Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: sakura18    22/04/2014    0 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ciao a tutti! scusate il ritardo spero che potete perdorarmi per i miei ritardi passati e futuri! ecco qui il decimo capitolo. verso la fine ho avuto un blocco, quindi è stato un pò difficile sopratutto perchè non sapevo come farlo finire, ma mentre lo scrivevo prima mi è venuta l'idea. ed eccolo qui! buona lettura spero davvero tanto che vi piaccia.


Dieci
Verità

 
 

   Ci risiamo. Ecco la stanza buia dove ero l’ultima volta. Ah, ma questa volta posso capire chiaramente le parole e i dialoghi. Ma non capisco dove sono. A casa? All’ospedale? Nella bara? No, non sono morta, però il dolore è passato, la febbre anche. Quindi.. cosa mi è successo questa volta? Che cos’è… questa sensazione?
   Mi voltai e vidi che c’era un immagine. Un sogno? No, un ricordo. Ero molto piccola, avrò avuto sette anni. Stavo giocando con le bambole in camera mia mentre i miei genitori parlavano in cucina. A quanto pare papà era venuto a trovarci. Li sentivo parlare, ma non li ascoltavo davvero.
 
   -io non capisco cosa ci sia di male!- papà era arrabbiato con la mamma. È la prima volta. Continuai a giocare con le bambole, è così divertente!
   -non voglio rischiare che la mia bambina rischi la vita. Non voglio!- anche la mamma ora sta gridando. Mi girai verso la porta, ero tentata ad andare ad aprirla e origliare, ma la mamma ha detto che è sbagliato. Quindi è meglio se continuo a giocare, magari smetteranno presto di litigare e andremo fuori tutti insieme al parco.
   -è un guardiano! È suo compito proteggere la gente dai vampiri- papà, i vampiri non esistono, lo dice sempre la mamma. Che stiano recitando la parte di qualche film? Papà ha fatto l’attore tempo fa magari gli hanno dato una parte. si è così, perché i vampiri non esistono.
   -non permetterò che accada. Non permetterò mai che mia figlia diventi un guardiano! Resterà per sempre un essere umano. Te lo garantisco- sentì sbattere una porta. Papà se né andato. Quindi non andiamo più al parco? Aprì la porta e corsi giù le scale di corsa. Mia madre mi vide e mi catturò. Mi prese in braccio.
   -lo sai che non si corre giù dalle scale, potresti cadere- lo sapevo bene, ero caduta ben tre volte dalle scale perché correvo e una volta mi sanguinò il naso. Mia madre mi disse che avevo cinque anni. Appena vidi il sangue scoppiai in lacrime.
   -sì mamma lo so. Ma te e papà avete litigato?- la mamma mi fece un sorriso e scosse la testa. Mi diede un bacio sulla guancia e mi mise a terra. La mamma è così bella, alta slanciata, capelli rosso fuoco. Da mio padre ho preso solo gli occhi. 
   

   Quel pomeriggio andammo al parco e mi comprarono un gelato alla crema e un peluche di un cane. Quindi io sarei… un guardiano? Che cosa sarebbe un guardiano? Io devo proteggere gli umani? Quindi non sono un essere umano? Mia madre e mio padre parlavano di vampiri. Che cosa sono loro? E io, cosa sono? Delle voci mi riportarono alla realtà, senza riuscire a svegliarmi.

   -finalmente ci è riuscita. Certo doveva succedere quando aveva dodici o quattordici anni, ma almeno ce l’ha fatta. Pensavo che questo giorno non venisse più- penso che parlò mio padre. Cominciai a sentire strani odori, che roba è? È disgustoso. Sembra polvere o muffa.
   -già, ogni giorno pregavo che arrivasse e finalmente eccola qui. In tutti il suo splendore, è davvero unica non ce ne sono tanti di come lei. Ma pensi che si sveglierà presto?- Lorenzo? Cosa ci fa lui qui? E di che diamine stavano parlando? Io non capisco. Non capisco proprio. Ora cominciai a sentire dei suoni che normalmente non dovevo udire. Mi sto trasformando in qualche creatura mostruosa o in un mutante o magari in un supereroe? Come Spiderman? Oddio, spero di no. Odio gli insetti.
   -non dovrebbe mancare molto, comunque appena si sveglia e si accorgerà di quello che è successo dobbiamo tenerla ferma, sarà sotto shock- papà, perché parli in questo modo? Perché dici queste cose? Farei meglio a svegliarmi al più presto, così posso capire meglio.
   -l’hai già ritirata da scuola?- cosa?! Ritirata da scuola? No! Non voglio! Perché? Cosa ho fatto?
   -sì. L’ho fatto ieri. Lorenzo hai visto? Il marchio che le ha lasciato il suo ragazzo è sparito. È una fortuna he?- marchio? Che.. che cosa mi ha lasciato Hiroki?... ah Hiroki. Dove sei? Questa volta non verrai al mio soccorso come l’altra volta? Già, ora sei a scuola. Bhè tanto ci saremmo visti stasera. Forza ora basta poltrire, devo svegliarmi e andare in cucina a prendere il vaso per metterci le rose che mi ha regalato.
   -hey. Guarda, si sta svegliando!- quando aprì gli occhi la prima cosa che vidi è: verde. Sono nel bosco. E davanti a me c’erano mio padre e Lorenzo. Cos’è quel sorrisetto compiaciuto che avete? Guardai in basso e vidi.. una zampa. Zampa? Mi tirai un po’ su e loro scattarono in avanti per tenermi, ma io li ignorai e mi guardai. Zampa. Zampa. Pancia. Zampa. Coda. Anche dall’altra parte uguale. Che.. che… che cosa mi è successo? Perché sono un lupo? Cercai di alzarmi ma loro mi bloccarono. Volevano che restassi a terra? Ve lo scordate, usai tutte le mie forze e mi alzai su quattro zampe, barcollai un po’, ma trovai subito l’equilibrio. Guardia in basso. Lunghe zampe rossicce uguali a quelle di un cane. Non sono mezzo lupo e mezzo umano, ma un lupo completo. Un lupo. Lupo. Non ci credo. Sono un licantropo! Guardai nella direzione di Lorenzo e di mio padre e mi sorpresi di essere più o meno alta come loro. Ma, non dovrei alzare lo sguardo per guardarli? Sono alta uguale a quando ero una persona. Allora la saga di Twilight è vera? Sono uguale ai lupi che ci sono nei film. Pazzesco. Le persone davanti a me stavano sorridendo, e si avvicinarono cautamente a me.
   -finalmente Rosy, non sai quanto abbiamo aspettato- quindi loro… sono come me? Sono licantropi, questo si spiega la zampa bianca. Chissà di chi era tra loro due. Cominciai a sentire uno strano odore, annusai l’aria attorno a me. L’odore proviene dietro di me. Appena mi voltai vidi un cervo. Feci un passo verso di lui, ma non mi vide. Quanto sarà lontano? Quanto posso guardare lontano? A quanto pare molto, era magnifico, manto marrone, aveva delle corna davvero grandi. Quando si muoveva era di un eleganza incredibile. Lo invidiavo, anche io volevo essere elegante come quel cervo. Mi voltai verso mio padre e Lorenzo, mi sorpresi quando vidi al posto del mio amico un licantropo biondo. Era alto. Aveva dei muscoli nelle zampe impressionanti. Era maestoso. Come farà a correre veloce con tutti quei muscoli? Appena si mosse i muscoli si contrassero. Mi girava attorno, mi annusava, mi osservava. Cosa voleva fare? d’istinto abbassai il muso e tirai indietro le orecchie. Aspetta.. mi sto sottomettendo? Lorenzo ringhiò e io mi accucciai vicino a lui. Cosa stavo facendo? La voce non mi aveva forse detto che non dovevo sottomettermi a nessuno? Allora perché lo sto facendo adesso? Bhè lo sto facendo perché lui è più alto, più grosso di me e sicuramente è da molto tempo un licantropo quindi è molto più forte di me. Non ho scelta che sottomettermi. Però non mi piace questa situazione, raddrizzai le orecchie e il pelo, mi alzai lentamente e quando mi ero alzata del tutto cominciai a ringhiare come faceva lui senza mostrare i denti. Il licantropo Lorenzo piegò la testa di lato, e smise di ringhiare. Mio padre stava sorridendo. Mi si avvicinò e mi mise una mano sulla schiena.
   -devi trasformarti adesso- a cosa? A un essere umano? Come dovrei fare? non ne ho idea. Guardai l’uno e poi l’altro, speriamo che capiscano che non so da dove iniziare a trasformarmi in essere umano.
   “Tranquilla ti aiutiamo noi.”  La voce che era nella mia testa non era la mia. Era.. di Lorenzo? Come faccio a sentire la sua voce nella mia testa? Non dirmi che i licantropi parlano tra di loro così, sto impazzendo, sento che prima o poi svengo. 
   “Rosy, tranquilla. Fai dei respiri profondi. Devi pensare a te quando eri un umana, non è difficile. Forza prova”. Chiusi gli occhi e cominciai a fare come mi è stato detto. Pensai a quando mi guardavo allo specchio mentre dovevo provare i vestiti per l’appuntamento con Hiroki.
   Cominciai a sentire qualche cambiamento, sentì il corpo bruciarmi da dentro, i muscoli si contrassero. Questa volta niente mal di stomaco, ma si presentò un dolore ancora più atroce. Sentì tutto. Le ossa accorciarsi, le orecchie ritirarsi, il muso farsi più piccolo, la pelliccia che diventava pelle, il fuoco stava bruciando tutto. Piano, piano il lupo se ne andava lasciando subentrare la me umana. E finalmente tornai in me.
   Mi ritrovai stesa sull’erba e sulle foglie secche. Sentivo freddo, cercai di alzarmi ma mio padre mi mise un cappotto addosso. Oddio, non dirmi che sono nuda! Mi strinsi nel cappotto e mi alzai. Questa è la cosa più difficile che abbia mai fatto, mi ero abituata alle quattro zampe e ora che devo camminare solo con due mi sembrava un’impresa difficile. Barcollai leggermente e mi aggrappai al braccio di mio padre, sempre tenendomi coperta con il cappotto. Lorenzo fortunatamente si era girato di spalle. Ed era umano. Perché ha i vestiti? I miei erano tutti strappati i suoi no. Guardia per terra alla ricerca di abiti maschili tutti a brandelli, ma c’erano solo i miei. Quindi ci si può trasformare senza distruggere i propri abiti? Mio padre mi porse degli indumenti. Li presi e cominciai a cambiarmi dietro a un albero. Fortunatamente questi vestiti erano i mei. Dopo che mi fui vestita mi misi a posto i capelli e raggiunsi gli altri. E ora, cosa si fa?
   -bhè, è andata piuttosto bene. Non hai cercato di ucciderci per fortuna- disse Lorenzo e mio padre annuì. Dovevo provare a ucciderli?
   -cosa… cosa succede adesso?- che strana voce, dovevo abituarmi anche a questo. Dopo essermi trasformata devo abituarmi a tutto, anche se sarà stata un lupo solo per cinque minuti. Un immagine mi invase la mento. Il cervo. Ci sarà ancora? Mi girai e lui era sparito. Giusto stavo guardando a molti chilometri da qui. Per un attimo per ne ero dimenticata.
   -adesso, si va a scuola- scuola? Ma non mi aveva ritirata? All’improvviso sentì una gran stanchezza. Mi si chiudevano gli occhi. Mi avvicinai a mio padre e mi appoggiai a lui. Lui appoggiò la mano sulla testa.
   -è normale essere così stanchi la prima volta. Ma non devi dormire adesso, non ancora. Ora dobbiamo andare nella tua nuova scuola e devi essere sveglia. Forza raddrizzati adesso- obbedì, e iniziammo a camminare nel bosco che si faceva sempre più fitto ogni minuto che passava. Era pieno di alberi, cespugli, erba. Era difficile o addirittura  impossibile camminarci. Ma ce la feci senza troppe difficoltà.
   Forse dopo un ora o anche due arrivammo in una specie di recinto di cemento con un cancello in mezzo. Non riuscivo a vedere la fine del recinto. Chissà dove arriverà? Mio padre suonò il campanello e disse il suo nome e il cancello si aprì. Lorenzo mi teneva la mano come incoraggiamento. Entrai nella struttura e rimasi a bocca aperta. Quella là sarebbe… una scuola? Sembrava più che altro un castello! Aveva le torri a punta e tutto il resto. A parte il portone che quello proprio non c’era, ma al suo posto c’era una semplice porta a vetri. Ci toccherà camminare parecchio però. Ancora camminare. Tra quanto arriveremo? Seguimmo la stradina di ghiaia che conduceva all’entrata della “scuola” attorno alla scuola vidi che c’era il bosco –ovviamente- ma non era molto fitto, c’erano delle panchine, delle altalene, delle statue, un laghetto con una coppia di cigni. Magnifici, ah! Proprio adesso si stanno avvicinando l’uno all’altro formando un cuore con il collo! Davvero magnifico e romantico.
   Cominciai a vedere della gente che si dirigeva tra una lezione e l’altra.
Ma che razza di scuola sarà? Non mi dire che.. è una scuola di licantropi? No, no, questo non potrei reggerlo. Sarebbe una cosa… troppo forte! Cercai di guardare dietro la scuola per vedere cosa ci potesse essere, ma non vidi molto solo una coda e delle zampe marroni. Allora è davvero uno scuola di licantropi! Cominciai a sorridere da sola come un idiota, ma va bene così. Io sono un licantropo e da oggi studierò in una scuola di licantropi. Qui c’è gente come me. Non potrei essere più felice di così. Sentì una fitta colpirmi il cuore. La gioia e il sorriso svanirono. Mi sentì triste. Mi mancava Hiroki. Come potrò vederlo adesso? Come posso parlargli? Spero che mi concederanno di vederlo qualche volta. Spero che mi venga a trovare di notte come faceva poco tempo fa. E come farò con le mie amiche? Le potrò vedere? Dovrò risparmiare le domande a più tardi perché eravamo quasi arrivati all’entrata della scuola. C’erano un sacco di ragazzi e poche ragazze. Mi guardavano tutti in modo strano. Entrammo dentro alla segreteria. Insieme a noi c’era anche un altro ragazzo con i suoi genitori. A vederlo così sembra abbastanza alto, forse aveva la mia età. Aveva dei capelli strani. Neri con le punte bionde, belli però. Ci mettemmo seduti vicino a loro e aspettammo la segretaria o chiunque doveva venire a darci il benvenuto.
   La segreteria non era molto grande, davanti a noi c’era una scrivania con molti fogli in disordine, delle penne e una sedia. Le pareti erano color panna, e il pavimento era in piastrelle bianche lucide. Le sedie erano nere e di plastica. Attaccati alle pareti c’erano dei quadri con dei lupi e alla mia sinistra c’era una finestra abbastanza grande. Si affacciava in un prato dove c’era il laghetto con i cigni.
   Appena sentì qualcuno aprire la porta, mi voltai e vidi una signora con i capelli color argento lunghi. Era alta e molto snella. Indossava dei pantaloni neri con una camicia elegante color beish. In più aveva una collana di perle e degli occhiali da vista. Aveva un viso molto gentile con poche rughe attorno agli occhi e alla bocca. Appena ci vide ci sorrise e si accomodò dietro alla scrivania davanti a noi.
   -allora, vediamo chi c’è qui. Tu sei…- indicò il ragazzo vicino a me. -Fabio Micci giusto?- lui annuì. A quanto pare non è uno di molte parole. -e tu invece sei…- indicò me questa volta. -Rosy Rossi, dico bene?- annuì. Scommetto che Fabio penserà la stessa cosa che ho pensato io di lui. Che sono di poche parole.
   -ok. Vi siete trasformati un po’ in ritardo he? Diciassette anni. Non ci è mai capitato. Quello che si è trasformato più tardi aveva quattordici anni, ma non vi dovrete preoccupare di questo. Ora prendete questi fogli e andate nella vostra stanza del dormitorio, domani inizierete le lezioni, quindi andate a letto presto- 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: sakura18