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Autore: Manu_Hikari    19/12/2004    4 recensioni
Un grande amore al quale qualcuno ha messo la parole fine senza un valido motivo. Eppure lui non avrebbe saputo immaginare la sua vita senza di lei...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I wouldn’t have imagined my life without you…

 

 

 

Ciao raga eccomi qui con una nuova fic! Questa volta è ispirata a Holly e Benji e vorrei precisare che è la prima che scrivo su questo anime quindi non so come sarà e il titolo non so precisamente cosa c’entri con tutto il resto ma a me sembrava così carino…

Cmq protagonista è Benji  e la storia è ambientata durante il primo campionato mondiale, quello in Francia. Volevo anche dirvi che, per motivi di copione, le età dei nostri beniamini varieranno lievemente da quelli nell’anime (Anche perché io non ho mai capito molto bene quanti anni hanno…) e che gli spoiler saranno veramente pochini perché io non ci so fare molto…^__^’’

Poi…ah, si. I personaggi di questa storia sono tutti del loro papi Yoichi Takahashi e solo Mie è inventata da me.

Penso che sia tutto, un bacione e buona lettura!

 

 

 

CHAPTER FIVE

 

 

 

 

 

La luce del sole penetrò nella stanza  N° 57 tramite una fenditura nella tenda e, ferendo gli occhi di Benji, lo svegliò. Il ragazzo aprì gli occhi malvolentieri e guardò la sveglia. Le sei e mezzo; era presto, ma sapeva che non sarebbe riuscito a dormire un attimo di più. sul piccolo calendario che aveva sul comodino, quel giorno era cerchiato di rosso, era il giorno in cui sarebbe arrivata la squadra giapponese. E il giorno dopo si sarebbe disputata un’amichevole tra i giapponesi e i giocatori della Grunvald.

Il ragazzo sollevò le coperte e, sedendosi in mezzo al letto, si stiracchiò, liberando un sonoro sbadiglio. Si appoggiò con i gomiti sulle ginocchia e nascose il volto fra le mani. Mancavano poche ore e poi avrebbe dovuto assistere di nuovo allo spettacolo di Mie e Ed insieme…per una settimana, durante la quale la nazionale giapponese e la Grunvald sarebbero state ospitate dallo stesso albergo; eppure quella settimana gli sarebbe servita per capire la verità…poco tempo ma a lui sarebbe bastato, doveva bastare.

«Fra tre quarti d’ora servono la colazione, »  Si disse Benji guardando la sveglia. «non fa differenza se scendo un po’ prima. » E sbuffando si alzò, per poi recarsi in bagno. Compiere le azioni quotidiane sembrò ancora più monotono e il tempo sembrò non passare mai.

Quando scese in sala da pranzo per la colazione erano appena le sette e c’era solo qualcuno fra le scale e nel salotto. Allora decise di fare una passeggiata sulla grande terrazza, per respirare un po’ d’aria fresca, ma sentì qualcuno toccargli la spalla.

«Ehi, Benji, mattiniero anche tu? » Disse Schneider

«Capirai, un quarto d’ora d’anticipo!  » Rispose il giapponese ironico invitando il biondino ad uscire sulla terrazza. «Non riuscivo a stare chiuso nella mia stanza. »

«Oggi è il gran giorno… Il giorno in cui avrò finalmente l’onore di conoscere la dolce Mie! Chissà che non rimanga affascinata da me? » Disse il tedesco passandosi una mano fra i capelli.

«Ne dubito. »  Rispose Benji ridendo. « Non penso che tu sia il suo tipo, e ricordati che ora esce con Warner. »

«Già…che effetto ti farà vederli insieme tutto il giorno? »

«Non lo so, Carl, certo non mi farà alcun piacere, io penso che cercherò di evitarli quando sono insieme. » Disse Benji assumendo un’espressione preoccupata.

«Sei ancora deciso a scoprire la verità sulla ragione che ha spinto  Mie a lasciarti? »

«Si, non so ancora come ma ci devo riuscire.

«Scusa se mi permetto, Benji, » Azzardò Schneider un po’ imbarazzato «ma non credi che sarebbe ora di dimenticarla? Insomma, ti ha trattato come un fazzolettino, ti ha usato e ti ha buttato via, sapeva quanto tu ci tenessi a lei e pure si è comportata in questo modo…ora vieni a sapere che sta con un altro e ancora le vuoi bene e speri che torni da te nel caso scoprissi la verità?...se c’è un’altra verità… »

Benji guardò il suo amico con un sorriso amaro. «Non hai capito niente di noi, vero? » Disse

«Cosa c’è da capire? » Chiese il tedesco semi esasperato.

«Mie non è come l’hai descritta tu, non è affatto così. E io non vivo affatto nella speranza che lei torni da me…almeno da quando ho saputo che lei esce con Ed…voglio solo sapere cosa c’è sotto tutto questo, perché c’è qualcosa…lo sento, Mie non mi avrebbe mai lasciato per la lontananza. Lei era forte e altruista…so che può sembrare una specie di ossessione per me, ma…da quando lei mi ha lasciato non mi sono più innamorato, Carl… »

Detto questo il giapponese si voltò e rientrò in albergo.

 

La giornata passò con una lentezza esasperante, ogni minuto sembrava un eternità, tanto più che gli allenamenti del pomeriggio erano stati sospesi per dare il benvenuto alla squadra nipponica. Benji guardava l’orologio ogni due minuti e sembrava che questo non avesse alcuna intenzione di far camminare le sue lancette. Così cercò di ingannare il tempo partecipando a un mini torneo di carte organizzato sul momento dai suoi compagni e ad un certo punto sembrava che cominciasse a divertirsi quando, all’improvviso, arrivò il mister  ad annunciare che il pullman con la squadra giapponese aveva appena parcheggiato davanti all’hotel e tutti i componenti della Grunvald dovevano andare a ricevere i giocatori nipponici. Benji sentiva il cuore saltargli in gola mentre, insieme ai suoi compagni si dirigeva nel cortile dell’albergo e Schneider, che gli stava di fianco se n’era sicuramente accorto.

Giunti al pullman i ragazzi della Grunvald si ordinarono in due righe e quando i giocatori dell’altra squadra cominciarono a scendere dal bus li salutarono con calore. Benji fu molto felice di rivedere Holly, Bruce, Mark e tutti gli altri suoi vecchi compagni di squadra, molti giocatori della New team erano stati scelti per far parte della rosa della nazionale.

«Ehi, Benji chi delle due è Mie? » Chiese Schneder vedendo scendere dal pullman due ragazze.

«Quella a destra, con i capelli lunghi; l’altra è Patty la sua migliore amica (Si, nella mia ficcina lei è insieme alla squadra.). Non ti ricordi la foto? » Il ragazzo non nascose un lieve tremito nella voce; non è vero che il tempo cura tutte le ferite, pensò.

«Ammazza quant’è bella! » Esclamò il kaiser senza badare alle parole del suo amico. La ragazza, abbastanza alta e dalla figura slanciata per essere asiatica, scendeva dal pullman con grazia. I lunghi capelli neri erano legati in una coda liscia con dei boccoli all’estremità. Il pantajazz che indossava metteva in risalto le sue forme rotonde e armoniose, così come la maglietta. «E quello deve essere Ed Warner. » Aggiunse vedendo che un ragazzo toglieva dalle mani di Mie una borsa che sembrava piuttosto pesante e che lei lo ricambiava con un dolcissimo sorriso.

Benji annuì e aprì la bocca per parlare ma fu interrotto dal mister della Grunvald che spaccò i timpani a tutti urlando con il megafono a tutto volume.

«I giocatori Giapponesi hanno mezz’ora per portare le valigie nelle rispettive stanze, dopo di che, ci vediamo tutti in sala conferenza per vedere insieme come si svolgerà questa settimana. Avete capito? E ora forza! »

Tutti i ragazzi giapponesi ignorarono completamente quanto aveva detto l’allenatore e si strinsero attorno a Benji il quale salutò tutti con grande gioia. Poi presentò Schneider a Holly e Mark.

«Ehi, Benji! » Esclamò Ed battendogli la spalla.

Benji si voltò per salutare anche il portiere della nazionale nipponica ma nello stesso momento si trovò davanti anche Mie e si specchiò nei meravigliosi occhi scuri della ragazza. «Ciao Ed…salve, Mie…»

«C-ciao, Benji…» Balbettò di rimando la ragazzina stringendo la mano che questo gli porgeva. Le sue guance arrossirono e abbassò lo sguardo.

«Ahm…volevo presentarvi Carl Hainz Schneider, detto il Kaiser, è uno dei giocatori più in gamba della nazionale tedesca. »Disse Benji.

«Piacere!  » Fece il biondino stringendo la mano a entrambi i ragazzi giapponesi.

«Allora, va tutto bene…. » Iniziò Ed, ma si interrupe sentendo che una mano gli si posava sulla spalla. «Oh, salve signor Marshall! » Esclamò.

«Il nuovo portiere fenomeno del giappone! » Fece quello. «Ovviamente Benji rimane il migliore…Mie! Quanto tempo! Va tutto bene? Ho visto che sei anche sulle nostre riviste quin… »

«Si, certo signor Marshall, come vuole lei. » Lo interruppe Mie. «Ed andiamo, si è fatto tardi.»

«Scusaci, Benji, ci vediamo dopo. Dobbiamo sistemare ancora le nostre valigie. » Disse Ed e seguì a ruota la ragazzina.

«Che caratterino! » Commentò l’uomo andandosene anche lui.

«Accipicchia, Benji! » Esclamò Schneider. «Da vicino è ancora più bella che in foto! …Però hai visto che sorriso tirato a fatto quello là? »

Benji annuì, in effetti la tensione si sarebbe potuta tagliare con il coltello. Sicuramente Ed non era affatto felice di vederlo, anche se ora lui usciva con Mie sapeva  benissimo che Benji ne era innamorato cotto. Toccò la mano che Mie gli aveva stretto; in quel momento aveva sentito come una scarica elettrica attraversargli il corpo.

Era sempre stato sicuro di non rivolerla indietro, ma era davvero così? Forse, ora, iniziava a rendersi conto che non voleva altro che riaverla per se, forse ora capiva che non gli bastava più sapere solo la verità, voleva che quei sentimenti non restassero confinati in un cantuccio del suo cuore.

Un nuovo grido del suo allenatore lo riportò alla realtà; allora il ragazzo, notando un fiume di ragazzi che andavano tutti nella stessa direzione, si ricordò che era ora di recarsi in sala conferenza; si incamminò, seguito da Schneider, augurandosi che il programma per quella settimana non fosse stato troppo duro.

«Benji, » disse Shneider « In effetti il tuo ex allenatore, il signor Marshall, ha ragione, è un po’ nervosetta la ragazzina? »

«Ti giuro che non so perché ha fatto così. Di solito è gentile con tutti….anche se, ora che ni ci fai pensare, non è la prima volta che ignora il signor Marshall. » Constatò Benji. «Deve stargli proprio sulle pa…ehm volevo dire, antipatico. »

 

 

 

 

 

 

 

…To be continued

 

 

 

 

Allora? Lo so, fa schifo. Però commentate lo stesso? ^__________^ alla prossima!

  
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