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Autore: Vavuch9    17/07/2008    0 recensioni
Ua ragazza ed un ragazzo.
Due mondi completamenti diversi: il calcio e la vita di una 18enne come tante.
Un sola cosa ad unirli: l'amore.
E fra partite, gol, compiti in classe, un ex che sembra non voler demordere, una mamma non del tutto d'accordo e un padre al settimo cielo, riusciranno a mantenere saldo il loro amore, nonostante le diversità che li dividono?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 Purple: Grazie 1000! ^^ Comunque, mi dispiace deluderti, ma i due ragazzi non sono nessuno! Hihihi!

tutumany: Uuuh! Grazie 1000!! *_* Bhe, eccoti accontentata con il prossimo chappy! =)

3.

 

 

 

26 novembre

 

Ma che felicità, oggi mio padre mi porta allo stadio, yuppy!

Ma che gli frulla in testa?! Pensa che sia un bel regalo per il mio 18° compleanno! Non poteva regalarmi un top aderente, un paio di jeans firmati o delle scarpe nuove?! NO! Mio padre deve a tutti i costi portarmi allo stadio a vedere una partita di calcio! Non si vuole proprio rassegnare al fatto che io non sarò una tifosa come lui! Ma io dico, se voleva qualcuno con cui andare allo stadio, non faceva prima a fare un figlio maschio?!

Che schifo! Mi devo sedere in mezzo a quelle persone sudice, che fumano come cammelli e, non è finita, non ci sono le sedie! Sono costretta a sedermi in una specie di panchina, sempre che si possa chiamare così un pezzo di pietra, con pezzi di gomma da masticare e altre schifezze appiccicatevi sopra, una cosa da incubo!

“Wow” Sono entrati i giocatori. Oh dio, che “emozione”!

 

 

Entriamo in campo. Ho voglia di giocare. Guardo la curva mare. Sciarpe. Striscioni e ogni altra cosa per incitarci. Fantastica, ogni vola è meglio!

Io e i miei compagni ci mettiamo in riga insieme all’altra squadra. Wow! Mi cade lo sguardo su una ragazza seduta in tribuna. Ha i capelli castani raccolti con un fermaglio. Un viso da angelo. Occhi marroni incredibilmente innocenti e dolci, per non parlare del sorriso, che vale mille parole… semplicemente bellissima! Le sorrido.

 

 

Ma chi è quello? È fighissimo! Non ci credo… è un giocatore del Cesena! Che figo!

Amy, che stai dicendo?! Non hai ancora dimenticato Alex e già ti piace un altro, o peggio, un giocatore?! Lascia perdere, è meglio! Non ti guarderà neanche uno così! Rassegnati!

Però è così carino... Sarà circa 1,90 d’altezza. Ha una muscolatura da giaguaro. Gli occhi e capelli sono neri… bello da far paura. E poi quegli occhi sono così dolci…

Amy, stop. Ferma. Frena un secondo. Pensavi la stessa cosa di Alex! Però questo qui potrebbe dare due piste ad Alex, è diecimila volte più carino! Ma è meglio non pensarci e dimenticarlo subito, sarà sicuramente un montato come tutti i giocatori, e avrà migliaia di ragazze che gli muoiono dietro, figurati se mi guarda!

Ehi! Sogno o cosa?! Mi sta guardando! Sta guardando proprio me e, cosa ancora più incredibile, mi sorride! Non ci credo! Ricambio, sforzandomi di riconnettere il cervello, al momento sotto shock, al resto del corpo.

Non so per quale motivo mi stia comportando così. Non c'è niente di emozionante in un ragazzo che ti sorride! Però lui è uno dei più belli che abbia mai visto… Forse il più bello!

 

 

Sì, mi ha sorriso! Forse ho qualche speranza che anche lei ricambi… Sperando che non sia già impegnata… Sai, una così sarebbe difficile che fosse single…

Ora comunque non c'è tempo. L’arbitro ha fischiato. Devo andare all’azione!

 

 

Ma no! Arbitro guastafeste! Proprio adesso devi fischiare?! Uffa!

Inizia la partita. Il suo corpo mentre corre è poesia in movimento. È sicuramente la cosa più bella che io abbia mai visto. Mi correggo, è il ragazzo ( per non dire “il dio” ) più bello che abbia mai visto!

Cerco di seguire la partita. Per qualche strana ragione però non riesco a distogliere lo sguardo da lui. Anche quando la palla è dalla parte opposta del campo i miei occhi non si degnano di seguirla. Mi ritrovo sempre a guardarlo. Forse i miei occhi sono attirati da lui… D’altronde quando gli ricapita di poter osservare una simile bellezza?!

Visto che, comunque, non riesco a seguire le azioni, decido di gustarmi lui. Di assaporarlo. Di fare come si fa con le fragole più mature. Con le mele più dolci e con la cioccolata più buona. Ne si osserva il colore. La forma. Il sapore. L’odore. Io faccio la stessa cosa. Mi gusto lui. Il mio lui. La mia fragola. La mia mela. La mia cioccolata.

Finalmente il mio cervello si sblocca. Torno a seguire la partita. Non che ne capisca più di tanto e, devo ammettere, che non me ne frega poi molto di quello che succede in campo… Ma comunque mio babbo ha pagato e tanto vale accontentarlo… Solo che le uniche azioni che mi interessano sono quelle che fa lui. O meglio, come c’è scritto sulla maglia, “Pellè”, e che azioni!

Non sfigura mai. Né quando stoppa la palla, né quando la rincorre. Ma d'altronde come può uno come lui “sfigurare”, impossibile!

Gli arriva la palla. Con una serie di dribbling scarta tutti gli avversari che gli si presentano davanti. Resto qualche minuto in apnea, con il fiato sospeso su un filo invisibile teso sopra un abisso. Poi lui come un vero campione del calcio quale è tira in rete e … GOALLLL!

Urlo di felicità. La curva va in delirio. Abbraccio mio babbo e seguo l’esultanza del mio dio greco. Lo vedo correre fino alla curva e quando passa davanti a me mi manda un bacio e mi fa l’occhiolino. Arrossisco e gli faccio segno di vittoria con la mano. Lui mi sorride ancora. Com’è possibile che sorrida proprio a me in tutta la curva? Oh Dio! Mi sento svenire, le gambe ormai sono diventate gelatina e il cervello è andato completamente in black out.

Dal megafono si sente “Goall! Il numero nove, “La torre” ha colpito ancora, Graziano…” e i tifosi concludono gridando “Pellè!”. Grido anch’io.

Mi gira la testa. Mi siedo. Carino la torre però… Molto adatto a lui! Anche se io probabilmente avrei gridato “Il super figo”… Però mi piace la torre… Sì sì, carino.

Ma anche questo sogno, e che sogno ( pensare che non volevo neanche venire ), deve finire sul più bello per colpa dell’arbitro che, comincio a pensare lo faccia apposta, ancora una volta fischia e la partita finisce. Lui deve tornare negli spogliatoi per una doccia.

È fradicio di sudore. La maglietta gli si appiccica agli addominali facendoli risaltare… Sembrano scolpiti nel marmo! È uno spettacolo divino!

Uffa, è ora di tornare a casa. Se avessi immaginato che il calcio fosse così mi ci sarei appassionata molto prima! Mio padre mi prende la mano e mi guida verso l’uscita.

“Sai che non immaginavo che il calcio fosse così divertente… Ci torniamo anche sabato prossimo?” ti prego, ti prego, ti prego!

“Te l’avevo detto che era fantastico! Se vuoi certo che ci torniamo sabato prossimo! Vuoi andare ancora dov’eravamo oggi o preferisci provare la curva?”

“Dov’eravamo oggi mi piace molto. Si riescono a vedere bene le azioni!” soprattutto i giocatori. “A me sta bene se ci torniamo anche la prossima volta!”

“Ok, allora prendo i biglietti” esulto. “Ti è piaciuto qualche giocatore in particolare?” sìììì! Anche se più che un giocatore è un dio, ma questo è meglio non dirlo a mio padre.

“Sì, mi è piaciuto molto quello che ha segnato...” Faccio finta di non ricordare il nome per non farlo insospettire troppo. “Mmh… Non mi ricordo bene il nome… mi sembra che si chiami 'Pellè' o qualcosa del genere… Lui è molto bravo!” soprattutto molto bello!

“Ah, il bomber! È bravo, pensare che ha solo 21 anni e non ha ancora molta esperienza...” Come età potrebbe essere alla mia portata...

“Non si direbbe...”

“Se matura fra un po' sarà da serie A! Ora però aspetta un momento qui che vado al bagno…”

“Ok “mi siedo su un muretto ad aspettarlo.

Oh santo cielo! Quello non è Pellè?! Lo vedo uscire da una porta, sta venendo verso di me! Mi sistemo i capelli e cerco di calmarmi, respiro lentamente per non fare vedere la mia emozione.

Wow, si siede di fianco a me! Che faccio? Che faccio?

“Ciao” mi saluta. Oh dio! Mi sta parlando! Sta parlando proprio a me! Ahhhhh! Allora, calma calma. Amy, pensa a rispondere…

“Ciao” wow, ti sei sforzata molto!

“Piacere, Graziano, anche se gli amici mi chiamano Gra. Sei una nuova ultras ?” sorride. Faccio una ricognizione di idee e cerco di non cadergli fra le braccia.

“Piacere Ambra, ma puoi chiamarmi Amy” gli sorrido. “Complimenti per la partita, bello il goal!”

“Grazie, niente di che, ho fatto il mio lavoro” sorride ancora. Non l’ho ancora detto, ma ha un sorriso che farebbe sciogliere anche un iceberg! “Posso offrirti qualcosa da bere?” Sììììì! Sto per rispondere. Ma proprio in questo momento arriva papà. Lo strozzo!

“Ho fatto, Amy, andiamo?”

“Ciao papi” gli lancio un’occhiataccia.

“Ciao Graziano! Io sono il padre di Ambra, Gabriele, complimenti per il goal di oggi!”

“Grazie!”

“La prossima volta però voglio una doppietta, ok?”

“Cercherò di accontentarla… Adesso le dispiace se offro qualcosa da bere a sua figlia e poi gliela riporto a casa fra un po’?”

“Non saprei…” lo supplico con lo sguardo. “Va bene dai, ma la voglio a casa per le sette in punto, ci siamo capiti?”

“Non si preoccupi signore!”

“Grazie papi, non ti preoccupare!” tronco così il discorso e gli do un bacio sulla guancia. “Sarò a casa per quell’ora” Graziano, o meglio Gra, stringe la mano a mio padre. Prende la mia e andiamo in un bar lì vicino.

Non ci posso credere. Sono seduta in un bar con Gra. Un ragazzo stupendo di cui, fino a poco tempo fa, ignoravo l’esistenza. Almeno fino a quando mio padre non mi ha fatto il suo regalo di compleanno, che solo ora riesco ad apprezzare.

Prima pensavo che il calcio fosse un gioco stupido e ora sono seduta qui con un giocatore! Strana la vita!

“È la prima volta che vieni allo stadio?” mi chiede mentre sorseggia il suo caffè macchiato.

“Sì…” bevo con cura un sorso della mia cioccolata “è il regalo di compleanno di mio padre. Sinceramente all’inizio non volevo neanche venire, ma poi mi sono divertita”

“Auguri allora! Bhe, ti è piaciuto?” sorride.

“Sì, molto!” ricambio il sorriso. In questo momento arriva una cameriera di circa vent’anni, alta un po’ più di 1,50.

“Salve, desiderate altro?”

“No grazie, ci porti pure il conto” faccio per tirare fuori il portafoglio. “No, lascia faccio io. Quant’è?”

“4 euro e 50 signor Pellè” paga e usciamo dal locale. Ci sediamo in una panchina e lui mi mette una mano attorno alle spalle.

“Hai freddo?” mi chiede.

Faccio segno di no con la testa. Ma ho un leggero brivido. Se ne accorge. Toglie una manica della giacca e mi stringe a se, dentro il suo giubbotto. Ne approfitto e appoggio la mia testa sulla sua spalla e mi lascio andare tra le sue braccia.

Mi guarda. Mi giro. Ci fissiamo. I nostri volti si avvicinano. Chino leggermente la testa verso sinistra e chiudo gli occhi.

Drin, drin, sul più bello mi squilla il cellulare.

“Scusa” guardo il numero: ‘papà’. “È mio padre, devo rispondere…” sorride

“Amy dove sei finita?! Sono le 7,30!”

“Scusa, mi è sfuggito il tempo! Ora arrivo” chiudo il telefono. “Vuole che torno a casa…” annuisce. Mi porta alla macchina e in cinque minuti sono a casa.

Mi accompagna alla porta e prova a baciarmi, sto al gioco. Mio padre, ancora sul più bello, fa il guastafeste. Apre la porta. Deve aver sentito il cane dei vicini che abbaiava. Io e Gra arrossiamo.

“Salve, le ho riportato sua figlia…” sorride. “Scusi per il ritardo” entro in casa.

“Ciao papi, ciao mamma, questo è Graziano Pellè”

“Salve signora” la saluta

Mia madre lo squadra dalla punta dei capelli a quella dei piedi. Non lo da a vedere, ma è un po’ pensierosa. Non sa bene se essere felice o meno di me e del fatto che sono uscita con uno di circa trenta centimetri più alto e con i capelli un po’ lunghi.

“Ora è meglio che vada. Ci sentiamo Amy, questo è il mio numero” mi porge un biglietto da visita         

“Questo è il mio” prendo una penna e la sua mano. Delicatamente gli scrivo sul palmo il numero. “Così non te lo dimentichi” sorrido.

“Ok, ti chiamo domani. Ciao!” mi bacia sulla guancia. “Arrivederci!” saluta i miei.

“Ciao” lui torna alla macchina e io chiudo la porta.

Mia madre si avvicina, un po’ preoccupata e dice “Quello è il giocatore del Cesena? Che ci facevi con lui?”

“Sì, è lui, ci siamo conosciuti fuori dallo stadio e siamo andati a bere qualcosa in un bar lì vicino…”

“Non è un po’ troppo alto per te?” ecco che comincia a venir fuori lo spirito protettivo. “Non è successo niente vero?”

“Non ti preoccupare, non è successo niente, abbiamo solo parlato” la rassicuro. “Non è troppo alto ed è molto gentile. Non ti devi preoccupare, dopo tutto ho 18 anni!” la lascio con i suoi dubbi e salgo in camera per farmi una doccia.

Ancora non ci credo. Sono uscita con un giocatore. E non uno qualsiasi: lui, proprio lui! È così dolce e carino, mi piace un sacco!

Mi infilo sotto la doccia e mi rilasso ripensando a quand’ero fra le sue braccia! Uh!


Note dell'autrice: Eccoci, vi ho fatto aspettare due capitoli, ma almeno adesso la storia si fa un pò più interessante, penso... ^^ Spero vi piaccia! E spero che la scelta di mettere anche i pensieri di lui sia azzeccata... Non so... Mi ispirava come cosa... XD Bhe, ciao ciao!!!
Un bacio!
La*Vale*
  
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