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Autore: SpaceDementia    11/07/2008    5 recensioni
Era Natale. Holly si svegliò di soprassalto correndo per casa. Era una bambina allegra, felice, contenta di quel che aveva. Senza pensieri, non faceva mai i capricci e voleva bene alla sua famiglia, al suo cane. Corse in cucina convinta di trovare sua madre a preparare frittelle e il padre intento a leggere il giornale bevendo una tazza di caffè. Ma li, non c'era nessuno. Così, felice, corse verso il salotto sperando che fossero tutti lì ad attenderla per aprire i ragali. Non c'era nessuno. Salì velocemente le scale ignara di ciò che l'aspettava. Apri la porta della camera da letto dei suoi genitori e, lì, vide ciò che le cambiò per sempre la vita.
Genere: Romantico, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Era Natale.

Holly si svegliò di soprassalto correndo per casa.
Era una bambina allegra, felice, contenta di quel che aveva. Senza pensieri, non faceva mai i capricci e volveva bene alla sua famiglia, al suo cane.
Corse in cucina convinta di trovare sua madre a preparare le frittelle e il padre intento a leggere il giornale bevendo una tazza di caffè.
Ma li, non c'era nessuno.
Così, felice, corse verso il salotto sperando che fossero tutti lì ad attenderla per aprire i ragali.
Non c'era nessuno.
Salì velocemente le scale ignara di ciò che l'aspettava.
Apri la porta della camera da letto dei suoi genitori e, lì, vide ciò che le cambiò per semrpe la vita.
Due corpi privi di vita stesi sulle lenzuola rese rosse dal sangue. Rimanse lì, a guardare, sperando che fosse tutto un sogno.
Corse verso la mamma.
Fra grida e lacrime la scosse le spalle sperando che si svegliasse.
Ma nulla, lei non si muoveva.
Scossa dai singhiozzi corse in camera del fratello.
Nulla. Steso sul letto, con un laccio al collo, non respirava.
Mille lacrime le rigavano il viso.
Poi... il buio.


Il sergente Hudson perlustarva la casa del Miller cercando di capire cosa fosse successo.
Era stato chiamto dalla vicina, che scesa di casa per far gli auguri alla famiglia aveva trovato i cadaveri.
"Signore. Cosa ne pensa?"
"Non ne ho idea. Landon."
"Signore, la vicina dice che manca la bambina." Il sergente guardo il ragazzo con aria interrogativa.
"Una bambina?"
"Si. La figlia di sei anni."
"Non c'è traccia di lei?"
"No, pensiamo l'abbiano rapita." Disse il ragazzo guardando il suo superiore che si porto un dito sul mento.
Che fine aveva fatto quella bambina? Dove era finita?
"Come si chiama?"
"Holly."
"Diffondete la notizia alle altre centrali. Dobbaimo trovarla. Abbiamo un foto?"
"Si."
"Bene, attivati ragazzo. Sai cosa fare" Il sergente Hudson aveva circa quarantacinque anni. Fisico asciutto e sapeva sempre ciò che faceva. Così il ragazzo annuendo si allontanò diretto alla centrale.
Newark non era mai stata una cittadina di cui potersi fidarsi, specialmente in periferia. Non era il posto adatto per crescere dei figli, bambini che potessero giocare allegramente nelle stardine luminose della città.
Carl Hudson, lo sapeva bene, padre di due figli, era cresciuto in quella cittadina.
Cercando si capire cosa fosse successo in quella casa, si aggirava per le stanze pensieroso.
Un riscatto? Ma cosa fare di una bambina se non aveva più famiglia?
Secondo la vicina i Miller erano persone rispettabili, Micth il padre della bambina, lavorava in banca.
Magari un folle cercava denaro e lui non gliel'ha dato.  Pensò.
La mamma, Susan, non lavorava, ma frequentava un centro per tossicodipendenti.
Qualcuno della clinica? Forse.
E poi c'era il fratellino di dieci anni, Adam. Morto soffocato.
Cosa c'entra lui?
Mille erano le domande che frullavano nella testa del sergente Hudson, su quel tragico omicidio.
Esaminava i corpi uno a uno.
Di lì a poco sarebbe arrivata la scentifica. Bisognava sapere come e quando erano morti. Anche se il perchè, sarebbe rimasto ignoto per molto tempo.
Esaminò la ogni stanza. Da quella dei genitori a quella di Adam fino a giungere alla camera di Holly.
Si guardò intorno.
I pupazzi sparsi nell'agolo della camera, i giochi, le bambole, delle macchine, degli aerei, un pallone da calcio e uno da football, una mazza de baseball, poi, l'inaspettato.
Un singhiozzo.
Mi volto di scatto incredulo.
Cosa è stato?
"Holly?" Ma il sergennte non ricevette alcuna risposta. Fu allora che guardando l'armadio a muro, capì.
Lentamente poggiò una mano sulla maniglia e l'aprì.
Lì, nasconta fra gli scatoloni trovò una bambina dai capelli neri e grandi occhi grigi. Il piagima blu con gli orsetti, le mani che tenevano le ginocchia al petto, il viso, macchiati di sangue.
Il sergente le porse la mano.
"Non ti farò del male piccola. Sono della polizia." disse mostrandole il distintivo.
Holly afferrò la sua mano grande e callosa.
"Voglio la mia mamma." Fu tutto quello che riuscì a dire.
La sua vita non sarebbe più stata la stessa.






[Note fine capitolo]

Premetto che i My Chemical Romance non mi appartengono e questa storia è solo frutto della mia mente malata
.


Allora, eccomi qui, con una nuova storia, diversa dalle altre che ho scritto.
Questo è solo un prologo infatti i My Chem compariranno nel primo capitolo.
Probabilemente se non fosse per Greta questa storia non l'avrei mai postata.
Voglio ringraziare e didicarla a quattro persone:
Greta, ovviamente. [Alto fino alla luna e grande quanto il mare!]
Jessika [Ti voglio tanto bene!]
Fre
Jejè


A voi, Rò. <3
  
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