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Autore: Birra fredda    23/04/2014    2 recensioni
Aziel è un angelo sfuggito al Paradiso per il suo amore, un demone di nome Belial.
Un amore malato, una passione travolgente, due corpi, un'anima pura e una maledetta che convivono in una casa immersa nel verde delle colline abruzzesi.
Cosa ne sarà dell'amore quando le cose cominceranno a farsi più difficili e sarà ripresa la lotta tra le forze del male e le forze del bene?
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già passata una settimana da quella notte in cui ad Aziel sembravano tornati i vecchi tempi, quella notte in cui era stato posseduto da Belial senza tenerezza, quella notte in cui, dopo il sesso, aveva dormito nel suo lato del letto.
Non avevano ancora fatto l’amore.
Era rarissimo che trascorresse un’intera settimana senza farlo, eppure in quei giorni i due si erano visti davvero pochi e l’angelo dovette ammettere a se stesso che non gli era dispiaciuto affatto. In un certo senso, infatti, temeva che fare nuovamente sesso col demone significasse lasciarsi prendere per la seconda volta senza un minimo di passionalità e delicatezza.
Belial era stato spesso con Damien e Ipos. Damien aveva detto che gli erano giunte delle voci riguardo il fatto di tornare ad allenarsi, tornare a essere demoni indistruttibili e forti fisicamente, che più prima che poi sarebbe arrivato il momento di dimostrarsi tali.
Né Aziel né Belial gli avevano creduto completamente, ma il demone aveva deciso di tornare ad allenarsi insieme ai suoi due compagni. Così si erano ritrovati a passare i pomeriggi tra le montagne, con le ali spiegate e le spade in pugno, ad esercitarsi.
Aziel anche aveva passato poco tempo a casa, da qualche tempo lavorava in ospedale e quella settimana c’erano state molte emergenze e troppi imprevisti che lo avevano trattenuto sul posto di lavoro ben oltre quello che avrebbe dovuto.
Belial aveva riso tantissimo quando si era visto l’angelo rincasare con le occhiaie e l’umore a terra, tanto quasi quanto Aziel gli aveva comunicato che avrebbe cominciato a lavorare.
Prima dell’arrivo dell’angelo, Belial si era procurato ciò che gli serviva rubandolo. I mobili di casa, i vestiti, l’auto, tutto rubato.
Poi era giunto Aziel, la sua piccola ombra casalinga, l’angioletto innamorato che non lo contraddiceva mai e che non se n’era andato nonostante le botte che aveva preso e nonostante tutti gli inviti a farlo.
Belial sapeva che Aziel non era stupido e che si rendeva conto che non lo voleva realmente fuori da casa sua.
Belial stesso, sebbene avesse cercato più e più volte sia di reprimere il sentimento sia di non dimostrarlo, sapeva che se Aziel fosse andato via ci sarebbe stato male.
Non sapeva neanche se stare male fosse possibile per un demone, a dire il vero, ma era sicuro del fatto che non voleva vedere l’angelo andare via.
Belial lanciò uno sguardo al televisore che stava trasmettendo uno dei soliti programmi idioti per gli essere umani, lo spense e si alzò mollemente dalla poltrona.
Aziel era al piano di sopra a scrivere.
Si era messo in testa di scrivere un libro dopo aver incontrato in ospedale quei quattro tipi che suonavano in un gruppo di cui gli aveva tanto parlato.
“Azi” chiamò il demone salendo le scale.
“Dimmi” rispose immediatamente l’angelo, interrompendo il suo lavoro e lasciando le dita sospese in aria a pochi millimetri dalla tastiera del computer.
Belial non gli rispose, lo raggiunse nella piccola stanzetta che fungeva da studio e lo avvolse da dietro con le sue braccia forti, inspirando il suo profumo dolciastro.
“Allora, a che punto sei con il libro?” chiese il moro soffiando nell’orecchio dell’amante.
“Sono ancora al terzo capitolo” borbottò il biondo, socchiudendo gli occhi celesti e portando indietro il capo fino a posarlo contro la spalla muscolosa di Belial.
“È tardi” affermò il demone, “andiamo a letto.”
Aziel non se lo lasciò ripetere due volte, si alzò dalla sua postazione e seguì Belial in camera da letto. Sapeva che avrebbero fatto sesso e si impose di non ripensare a com’era stato sette giorni addietro.
Successe tutto in fretta. Un momento erano stesi uno accanto all’altro e il momento dopo Belial era seduto sopra lo stomaco di Aziel e lo baciava con foga.
Aziel non si sarebbe mai abituato, probabilmente, ai baci di Belial. Un miscuglio di passionalità e brama.
L’angelo cercò le mani del demone e intrecciò le sue dita con quelle dell’altro. Belial glielo lasciava sempre fare, sapeva quanto Aziel si sentisse più rilassato con quel semplice contatto.
Era così da terrestri, stringersi le mani quando si faceva l’amore.
Il demone non perse tempo, cominciò presto a spogliare l’angelo. Gli tolse la maglietta con un movimento solo e, mentre gli lasciava un succhiotto sotto un capezzolo, gli slacciò i pantaloni.
Aziel cominciò a inarcarsi ancor prima del previsto, aggrappandosi alle spalle di Belial con forza.
Il moro ghignò. Vedere il suo amante eccitato ancor prima che gli calasse i pantaloni era sempre un piacere.
“Bel...” biascicò il biondo non appena Belial gli affondò con decisione i canini nella carne tenera da angioletto.
Con un gesto veloce il demone tolse i pantaloni e i boxer all’angelo e li gettò in un angolo indefinito della stanza.
Lo osservò per un momento. Era bellissimo. Candido, con la pelle lattea, i capelli biondi, il corpo minuto, le cosce morbide, il pene eretto, gli occhi cristallini.
Aziel si mise a sedere, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Non prendeva quasi mai l’iniziativa, né a letto né in altre occasioni, ma vederlo immobile davanti alle sue gambe aperte per lui che lo osservava lo aveva spinto a baciarlo senza farlo prima riflettere.
Mentre ricambiava il bacio, Belial si slacciò a sua volta i jeans e se li fece scendere fino a metà coscia insieme ai boxer, poi spinse di nuovo Aziel con la schiena sul letto.
L’angelo fremette, quando sentì il membro del demone premere contro la natica, ma si rilassò non appena l’amante gli ficcò in bocca due dita.
Lo stava preparando.
Aziel, in quel momento, capì che tutto era rimasto come prima. Una notte di sesso per puro piacere non aveva cambiato nulla nel loro rapporto che, dopo anni e anni insieme, era mutato e migliorato molto, rendendoli più vicini di quanto entrambi immaginassero.
L’angelo succhiò le dita del demone mentre Belial gli massaggiava lentamente l’erezione, facendolo inarcare e ansimare sempre di più.
“Hai fatto?” gli chiese dopo qualche istante.
Aziel annuì, così il moro tirò fuori le dita insalivate dalla bocca del biondo e gliele infilò lentamente nell’apertura mentre lo sentiva irrigidirsi e gemere.
Belial si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto. Con la mano libera gli fece allargare maggiormente la gambe e cominciò a muoversi dentro di lui, sentendolo che cominciava ad abituarsi alla sua presenza e a gemere più forte.
Quando cacciò le dita, Aziel spalancò gli occhi. L’aveva svuotato in un colpo solo.
L’angelo vide l’amante che si abbassava, gli prendeva una gamba e se la portava su una spalla per stare più comodo. Portò una mano tra la chioma scura dell’altro e lo fissò dritto negli occhi mentre lo prendeva.
Lo faceva molto raramente, quasi che quegli occhi potessero mentirgli durante l’amore.
Aziel sentì il dolore lontano, sbiadito, come se tutta la situazione rilassata e romantica lo offuscasse. Si aggrappò al torso nudo di Belial e gemette sempre più forte mentre il demone si muoveva dentro di lui.
Il demone continuò a muoversi chinandosi sempre più su Aziel e lasciandogli morsi e linee di saliva ovunque.
“Bel...” sussurrò quasi al limite l’angelo dopo un po’.
Il demone diede una spinta più forte e Aziel venne sul suo inguine, un momento dopo anche Belial si liberò dentro di lui e uscì con un sospiro.
“Mi hai sporcato” borbottò il moro lasciandosi cadere a pancia in giù di fianco all’angelo che stava immobile steso sul letto fissando il soffitto.
“Scusami” biascicò in risposta Aziel senza fiato.
“Non fa niente.”
Il biondo ci mise un po’ per recepire la risposta di Belial. Una volta, molti anni addietro, si era liberato senza avvisarlo ed era successa la stessa cosa di pochi secondi prima, e Belial, ancora dentro di lui, gli aveva mollato un pugno dritto sul naso.
Aziel sentì gli occhi inumidirsi ma cercò di nasconderlo, si girò dal lato del demone, che si stava mettendo seduto per accendersi una sigaretta, e si strinse a lui per dormire.
Belial fece finta di niente, si accese la sua sigaretta e lasciò che la testa bionda dell’amante si posasse sul suo petto e che gli avvolgesse il corpo con le braccia soffici.
Questa volta non lo aveva ferito.
Sebbene non si fosse pentito affatto di averlo fatto soffrire, la volta scorsa, prendendolo senza un minimo di delicatezza e possedendolo con tutta la bramosità e carnalità del suo essere, lo fece sentire più leggero sapere che questa volta anche ad Aziel era piaciuto far l’amore.
Gli lasciò una carezza tra i capelli e lo sentì sospirare e sorridere.
“Bel” lo chiamò con voce sottile l’angelo, parlando a occhi chiusi e con l’odore del suo stesso sperma misto al sapore acre del corpo sudato del demone che gli riempiva le narici.
“Mh?” rispose Belial inspirando il fumo.
“Ti amo.”















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D'accordo, è un demone, ma Belial non posso sempre presentarvelo stronzo e cattivo, no? Boh io l'ho adorato scrivendo questo capitolo, ho avuto perpetuamente gli occhi a cuoricino.
Spero che vi piaccia, aspetto le vostre recensioni :)
Ringrazio tutti quelli che mi hanno recensita e che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite. Grazie grazie grazie.
Echelon_Sun

 
  
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