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Autore: Dragon_Flame    21/04/2014    1 recensioni
Chris e Darya. Lui Allenatore, lei Domadraghi. Due realtà diverse, due persone diverse, che non si conoscono.
Poi c'è l'Ordine, un'organizzazione criminale che mira alla devastazione di Hoenn.
E c'è Rocco, il Campione, che si vede costretto a prendere in mano le redini del gioco per riportare la pace e l'armonia nella sua terra.
E c'è Vera, il suo amore mai rivelato, dall'altra parte, nelle terre occupate dai suoi nemici, che ha bisogno del suo aiuto.
E ci sono due sorelle, ciascuna col suo terribile segreto.
E ci sono due Team scioltisi anni prima che si riaffacciano alla vita con intenzioni poco chiare, indefinibili.
Due persone, Chris e Darya, così complementari, così discordanti fra loro, dovranno mettere le mani nella matassa per risolvere quest'intricata situazione e ripristinare l'equilibrio in Hoenn.
E chissà cosa succederà, se si metteranno in mezzo anche i Leggendari.
---
[AU! War][Presenza di OC][ RoccoxVera | Accenni VeraxBrendon | IvanxMax | AlicexAdriano ][Possibile OOC ]
Aggiornamenti molto irregolari.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Max, Nuovo personaggio, Rocco Petri, Vera
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
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Capitolo 3



"Perché siete voi la causa?" aveva domandato Darya, cominciando seriamente a pentirsi di essersene andata da Johto. Un brivido le corse lungo la schiena, facendole provare la gelida morsa della paura. In qualsiasi situazione si fosse cacciata, temeva che non sarebbe stato per lei tanto facile uscirne.
"L'occupazione di Petalipoli è avvenuta a causa nostra" ripeté Amber trattenendo a stento le lacrime. Gli occhi violetti di lei furono abbandonati dall'adulto cinismo che trapelava da quelle iridi profonde per essere invasi dal dolore e dal rammarico, divenendo di colpo lucidi. Come per riflesso istintivo, Vera si precipitò ad abbracciarla, cingendo con un braccio le sue esili spalle tremanti. La bionda singhiozzava flebilmente.
"L'occupazione della città è avvenuta perché cercano noi" aggiunse Brendon. Darya si voltò verso di lui, completamente disorientata.
"Che avete combinato di tanto grave da scatenare la collera di un'organizzazione che presumo sia criminale?" insisté la Domadraghi innervosita. I tre dovevano evitare i giri di parole perché le davano su i nervi. E anche molto. "Se adesso non mi spiegate cosa avete combinato e cosa stanno cercando quei loschi tizi, provvederò io stessa ad informarli della vostra presenza vicino a loro. Sai, Brendo - o Bretton, o Brendan, o Brando, o come cavolo ti chiami... certo che hai un nome proprio orrendo! -, non mi ci vuole niente a uscirmene da questo fascio di erbacce secche per andare da loro e fare una soffiata a proposito di tre ragazzini ricercati che se ne stanno nascosti a poca distanza da Petalipoli. E, anche se doveste provare a fermarmi, ho i miei draghi che senza troppe cerimonie provvederanno a mescolarvi con la sabbia della spiaggia qui vicino, non appena vi avranno polverizzati. Perciò, coso, ti conviene dirmi perché siete ricercati."
La minaccia di Darya fu sottolineata dal gesto eloquente che fece accarezzando con delicata lentezza la superficie bianco-rossa di una delle sei sfere Poké che portava legate alla vita per mezzo di una cintura.
I tre adolescenti la guardarono con espressioni allarmate e deluse, quasi come se fossero stati traditi da una persona di loro fiducia. La loro interlocutrice sollevò un sopracciglio, facendo un cenno per incitarli a confessare il loro misfatto.
Alla fine Vera dimostrò il suo buon senso, facendosi avanti.
"Vedi, Darya... Noi non abbiamo combinato nulla di grave per provocare l'Ordine, cioé l'organizzazione che ci dà la caccia. Amber è ricercata perché custodisce un segreto pericolosissimo, da tenere completamente celato al mondo." Fece una pausa, prendendo un grosso respiro. "Io e Brendon siamo i suoi più cari amici e non possiamo lasciarla al suo destino, perché se viene catturata da quei criminali sarà costretta a svelarlo, anche sotto tortura. Questa gente vuole conquistare Hoenn con la forza e farla precipitare nel disordine e nel caos più totali. Se il segreto di Amber finisse nelle loro mani, sarebbe una catastrofe."
La Domadraghi era rimasta impietrita dalla rivelazione. La situazione non era semplice come le si era presentata all'inizio. C'era in gioco una regione intera. E migliaia, centinaia di migliaia di vite umane innocenti.
"Questo vuol dire che voi non proteggete solo Amber dalla cattura... ma anche Hoenn dall'anarchia" mormorò con tono debole.
Si sentiva quasi vorticare la testa per l'assurdità del momento. Lei non poteva essere finita in un casino di proporzioni tali. Non dopo aver affrontato l'ennesima tempesta in ambito familiare. Non poteva essere accaduto proprio a lei. La mente della ragazza voleva rifiutare anche di considerare quell'ipotesi: i tre ragazzini le dovevano aver sicuramente raccontato una balla colossale. Non poteva essere.
Eppure, qualcosa nelle loro espressioni la convinse a rinunciare alla sua quasi-convinzione. Non potevano essere così tanto spaventati per aver combinato un semplice guaio. No, forse loro erano davvero in un mare di casini per la protezione di quel segreto. E lei non poteva denunciarne la presenza all'Ordine - Ordine di che? Non aveva mai sentito dire di un'organizzazione criminale con un nome simile -, altrimenti avrebbe condannato l'intera Hoenn a crollare e piegarsi ai voleri del suo nemico.
"Ti scongiuriamo... non dire a nessuno che siamo qui. Non ci denunciare. Se ci prendono, la regione è finita!" la supplicarono in coro i tre adolescenti. Un misto di apprensione e tumultuosa preoccupazione oscurava i loro occhi.
Su questo punto Darya non aveva dubbi. Fece loro un sorriso tranquillizzante.
"Vi assicuro la mia omertà a proposito di voi. Nessuna parola uscirà dalle mie labbra per denunciare la vostra presenza qui, né in futuro smetterò di tacere per proteggervi da questo presunto Ordine" li rassicurò.
L'atmosfera si fece immediatamente meno tesa e più rilassata. I volti contratti di Vera, Amber e Brendon si distesero, e sul volto della prima giovane apparve addirittura un timido sorriso.
"Grazie, Darya... non sai quanto rischi nel proteggerci. Siamo ricercati in tutte le zone di Hoenn cadute in mano al Nuovo Ordine del Caos, che è l'organizzazione che ci sta alle calcagna." Il ringraziamento che Vera le rivolse era udibile quanto un lieve sussurro.
"In tutte le zone di Hoenn?" ripeté la Domadraghi sgomenta. "Quante città della regione sono state conquistate?"
I tre emisero uno stanco sospiro quasi simultaneamente.
"L'invasione è partita da Bluruvia ed è proseguita attraverso il sud di Hoenn. Io e Vera sapevamo che prima o poi quei criminali sarebbero arrivati a conquistare Forestopoli, la città in cui vive... viveva Amber. Qualche giorno fa ci stavamo dirigendo lì con l'intenzione di allontanarla dalla città. Forestopoli però è stata distrutta da un incendio perché Amber è fuggita da loro. L'abbiamo ritrovata nella Foresta e ci siamo allontanati dalla zona incendiata" le raccontò Brendon.
Amber piangeva in silenzio, gli occhi tristi fissi nel vuoto, come se fosse persa nei ricordi della terribile esperienza vissuta. Tacite scie salate solcavano i suoi zigomi nivei.
"Mia sorella Rainey... lei è dispersa. Custodisce il mio stesso segreto. Se dovesse essere catturata dall'Ordine, io... noi tutti... Hoenn intera sarà perduta!" singhiozzò sonoramente la bionda.
"Un altro segreto? Ma è sicuro che siate proprio voi l'obiettivo di questi mascalzoni?" protestò Darya scettica. "Che segreto celate al mondo, così tanto grave e pericoloso da minacciare un'intera regione? Voglio saperlo!"
"Ti prego, Darya... sii paziente. Non possiamo svelartelo" la pregò la sedicenne con la bandana rossa.
"Perché devo essere tenuta all'oscuro di tutto? Sono finita in mezzo a questo casino perché voi mi avete sottratta a quei criminali. Ma adesso voglio sapere. Anche perché pure io rischio la vita a stare con voi, giusto? Se devo morire per una causa, voglio almeno sapere quale."
I tre adolescenti che le stavano di fronte rimasero a fissarla a bocca spalancata, completamente stupiti.
"Quest-sto si-significa che... che..." balbettò Amber con i lucidi occhi sgranati per la sorpresa.
"Sì, intendo aiutarvi, moscerini" li rassicurò la Domadraghi con un sorriso a metà fra la riconoscenza e l'ironia. "Non posso lasciarvi nei guai. Mi avete salvata da dei criminali, e io ripago sempre i miei debiti. Sempre che voi desideriate il mio supporto, s'intende."
I tre amici si ritirarono in un angolino a discutere dell'offerta. Avevano bisogno di più aiuto possibile per attraversare indenni e - possibilmente - senza essere scoperti la grande distanza che li divideva dalle zone libere. Dovevano puntare a nord-ovest, verso Porto Alghepoli, perché sitava lì il quartier generale delle forze che si opponevano all'invasione. Da soli non ce la potevano fare, ma se si fossero alleati con Darya - che era una Domadraghi, per di più, e dall'aria tosta ed esperta - avrebbero avuto qualche possibilità.
Dopo qualche minuto di assemblea la decisione fu presa.
"Darya, noi vogliamo provare a fidarci di te, ma giura di non tradirci. C'è il destino di Hoenn in gioco."
Brendon, Vera e Amber avevano delle espressioni serissime dipinte sui volti.
"D'accordo, giuro di non fare il doppiogioco, né la vile traditrice, se questo vi rassicura. Però sappiatelo: non è con le parole che si dimostra la lealtà di una persona, ma con i fatti" li ammonì la castana.
"Ora, potete spiegarmi cosa è successo di preciso? Come siete entrati in possesso di questo segreto, come hanno fatto a scoprirvi... Non mi importa conoscere il segreto in sé. Sono solo curiosa di sapere qualcosa in più su voi e su cosa mi aspetta." L'espressione innocente negli occhi grigi della ragazza era quasi supplichevole e ci mise poco a convincere il trio ad aprirsi un po' con lei.
Brendon lanciò dapprima un'occhiata diretta alla città, cercando di vedere cosa stava succedendo a Petalipoli. La città era tranquilla. Questo significava che nessuno aveva reagito ai criminali che la stavano occupando. Almeno, si poteva evitare uno spargimento di sangue.
Scivolando a terra accanto alle amiche, il ragazzo dallo strano cappello sbuffò, cominciando a raccontare cos'era successo.
"Io e Vera siamo amici d'infanzia. Abbiamo cominciato un viaggio ad Hoenn per conquistare i Fiocchi da Coordinatore e le Medaglie delle Palestre. Durante uno dei nostri giri per la regione, incontrammo Amber e sua sorella Rainey a Forestopoli, la loro città di nascita. Ben presto si stabilì una forte amicizia fra noi quattro e perciò cominciammo a viaggiare insieme, esplorando Hoenn in lungo e in largo."
"Conosci la leggenda di Groudon e Kyogre?" chiese poi Brendon a Darya, interrompendo la sua narrazione.
La Domadraghi fece un segno negativo con il capo.
"Chi sono Groudon e Kyogre?" chiese, rapita dalla curiosità.
"Non conosci questi Pokémon Leggendari?!" Vera e Amber erano allibite.
"Questa è la prima volta che metto piede in Hoenn. E a Johto - la mia regione natale - abbiamo i nostri miti, che per fama e popolarità precedono di non poco i vostri. Tutto quello che so di tali Pokémon lo apprendo adesso da ciò che mi state dicendo voi" asserì la ragazza di Ebanopoli.
"Oh, è vero... tu non sei di qui. Mi ero dimenticata che vieni da fuori regione" considerò Vera.
"Comunquye, riprendiamo il discorso" le interruppe bruscamente Brendon, mettendo fine a quella divagazione. "I Pokémon Leggendari della nostra regione sono sei: tra questi figurano anche Kyogre e Groudon, rispettivamente i creatori delle acque turbinanti e della terra fertile di Hoenn."
"D'accordo; e fin qui ci siamo" annuì Darya. "Ma adesso vuoi arrivare al dunque, Brando - o come ti chiami - ?"
"Groudon e Kyogre, anticamente, entrarono in contrasto a causa della natura complementare degli elementi che padroneggiano, finendo quasi per distruggere il mondo. Fu l'intervento di Rayquaza, il Pokémon Leggendario che domina i fenomeni atmosferici e climatici, a calmare la situazione e a riappacificarli, facendoli quindi cadere in un sonno incantato per impedire loro di entrare nuovamente in contrasto. Per farli assopire, si servì di due Sfere." Fu con queste frasi che Amber continuò il discorso, rubando la parola a Brendon.
"Il mito della creazione del mondo narra anche dello scontro tra le due creature leggendarie" s'intromise Vera, frugando velocemente nella borsa a tracolla - evidentemente sua - che le stava accanto, posata malamente a terra. Ne tirò fuori un foglio piegato e, una volta aperto, lo porse a Darya. Era tutto raggrinzito e stropicciato, come se fosse molto vecchio o consumato da un uso continuo. Sopra vi erano scritte tante strofe in caratteri resi quasi illeggibili dal pessimo stato del foglio su cui erano stati frettolosamente trascritti. "Leggi il testo e capirai qualcosa in più di ciò che ti stiamo raccontando" le suggerì la castana, lasciandole il foglio nelle mani.
La Domadraghi lesse con attenzione ogni singolo verso. Il mito era lungo e affascinante, ma la cosa che più la colpì fu la parte che narrava del sonno eterno in cui erano caduti Kyogre e Groudon dopo la loro contesa.

Il conflitto terminò
E la terra fu nuovamente quieta,
Ma una questione era rimasta aperta:
Come punire i due Leggendari
E impedire loro nuovi disastri,
Mettendo a rischio sé stessi e gli altri.

Due Sfere comparvero subitaneamente,
materializzandosi dal nulla nell'aria calma.
Rossa e blu erano le due,
Richiamanti i colori distintivi
Del manto pietroso dell'imponente Groudon
E della levigata superficie del placido Kyogre.

Rayquaza si servì di esse
Per stabilire una magnanima condizione:
Le due creature sarebbero vissute,
Padroneggiando i loro elementi,
Ma terra e acqua avrebbero dovuto
Coesistere serenamente nello stesso mondo.

Per impedire nuove lotte di supremazia,
Il potente drago dagli enormi artigli
Celò nei globi sferici un arcano potere
Che fece cadere nel sonno perpetuo
Le creature, causa del conflitto,
Mettendo a tacere per sempre le loro repliche.

Le due Sfere si dissolsero,
Sparendo ai quattro angoli del mondo,
Senza più ricomparire.
Rayquaza invece ascese al cielo
Per la seconda e ultima volta,
Non discendendone mai più.


Rilesse quelle cinque sestine più volte, tralasciando il finale. Alla fine comprese.
"Ho capito... Tu, Amber, proteggi il segreto dell'ubicazione delle Sfere, vero?" chiese Darya. Si sentiva profondamente turbata da quella constatazione. Doveva mantenere il riserbo su quella scoperta sconvolgente, perché altrimenti l'Ordine ne avrebbe approfittato per cercare le Sfere. Forse il loro obiettivo era di risvegliare i due Pokémon e portarli a un nuovo scontro, mettendo definitivamente in ginocchio Hoenn. Per conquistare la regione senza intoppi.
"L'Ordine cerca le due Sfere" disse la bionda ignorando la sua domanda. "E io so dove si trova quella Blu. Mia sorella Rainey invece è a conoscenza dell'esatta posizione dell'altra, la Rossa. Se il nostro segreto sarà svelato, la catastrofe si abbatterà su Hoenn."
Ora Amber piangeva. Piangeva, tremava, lottando interiormente per trattenere il dolore e la paura. Il dolore di essere la custode di un segreto terribile e la perseguitata da un'intera organizzazione criminale. La paura di poter perdere la sua amata sorella e di essere costretta a sciogliere nel supplizio il riserbo su quell'informazione se fosse stata catturata da quei malintenzionati.
Il tremore violento del suo esile corpicino da quattordicenne sottolineava il dilaniante conflitto interiore che la stava consumando. Ma l'adolescente era forte. Presto smise di piangere e si impose una maschera impassibile, anche se gli occhi arrossati e lucidi e le profonde occhiaie svettavano sul volto pallido ed esangue, esaltando le emozioni negative che lasciava di tanto in tanto esprimere dai guizzanti occhi violetti.
"Ragazzi, io non so se voi vi fidate di me... ma mi avete salvato da quei criminali e vi devo un grosso favore. Inoltre, ormai so troppo e sono fin troppo dentro a questa storia per ignorarla e fingere che nulla sia mai accaduto. Per cui, vi prego di accettare il mio aiuto." Gli occhi d'acciaio di Darya erano sinceri e determinati mentre dalle sue labbra carnose usciva quel solenne giuramento. "Vi aiuterò in tutto quel che potrò per tornare oltre i confini tra le zone invase e per ricongiungervi coi vostri cari. Vi aiuterò a combattere quest'organizzazione criminale di stronzissimi idioti rompipalle. Ve lo giuro - e scusate il linguaggio non proprio adatto a una promessa del genere."
I tre fuggitivi le rivolsero un ampio sorriso di accettazione.
"Grazie per il tuo supporto, Darya" la ringraziò Amber con un sorriso meno teso. Sembrava aver recuperato un po' di baldanza. "Questo mi dà una speranza in più per proteggere il segreto. E per rivedere Rainey. Spero solo che sia fuggita con gli abitanti di Forestopoli e che possa essere protetta da chi combatte nella Resistenza."
Si udì un pesante sospiro, esalato dalla quattordicenne dalle iridi del colore dell'ametista.
"Ti siamo grati per ciò che hai promesso di fare" considerò Vera.
"Io spero solo che non ci capiti nulla di male, perché anche tu che sei innocente finiresti in mezzo a un casino di proporzioni gigantesche" commentò Brendon con aria preoccupata.
Darya si sentì in dovere di tranquillizzarlo, perché nemmeno lei era tanto pessimista riguardo alla situazione.
"Sta' tranquillo. Lo faccio di mia spontanea volontà, per cui se mi capitasse qualcosa, la responsabilità sarebbe solo mia. E poi mi so difendere." Picchiettò lentamente, per tre volte, il dito indice su una delle sue sfere Poké. "E come se non bastasse, ci sono i miei piccoli cucciolotti draghettini a proteggermi, Brando."
Il ragazzo scosse il capo, sbuffando scocciato e facendo ondeggiare visibilmente le lunghe frange del cappello bianco che portava in testa.
"Comunque, il mio nome è Brendon, non Brando" borbottò fra sé.
***



Angolo dell'autrice:
Salve a tutti. Inizio il mio breve monologo augurandovi Buona Pasquetta.
Continuo ringraziando sakichan24 che ha recensito il precedente capitolo. Grazie anche a chiunque abbia letto la mia storia.
Proseguo affermando che i versi del 'mito' sono tartti da un'altra mia fanfic. La potete trovare completa nella pagina del mio account.
Termino dicendo che sospenderò la pubblicazione della storia per un tempo indeterminato, non avendo immaginazione, voglia e tempo per scriverla.
Bon, ho finito davvero.
Alla prossima!

Flame
  
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