Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: SpaceDementia    16/07/2008    6 recensioni
Era Natale. Holly si svegliò di soprassalto correndo per casa. Era una bambina allegra, felice, contenta di quel che aveva. Senza pensieri, non faceva mai i capricci e voleva bene alla sua famiglia, al suo cane. Corse in cucina convinta di trovare sua madre a preparare frittelle e il padre intento a leggere il giornale bevendo una tazza di caffè. Ma li, non c'era nessuno. Così, felice, corse verso il salotto sperando che fossero tutti lì ad attenderla per aprire i ragali. Non c'era nessuno. Salì velocemente le scale ignara di ciò che l'aspettava. Apri la porta della camera da letto dei suoi genitori e, lì, vide ciò che le cambiò per sempre la vita.
Genere: Romantico, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sole filtrava dalla finestra. Holly aprì gli occhi infastidita dalla luce. Si rigirò tra le lenzuola leggere sperando di tornare indietro nel tempo e riuscire a dormire ancora per un'ora.
Tentativo inutile.
Sid, un cane di media taglia, le si avvicinò al viso leccandole una guancia.
Ancora un pò, Sid. Pensò la ragazza.
Cacciò con una mano il cane che continuava insistentemente ad annusarla. Mugugnò qualcosa ma Sid imperterrito cercava di farla svegliare. Lei gli tirò un cuscino cercando di farlo smette ma anche questo non lo fermò. Così il cane dal pelo nero, come la notte, balzo sul letto con grande fracasso.
-Sid!- Holly si mise a sedere, i capelli arruffati, sparati in tutte le direzioni e due grandi occhiaie sotto gli occhi ridotti a due fessure.
Odiava e amava quel cane. Insomma era il suo migliore amico, il suo fedele cane, che per nessuna ragione al mondo l'abbandonava, Sid, era anche il suo tormento. Aveva anche smesso di mettere la sveglia al mattino perchè sapeva che quel cane non le avrebbe mai permesso di dormire e quindi di arrivare tardi a lavoro.
Guardò truce il cane che seduto sulle zampe infriori sembrava dirle: bhè, cosa c'è?
-Ho capito, ho capito, mi alzo.-
 Afferrando il cuscino che aveva lanciato sul pavimento lo sistemò sul letto e a pieni nudi, con indosso solo i pantaloncini e la canotta, si avviò verso il bagno.
Guardandosi allo specchio si accorse di quanto fosse cresciuta. Guardando la sua immagine riflessa nello specchio si rese conto di quanto fosse cambiata. Erano passsati anni da quando Carl l'aveva accolta in casa, da quando dall'affidamento passo all'adozione. Quell'uomo, che ormai, chiamava papà, l'aveva accolta e amata proprio come un fliglia.
Sedici anni. erano passati sedici anni da quando in quella mattina di Natale aveva trovato i genitori e il fratello... morti.
Cerco di scacciare dalla mente i brutti ricordi. Immagini che per niente al mondo la abbandonavano, che la perseguitavano. La notte, spesso, si svegliava di soprassalto, scossa dagli incubi, con il respiro corto e il viso sudato, e per il resto della notte non riusciva a chiudere occhio, tormentata da quelle immagini.
Lisciandosi i capelli con una mano corse in salotto accendendo lo stereo. Dentro c'era un vecchio cd che Carl le ragolo anni prima.
Lasciandosi cullare dalle note della prima canzone aprì l'acqua per una doccia. Insomma, cosa c'è di meglio di una doccia per cominciare al meglio al giornata?
Mentre l'acqua scorreva corse in cucina mettendo dei croccantini nella ciotola di Sid e poi mise a fare del caffè, necessario per carburare.
Saltellando si spoglio lanciando i vestiti sul letto. Ed entrò nelle doccia canticchiando.
Questa era la cosa bella di Holly.
Sorrideva, sorrideva sempre. Cercava di trovare il lato positivo il qualsiasi cosa e guardava sempre il bicchiere mezzo pieno. Anche se nella sua vita, nella sua infanzia, gli avvementi le avevano causato sofferenze cercava di sorridere e di non far capire cosa realmente provava, questa invece era a cosa brutta. Pochi riuscivano ad entrarle dentro, veramente. Nessuno ci era mai riuscito. Nemmno Carl.
Quando aveva sette anni, dopo l'adozione, era stata segiuta da diversi specialisti. Non era stato facile superare il trauma, un trauma che non aveva ancora, del tutto superato. Aveva paura di uscire di sera, sola, portava con se sempre Sid, aveva paura del buio totale, a volte diventava paranoica e odiava in Natale.
Non si seppe mai da chi fosse stata uccisa la sua famigla e di certo questo non contribuì alla sua serenità interiore.
L'acqua scorreva veloce sul suo corpo, piccolo e magro, sui corti capelli nero corvino.
Uscì e dopo essersi aciugata si vestì, con i capelli ancora bagnati andò in cucina dove fece colazione.
Sid le passo vicino, quasi sculettando.
-Sembri una prima donna- esclamò lei osservandolo. Non era un cane di razza ma era carino e adorabile, e ogni volta che qualcuno suonava il campanello o si avvicinava a Holly, abbaiava e ringhiava. A volte seebrava quasi... umano.
Lui si volto drizando le orecchie piegate verso il basso.
Hai qualcosa in contrario? sembrava dire.
Holly scosse la testa e mettendosi la borsa a tracolla si avvicno alla porta d'ingresso.
-Non combinare casini, Sid, o quando torno sono guai.- Disse lei puntandoli un dito contro. Il cane abbasso le orecchie stedendosi sul paviento. Sorridendo la ragazza uscì dal suo piccolo appartamento inoltrandosi nel traffico di New York, diretta in redazione.
Da un po' di tempo Holly lavorava come giornalista per una rivista newyorkese. E proprio quel pomeriggio avrebbe avuto un'intervista con una band di cui sapeva ben poco, e infatti, avrebbe dedicato gran parte della mattinata a imparare tutto quello che c'era da imparare su di loro.


-Miles, devo farlo per forza io? Non può farlo Backy?- Chiese Holly implorante al suo capo.
-Chi? Quella? Se li vede sviene. Dice che è innamorata del chitarrista.- Rispose Miles dalla sua scrivania.
-Ma...-
-Niente ma dolcezza. Sei la mia giornalista migliore.-
-Lei sa più su di loro e...-
-E tu sei la mia giornalista migliore!- Disse lui poggianodsi allo schienale della sua sedia.
-Okay. Lo faccio solo perchè ti voglio bene e perchè ci tengo al mio posto.- Holly incorociò le braccia al petto sbuffando ironicamente.
-Brava Polly-
-Non chiamarmi Polly per favore.- Disse lei afferrando i gli appunti che Miles le aveva conseganto.
-Okay, Polly- Holly roteò gli occhi.
-Ci vediamo dopo, balenottero obeso.- Erano amici da anni Miles e Holly. Grazie a lui lei potè trasferisti a New York e avere lavoro al giornale.


Nelle ore successive la ragazza cercò informazioni sul gruppo che alle tre, avrebbe intervistato.
I My Chemical Romance arrivavano dal New Jersey. Notò che uno di loro viniva da Belleville. Un tempo ebbe un ragazzo di Belleville, prima del suo tarsferimento. Due arrivavano da Newark, dove lei era cresciuta. Way. Si poggiò una mano sul mento cercando ci ricordare se avesse conosciuto qualcuno di nome Way nella sua città natale.
Chi siete capperi siete voi?
Poi... Ah ora ricordo! Il tizio che lavorava il biblioteca a scuola e la palla di lardo! Ex-palla di lardo... constatò guardando le foto.
Presto arrivarono le tre.


-Dio Gee, è necessario? Insomma, io avrei da fare.- Gerard si passo una mano sul viso.
-Frank, sei pesante.- Disse poi voltandosi.
-No, guarda che peso poco.- Fu allora che Gerard si fermo dandogli uno scappellotto. Sarebbe mai cambaito Frank Iero? Si chiese Gerard mentere raggiungeva il fratello nella hall dell'hotel.
-Se non me lo togliete davanti io oggi lo uccido. Non fa altro che lamentarsi!- Ray che beveva un caffè insieme a Mikey e Bob guardò l'amico.
-Che ci vuoi fare è Frankie.-
-Grazie amico.- Disse Frank togliendoli la tazza di caffè dalla mani. Gerard andò verso il primo divano disponibile e sendendosi sperò che l'intervista passasse in fretta.
-La tizia è in ritardo.- Disse acido Gerard.
-Sono solo cinque minuti. Sembri una donna in fase premestruale.- Disse Bob sedendosi accanto a lui. Gerard lo guardò alzando un sopracciglio.
-Divertente.- Disse per poi roteare gli occhi. Solitamente Gerard Way non era così irritabile, ma quel girno, quel giorno si era alzando con la luna storta, insomma. Era caduto dal letto mentre dormiva, era caduto nella doccia, Frank gli aveva versato della marmallata su un disegno e ciliegina sulla torta aveva perso le mutande.
-Salve! Scusate il ritardo, colpa del traffico.- Gerard alzò lo sguardo incontrando due grandi occhi grigi. -Mi chiamo Holly Hudson.- La ragazza strinse le mani a tutti con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro.
-Allora, possiamo cominciare?- Sbottò Gerard acido. Holly lo guardò fulminandolo con lo sguardo. Il solito sfigato che trova la notorietà, pensò la ragazza sedendosi e scuotendo il capo.
-Bene, a quando il prossimo concerto? I vostri fans attendono impazienti.-
-Bhè, a dire il vero non lo sappiamo con precisone.- Rispose Mikey vedendo che tutti tacevano.
-Che rapporti avevte con loro?-
-Sono loro che ci fanno lavorare, insomma senza i nostri fan non saremmo nulla.-
-Vedo che è molto riconoscente verso i suoi fan, signor Toro.-
-Oh no, mi dia del tu, e mi chiami Ray.- Disse il chittarrista sorridendo. Bob e Mikey che erano accanto a lui si voltarono a guardarlo sgranando gli occhi. Gerard e Frank che erano su un'altro divano rotearono gli occhi.
-Okay, Ray. Come si sono formati i My Chemical Romance.- E così, fu Gerard, questa volta, a parlare raccontando la loro storia.
Per circa emzz'ora parlarono della loro formazione poi Mikey, in evidente astinenza da caffè si alzò chiedendo se qualcuno ne volesse un pò.
-Oh no, vado io Mikey. Ne gradisci una tazza Holly?- Chiese Ray sorridendo. Holly annuì non sapendo come comportarsi.
E ora questo pazzo cosa vuole da me?
Non potendo continuare l'intervista calò il silnzio.
Sorrise debolemente guardando i ragazzi che aveva difronte.
Quando cazzo arriva lo spicotico?
-Vado a vedere se Ray ha bisogno di una mano- Disse Gerard alznadosi.
-No Gee guarda che...- Gerard si voltò verso il fratello camminado indetro e, ovviamente, non vide Ray. Gli sbattè contro e le tazze caddero sul pavimento e sulla maglia bianca di... Holly.
-Cazzo! Brucia!- Urlò la ragazza scattando in piedi.
-Dio, scusami!- Cominciò a dire Ray cercando di pulirla con un fazzoletto. Holly cercava di allontanarlo ma lui contiuava a scusarsi e a cercare di pulirla. Allora il chitarrista voltandosi afferrò un bicchiere d'acqua e le verso il contenuto sulla maglietta, mentre Frank e Bob si piegavano in due dalle risate.
Calò il silenzio.
Chiuse gli occhi cercando di restare calma e non perdere la pazienza.
Quando li riaprì si rese conto che tutti le gaurdavano la maglia.
Abbassò un momento lo sguardo ed era trasparente!
-Cazzo!- Sussurrò la ragazza guardandosi.
-Dio, mi dispaice!- Disse Ray abbassando lo sguardo colpavole.
-Aspetta, in macchina ho un maglia.- Disse Gerard sospirando. Holly incrociò le braccia al petto mentre tutti la guardavano sbigottiti.
-Vieni.- la ragazza fulminando con lo sgurado Ray si allontanò insieme a Gerard.
Salirono le scale diretti al primo bagno disponibile. Lui le porse la maglia e per un momento le loro mani si sfiorano, e nemmeno lei sapeva perchè, un brivido le attraversò la schiena.
-Grazie.- Gerard la vide entrare nel bagno e poggiandosi al muro pensò a quella ragazza che poco dopo uscì con indosso la maglia nera che il lui le aveva dato. Le stava grande, circa due taglie in più e non potè non sorridere vedendola.
-Scusa il mio amico ma ultimamente ha un pò la testa fra le nuvole.- Holly sorride spostandose la ciocca dicapelli che le era caduta davanti al viso.
-Se non sbaglio anche tu hai contribuito.- Rispose lui abbassando lo sguardo sorridendo imbarazzato.
Insieme scesero e Ray sembrò nascondersi dietro Bob.
-Allora, finiamo questa intervista?- Chiese Holly sorridendo.
Sarà più dure del previsto.


-E' stato un piacere ragazzi, grazie davvero. Anche per il caffè.- Disse guardando Ray.
-Scusa ancora, Holly.- Disse lui.
Salutò tutti stringendoli le mani. Poi mettendosi la borsa a tracolla uscì dall'albergo.
La maglia! 
Corse dentro e vide i ragazzi uscire dalla hall.
-Gerard!- Chiamò lei. Il ragazzo si voltò guardandola nei grandi occhi grigi.
-Come facciamo per la maglia?- Gerard rimase in silenzio per pochi attimi pensando. Prendendo unn penna del bancone della reception le prese la mano e sul palmo le scrisse un numero di telefono. Sorridensole poi si allontanò.


Holly uscì dall'albergo. La starda era illuminata da sole così si porto sul naso un paio di occhiali.
Salì in auto diretta alla redazione dove, entro sera, avrebbe dovuto scrivere l'articolo.
La ragazza, persa nei suoi pensieri, non si accorse della Pontillac nera che la seguì nel traffico newyorkese.








[Note di fine capitolo]


Allora gente, eccomi qui con il primo capitolo di questa mia nuova e, a perer mio, orribile storia (spero vivamente nel contrario).
Salto temporale di circa sedici anni.
E' la prima volta che scrivo una storia del genere e spero di riuscire nel mio intentento. ^.^
Sid, in relatà, è ispirato al mio cane, di diverso ha solo il pelo e non si chiama Sid. XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto...

ElfoMikey: Honey! Ecco il seguito. Non sai quanto sia importante per me(oddio, certo che lo sai!) il tuo parere. Cioè sapere che ciòc he scrivo ti piace mi rende felicissima! XD  Ero indecisa se fare il salto temporale... ma alla fine bhè credo tu abbai capito per cosa ho optato. Ti voglio bene Grè... alto fino alla luna e grande quanto il mare! <3

SimmyListing: Ciao! Eccoa te il seguito! Sono contenta che tu abbia recensito, non sai quanto mi abbai fatto piacere! (parlano di te anche a me ^.^). Spero davvero ti sia piaciuto anche questo capitolo. A presto! :*

Chemical Lady: Je! Ecco il primo capitolo! Allora? Come ti sembra? Sono contentissima di sapere che il prologo ti è piaciuto! Spero di non averti deluso!(ci tebgo al tuo parere!) Ti voglio bene dolcezza!


Baci, Rò.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: SpaceDementia