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Autore: Neverland98    23/04/2014    3 recensioni
-Chi sei, come ti chiami?- vorrei avere un tono sicuro, ma la voce mi muore in gola; così ne esce solo un verso strozzato.
Lui non sembra scomporsi, continua ad osservarmi con i suoi occhi glaciali. Non dev'essere molto più grande di me, eppure lo sembra. E' bellissimo, i suoi lineamenti delicati e la sua carnagione lattea lo fanno assomigliare ad un essere sovrannaturale. Ne sono subito attratta. -Mi chiamo Arden, ma non vedo come questo possa aiutarti a risolvere il tuo problema.-
Deglutisco a vuoto, i battiti del mio cuore mi rimbombano nelle orecchie. -Che problema?-
Arden sfodera un sorrisetto cattivo. - Come farai ad uscire da qui-
-Da qui dove? E' soltanto un sogno- mi sorzo di sembrare tranquilla.
-Dici davvero, ragazzina? E allora perchè non ti svegli- mi prende in giro.
-Lo faccio subito-
Serro le palpebre, smetto di respirare, stringo i pugni.
Ma non succede niente, lui è ancora davanti a me.
Questo non è un sogno.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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15. IL TUNNEL

 

È bello fuggire se ti sembra giusto e lo vuoi:
mentre chiudi la porta alle spalle ti senti più vivo,
la strada è sempre prateria sconfinata e il treno, è una lunga promessa.
Ma quando il treno si muove, il vagone diventa una gabbia senz'aria,
il domani un tunnel che ti condurrà chissà dove

Oriana Fallaci
 

 



E' proprio come me lo ricordavo.

Lo specchio d'acqua è ampio e cristallino, mentre più in là c'è l'entrata del tunnel.

Non è molto lontana.

-Okay, andiamo- dico e faccio per tuffarmi, più determinata che mai. Ma Arden mi blocca tendendo un braccio davanti a me.

-Che c'è?- tento di protestare.

-Non essere sciocca- mi rimprovera-Non dobbiamo commettere passi falsi-

-Passi falsi? Stai scherzando! Non c'è nessun pericolo in acqua e lo sai anche tu. Il vero pericolo è dentro di me, ma la mia voglia di tornare a casa è più forte- replico.

-Non ne dubito, ma è meglio non esagerare. Io sono convinto che tu voglia tornare a casa, ma allo stesso tempo temi quello che potresti trovare lungo il tuo cammino- mi spiega in tono pratico.

Be', devo ammettere che il Castello mi fa ancora paura. Tanta, a dire il vero. Sì, forse Arden ha ragione, è meglio stare in guardia.

E ne ho la conferma quando un'onda particolarmente alta si abbatte sulla riva, su di noi, costringendoci ad indietreggiare.

-Cavolo- esclamo.

Mi volto a guardare Arden, ha i vestiti completamente fradici per gli schizzi. -Scusa- gli dico, mortificata.

Lui scuote la testa.-Non importa, era prevedibile. Adesso però concentrati, chiedi a te stessa cos'è che vuoi- mi incita.

-Io voglio tornare a casa, con te-

Arden sorride dolcemente.-Bene, e adesso ripetilo, ad alta voce.-

Stringo i pugni e fisso l'acqua del lago con aria ostile.-Io voglio tornare a casa!-

Il cielo plumbeo sopra di noi riflette lo stesso grigio spento degli scogli. E' un'atmosfera talmente cupa che mi scoraggia, annienta tutta la mia determinazione.

Ma non posso permetterglielo.

E' solo che... Tutto questo scenario mi ricorda lo scenario del Castello, e io... ho paura di tornarci, non voglio, non ce la faccio. Rivivo mentalmente la scena dei corvi che mi aggredivano e la sensazione di terrore che mi ha assalito mentre salivo le scale.

Per la prima volta da quando è iniziato tutto questo, mi chiedo il perchè.

Sì, insomma, perchè sta succedendo? Perchè sta succedendo a me?

Mi giro di scatto verso Arden, dando le spalle al lago. Fino a un minuto fa ero convinta di potercela fare, ma adesso so che non è così. Ho troppa paura del castello, ho troppa paura di quello che mi aspetta. E' come se tutto in quel posto risvegliasse in me un terrore antico, quasi atavico. Smuove parti di me che preferirei rimanessero ferme e tocca punti della mia anima che a lungo ho cercato di rafforzare. Non voglio andare al Castello, preferisco morire.

Solo adesso mi accorgo che quando perdiamo la lucidità, quando siamo sopraffatti dalla paura, emerge quello che siamo davvero. Nel mio caso, una codarda.

Magari quello che sogno è davvero passare la mia vita con Arden, nel mondo reale, senza pericoli. Ma il prezzo è troppo alto.

I battiti del mio cuore accellerano e faccio fatica a respirare. Percepisco appena i nuvoloni neri che iniziano ad addensarsi sopra di me, il rombo dei tuoni che scuote il terreno.

-No, Lia. No! Calmati, calmati!- mi incita Arden, posandomi le mani sulle spalle e scuotendo forte. Io però non lo sento, non lo vedo nemmeno. La mia mente è lontana anni luce.

-Ho paura... Voglio andare via...- è tutto ciò che riesco a dire prima che un'onda altissima mi afferri strappandomi dalle mani di Arden e mi trascini sott'acqua.

Ho a malapena il tempo di urlare.

E me ne pento, perchè tramite la bocca aperta l'acqua mi si insinua nella gola e raggiunge i polmoni, risvegliando una sensazione che ho conosciuto -purtroppo- solo pochi giorni fa.

Sprofondo nel baratro che io stessa ho creato e dal quale questa volta non lotto per uscire. Sto per morire, ma va bene così.

Devo solo trovare un modo per rendere la mia agonia più veloce possibile. Dovrei sforzarmi di ingoiare acqua, così da morire soffocata prima che annegata. Sì, devo fare così.

Sbatto pigramente le palpebre, i miei polmoni mi implorano di respirare, ma non cerco di accontentarli. Tutto sembra così calmo qua sotto, le onde che si stanno accavallando in superfice non si vedono neanche. Farò una bella morte. Calma, forse nemmeno troppo dolorosa.

Apro la bocca e sono quasi felice mentre provo ad inghiottire l'acqua. Solo che non ci riesco. O meglio, il mio corpo si rifiuta di farlo.

Si sta ribellando, l'istinto di autoconservazione è più forte.

Ma la mia volontà lo è di più.

Devo ingoiare l'acqua, altrimenti morirò annegata e sarà atroce. L'esperienza mi è bastata una volta.

-Cecilia, Cecilia non arrenderti!- ma come fa la voce di Arden a raggiungermi qui sotto?-Credevo che fossi più forte, evidentemente mi sbagliavo. Sei solo una ragazzina-

Ah-ah.

Lo so cosa sta cercando di fare, ma non ci casco.

Lui non può sapere quanto sia terrorizzante il Castello per me.

Ma è l'ultimo pensiero che riesco a formulare.

Precipito nell'abbisso del dolore che mi prosciuga le energie e ogni parte del mio corpo inizia a formicolare, ad addormentarsi. Mi viene da piangere, devo assolutamente prendere aria.

No, devo rimanere qui.

Tra un po' sarà tutto finito, devo tenere duro ancora per un po'.

Stringo i pugni.

Arden...

Il mio ultimo pensiero va a lui, alla sua voce che cerca ancora di motivarmi, anche se ormai non riesco a capire bene le parole. Però so che mi sta incoraggiando, lo capisco dal suo tono di voce.

Forse crede che io stia lottando, che possa ancora farcela. Be', mi dispiace per lui. Si sbaglia.

Per me è finita, ed è meglio così. Credo.

Certo che è meglio.

Ecco, adesso la sua voce non è neppure più una voce. E' un ronzio.

Va tutto bene, va tutto bene.

Scusa, Arden, ma non ce la faccio a vivere, è troppo complicato per me. Credevi che fossi più forte, magari ti sei innamorato di me per questo. Mi dispiace davvero, te lo giuro. Queste parole non ti arriveranno mai, ma ho bisogno di dirle, ho bisogno di dirti addio come si deve.

Forse non mi perdonerai mai per averti abbandonato, per averti chiesto di venire con me a casa, e penserai che ti abbia mentito, ma ti giuro che non è così. Io mi sono davvero innamorata di te, ho provato quell'amore di cui tante volte ho sentito parlare ma che non avevo mai sperimentato. Sarò per sempre in debito con te.

Tu, che mi hai fatto sentire la più bella, la più speciale. Che mi hai insegnato a credere in me stessa. Che mi hai fatto stare bene anche quando non lo volevo.

Che mi hai fatto sentire viva.

Che hai reso la mia vita più bella di quanto avrei mai pensato.

Il buio mi circonda, anche se sono abbastanza sicura di avere gli occhi aperti. Proprio come l'altra volta, non sento più niente. Il dolore non esiste, è come se non avessi nemmeno più un corpo.

Eppure, in questi brevi istanti che mi separano dalla morte, vedo proiettarsi le immagini di come sarebbe stata la mia vita con Arden, di noi due insieme a scuola, a casa, stesi sul mio letto a fissare il soffitto e a parlare di quanto siamo fortunati a stare insieme. Rivedo anche il viso dolce di mia madre, il sorriso sicuro di Kerr, risento le voci dei miei amici,e mi dispiace tantissimo doverli deludere.

Ma è davvero questo che voglio?

Sì, certo.

No, posso ancora farcela.

E' troppo tardi.

Ho detto di no.

-No!- urlo, ma so che non ho aperto davvero le labbra, è più che altro un urlo interiore. Ma così forte che mi sento esplodere come una bomba, e vengo avvolta da un fascio di luce accecante che si alza intorno a me come una barriera. Ritorno a respirare. Tossisco convulsamente, cado in ginocchio e mi tengo lo stomaco con le braccia. Mi fa male ogni singola parte del corpo, ma so che sono viva. Sono viva e sono anche una stupida per aver desiderato così intensamente la morte. Ho passato tutta la mia vita a cercare di non deludere le persone che amo, non fallirò proprio adesso.

Mi alzo in piedi e cerco di non cadere. Poi, urlo con tutto il fiato che mi è rimasto.

Il mio è uno strillo acuto, prolungato. Non so esattamente quanto duri, ma so che spalanco talmente tanto la bocca che devo chiudere gli occhi, e quando li riapro sono nel bel mezzo di una conca. Vuota.

Ho prosciugato tutta l'acqua del lago.

-Basta, Lia. E' finita!- sento a malapena la voce di Arden che si avvicina a me, e le sue mani che mi stringono.

Sbatto le palpebre confusa, guardandomi intorno.-Cosa... l'acqua...- riesco a mormorare con voce roca. Stranamente, non percepisco più l'acqua nei polmoni. E' come se la colonna di luce che ho visto prima li avesse svuotati.

Quando riesco a mettere bene a fuoco i lineamenti delicati del volto di Arden, lo abbraccio forte e affondo la testa sulla sua spalla, scoppiando in lacrime.-Scusa... Scusa...- mormoro tra i singhiozzi. Lui ricambia la stretta.-Non dirlo neanche per scherzo. Sei qui, e questo è l'importante- mi consola con voce dolce.

-Sì, ma... ti ho deluso-

-Lia, non mi hai deluso- mi ribadisce paziente-Mi avresti deluso se avessi scelto di rimanere sul fondo del lago e di morire così. Ma non l'hai fatto. Non importa se stavi per farlo, quello che conta è che non l'hai fatto-

Non riesco più a replicare, le lacrime sono bollenti sulle mie guance e non hanno intenzione di fermarsi. E' come se tutta l'acqua che ho prosciugato fosse finita dentro di me (be', in un certo senso è così, visto che sono stata io a crearlo) e adesso stesse uscendo tutta in una volta.

-Forza, Lia. Adesso è quasi fatta. Siamo vicini al tunnel- Arden mi scosta delicatamente e si alza in piedi, poi mi allunga una mano per aiutarmi. Io accetto l'aiuto, barcollo ancora un po'.

Mi appoggio a lui per farmi forza e raggiungiamo agevolmente il tunnel, ormai è una passeggiata. Letteralmente.

Quando arriviamo alla stretta insenatura, Arden si blocca.-Vado prima io- mi dice con un tono che non ammette repliche. Io annuisco.

Arden riesce agilmente ad entrarci e per un po' rimane all'interno senza dare segni di vita. Inizio a preoccuparmi.-Tutto bene?- la mia voce sta piano piano riacquistando fermezza.

-Sì, puoi venire- mi risponde lui. La sua voce rimbomba attraverso le pareti rocciose, così io non sono sicura di aver sentito la voce originale o l'eco.

Però obbedisco.

In realtà non sono mai stata molto agile, ho sempre odiato la pallavvolo e gli altri sport. Be', magari saranno pure bellissimi, ma tutte le volte che a scuola mi trovavo nel belmezzo di una partita di pallavvolo mi sentivo come un elefante in un negozio di cristalli. Ero (sono) lenta e imbranata, e la maggior parte delle volte la palla mi finisce in faccia più che sulle mani.

In ogni caso adesso è diverso, devo riuscire ad entrare nell'insenatura (accidenti a me che l'ho fatta così stretta, non poteva essere almeno un pochino più larga?) senza far capire ad Arden che disastro che sono. L'orgoglio me lo impedisce, non chiederò mai il suo aiuto.

Mi isso sulle braccia e forse prendo un po' troppo slancio, perchè atterro sulla pancia con un tonfo sordo. Riesco a mettermi in piedi, ma non vedo niente. O meglio, all'inizio c'è ancora il flebile bagliore che penetra nell'insenatura a rischiarare il buio, ma dopo qualche metro

più niente. E non c'è nemmeno traccia di Arden.

-Arden?- chiamo. Dal soffitto cadono gocce di umidità e la mia voce si disperde tra le rocce. Se voi sapeste la paura che ho in questo momento di inciampare e morire

-Arden?- chiamo di nuovo, questa volta a voce un po' più alta. Ma tremolante.

Oddio, perchè non mi risponde?

Continuo a camminare appoggiandomi a una parete spigolosa, anche se non so dove sto andando.

-Lia?- sento a un certo punto, ed è la stessa sensazione piacevole di quando sono uscita dall'acqua e ho potuto respirare. Questa è la voce di Arden.

-Lia?- riprova.

-Arden, dove sei?- affretto il passo, non mi piace starmene qui al buio tutta sola. E' una paura sciocca e un po' infantile, ma non posso farci niente.

Cammino così in fretta che a un certo punto vado a sbattere contro qualcosa e caccio un urlo. Poi la cosa mi stringe per le braccia e mi impedisce di andarmene. Il mio cuore batte così forte che temo sia sul punto di esplodere. Comunque non rinuncio a dimenarmi.

-Lia, sono io, sono Arden-

Ah, dunque la superfice dura contro cui ha sbattuto la mia testa è il petto muscoloso di Arden.

Però, non credevo fosse tanto più alto di me, non me n'ero mai accorta.

-Mi hai fatto prendere un colpo!- lo rimprovero, ma mi pento subito di averlo detto.

-Be', anche tu, poco fa. Pensavo avessi deciso di morire.- è la prima volta che Arden usa un tono così risentito nei miei confronti, ma me la sono cercata. Ed è come una pugnalata, perchè la cosa peggiore è che so che ha ragione. Ha dato voce ai miei pensieri e vuol dire anche che quando prima mi ha detto che l'importante era che fossi viva, mentiva.

-Lia, scusa...- cerca di ritrattare, evidentemente ha capito dal mio silenzio e da come ho mi sono irrigidita quanto mi hanno colpito le sue parole.

Mia madre ripete sempre che le parole possono ferire più di una lama.

Ultimamente sto apprezzando tutti gli insegnamenti di mia madre ai quali prima prestavo a stento ascolto.

-Non fa niente- dico, anche se non è vero.-Allora andiamo?- la mia voce è gelida, grazie al cielo. Non traspare la voglia che ho di piangere in questo momento.

Se non altro c'è un vantaggio nello stare nel buio totale. Arden non può vedermi piangere.

-No, Lia... Mi dispiace davvero. Non lo pensavo...- ci riprova, ma io lo blocco anche stavolta. E anche stavolta facendo riferimento a un altro dei proverbi della mia saggia mamma.-No, tu lo pensavi eccome. Non diciamo mai le cose a caso. Magari adesso te ne penti veramente, ma quando hai parlato, poco fa, avevi davvero intenzione di ferirmi-

Arden rimane in silenzio per un po', poi però parla.-Forse hai ragione- ammette.-Ma tu non hai idea di come sia stato vedere che non riemergevi, capire che avevi deciso di morire. Che la tua paura del Castello era più forte del tuo amore per...- si ferma, riacquistando fermezza.-Non importa- taglia corto.

-No, invece importa. Perchè io sono qui, e se sono qui vuol dire che anche se all'ultimo secondo, io ho scelto te. Ho scelto il mio amore per te- lo rimbecco, quasi urlando.

-Lo so, Lia. Scusami- dice a bassa voce. Sento i suoi passi sulle rocce umide e so che ha ripreso a camminare. Io istintivamente lo imito.

-Solo una cosa, Arden. Mi dici come fai a vedere al buio?- gli chiedo dopo che per la decima volta sto per inciampare.

-In realtà è semplice- mi spiega.-E' la forza della suggestione. Tu sei convinta che sia buio, e quindi non vedi. Ma qui è diverso, questo posto l'hai creato tu. Smettila di credere che sia buio e inizierai a vedere.-

Io ci provo, e piano piano il paesaggio inizia a farsi più nitido, più chiaro. E' come se qualcuno avesse acceso una lampada. Adesso ci vedo.

Siamo in un lungo tunnel dalle pareti e il pavimento roccioso, dal soffitto pendono stalattiti e gocce di umidità. Non si vede la fine.

-Wow- esclamo a bassa voce.

-Già.- adesso vedo anche le spalle di Arden che sta camminando davanti a me. Lo vedo girare appena la testa e sorridermi incoraggiante.-Su, andiamo, ora.Ormai manca poco.-

“Poco”, dice lui.

Come se il Castello Nero fosse “poco”.






Ed eccovi il nuovo capitolo, hold on, le cose stanno per finire (e cambiare...) <3

   
 
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