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Autore: Farawayx    22/04/2014    13 recensioni
E' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità?
Ma la domanda che continua a porsi Samantha Reyes è solo una: chi è realmente?
Le sue risposte sembra averle tutte una persona: Jonathan Christopher Morgenstern.
« Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un po' pronunciato, mi sento come l'angelo affascinato dal buio.»
Nel buio ho trovato il mio angelo.
Un angelo pieno di paura e di odio, pieno di rancore e di voglia di vivere.
Nel buio l'ho amato, l'ho cullato, abbiamo cantato e sognato.
Abbiamo riso e ci siamo amati intensamente.
Ma alla luce mi ha annientato.
E se qualcuno insegnasse ad amare ad un angelo oscuro?
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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» Capitolo 18
                                 
«Se le persone fossero state pioggia, io sarei stato pioggerellina e lei un uragano. »  (Looking for Alaska- John Green)





Sam iniziò seriamente a pensare che in quel posto avessero intenzione di ucciderla, la sola idea di doversi “allenare” con Sebastian la paralizzava, non che pensasse che il cacciatore le avrebbe fatto del male, ma farsi prendere a botte da persone che si allenavano per quello da una vita non era un’opzione molto gioiosa.
-Allora, esci da lì o devo venirti a prendere di peso?-
La voce di Sebastian echeggiò all’interno del piccolo spogliatoio in cui si trovava in quel momento. Dopo che tutti si erano messi a complottare tra loro era stata trascinata all’istituto di New York, l’unico posto dove secondo detta di Jace “Avrebbe avuto tutto il necessario per rinforzare i muscoli”. Aveva indossato una tuta che le era stata prestata da Isabelle, per quanto avesse tentato di infilarsi i pantaloni di Clary, non c’era proprio riuscita, le arrivavano almeno cinque centimetri sopra le caviglie mettendo in evidenza la loro differente statura.
Prese un lungo respiro muovendo alcuni passi, superando così la soglia della porta della palestra e quando il suo sguardo ricadde su Sebastian, intento a sistemare alcuni tappetini nel centro della stanza, si sentì mozzare il fiato. Il ragazzo non indossava la sua tenuta da cacciatore, ma una maglietta bianca e dei pantaloni da tuta, mettendogli così in risalto i muscoli delle spalle e quelli delle braccia che si tendevano mentre sollevava uno dei tappeti che Sam suppose avrebbero fatto da ring.
-Eccomi. - Esordì avvicinandosi a lui, mentre lasciava scivolare le dita tra i capelli che aveva sistemato in una coda alta.
-Sei pronta?-
Sam annuì lentamente consapevole che anche se avesse detto di no, niente sarebbe cambiato.
Seguì Sebastian al centro dei tappetini, che sotto il suo peso si abbassarono come un materasso, e raggiunse così l’altro capo del quadrato, portandosi di fronte a lui.
-Con cosa iniziamo?-
Non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che lui le arrivò addosso gettandola a terra. Il ragazzo sollevò una mano che strinse intorno al collo della ragazza facendo in quel modo una pressione con le dita, soffocandola. Sam, all'inizio, del tutto colta di sorpresa non riuscì nemmeno a trovare la forza di spostare il corpo di lui dal suo, lasciando così che le sue dita le impedissero di respirare.
Alzò anche lei le mani che strinse intorno ai suoi polsi, tentando in tutti modi di tirarle via.
-Sebastian, mi stai facendo male. - Disse in un sussurro, la stretta era sempre più forte e con essa aumentavano anche le vertigini.
-Pensi che una supplica faccia in modo che il tuo avversario ti risparmi?- Le ringhiò lui all’orecchio. - La risposta è no. No qualcuno che vuole la tua morte. - Fece una pausa aumentando la stretta. –Combatti. –Le urlò.
-Ma se mi ammazzi ora, nemmeno ci arrivo in quella situazione. –Bofonchiò lei.
-Però la forza per parlare ce l’hai. - Commentò lui. –Concentrati!-
Sam chiuse gli occhi, la presa di Sebastian sul suo collo diventava sempre più forte e mentre quella si rafforzava, il suo corpo diventava più debole. Concentrarsi?  Doveva concentrarsi su cosa? Sul fatto che il ragazzo al quale si era avvinghiata allegramente più volte, ora la stesse ammazzando? Avrebbero potuto scriverci una tragedia.
Tentò in tutti modi di sgombrare la mente, stringendo con forza le mani attorno ai polsi di lui, cercando in tutti modi di respingerlo e qualcosa accadde. La stretta delle dita di Sebastian divenne sempre più sopportabile, fino a sembrare una di quelle carezze che le infiammavano la pelle. Così aprì gli occhi per vedere perché l’avesse lasciata andare ma dal sorriso che lui aveva sulle labbra, capì che non era stato lui a togliere le mani. Era stata lei.
Si sollevò appena sulla schiena, tentando di recuperare l’aria, tossendo a scatti e massaggiandosi il collo. –Come ci sono riuscita?- disse in un sussurro.
-Lo sapevo che potevi farlo.- Disse lui sorridendole soddisfatto.
-Quindi mi hai quasi uccisa perché sapevi che potevo respingerti?- Chiese lei aggrottando un sopracciglio.
Lui scosse la testa. –In realtà non lo sapevo, ho solo provato.-
-COSA?- Urlò lei sconvolta. –Potevi farmi fuori.-
-Non l’avrei fatto.-
-Stavo quasi per morire soffocata.-
-Appunto, quasi, se fossi morta ora non dovrei subirmi le tue urla.-
Sam abbassò lo sguardo sulla propria mano che strinse in un pugno e poi lo rialzò su di lui, avanzando con un piede in avanti e con tutta la forza che aveva nel braccio lo sollevò, colpendo così in pieno viso Sebastian che ricadde di schiena contro il pavimento.
-Questo è per avermi QUASI uccisa.- Disse Sam abbassandosi su di lui, mettendo così le ginocchia di fianco alla sua vita e sedendosi poi sul suo ventre, pronta a colpirlo ancora.
-Te l’ho già detto che ho un debole per le ragazze violente. – Disse lui divertito, asciugandosi con il pollice della mano un rivolo di sangue che gli era ricaduto lungo le labbra.
-Sta zitto.- Tagliò corto lei ma mentre sollevava nuovamente il pugno, entrambe le mani di Sebastian strinsero i suoi fianchi in una stretta salda e con un movimento veloce il cacciatore la chinò su di lui, per poi rotolare su un fianco in modo da invertire le posizioni.
Ora il corpo di Sam era schiacciato sotto quello di Sebastian, tentando in tutti i modi di liberare la stretta che lui aveva sui suoi polsi incollandoli al pavimento.
-Dicevo? Ah sì, adoro le ragazze violente.- Quasi sussurrò mentre si chinava sul collo di lei, accarezzandone la pelle con la punta del naso.
-Oh, davvero? Ora giochi la carta del “seduciamo la deficiente”?- Borbottò Sam, allontanando bruscamente il collo, incollandolo maggiormente al pavimento.
-Chi? Io? Ma ti pare.- Rispose lui fintamente indignato per poi lasciare sul suo viso solo spazio a un sorrisetto, uno di quelli che facevano venire voglia a Sam di fargli una faccia di schiaffi.
Sebastian si chinò nuovamente su di lei, facendo incontrare questa volta le punte dei loro nasi, per poi scendere sulle sue labbra che baciò. Sam serrò le sue impedendogli l’accesso, ma lui le mordicchiò con più forza il labbro inferiore così che lei fu costretta a schiuderle e il cacciatore impiegò pochi istanti per rendere quel contatto più profondo. Mosse la lingua nella bocca di lei esplorandola meticolosamente con la punta di essa fino a trovare la sua, che intrecciò con la propria, iniziando a muoverle insieme in una specie di danza perfettamente sincronizzata.
Sam riusciva a sentire ogni parte del suo corpo contro il proprio, era come se fossero una cosa sola, nonostante quel bacio l’annebbiasse del tutto la mente, tentava con ogni forza di non cedere e di trovare un modo per allontanarlo da se. L’avrebbe baciato in un altro momento, eccome se lo avrebbe fatto, ma ora, ora voleva solo fargli capire che con lei quei giochetti non funzionavano.
Mosse appena le gambe e approfittando della sua distrazione, posizionò un ginocchio in mezzo alle sue gambe e con un movimento veloce colpì verso l’alto, puntando direttamente alle sue parti basse.
Sebastian interruppe il contatto delle loro labbra balzando più per la sorpresa che per il dolore e Sam ne approfittò per scivolare via dalla sua presa e rimettersi in piedi.
-Punto prima, evita i tuoi modi da macho con me, perché se no questa è la prima ginocchiata di una lunga serie.- Disse lei, guardando il cacciatore che aveva la faccia contratta per il dolore.
- Tesoro, portandomi alla castrazione, ci perdi solo tu.-
A quel commento Sam si sentì avvampare, ma tentò in tutti modi di nasconderlo, il pensiero di quello che lei e Sebastian avevano condiviso la mandava ancora maledettamente a fuoco, nonostante nessuno dei due ne avesse più fatto parola.
Perché l’attrazione doveva essere così dannatamente forte? Delle volte aveva difficoltà perfino a stargli vicino e tutto quell’avvinghiarsi di poco prima aveva solo fatto aumentare le palpitazioni.
Si portò una mano sul fianco tentando di non mostrarsi come una mosca affascinata dalle luci elettriche delle lampade, così come la mosca si bruciava al contatto con la luce questo accadeva a lei quando Sebastian la toccava.
-Possiamo finirla per oggi?- Buttò lì.
-Ma se non abbiamo iniziato da neppure dieci minuti.- Sebastian aggrottò la fronte contrariato.
- Per favore.- Ripeté lei, distogliendo lo sguardo da lui.
Lui la osservò per qualche istante e poi la sua espressione mutò, sembrava preoccupato. – Ti fa male in qualche punto?- Le chiese avvicinandosi a lei.
Sam istintivamente fece un passo indietro, per poi bloccarsi sentendosi un’emerita idiota. –Nono e che…-
-Sì?- La incalzò lui ma la sua espressione era cambiata, non era più pensieroso, anzi, appariva divertito.
-Sì, ho un dolore lancinante al fianco, penso sia meglio che mi sdrai.- Mentì lei.
-Aspetta.- Sebastian fece una pausa chinandosi appena e portando una mano dietro al suo fianco, premendo appena le dita contro la stoffa della sua maglia. –E’ qui che ti fa male?-
Sam lo maledisse mentalmente un minimo di dieci volte, i loro visi erano talmente vicini da riuscire a percepire il respiro di lui sulla pelle. –E dannazione!- Esclamò.
-Cos...- Ma il cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase, le labbra di Sam si erano fiondate sulle sue cercando quel contatto disperatamente e stringendogli entrambe le braccia intorno al collo in modo da rendere quel contatto più profondo.
Mentre le loro lingue tornavano a unirsi nuovamente, Sebastian strinse entrambe le mani intorno ai fianchi di lei in una presa salda e tirandola così indietro in direzione degli spogliatoi.
Sam indietreggiò lasciandosi guidare da lui mentre abbandonava le sue labbra per scendere in direzione della mascella che mordicchiò, stringendo la pelle tra i denti.
Sebastian si lasciò sfuggire un sospiro, prendendola così di peso e sollevandosela addosso. –Piano bambina, non qui. – Sussurrò appena e raggiunse la porta degli spogliatoi che aprì con un calcio, chiudendo la serratura.
Riportò l’attenzione a Sam cercando nuovamente le sue labbra e premendo con forza contro il suo corpo, stringendola così tra la sua figura e la parete. Strinse tra entrambe le dita il bordo della sua maglia che sfilò via velocemente, scendendo poi a baciarle il collo, lambendo una porzione di pelle con labbra e succhiando appena in quel punto portando il sangue in superficie.
Sam schiuse le labbra a quel contatto, stringendo le dita intorno al tessuto della maglia di lui, che poco dopo sfilò via, facendo ricadere lo sguardo sul torso ora nudo di Sebastian, che nel frattempo le aveva sciolto i capelli, cosicché le ricadessero sulle spalle disordinatamente. Lei poggiò entrambe le mani sul suo petto, chinando poco dopo anche il viso e iniziando a tracciare una scia di baci lungo la sua clavicola, scendendo sempre maggiormente verso il suo petto, mentre con la punta delle dita tracciava il contorno della muscolatura.
-Sam…- Sussurrò Sebastian mentre s’intrecciava tra le dita i capelli di lei, carezzandoli lentamente tra le mani e usandoli come punto di sfogo per ogni vibrazione che attraversava il suo corpo al contatto delle sue labbra.
L’attenzione di Sebastian ritornò al corpo di Sam e dopo aver percorso con le dita il suo busto, portò le mani alla molla dei pantaloni della tuta e iniziò a chinarli verso il basso, abbassandosi anche lui in automatico, con le gambe, in modo da tracciare un percorso con le labbra che partiva dal suo interno coscia e scendendo in direzione delle ginocchia.
Non ci volle molto e anche i pantaloni di lui furono sfilati, cosicché Sebastian le avvolse il busto con una mano stringendola maggiormente contro la parete.
-Sei così bella.- Sussurrò fermandosi qualche istante a fissare gli occhi nocciola di lei.
Sam non riuscì a trattenere un sorriso e poggiò la fronte contro quella di lui. –Tu lo sei. Lo sei così tanto da mozzarmi il fiato.- la ragazza lo sentì sorridere contro la propria pelle e poi con un movimento delle braccia la sollevò facendole avvolgere le gambe intorno ai suoi fianchi. Ed erano una cosa sola.
Sin da subito Sam capì che sarebbe stato differente dalla prima volta, in tutto quello c’era amore ma anche frustrazione, dolore e parole che nessuno aveva il coraggio di pronunciare. Ma mai come in quell’istante si sentì completa e al suo posto.


§


-Qualsiasi cosa avete intenzione di fare, dovete farlo stanotte!- Magnus rivolse i suoi occhi da gatto in direzione del viso ora contratto di Jocelyn. –Non basta solo la forza fisica, alcune persone, come Sam, traggono maggiore energie attraverso gli elementi naturali! Stasera ci sarà la luna piena, uno dei massimi aiuti per gli stregoni e gli…-
-Ma lui è anche un licantropo, ne trarrà forza anche per se stesso!- Lo interruppe Jocelyn.
Magnus sospirò profondamente. –Ascolta, se Sam riuscisse a controllarsi, sarebbe più facile di uno schiocco di dita liberarsi di Matthew!-
Jocelyn trasalì. –Parla a voce bassa, non farmi pentire di averti detto quello che so sulla ragazza.- Poi respirò profondamente, lasciandosi ricadere sulla grossa poltrona del soggiorno dello stregone. – Ho paura che non ne sia capace, che non riesca a controllare il suo potenziale e che lui la uccida.-
-Sai perfettamente cosa fare perché lei lo liberi!- Esclamò lui, stringendo le dita contro il tessuto del divano. –Non capisco cosa ti trattiene, Jocelyn.-
La donna sospirò stancamente chiudendo gli occhi. –Jonathan.- disse in un sussurro. –Credo che la ami e se è riuscita a redimere il cuore di un demone… Non so, forse può guarirlo da quello che gli ha fatto Valentine.- Fece una lunga pausa abbassando lo sguardo sulle proprie mani. –Purificarlo dal sangue di demone e riavere indietro mio figlio.-
-Tu non nutri affetto per quella persona.- Puntualizzò Magnus.
-Ma potremmo avere una seconda opportunità per essere una famiglia.-
- Jocelyn, è troppo semplice amare le cose pure e belle. Tu hai odiato il sangue del tuo sangue solo perché era la tua più grande paura e ora non credo che lui ti perdonerà mai.- Mormorò Magnus. –Sei sua madre ma non sarai mai la sua mamma.-
La donna lo guardò alcuni istanti restando in silenzio, serrando il labbro inferiore nella stretta dei propri denti.
-Sam è differente, lo sappiamo entrambi, penso che possa essere una conseguenza della sua natura a portarla verso le anime perdute, è quello che fanno gl…-
-Non dire quella parola.- Lo ammonì Jocelyn. –Potrebbero sentirci.-
-Quale parola?-
Sia Magnus che la donna voltarono di scatto il viso, portando gli occhi sulla figura di Sam che se ne stava a braccia incrociate con la spalla poggiata allo stipite della porta.
-Da quando sei qui?- Sussurrò Jocelyn.
-Da quanto basta.- Rispose lei.
- Lo sai che origliare è maleducazione?- commentò Magnus, rilassandosi nuovamente contro il cuscino morbido del divano.
Sam scosse la testa. –No se l’argomento in questione mi riguarda.- Dopo di che lasciò scorrere lo sguardo sul viso di Jocelyn, lanciandole un’occhiata piena di risentimento. –Ora io farò le domande e voi risponderete. Se solo osate fare gli enigmatici vi giuro che vi mando a fuoco, alcune cose so controllarle.- E dopo aver pronunciato l’ultima frase guardò nuovamente la donna.
-Sono un libro aperto per te, tesoro.- Borbottò Magnus. –La donna dei segreti è lei, non io.-
-Bene, donna dei segreti.- Sam chinò appena il volto facendo una pausa. –Chi è Valentine?-
-Ma ora cosa c’entra il marito pazzo? Sei qui per sapere qualcosa su di te o per risolvere l’enigmatica esistenza del tuo fidanzatino?- Commentò lo stregone.
-Entrambe.-
Jocelyn reggette lo sguardo di lei, per poi annuire lentamente. –Era mio marito e il padre di Jonathan.-
Sam sollevò un mano, facendole il segno di proseguire. –Quando io ero incinta di Jonathan, Valentine evocò Lilith, la madre degli stregoni e un demone superiore, chiedendole di darle il suo sangue. Lei lo fece e mio marito tramite tisane e decotti, riuscì a farmi ingerire quel sangue, ogni notte ero tormentata da incubi e quando Jonathan nacque… Io.- Jocelyn chiuse gli occhi facendo una pausa. –Lo vidi, aveva gli occhi così neri che sembravano due buche, lo odiai, quello non era il mio bambino. Valentine lo aveva trasformato in un mostro. –
-Lui non è un mostro.- Sussurrò Sam.
-Lo è.- Ribatté Jocelyn. –Ha fatte tante cose, ha ucciso come se fosse il suo più grande divertimento. Non provava pietà neanche per i bambini. Lui è solo…-
-Non è la persona che ho conosciuto io.- Commentò lei, stringendo le mani in due pugni.
-Lo so, ed è questa l’anomalia, lui non può amare, eppure… - La voce le morì in gola. – Con Magnus pensiamo sia per via della tua natura.-
-E cosa sarei?- Chiese immediatamente lei.
Non risposero.
-Cosa sono.- Ripeté lei calcando le parole con la voce.
Jocelyn girò il viso verso Magnus, frustrata. –Non è pronta per saperlo.-
-Se è pronta per combattere sarà pronta anche per quello.- Rispose lo stregone.
-Non fate come se io non fossi qui.- Sam respirò profondamente. –Rispondetemi.- Urlò.
- Non mi caverai una sola parola.- Rispose Jocelyn, alzandosi in piedi e portandosi di fronte a lei. – Mi dispiace.-
Sam chiuse gli occhi e sentì qualcosa cambiare dentro di lei, una forza che sapeva di non possedere normalmente, ma che ora sentiva sua. Li aprì nuovamente e puntò lo sguardo negli occhi verdi di lei, per poi sollevare una mano e con un scatto veloce colpì la donna in pieno viso.
L’impatto fece ribalzare Jocelyn nuovamente sulla poltrona, portandosi istintivamente una mano sul volto, il punto in cui Sam aveva colpito la sua pelle sembrava andare in fiamme costringendola ad ansimare per il dolore.
Magnus balzò in piedi, cercando di frapporsi tra le due, ma quando incrociò lo sguardo di Sam gli sembrò che le sue pupille andassero a fuoco. La ragazza lo superò e si chinò su Jocelyn, portando il viso a un centimetri dal suo.- Non ho idea di chi tu sia, non sei nessuno per controllare cosa ho diritto di sapere o no, quindi o parli o dovrò fare cose spiacevoli per ottenerle.- Mormorò a denti stretti.
-Io direi che molto più pronta di quanto pensi.- Commentò Magnus riferendosi alla sberla che aveva ricevuto la donna in pieno viso.
Jocelyn ansimò appena e poi alzò le mani in segno di resa. –Va bene, ti dirò tutto quello che so.-
-Cosa sta succedendo?- Sebastian attraversò la porta, osservando la scena sinceramente confuso.
-Che faccia amico, sembra tu sia reduce da un coffee shop. –Commentò Magnus. Ed era vero, Sebastian non si era mai mostrato a loro con un viso così rilassato, ogni volta aveva quello sguardo che sembrava volesse ucciderli tutti mandando frecce dagli occhi.
-Stanne fuori.- Tagliò corto Sam senza distogliere lo sguardo dal viso di Jocelyn.
- Sam.- Mormorò lui sorpreso.
-Lasciala stare, è momentaneamente posseduta.- Replicò lo stregone.
-Zitti tutti e due.- Esclamò la ragazza girando il viso verso di loro.
-I tuoi occhi…- Commentò Sebastian notando che al nocciola era stato sostituito una dorato che sembrava mandare scintille.
La ragazza lo ignorò e tornò a guardare Jocelyn. –Parla.- le intimò.
-Valentine condusse altri esperimenti.- mormorò la donna.- Questa volta non usò il sangue di demone ma quello di un angelo, Ithuriel. Prima di scappare verso New York ebbi modo di parlare con lui. O meglio, un giorno scesi nello studio, Valentine era uscito e io andai la sotto. Volevo capire cos’altro avesse combinato e quando mi ritroverai il corpo inerme di quell’angelo mi sentii svenire. Lui non parlava, sembrava morto ma non lo era e fu allora che mi disse di te.-
-E’ anche lei vittima degli esperimenti di mio padre?- Chiese Sebastian, stringendo le mani.
Jocelyn scosse la testa. –No, lei non c’entrava nulla con Valentine… Lei era ancora al sicuro in quel periodo. Ma Ithuriel mi disse che andava protetta, i suoi genitori non potevano accudirla, era frutto di un forte amore che non poteva essere consumato ed era stata portata qui per lasciarla crescere senza che rischiasse la vita.-
-Chi erano i miei genitori?- Chiese Sam, ma la sua voce era meno dura.
- Chi sono.- La corresse Jocelyn.
-Sono ancora vivi?- La voce della ragazza si riempì di speranza.
-Sì, lo sono. Ithuriel mi chiese di aiutarti, diceva di sapere che il mio animo era buono e che non avrei lasciato che una bambina morisse. Non dopo quello che Valentine aveva fatto a Jonathan.- Fece una pausa e il suo sguardo vagò sul viso del figlio che era rimasto impassibile. – Ma io non capivo perché volessero far del male a una bambina, allora gli dissi che lo avrei aiutato solo se lui mi avesse raccontato tutta la storia.-
Sam si morse le labbra nervosa, stringendo le dita contro il bracciolo della poltrona. –Continua.-
Jocelyn deglutì appena, per poi annuire. – Tua madre si chiama Ariel, è un arcangelo, sulla Terra è come un'autorità di Dio. E' l'angelo della cura, dell'ira e della creazione.- Sam si sentì mancare.  - Mentre tuo padre prende il nome di Hesediel, per quanto mi disse Ithuriel, fu l'angelo che impedì ad Abramo di sacrificare suo figlio Isacco. Anche lui è un arcangelo, solo che della libertà, della benevolenza,  della grazia, e l'Angelo Patrono di coloro che perdonano. Su tuo padre posso dirti che è uno dei due latori che seguono subito dietro Michele, a testa dell'esercito degli angeli prima della battaglia.-
-Ma questo significa che Sam è una specie di…- Sebastian sollevò lo sguardo sulla ragazza.- …Angelo?-
-Non una specie.- Lo corresse Magnus. –E’ un figlia di due Angeli, questo fa di lei un Angelo.-
-Ma non ha il loro aspetto!- Commentò il ragazzo.
Jocelyn ammiccò in direzione della collana che Sam portava al collo con il ciondolo della runa della protezione. – Quella collana in realtà non la protegge, ne tiene solo a freno i poteri facendola sembrare una comune mortale.-
Sam si portò una mano alla testa, indietreggiando lentamente, allontanandosi così dalla donna. Ogni cosa intorno a lei sembrava girare vorticosamente, le ginocchia diventarle molli e aveva voglia di rimettere.
-Mi sa che il nostro angioletto sta per svenire.- Costatò Magnus sporgendosi in direzione della ragazza e avvolgendole il busto con le braccia in modo da sorreggerla. –Va tutto bene. Respira profondamente e ritrova la lucidità. –Le sussurrò all’orecchio.
Sebastian la fissava come se ora la vedesse per la prima volta, sembrava nervoso . –E’ per questo che l’ibrido vuole ucciderla.- Disse poi. –Incanalando il potere di un Angelo diventerebbe invincibile.-
Jocelyn annuì lentamente. –Esatto.-
A Sam sembravano tutti lontani anni luce, perfino il suo corpo. Come poteva essere vero? Lei era una persona comune, qualcuno che non aveva mai avuto modo di sentirsi speciale.  
-Perché i miei genitori mi hanno abbandonata qui?- Disse poi in un sussurro.
-Perché l’amore tra Ariel e Hesediel non era accettato dagli altri Angeli. Hesediel è uno dei pezzi grossi e se fosse stato legato sentimentalmente a qualcuno, il suo giudizio sarebbe stato offuscato dal mettere davanti prima le persone amate e poi il Trono. Ariel ne era consapevole, sapeva che la figlia di Hesediel sarebbe stata vittima di persecuzioni, così decise di mandarti qui.- Le spiegò Jocelyn.
- Quindi mio padre non mi ha mai voluta?- Chiese nuovamente Sam.
- Come potrebbe un genitore non volere il proprio bambino.- Mormorò la donna.
- Tu lo hai fatto.- Ribatté lei.
Jocelyn si sentì colpire come uno schiaffo da quelle parole, ma poi riprese il proprio contegno e aggiunse. -
Ariel e tuo padre hanno fatto e fanno ancora di tutto per proteggerti, solo che tu non ne sei consapevole. Si sono rivolti ad un Nephilm, perché noi siamo i loro guerrieri, e chi altro poteva proteggerti?-
Sam ebbe l’istinto di chiudere gli occhi, le lacrime premevano per uscire, e quella volte non le trattenne. Lasciò che ricadessero calde lungo le sue guance, rigandole il viso. In quelle lacrime racchiudeva tutto quello che aveva passato, ogni momento che si era sentita fuori posto. Da quando era stata sola in un orfanotrofio, all’amore mai ricevuto dalla famiglia a cui era stata affidata, a come il suo più grande amico l’avesse tradita e al perché i suoi genitori non fossero più tornati a prenderla.
Due mani si strinsero intorno al suo viso, costringendola ad aprire gli occhi. Si ritrovò a specchiarsi negli occhi neri di Sebastian che era in piedi davanti a lei. –Va tutto bene, Sam. Sei sempre tu, non è cambiato niente.- Le sussurrò lui mentre con le dita raccoglieva una sua lacrima.
-Ogni cosa è cambiata.- Rispose lei a voce bassa.
- Non necessariamente, cambierà se tu le darai il potere di farlo.- Le disse lui.
Magnus si era allontanato dai due, avvicinandosi così a Jocelyn poggiandole una mano sulla spalla. La donna sembrava distrutta da tutto quello.
-Sam, lo so che forse non è il momento migliore ma Matt va ucciso. Stasera. – Le disse lo stregone.
-Non ho idea di dove sia.- Disse lei, tirando su il naso.
-Posso provare a trovarlo… ma la domanda è un’altra: tu sei pronta?- Lo sguardo di Magnus era terribilmente serio, ma non la fissava solo lui, anche gli occhi di Jocelyn e Sebastian erano sul suo viso.
Sam sollevò la testa, uno sguardo fiero e una nuova luce negli occhi. - Lo ucciderò e con la sua pelle ci faremo un tappeto.-
Sebastian rise . -Si vede che passi troppo tempo con me.-
La ragazza sollevò l’angolo delle labbra in un sorriso, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani. Aveva così tanto da metabolizzare.  






NOTE D’AUTRICE 
Salve a tutte! Prima di tutto auguri di buona Pasqua, spero che queste vacanze siano andate bene!
In primo luogo vorrei ringraziarvi per le recensioni dello scorso capitolo, siete la dolcezza davvero, sono così fortunata ad avervi.
Poooi, cosa ne pensate del capitolo? Avevate immaginato che dietro i poteri di Sam ci fosse questa storia? Oppure che vi sia piaciuta come cosa?

Avevo pensato di fare una OS su Ariel e Hesediel, non so, una specie di Prequel per farvi capire che tipo di persone erano i genitori di Sam(?) e cosa hanno provato. Secondo voi? Tell me!
Un bacio <3
Vi stringo. 


p.s. 
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Credits
: Per la barra prima delle note a : yingsu
   
 
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