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Autore: CassandraBlackZone    21/04/2014    1 recensioni
Paura? No, lei non aveva affatto paura. Ed era proprio questo quel qualcosa in più.
Correre per lei non era mai stato un modo per scappare, anzi: correre per lei era l’unico modo per superare la monotonia e anche se stancante, era lo svago che più la soddisfaceva. Persino più del contare le statue del Duomo.
Emily amava correre. Da sempre.
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nelumbo. Pianta acquatica della famiglia delle Nelumbonaceae, colore del fiore che varia dal bianco, rosa, giallo e rosso. Comunemente conosciuto con il nome di fiore di loto.
Nel linguaggio dei fiori esso rappresenta la perfezione, la purezza del sole, del cielo, della creazione, del passato, del presente e del futuro, o come piace definirlo mio padre: è il fiore del Tempo, dello Spazio e dell’Universo.
Io odio i fiori di loto. Sono i fiori più insulsi che io abbia mai visto. Quell’idiota di padre ha insistito tanto perché me li facessi piacere, ma nonostante le sue insulse preghiere, il suo continuare inginocchiarsi, io li odio. Se solo potessi, lo investirei volentieri con la mia sedia a rotelle senza pietà.
Passo le mie giornate così, in mezzo a questi fiori nauseabondi sotto un’enorme cupola di cristallo dai motivi floreali, accompagnata da un pezzo di ferraglia gelido, incapace di provare emozioni e che esaudisce ogni mio capriccio; una specie di secondo padre, quando lui è occupato a esaudire capricci più importanti del semplice portarmi da mangiare o intrattenermi.
Quanto odio l’odore di questi fiori.
“Dimmi, Christopher. Hai qualche novità dal Consiglio Loto?” mi sono stancata di staccare i petali di questi fiori. Godiamoci qualche storiella divertente.
“Affermativo, signorina Hana.”
“Ti prego, dimmi che qualcuno sta finendo nei guai e posso gustarmi un bel processo a breve.”
“Affermativo. Randy della gilda Loto 2 sta intraprendendo una missione senza il consenso del Consiglio”
“Oh, interessante. Di che missione si tratta?” finalmente qualcosa di emozionante.
“Si tratta della cattura di un reietto.”
Come non detto.“Ah, ma davvero? E cos’ha di così importante questo reietto? Questa volta cerca di dirlo con un po’ più di suspense, senza annoiarmi.”
Raccolgo un altro noiosissimo loto, in attesa che il mio buon Christopher mi risponda. “Allora?”
“Sette secondi di suspense terminati. È il reietto 3185511.”
L’odioso fiore di loto rosa mi cade delicato dalle mani, mentre spalanco gli occhi “Cosa? Il reietto 3185511 è stato trovato? Veramente?”
“Secondo i dati del Consiglio, sì.”
“Ma questa è… una notizia fantastica! Ne ho sentito tanto parlare! È il reietto più ricercato!” Dall’emozione quasi non saltavo giù dalla sedia a rotelle- metaforicamente parlando-. “Mio caro Christopher, credo che oggi andrò a fare una piccola visitina a mio padre.”
“Signorina Hana, suo padre è impegnato in una riu-…”
Ubbidisci. Ora.”
Ogni volta è uno spasso vedere come Christopher reagisce alla mia voce. Una piccola scarica elettrica lo raggiunge fino al cervello e gli cancella una piccola parte della memoria, per dar spazio al mio comando. È davvero divertente.
 “Affermativo.”
Reietto 31285511. Presto sarai mio.
 
Per trenta interminabili secondi, Emi e Jeremy non riuscirono più a vedere nulla, nonostante i loro occhi fossero aperti; una cecità temporanea che li impedirono di sapere cosa fosse successo a Massy. Riuscirono a malapena intravedere le quattro tute nere dei cacciatori, che tiravano giù dal lettino il corpo.
“Ah! Non ci vedo! Che diamine… Ah!” si lamentò Jeremy divincolandosi.
“Nemmeno io! Dov’è Massy?!”
“Stai buona,tu.” Una profonda voce maschile si avvicinò alla destra di Emi. Quest’ultima si girò di scatto verso la fonte, cercando di mettere a fuoco il più possibile. Un’altra tuta nera, un altro cacciatore.
“Chi… Chi sei?” provò a chiedere lei.
Un sonoro click allarmò la ragazza che d’istinto si dondolò spaventata “Ehi ehi, buona. Voglio solo controllare lo stato dei tuoi occhi.” Disse di nuovo la voce ridendo.
Il misterioso schiocco, altro non era che lo scatto di una piccola pila elettrica, con cui il cacciatore la passò su entrambi gli occhi di Emi.
“La vedi la luce?” dopo cinque avanti e indietro, Emi riacquistò a pieno la vista, riuscendo finalmente a vedere il volto dell’uomo:  occhi color pervinca, capelli biondi e spenti a spazzola , mento pronunciato da perfetto soldato e un largo sorriso sotto il naso ad uncino “Allora?” chiese di nuovo lui.
“S-sì… ora ci vedo.” Rispose in fretta lei.
“Bene. Ora tocca al tuo amico. Ti dispiace?” incurante della risposta della ragazza, il cacciatore la tirò su di peso sganciandola dal gancio, ma senza toglierle le manette, e si avviò a passo di marcia verso Jeremy.
“Massy… Massy!!”  Emi era sul punto di avvicinarsi al gruppo di cacciatori attorno al vecchio mago, quando si fermò di punto in bianco, a bocca aperta.
Finito di essere sganciato, Jeremy corse verso Emi, ancora immobile “ Ehi, si può sapere che hai?”
Lei scosse la testa incredula con gli occhi fissi sulla figura vestita in smoking nero e viola “Quello… quello non è Massy.”
“Ma che dici?! Dai, andiamo a vedere cosa gli è…”
“Guarda.”
Subito Jeremy si girò seguendo lo sguardo di Emi, e fu ad allora che sgranò gli occhi quanto lei. “No… non può essere…”
“E invece è così…”
“Ma… è…”
“Gli abbiamo risparmiato tanta sofferenza.” Si mise in mezzo tra i due ragazzi il cacciatore biondo “ La morte lisena del succube vi dice niente?” chiese poi sorridente.
I due umani scossero la testa, senza togliere gli occhi da quello che doveva essere Massy. Come poteva essere possibile, si chiedevano, sicché in quell’eccentrico vestito non c’era più un vecchietto arzillo dai capelli bianchi, ma un ragazzino di poco più di tredici anni, intento ad arrotolarsi le maniche della giacca troppo lunghe per le sue braccia magre.“Quel ragazzino moro è… Massy?” chiese confusa Emi.
“Sì.”
Quel Massy?” ripeté Jeremy.
“Di nuovo sì. Come ben sapete, lui è un Liseno, ma ciò che evidentemente vi sfugge, è cosa rappresenta la loro specie. I Liseni, ragazzi miei, sono alieni usati esclusivamente come schiavi, da non confondere però con gli Ood, alieni anch’essi usati un tempo come servi, ma a cui è stata riconosciuta l’ indipendenza. La differenza tra le due specie è, che i Liseni possono vivere a lungo e sopportare più di chiunque altro il dolore, e infine: questo.” Indicò il ragazzino “I Liseni sono noti per la loro capacità di rigenerarsi dalle proprie cellule morte, così da riuscire a ritornare giovani,  con una conseguente perdita della memoria. Un po’ come la leggendaria fenice, che ritorna in vita dalle proprie ceneri. L’unica pecca è che lo possono fare una volta sola. Le chiazze sul corpo sono un chiaro segno delle cellule che muoiono una dopo l’altra.”
“Cos-… un momento, che cosa intendi con perdita della memoria?” obbiettò Emi con la fronte aggrottata.
“Come un neonato nasce inconsapevole del mondo che gli circonda, così succede ai Liseni quando ritornano giovani. Almeno si è tolto il peso dei suoi 600 anni.”
“6-…. 600 anni?!”
“Vedo che non vi siete informati molto su di lui, eh?” il cacciatore rise portandosi una mano sugli addominali scolpiti “ Ad ogni modo, mi dispiace di avervi coinvolti. Ero convinto che fosse assieme a voi. Le vostre ferite guariranno presto. Io sono Randy, e sono un…”
“… cacciatore.” Concluse fredda Emi.
“Oh, ma guarda. sai cosa sono?”
“Non sei il primo che vedo. La vostra tuta è inconfondibile.”
“Sì, devo dire che siamo in molti ad indossarla, ma molto presto, non appena avrò catturato il reietto, ne indosserò una bianca.”
“Il reietto? intendi il Dot-… ahia!” Emi colpì con una gomitata lo stomaco di Jeremy fulminandolo con lo sguardo.
Gli occhi di Randy s’illuminarono dall’eccitazione “Tu, ragazzo. Che cosa stavi per dire?”
“Niente. Lui non stava dicendo niente.” Disse velocemente la ragazza con la voce tremante “Noi non consociamo il reietto.”
“Troppo tardi, carina, voi lo sapete eccome.” Il cacciatore camminò minaccioso verso i due ragazzi, che indietreggiarono fino al muro alle loro spalle “Dove sta il reietto, eh?”
“P-perché lo cerchi?!”  urlò Jeremy.
“Ve l’ho detto, no? Mi serve per la mia bella promozioncina.”
“Lo vuoi… uccidere?” osò chiedere Emi.
“Mi pare ovvio. Non a caso ci chiamiamo cacciatori.” Schioccate le dita, Randy ordinò agli androidi di portargli il giovane Massy, e subito gli attorcigliò il collo con il braccio destro.
“Oh, no! Massy!”
“Vi conviene parlare se non volete che il vostro amichetto muoia davanti a voi.”
“Tu… brutto…”
“Modera il linguaggio, ragazzino. Mi basta una sola stritolata per ucciderlo.”
“Ma tu pensa. A me basta dire spara, e… beh, immagina tu cosa potrebbe succedere.”
“Ma chi diam-…” Randy non fece in tempo a prendere la pistola dalla cintura, che si trovò in mezzo agli occhi la canna di un fucile laser impugnato da quello che sembrava uno degli androidi cacciatori “Tu… come osi puntare un’arma contro un suo superiore?”
“Mi dispiace contraddirti, ma non lui non prende ordini da te.” Dalle spalle dell’androide, si fece avanti il Dottore, con un largo sorriso malizioso da vincitore “Salve, Randy. Io sono il Dottore.”
“Dottore!” lo chiamarono all’unisono i due umani.
“Ciao Emi. Jeremy. Sono felice di vedere che state bene!”
“Chi diamine sei?!”
“Hai le orecchie otturate, per caso? Sono il Dottore, con la d maiuscola. Ricordartelo. Anzi, no. Dimenticatelo, non dovresti ricordati di me.”
“Lascialo.” Disse Jake indicando Massy “Ora.”
In preda all’ira e disappunto, Randy allentò la presa del braccio, lasciando il ragazzo confuso e spaventato “Sta tranquillo.” Gli disse il Dottore “Ora sei al sicuro.”
Il giovane Massy posò i suoi due occhi color cielo su quelli eterocromi del Dottore “Tu… tu chi sei?”
Il Signore del Tempo perse due battiti da entrambi i cuori, senza però smettere di sorridere. Doveva essere forte, doveva resistere. Doveva ritrarre al più presto le lacrime. Mi dispiace non esserti stato vicino. Mi dispiace davvero tanto. “Sono un amico che è venuto ad aiutarti, Massy Junior.” Quest’ultimo rimase fermo a guardare la mano tesa dell’uomo in tweed e il buffo farfallino rosso davanti a sé, finché alla fine decise di afferrarla ricambiando il sorriso.
   
 
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