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Autore: Misaki Ayuzawa    21/04/2014    1 recensioni
Questa è la storia di William Herondale, da quando è arrivato all'Istituto fino a ... beh, fino alla fine. Tenterò di descrivere al meglio gli episodi di cui già siamo a conoscenza sia quelli che invece sono avvolti nel mistero, o meglio: nella mente del personaggio più complesso di TID. Spero passiate a dare un'occhiata! :)
I:"I libri mi fanno credere che c’è chi sta peggio di me, anche se ammetto che consolarmi con le disavventure di personaggi immaginari non è esattamente una cosa da persone normali, non che io mi creda sano di mente, anzi sto valutando, ultimamente, la possibilità di farmi visitare da uno strizzacervelli mondano …"
V:"La cerimonia è conclusa e i Cacciatori, fino ad un momento fa silenziosi, si alzano in piedi e applaudono. Io, in questo momento, ho soltanto un pensiero che mi occupa la mente: non sono più solo."
X:"Mi tocco il viso, contrariato, e fisso il mio sguardo in quello di Jem.
“Questo” e faccio un ampio movimento con il braccio “non deve saperlo nessuno.”
Le persone che stanno passeggiando nel parco hanno preso guardarmi, mentre a grandi falcate mi dirigo verso l’Istituto. Quelle anatre me la pagheranno …"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlotte Branwell, Henry Branwell, James Carstairs, Jessamine Lovelace, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’Angelo

Mi guardo intorno spaesato, non riconoscendo nulla di familiare negli edifici che mi circondano o nelle strade che vi corrono attraverso. La calura innaturale, naturalmente, non fa che peggiorare le cose.
“William, sei sicuro di sapere che il covo dei cani infernali sia da queste parti?”
Con la coda dell’occhio vedo James roteare agilmente il bastone in aria, creando rumorosi mulinelli. Questa è la volta buona che mi ammazza: è già la terza volta che ci perdiamo sotto le mie direttive; ma, dannazione, io non sono londinese! Non è colpa mia se non conosco ogni buco di questo “umano orribile prodigio di Dio”, per dirla con Blake.
Fingo una sicurezza che non ho e mi stampo un sorriso degno del migliore dei truffatori sul volto.
“Certo, James. Conosco Londra come le mie tasche! Sai, quando passi le notti in compagnia di certe-”
Sbuffa. “Mi racconterai questi interessanti … ehm … aneddoti una volta a casa. Ora voglio solo trovare quei demoni.”
Ficco le mani in tasca muovendo il corpo di trecentosessanta gradi, facendo perno sul piede destro. Scorgo un luccichio di un rosso innaturale in un vicoletto buio che sfocia nella piazzetta in cui io e il mio parabatai ci troviamo e do un colpetto alla spalla di Jem, facendogli notare quello che ho visto.
“Ciao tesorini, venite da papà …” sussurro.

“Non dovevi prenderli in giro, William.” Tra un colpo di tosse e l’altro, Jem mi dice questa frase, e io mi sento un idiota per avere sottovalutato quei pulciosi segugi.
Stringo forte la mano di Jem, sperando in un miracolo che so non potrà mai avvenire. La sua pelle è bollente di febbre. Si tratta di un attacco molto forte, a giudicare dalla quantità di sangue che copre a chiazze la camicia candida e le lenzuola.
“Posso strapparti una promessa, Will?” Mi chino ulteriormente su di lui, per asciugargli con un panno umido gli angoli della bocca.
“Dipende dalla promessa, suppongo.”  Faccio un sorriso sghembo. “Non credo di poterti promettere di non cantare più le mie poesie, ad esempio.”
Jem ricambia il sorriso. “E’ qualcosa che non ti chiederei mai, un dispiacere a cui non rinuncerei.”
“Ad ogni modo, che cosa vuoi che ti prometta?” Sono curioso. Jem mi chiede così raramente qualcosa … in effetti, nessuno dei due chiede mai qualcosa all’altro … sappiamo sempre esattamente cosa fare e cosa dirci, reciprocamente. Non so dove finisce l’amicizia e dove inizia il rapporto parabatai.
“Devi smettere di” Tossisce di nuovo, e questa volta il suo sangue schizza anche sulle mie mani.
“Scusa.” Sussurra, e io scuto la testa. Come se mi importasse di più essere pulito che quello che lui ha da dirmi.
“Devi smettere di fare ricerche. Sulla malattia, intendo.”
Sgrano gli occhi. NO. Non lo posso fare. Confusione e stordimento si appropriano del mio cervello. E poi, come fa Jem a sapere che io sto cercando qualcosa, a tal proposito?
“Sarà più facile” continua, mentre io scuoto la testa, inebetito “per entrambi. Io ho accettato la cosa da tempo. Devi farlo anche tu.”
“Jem” la voce mi esce strozzata, acuta “Tu non puoi credere seriamente che io lo farò.”
“Se sono io a chiedertelo, sono certo che farai esattamente ciò che ti dico.”
Ha ragione. Sembrerebbe una frase carica di presunzione, ad occhi esterni, questa, ma per me è la voce della verità. Jem è una luce potente e costante nella mia vita, che mi indica ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Annuisco e lo osservo, troppo terrificato per andarmene, mentre si addormenta e i respiri, accelerati, si fanno più regolari.
Tendo a non pensare a quel periodo, inevitabile, della mia vita durante la quale non Jem ci sarà più, ma mi rendo conto che, più i giorni passano, più Jem si avvicina alla Ruota, come dice lui, che crede nella reincarnazione; io, invece, mi limito a pensare ad un fiume che delimiti la terra dei vivi da quella dei morti. Fino a pochi secondi fa, potevo contare su una speranza, seppur flebile e fragile quanto la fiamma di un fiammifero, ora quella fiamma si è spenta, ed è come se stessi, coscientemente e volutamente, camminando verso uno strapiombo. Sarò incapace di fermarmi anche quando la terra scomparirà da sotto i miei piedi.

Spazio autrice: Salve a tutti! Questo spazio solo per rettificare alcune informazioni sbagliate dei capitoli precedenti. Ho rilletto diverse parti de Il Principe, oggi, in cerca di un pò di ispirazione (ecco, la drammaticità di questo capitolo dipende da quel maledetto libro ... ) e ho notato di aver compiuto un errore un pò grossolano nella storia di Tatiana.
Era il primo Natale di Will all'Istituto, non il secondo, e dunque Jem non c'era ... mi perdonerete, vero? Poi ho notato un errore riguardo il vestito di Tatiana: era argentato, non rosso ... Fa niente, spero. u.u
Poi, sempre rileggendo quello sciagurato volume, mi sono rifrescata la memoria per quanto riguarda la cerimonia parabatai. Non è esattamente come l'ho descritta, però tuttora ho le idee un pò confuse sul corretto andamento della cerimonia. Beh, questo è quanto. Al prossimo capitolo che, purtroppo, non so quando arriverà in quanto domani parto (vado a vedere il Blackfriars Bridge, tra le altre cose, non so se vorrò più andarmene da lì xD)

  
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