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Autore: paoletta76    23/04/2014    3 recensioni
La verità era che dopo Praga non riusciva più a dormire. Gli bastava chiudere gli occhi, e lei era lì. Non l'immagine strafottente uscita dal cappuccio dopo il modo non convenzionale in cui l'avevano invitata a bordo, non quella allegra dei rari momenti di pausa. E neppure quella triste con cui gli aveva raccontato di non aver mai avuto una famiglia che l'amasse.
Il sorriso di Skye non si apriva. E quelle labbra appena socchiuse colavano sangue.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Perché esci con l'uomo cattivo?
La voce di Katie, sottile e minuscola, l'aveva lasciata aggrottare le sopracciglia.
 
Aveva mosso un passo verso di lei, vedendola ritrarsi a riccio contro il bancone del bar.
Uno scambio di sguardi con Sif, che sollevò le spalle scuotendo appena la testa e replicò con un silenzioso:
Non ho idea di cosa stia dicendo, sorella. Ma forse suo padre potrà darti delle spiegazioni. Se non preferisci chiederle direttamente a lei.
 
- Non è cattivo, cucciola..- Sara piegò le ginocchia e scese fino alla sua altezza, tendendole la mano, dopo un'occhiata verso l'uomo che, oltre le sue spalle, sembrava non capire.
O peggio. Sembrava che lo sguardo di smeraldo della bambina gli incutesse un inspiegabile timore.
- Lui è.. lui è un amico. Un amico della mia vecchia squadra. Te l'ho raccontata, l'avventura dell'aereo che si chiama bus, ricordi?
 
Katie adesso annuiva, senza perdere quell'espressione di rancore misto a sfiducia che troppe volte Sif aveva letto negli occhi del marito.
Se si comporta così, nei confronti del tuo amico, allora lui ha davvero qualcosa che non va.
 
Sei sicura?
 
Katie legge i pensieri, Sara. Come te. Ma lei riesce a scavare più a fondo. Legge anche quelli che le persone non riescono a mascherare. Legge nei sogni. Non ha segreti neppure suo padre.
 
Vede il futuro?
 
Non che io sappia. Ma se il tuo amico ha fatto qualcosa di male, lei lo sa.
 
Sara spostò lo sguardo dalla madre alla figlia, mordicchiandosi appena le labbra. E tese di nuovo la mano, tentando un sorriso.
- Sei un po' gelosa, eh? Ma lui non mi porta via per sempre, io poi ritorno qui. Andiamo solo a fare una passeggiata. E poi ricordati.. che la mia migliore amica rimani sempre tu.
Tese il mignolo, ma Katie non lo intrecciò col suo come aveva imparato a fare durante la lunga convalescenza dell'amica. Levò il passo e andò a tuffarsi fra le sue braccia, nascondendo il proprio broncio contro il suo seno.
- E' cattivo..
La sua voce, un soffio.
 
Lo hai visto?
Sara rispose allontanandosi quanto bastava per guardarla negli occhi, mentre l'abbracciava e la tirava su da terra.
- Andiamo in cameretta, giochiamo un po', ok? Se vuoi, ti racconto ancora la fiaba della principessa magica.
 
Lo hai visto davvero, Katie?
La bambina rispose annuendo, leggera. Aveva capito. Parlare di altro, distrarre il cattivo. Non lasciargli intercettare i loro pensieri. Come avevano fatto tante volte, con la mamma e con gli zii, per gioco.
Ora non lo sembrava, un gioco. Per niente.
 
- La porto in cameretta.- si rivolse a lui, lasciandolo annuire con poca convinzione - ci vediamo fra venti minuti nell'atrio.
- Ok..
Lo aveva visto sbuffare leggermente, incrociare le braccia e voltarsi verso la vetrata del salone. Sembrava sulle spine, come se quella passeggiata con annesso drink non avesse potuto aspettare solo un'altra mezz'ora.
Una reazione che stonava da morire col suo essere freddo, determinato e paziente.
Che stonava con il Grant Ward che era abituata a conoscere.
 
Possiamo parlare normalmente, ora, cucciola?
Chiese, silenziosa, appoggiando Katie a terra, vicino al box dei giocattoli, e sedendosi accanto a lei con le gambe incrociate.
 
Il cattivo ci sente.- fu la risposta.
- Hai voglia di giocare a fare il thè? - allungò la mano e raccolse una tazzina, poi un'altra e la teiera.
- Sì.
Katie si alzò, raccolse i piattini ed il resto dei giochi che le servivano, e tornò a sedersi davanti a lei. Poi prese a chiacchierare, fingendo di preparare il thè delle cinque come una piccola lady, mentre la sua testolina snocciolava il racconto di tutto quello che aveva visto la notte prima nel sogno dell'uomo cattivo.
 
La missione tacchi a spillo, così l'aveva definita Barton con un sorriso sornione, meritando una gomitata sulle costole da Nat, neanche troppo leggera. Le cimici e le microcamere abilmente assemblate dalle sue delicate manine -così l'aveva rimbeccato lei, ottenendo in cambio una linguaccia malamente mascherata da una smorfia di dolore- avevano indicato un viso ed una voce per il mediatore che trasportava in incognito materiali collegabili al progetto Centipede.
- Beh, il nostro amico miliardario sembra essere soltanto un pesce piccolo..- Tony aveva puntato l'indice contro l'immagine in bianco e nero di Quinn, che sembrava quasi in difetto, di fronte all'uomo robusto e baffuto che in quel camerino gli parlava sovrastandolo e quasi minacciandolo con le mani tese.
- Elliott Ness.- Natasha aveva fermato l'immagine sul fotogramma che ne scopriva meglio i tratti - Quinn ci mette i soldi, lui i mezzi.
- Gli abiti, e con loro le fibre in carbonio e titanio per l'armatura del suo angelo custode. - aveva replicato Loki, con un sospiro, rivolgendo lo sguardo a Coulson che, dal lato opposto del tavolo olografico del laboratorio di Tony, annuiva senza quasi perdere di vista le immagini dello schermo.
Adesso al signor Ness s'era affiancata un'immagine ben nota.
Mike Peterson, il primo dotato incrociato da Skye. Quando tutto quello che la circondava adesso era solo un'inimmaginabile utopia. Mike che aveva perso una gamba, rimpiazzata da quella specie di armatura per la cui progettazione era stato utilizzato il curioso mezzo di trasporto dei vestiti firmati in cui nascondere le fibre. Mike che aveva finito per trasformarsi in uno spietato automa al servizio del Chiaroveggente. Mike che non aveva esitato a rivolgere un'arma contro lei e Nat, non più di una settimana prima, costringendole a battere in ritirata e ripiegare sulle cimici e le sfilate per poter indagare.
Mike, ed i suoi occhi completamente indifferenti e vuoti.
 
La rossa le aveva rivolto uno sguardo, seguita a ruota da Tony e da Phil. L'avevano vista deglutire. Nat aveva preso il respiro, premendo di nuovo il pulsante sul telecomando del visore 3D e deviando l'attenzione.
- E il signor Ness ci porta dritto dritto..- aveva lasciato che le immagini scorressero a velocità raddoppiata, prima di fermarle di nuovo sul prossimo faccino interessante -..a questa dolce signorina.
- Raina.- replicarono i due, il medico e l'agente in nero, quasi all'unisono.
- E tu come cazz..? - Coulson s'era voltato verso l'altro, e questo aveva semplicemente sollevato le spalle.
- No, principe dei miei stivali.- quello aveva sollevato la mano, innervosito - questo non c'è, nei rapporti che ha lo Shield su di me.
- Lo so.
- E allora perché lo sai? Perché sai il suo nome? E che diavolo sai, ancora, su di me?
- So solo quello che ha visto mia figlia.- Loki aveva incrociato il suo sguardo, e non c'era traccia d'ironia, nello smeraldo dei suoi occhi.
- Vuoi.. vuoi degnarti di spiegare? Tua.. figlia?
- Mia figlia può leggere i sogni. Lo ha fatto tante volte, con me. Inutile che io stia a spiegare il come ed il perché, adesso.. ma può farlo. Da quando hai portato Sara.. da quando hai portato Sara e hai cominciato a passare le notti accanto a lei, qui alla Tower.. beh, Katie ha incominciato a leggere anche i tuoi. Ha visto quella specie di casa, la macchina in cui quella donna ti ha infilato per farti ricordare. E sì, ha visto anche Tahiti. Non le è sembrato propriamente un.. posto magico. Ha visto dei sieri, roba molto simile alle medicine asgardiane che ho chiesto a mia madre per curare Sara. Probabilmente la roba che hanno usato per riportarti indietro. Roba che proviene da uno degli altri otto mondi, non midgardiana. E poi.. e poi ha visto lei. La donna col vestito a fiori. Ha visto lei e ha sentito la sua voce convincerti al trattamento dicendo che anche lei aveva usato la stessa cosa per.. per ricordare. Forse anche lei viene da un altro posto. Forse è tornata indietro come te. Di sicuro, il Chiaroveggente la sta usando per arrivare a tua figlia.
- Cosa?! - adesso era quella di Sara, la voce che si alzava.
- Metà del tuo sangue appartiene ad Asgard, lady Sara. Lady Sara di Nornheim, per la precisione. E, secondo quanto dice mia madre, cugina di quarto grado della mia signora. Hai nel sangue il potere di ascoltare il pensiero come faceva tua madre, e la madre di tua madre prima di lei. Mescolarlo con quello di un midgardiano l'ha fortificato, e ha aumentato la tua capacità di rigenerazione. Ma questo l'abbiamo rilevato solo con le analisi che io e il dottor Banner..
- Ce la faresti, a venire al punto prima che faccia notte?
- Sei sempre più simpatico, Coulson. Credo abbiano lasciato cadere dell'aceto nel tuo medicinale..- il giovane aveva arricciato le labbra, rivolgendo una smorfia all'uomo in nero, prima di aprire un ologramma dal tavolo con la punta delle dita - ecco. Il suo sangue è affine al principio di rigenerazione usato per.. resuscitarti. Probabilmente, si tratta di un siero realizzato col sangue di sua madre. O di sua nonna. Mia madre ne aveva solo sentito parlare, prima d'ora. Comprendi meglio di me, come possa una scoperta del genere far comodo ai nostri nemici..
- Con te in testa?
- Ho detto nostri, non tuoi. Se devo essere in testa a qualcosa, preferisco esserlo nell'impedire che esseri tanto infimi possano utilizzare un potere del genere.
- Tua figlia ha capito anche come hanno intenzione di usarlo?
- Daranno nuove teste al mostro rosso - ha detto - il mostro che se una muore, ne nascono altre tre.
 
Un brivido aveva percorso la metà dei presenti, a partire da Steve.
- Lo sapete cosa significa, questo, vero? - Loki spostò lo sguardo su di loro, uno ad uno.
- Credevo che L'Hydra fosse stata definitivamente annientata..
Adesso era la timida voce di Fitz, a farsi avanti fra le spalle dei Vendicatori. Qualcuno lo fissò a sopracciglia aggrottate, Steve si limitò a sospirare, appoggiandosi con i gomiti sul tavolo e facendo scomparire l'ologramma di Loki.
- Tu se sai qualcosa, eh? - replicò quello, con le dita appoggiate al mento.
- Tua figlia legge anche i miei di sogni, non serve neppure che mi metta a parlare.
 
  
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