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Autore: Nerhs    22/04/2014    9 recensioni
Dalla storia:
'Come ti chiami?'mi chiese cercando di capire se fossi coscente
'W-wendy'biascicai fissando quei due occhi azzurri
'Come la fidanzata di Peter Pan?'mi chiese ridendo
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'Voglio essere il tuo Peter!'mi disse tra le lacrime.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Cliffors, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogue.
 
 
‘Non credi di aver esagerato con questi pantaloncini?’ mi chiese Bambi che si massacrava le mani dall’agitazione
 
Mi toccai i pantaloncini, fin troppo corti in effetti, e alzai le spalle.
Mi stavo ancora domandando perché li avevo indossati. Quella mattina non faceva poi così tanto caldo a Manchester. Alzai gli occhi al soffitto e pregai in tutte le lingue che conoscevo, che il piccolo concerto che si stava tenendo in quegli istanti finisse il prima possibile.
Eravamo nel backstage della O2 Apollo e le loro voci che cantavano armoniose, insieme alle grida delle fans, arrivavano perfettamente alle nostre orecchie.
Guardavo Michael che aveva cambiato l’ennesima tinta di capelli ed ora quei pochi ciuffi che gli rimanevano erano dipinti di nero e rosso.
Era dimagrito di molto e mano mano che il tempo passava, lui diventava sempre più pallido. Aveva gettato parecchie occhiate dietro le quinte e i nostri occhi si erano già incontrati più volte. Sapevo che stava morendo dalla voglia di sapere cosa ci fosse nella busta che stringevo tra le mie mani. “Lo scoprirai presto Michael Gordon.” continuavo a ripetermi vendicativa nella mia mente.
Gliela avrei fatta pagare come meglio potevo. Mi aveva fatta soffrire e non meritava più il mio amore ormai.
Alle fans era stato proibito portare al interno del locale borse o qualsiasi altro tipo di oggetti, quindi il palco non era ricoperto da un tappeto di tanga o roba simile e loro sembravano tesi, nervosi, agitati.
Il concerto finì qualche minuto dopo, non appena Ashton chiuse con qualche colpo di batteria la loro nuova canzone “She Looks So Perfect”.
Liz ci affiancò e ci salutò calorosamente. Ci portò poi via da dove eravamo prima e guardò con la coda dell’occhio la busta che tenevo stretta tra le dita. Accennò con la testa al oggetto e mi chiese cosa fosse.
 
‘Niente tanga o reggiseno, tranquilla.’ Sospirai
 
Mi guardò con un sorriso malinconico e gli occhi spenti. Lei doveva sapere tutto. Lei aveva potuto vedere tutto. E sapevo che anche lei era rimasta male di tutto ciò che Michael mi aveva fatto. Ma aveva ancora la convinzione che io non avevo. Lei sapeva qualcosa che io non sapevo, e ancora ci sperava. Le sorrisi comprensivamente e lei ci fece accomodare in un’altra piccola saletta, decorata di mobili e accessori interamente bianchi. Su un tavolino trovammo i nostri pass per il Meet&Greet e due bicchieri di champagne.
Buttai giù per la gola la sostanza tendente al giallo e sentii la bocca e lo stomaco bruciare.
Un mare di urla ci avvertirono che i ragazzi si trovavano nella sala adiacente alla nostra e che gli incontri erano iniziati.
Bambi continuava a rosicchiarsi le unghie e pizzicarsi la pelle che le rivestiva le mani. Era agitata dalla mattina. Era ansiosa di rivedere il suo Ashton, di poter sorridere di nuovo a Calum, riabbracciare Luke e sbraitare contro Michael.
La vidi con gli occhi che brillavano e il sorriso quasi spento.
Quella notte nessuna delle due aveva dormito tanta era l’eccitazione del riaverli di nuovo davanti a noi.
Liz dopo trenta minuti, o forse più, comparse di nuovo dalla porta di legno e ci sorrise.
 
‘E’ il vostro turno!’
 
Mi alzai incerta.
Sentivo di avere la forza di un uragano, ma non riuscivo a tenermi in piedi. Le ginocchia tremavano terribilmente e mettere quegli short tremendamente corti, era stata la scelta meno adatta.
Feci per prendere i nostri pass dal tavolo bianco, ma non appena riuscì ad afferrarli, quelli caddero di nuovo a terra.
Liz mi prese per mano e scrollò la testa, come a dirmi che quelli non avevano importanza.
Vidi Bambi scomparire dietro una tenda nera e la donna mi fece segno con la testa di seguire la mia amica.
Sentivo lo stomaco contorcersi in morse letali, ma mi ripetevo di affrontare quella dannata situazione a testa alta.
Mi raddrizzai e strinsi più forte la busta tra le mani. Scostai la tenda da davanti al mio corpo e la sorpassai.
Li vidi tutti e quattro accanto ad una panca di legno accostata al muro, ricoperto da una carta da parati su cui era stampato milioni e milioni di volte il loro nome.
Bambi era già stretta tra le braccia di Ashton e piangevano, piangevano molto forte. L’unico rumore udibile erano i loro singhiozzi che mi legarono un nodo alla gola.
Poi mi voltai e mi accorsi che i singhiozzi non erano tutti loro.
Vidi Michael seduto su quella panca che si stringeva i capelli tra le mani e dava libera uscita alle lacrime e ai singhiozzi. Mi vide e quei due occhi azzurri mi trafissero l’anima. Capii che la mia espressione era indecifrabile, quando piegò la testa di lato, insicuro sul da farsi. Si alzò e notai con piacere che la sua maglietta non faceva vedere anche i polmoni.
Mi venne incontro e quando fu a pochi centimetri, si piegò verso il mio viso per baciarmi, ma finì per baciare il palmo della mia mano.
Gli tirai uno schiaffo e il rumore della sberla, riecheggiò per tutta la sala. Solo in quel momento mi accorsi che tutti ci stavano guardando e il silenzio regnava in mezzo a noi.
Rimase paralizzato e riuscì solo a sfiorarsi la guancia. Nel frattempo le lacrime avevano preso a bagnare anche il mio viso e la rabbia, la delusione e la voglia di sputargli in faccia tutto ciò che provavo avevano preso il comando del mio corpo.
Gli buttai ai piedi la busta che tenevo in mano e mi asciugai le lacrime mentre lui, velocemente, scartava il pacchetto e ne faceva uscire la sua maglietta con il logo dei Rolling Stones.
 
‘Cosa vuol dire?’ chiese con la voce rotta dalle lacrime
‘Ora hai di nuovo la tua maglietta. Ho visto che la fan ha apprezzato molto il tuo regalo.’ Tutta la cattiveria nel mio tono, sono sicura, riuscì a bucargli i timpani
‘P-possiamo parlare?’
‘Non credo abbiamo molto da dirci Michael.’
 
Lo sorpassai e mi gettai tra le braccia di un Luke che guardava a bocca aperta tutta la scena.
Sentii le sue braccia potenti stringermi dietro la schiena e la sua mano calda, passare su e giù sopra la mia maglietta.
Tirando su col naso, strinsi forte anche Calum e poi andai verso Ashton.
Gli sussurrai un flebile “Grazie” e lui annuii. Mi tirò per un braccio e mi strinse al suo petto. “Ascoltalo, ti prego parlaci!” mi implorò. Mi staccai dal suo petto e sorrisi amaramente. Baciai sulla guancia Bambi e feci per uscire da lì.
Senti una presa potentissima sul mio polso, prendermi e trascinarmi in una porticina dietro il muro ricoperto dal logo dei ragazzi.
Michael si buttò a terra mentre piangeva e si disperava tra i singhiozzi che gli portavano via il fiato.
Le lacrime continuavano a solcare il mio viso, ma i miei occhi erano vuoti, arrabbiati, senza più amore ormai. Mi afferrò di nuovo il polso e mi tirò sulle sue gambe, facendomi cadere a cavalcioni su di lui. Mi scostai da quella posizione scomoda e mi sedetti accanto a lui.
 
‘Sapevo che avresti reagito così. Ma non mi aspettavo che ci avresti creduto.’
‘Perché non avrei dovuto crederci?’
‘Perché mi conosci, e sapevi che non mi sarei mai potuto comportare cosi.’
‘Lo hai fatto Michael.’
‘No merda, no. Non ho fatto niente.’ Iniziò a piangere sempre più forte
 
Portò la sua mano sulla mia coscia scoperta dal tessuto dei pantaloni e mi riscaldò la pelle, stronfiando la sua mano contro la pelle pallida. Si avvicinò e si poggiò contro il mio seno, per cercare conforto, quel conforto che gli avevo sempre dato, ma che ora forse non meritava più.
 
‘Sei stato via nove cazzo di mesi. Sapevi come stavo. Sapevi di cosa io avevo bisogno. Avevo bisogno di te, ma ti ho lasciato andare perché sapevo quanto per te tutto questo contasse. E tu, hai iniziato a smettere di chiamarmi. A smettere di ricordarmi. Io per te ero morta. Ti portavi una troia diversa a notte nel letto, quando mi avevi promesso che sarei stata l’unica. Continuavi a comprare quei fottuti jeans che ti fasciavano il bacino come dello scotch trasparente e quelle ti sbavavano dietro, e a te piaceva. Poi la maglietta, ah…’sbuffai lasciandomi andare ad un pianto convulso
‘Non è come pensi. Io non ho mai deciso un cazzo della mia vita.’
‘E chi era a decidere, eh?Con chi devo urlare, eh?’ alzai il tono
‘Con nessuno. Non devi urlare con nessuno. Ti chiedo solo di capirmi.’
‘Capirti, ancora?Come quando mi hai attaccato il telefono in faccia?’
‘NON VOLEVO WENDY. Io non volevo. Chiedi a chi vuoi. Chiedi a Liz, a Luke, a Cal o ad Ashton. I manager ci asfissiavano. Mi hanno tolto il cellulare, mi hanno tolto la libertà. Ma in cambio mi hanno dato ciò che amo, la musica.’
‘Quindi io non rientro nelle cose che ami?’
‘Io non ti amo.’sussurrò
 
Sbarrai gli occhi e guardai la parete tumefatta che avevo davanti.
Quella parete sembrava tanto me in quegli ultimi tempi.
Tanto carina davanti, colorata, vivace e dietro piena di muffa e bozzi. Fuori viva, dentro morta.
Caddi con la testa al indietro sul pavimento rivestito dalla moquet e mi coprì la faccia con le mani.
Lui non mi amava, ma certo.
 
‘Cosa ci faccio ancora qui?!’chiesi più a me che a lui
‘Io non ti amo. La propria vita non si ama. Tu sei la mia strafottuta vita. Io ti…non c’è un termine per definirlo. Cosa c’è oltre l’amore?Amarti è troppo poco. Io…io con te voglio passarci la vita. Voglio un figlio, anche due. Voglio sposarti, ma sposarti in segreto. E non voglio che tu abbia l’abito bianco, già io mi sono innamorato di te. Voglio sposarti in quella chiesa vicino casa tua, quella piccola. L’ho vista mentre arrivavo qui. E’ cosi piccola e intima. Non deve esserci nessuno, solo noi, Bambi e i ragazzi. Nessuno deve saperlo. Ti amo, no di più, ti stra-amo, io e basta. Voglio fare l’amore con te, solo con te e basta. Voglio diventare vecchio con te, smetterla di tingere i capelli e farli diventare grigi come diventeranno i tuoi e fare ancora l’amore.
T-ti va di mantenere la promessa che ci eravamo fatti nove mesi fa?Vuoi ancora sposarmi Wen?’
 
Il suo discorso era stato ininterrotto. Ero rimasta con la schiena schiacciata a terra, senza parole, a sentirlo bofonchiare tutto quel discorso. Si fermava e gesticolava all’aria, sorridendo come un ebete.
Cosa c’è oltre l’amore?
Forse io lo amavo, ma lui provava un sentimento indefinito, mille volte più bello del amore.
Lui non si abbassava a ciò a cui mi abbassavo io.
Mi sentivo così stupida ad aver sempre creduto a tutte le scemenze che vedevo in giro. L’unica verità erano i suoi occhi che ora erano così vicini ai miei.
Poggiò il suo naso contro il mio e a fior di labbra mi chiese di nuovo “Vuoi sposarmi?”. Annui impercettibilmente e lo baciai. Perché mi erano mancate così tanto quelle labbra. E ora sarebbero state mie per sempre.
 
 
 
*QUALCHE ANNO DOPO*
 
‘Veramente la chiamerete Ermione?’ urlò quasi Bambi seduta al altro capo del tavolo
 
Io e Michael annuimmo. Lui un po’ meno convinto di me.
Sentii la sua mano accarezzarmi la pancia che ormai cresceva a dismisura e ci lasciò un tenero bacio.
 
‘Il boss ha scelto, cosa vuoi farci?’sospirò poi, beccandosi una sberla sulla spalla
 
Eravamo tutti così felici.
Io e Michael ci eravamo sposati. In quella piccola chiesa vicino casa mia. Io non avevo il vestito bianco, gli unici invitati erano Bambi ed Ashton, che erano i miei testimoni, e Luke con Calum che erano i testimoni di Mike. Fu tutto così speciale.
Vivevamo per conto nostro e ora stavamo aspettando la nostra primogenita, Ermione.
Bambi ed Ashton stavano organizzando il loro matrimonio e convivevano in una piccola villa, accanto alla nostra.
Luke si era sposato da poco con Beth, una bellissima ragazza australiana conosciuta in tour e Calum era felicemente fidanzato con una fan di nome Aylen di qualche anno più piccola.
Era tutto ciò che avevamo sempre desiderato durante quel estate.
Amore, felicità, stare insieme per sempre.
Quel estate che ci aveva fatto conoscere, quel estate che avrei per sempre benedetto.
Accarezzai la guancia di Michael e lo baciai.
Finimmo il nostro pranzo e poi salimmo tutti sulle due macchine che avevamo e ci dirigemmo in spiaggia, dove i ragazzi avrebbero tenuto un piccolo concerto di beneficenza.
Io, Bambi, Beth e Aylen ci stendemmo in spiaggia e verso le sei di pomeriggio, durante il tramonto venimmo raggiunte dai ragazzi e restammo ad ammirare quello spettacolo naturale insieme.
E anche se poi le nostre strade si sarebbero divise in futuro, ciò che contava, eravamo noi adesso.
Io e Michael e la nostra bambina.
Felici come sempre, cercando ancora di scoprire il nome di quel sentimento più forte del amore che oramai provavamo entrambi, l’uno per l’altra.
Fino a quel momento, si sarebbe chiamato “Michael e Wendy”.
 
 
 
 
Nerhs’s box.
 
Ragazze, ecco qui l’epilogo.
Spero che in questo percorso, io non vi abbia mai deluse e che vi abbia sempre reso felici e contente di ciò che scrivevo.
Mi piange il cuore a sapere che la storia tra questi due termina qui, ma ora abbiamo anche Ermione!
Spero di trovarvi per un’ultima volta nelle recensioni così potremmo lasciarci meglio lì:)
Vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino per tutte le volte che mi avete risollevato le giornate grazie alle vostre bellissime parole. Ringrazio che mi ha sempre sostenuto con una parola, ma anche chi è stata in silenzio a leggere e a sorridere, GRAZIE ANCHE A TE <3
Volevo poi che sapesse che siamo al 24esimo posto nelle storie più seguite, e tutto questo E’ SOLO MERITO VOSTRO!
Grazie mille ancora ragazze, non so cosa avrei fatto senza di voi!
Dedico infine la storia alla mia migliore amica Arianna, perché c’è sempre stata anche quando io non ero la cosa più importante!
Vi lascio ragazze, spero di ritrovarvi magari in altre storie, per ora però vi saluto xx
 
GRAZIE ANCORAA! <3
Nerhs xx
 
 
Twitter:@xlukesjeans
  
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