Zaf – Zafira lo guardò. – Quando saremo nel mio tempo, non dovrai più preoccuparti di nulla! Sarai al sicuro e potrai cominciare una nuova vita! – Qui dagli occhi di Zafira cominciarono a scendere delle lievi lacrime. – Sarai libera! D’accordo? –
   Zafira lo fissò e evocò una potente scarica elettrica che inondò Sonic in mezzo secondo. Il riccio cominciò a tremare e a urlare con tutto il fiato che aveva nei polmoni, mentre Zafira lo guardava piangendo. Dopo qualche secondo Zafira interruppe il contatto e lasciò le mani di Sonic, che venne scaraventato pochi metri più lontano dalla lupa.
   Zafira si catapultò su di lui. – Sonic, stai bene? Rispondimi! –
   – Presto – disse Sonic, senza voce. – Diamoci una mossa! –
   Sonic si rialzò, prese Zafira in braccio e cominciò a correre più veloce che poteva. Qualcosa non gli permise di andare veloce quanto avrebbe potuto, perciò cercò di sforzarsi quanto poteva, ma l’elettricità sembrò non fare effetto.
   – Non capisco! – disse Sonic correndo. – Perché non funziona? –
   – Sono io! Il mio peso ti è d’intralcio! Non puoi andare veloce quanto servirebbe, finché ci sono io! – disse Zafira, cercando di farsi sentire.
   – No, posso farcela! –
   Sonic strinse i denti e accelerò quanto più poteva. Delle piccole scintille cominciarono a comparire sul corpo di Sonic, dagli aculei fino alle scarpe, che sembrava stessero provocando fumo. Ma fu tutto ciò che Sonic riuscì ad ottenere.
   – È tutto inutile, Sonic! Devi lasciarmi qui! –
   – Non posso lasciarti qui! Non capisci che non avrai mai avventure, speranza e un nuovo inizio? –
   Zafira lo guardò. – Quella con te è stata un’avventura, Sonic. Tu mi hai ridato la speranza e ora ho un motivo per andare avanti! Ho un motivo per prendermi cura della mia tribù! So che un giorno le cose andranno meglio, continueremo a lottare per vendicare Mobius! –
   Sonic cercò di guardarla, amareggiato, mentre correva, ma si riprese subito.
   – Non lo accetto! –
   – Un nuovo inizio me lo hai dato tu! E di questo ti ringrazio. –
   – NO!
   – Addio, Sonic… – Zafira gli sorrise, mollò la presa e si lasciò cadere sulla sabbia calda. Non appena il peso della lupa abbandonò il corpo di Sonic, la sua velocità aumentò in maniera smisurata e il suo corpo fu coperto da una serie di scosse elettriche. Senza neanche avere il tempo di fermarsi, urlare il suo nome o salutare Zafira, Sonic esplose nel nulla, lasciando dietro di sé solo una nube di sabbia e uno sguardo color turchese che fissava il punto in cui era sparito.
  
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