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Autore: Danda93    17/07/2008    2 recensioni
STORIA FERMA PER REVISIONE (probabilmente verrà cambiata in toto)
°°°Cosa succederebbe se Sesshomaru riuscisse per qualche scherzo del destino ad arrivare nell'epoca moderna? Tra automobili e marchingegni "strani", anche lui, il glaciale principe dei demoni, troverà una persona che riuscirà a scaldargli il cuore più di quanto non abbia fatto Rin...°°°
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La notte non dormimmo, o meglio io non dormii, quando Rumi si svegliò ci dirigemmo da Rin e Jaken, ma arrivati davanti alla bimba la ragazza mi fermò sussurrandomi all’orecchio

“Ci parlo io...stai tranquillo...”

la lasciai fare. La vidi chinarsi verso la bimba e accarezzarle la testa sorridendo.

“Rin, ti devo dire una cosa... Sesshomaru ha deciso insieme a me di riportarmi nella mia epoca per un po’ e di rimanere con me...”

la bimba ci guardò entrambi come se volesse la conferma di ciò che Rumi aveva detto ed io annuii,

“Quando tornate?”

vidi Rumiko sorprendersi della domanda

“Non lo so tesoro, ma cercheremo di tornare presto, ok?”

sorrise abbracciandola e la bimba la imitò.

Con Jaken purtroppo non fu tanto semplice, il piccolo demone iniziò a lamentarsi di Rumiko, il che mi fece irritare e non poco, ma quando anche lui se ne accorse si zittì e non osò più parlare,

“Vai a prepararti...”

sorrisi alla ragazza che mi guardava serena e mi avviai verso un albero sedendomi con la schiena poggiata contro il suo tronco, la guardavo mentre si preparava e Rin le correva dietro quasi inseguendola, quando Rumiko si fermò di colpo la bimba sbattè contro le sue gambe e cadde a sedere, mi venne da ridere, ma mi trattenni dal farlo.

Le osservai finchè Rumiko non fu pronta, non so perché, ma mi piaceva quando stavano assieme, mi divertivo a guardarle rincorrere Jaken, mi piaceva quando sorridevano, mi sentivo veramente felice.

“Pronta!”

esclamò brillante Rumi guardandomi, mentre teneva la mano di Rin,

“Andiamo allora.”

fu l’unica cosa che le dissi, almeno finchè non vidi la bimba che si nascondeva dietro di lei forse con l’intento di venire con noi di nascosto.

“Torna da Jaken, Rin... Noi torneremo presto... Occupati di lui mentre siamo via e fai la brava.”

sottolineai le ultime parole e lei mi sorrise triste, poi la vidi dare un bacio sulla guancia di Rumi che nel frattempo si era chinata su di lei e scappare via verso il villaggio.

“Ti porto io, arriveremo prima.”

dissi prendendola in braccio e iniziando a saltare da un ramo all’altro perfettamente in equilibrio, nonostante fosse al sicuro e lei lo sapesse bene, la sentivo tremare o sussultare ogni volta che spiccavo un balzo, sogghignai tra me guardando avanti.

Ci vollero circa due ore per arrivare al pozzo e quando ci fermammo sembrava avessi fatto solo una breve passeggiata, ma per me era normale visto che ero un demone.

“Eccoci, sei pronta?”

mi sorrise come sempre

“Certo!”

trillò entusiasta sedendosi sul bordo del pozzo con un fagotto in mano contenente un kimono femminile blu e azzurro che le aveva regalato una signora del villaggio, rimasi ad osservarla, mentre il vento le scompigliava i capelli, incantato.

Con un balzo mi alzai in piedi sul bordo e mi accovacciai accanto a lei, con le labbra a pochi centimetri dall’orecchio

“Quando vuoi... ”

sussurrai e la vidi gettarsi indietro trascinandomi con sé.

Ci ritrovammo seduti in fondo al pozzo e alzando lo sguardo vedemmo il soffitto del tempietto, eravamo a casa.

Sospirai.

Quando scendemmo le scale del tempietto vidi delle ‘auto’ con delle luci sopra, Rumiko trasalì e corse verso casa, la seguii in silenzio finchè non entrammo.

Dentro era pari all’inferno, c’era caos ovunque, oggetti impregnati dell’odore di Rumi, strani cani che annusavano il territorio, il MIO territorio, istintivamente ringhiai e loro si voltarono a guardarmi, abbassarono le orecchie e uscirono, mi voltai verso Rumiko e la vidi correre verso la madre e la zia.

Non vedevo la piccola Akira e ciò mi fece preoccupare, dopotutto assomigliava così tanto a Rin.

Una voce spezzata dalle lacrime mi risvegliò

“Tu! Fuori! Esci da casa nostra! Non osare mai più mettere piede qui!”

la madre di Rumi mi stava urlando contro ed io feci un passo indietro, vidi la ragazza che tentava di fermarla inutilmente e la zia che imitava quest’ultima.

“Smettila mamma! Non è colpa sua!”

“Rumiko ha ragione, ne parleremo quando ti sarai calmata Izumi!”

“Io non mi calmo, lui ha portato via mia figlia senza dire nulla a nessuno! Lui! È colpa sua!”

quelle parole mi ferirono dentro.

‘Io, non volevo...’

era il mio unico pensiero, ma non riuscivo a dire nulla, le mie labbra erano sigillate.

Rumiko mi si parò davanti fulminando la madre con lo sguardo

“Calmati mamma!!”

stava quasi gridando, le poggiai una mano sulla spalla,

“Signora, mi dispiace... Non era mia intenzione farvi preoccupare... Prometto che questa sera le spiegherò tutto...“

Rumiko mi guardò esterrefatta come le due donne, subito però Izumi si calmò e sospirò voltandomi le spalle e andandosene.

“Che cosa diavolo vuoi fare?”

mi urlò contro la ragazza,

“Voglio dire tutto a tua madre, beh, quasi tutto...”

abbassai lo sguardo,

“No! No! E poi no! Ma sei impazzito?”

mi trascinò fuori per la manica del kimono e ci fermammo vicini al tempietto,

“Uno: non ti crederebbe, due, se ti credesse le prenderebbe un colpo!”

“Per questo le dirò ‘quasi’ tutto!”

si fermò forse a riflettere sulle mie parole, poi annuì,

“Se ne sei convinto va bene, me ne farò una ragione anche se sembra assurdo.”

La sera a cena eravamo seduti in silenzio attorno al tavolo e fui io ad interrompere quel silenzio,

“Io, so che per voi sembra strano, sono...”

mi interruppi

“Sono un... demone cane, vengo dall’epoca Sengoku e sono arrivato qui tramite il Pozzo Mangia Ossa, ovvero il pozzo nel vostro tempio di famiglia...”

mi fermai per veder le loro reazioni, la madre si era fermata, mi guardava pallida, a bocca aperta, la zia mi guardava allo stesso modo e Rumi aveva abbassato lo sguardo sulle sue mani che portava giunte in grembo.

“Potevi trovare una scusa migliore Sesshomaru...”

disse Izumi guardandomi arrabbiata, sbuffai, aveva ragione Rumi, come sempre,

“Sta dicendo la verità mamma, è un demone... io lo so, all’inizio non ci credevo nemmeno io, ma me ne ha dato la dimostrazione nel Sengoku...”

le ultime parole erano più deboli rispetto alla frase, la madre la guardò, poi guardò me, feroce, mi avrebbe fatto paura se fosse stata un demone.

“Tu! L’hai portata dove?”

trasalii come Rumiko, capimmo entrambi di aver parlato troppo,

“Non ero in pericolo con lui! È un demone temuto da tutti! E poi ho conosciuto suo fratello e una ragazza, Kagome, che viene dalla nostra epoca come me!”

“Kagome?”

sua zia si era alzata e l’aveva guardata

“Kagome Higurashi?”

“sì...”

dopotutto Rumiko non ne sapeva il cognome quindi risposi io al suo posto.

“Io sono amica della madre e le ho parlato diverse volte, mi è sembrata sempre tranquilla quando parlavamo di lei... Izumi forse hanno ragione, Rumi non è in pericolo con Sesshomaru.”

“No! Non mi interessa! Non voglio che tu torni di là! Chiaro?”

“Non puoi impedirmelo!”

Rumi aveva alzato la voce e, capendo che forse non stava agendo bene, mi avvicinai a lei per calmarla,

“Ti prego...basta, calmati ora...”

mi fulminò con lo sguardo

“Stai dalla sua parte ora? Non so se hai capito, ma mi sta impedendo di tornare di là con te!”

“Non so nemmeno se ci torneremo di là! Calmati!”

rimase allibita, si sedette come la madre con lo sguardo fisso nel vuoto, io invece la presi in braccio e la portai in cantina, dove avremmo potuto parlare tranquillamente.

La misi seduta sul letto e andai a chiudere la porta, sentii l’anta d’ingresso aprirsi e chiudersi, forse qualcuna delle due era andata a prendere Akira, ma non mi interessava, tornai giù da lei.

“Allora?”

“...”

sbuffai e mi sedetti accanto a lei,

“Mi aiuti ad infilare il pigiama?”

mi guardò sorpresa della domanda

“Come?”

“Ehi, dov’eri?”

“Io? Io non...”

“Lascia stare, riprenditi così mi aiuti, ok?”

Mi alzai e andai a prendere su uno scatolone il pigiama piegato e pulito e iniziai a togliere la giacca del kimono gettandola a terra poi infilai le maniche della camicia celeste a righe, mi voltai a guardarla sorridendo come meglio potevo,

“Non riesco ad abbottonare i bottoni...”

si alzò calma e mi si avvicinò, passò la mancina sul mio petto e, forse per la prima volta, rabbrividii, le diedi un bacio sulla fronte mentre mi allacciava i bottoni in silenzio e la vidi sorridere.

“I pantaloni li puoi mettere da solo giusto?”

misi il broncio come un bimbo piccolo, mi sorpresi di me stesso, tempo prima non lo avrei mai fatto,

“No...”

“Non mentire, so già che la vera risposta è sì e non pensare di commuovermi...”

“Uff, però rimani qui...”

“Sei pazzo?”

diventò paonazza ed io trattenni per poco le risate,

“Quando hai fatto mi chiami, vado in camera mia.”

si avviò verso le scale, ma con un balzo le fui davanti impedendole di passare, sbuffò ed io per tutta risposta la trascinai seduta sul letto un’altra volta

“Non ti muovere di qui chiaro? Chiudi gli occhi se vuoi, o voltati, ma non provare ad andartene, chiaro?”

un po’ volevo sembrare minaccioso e credo di esserci riuscito visto che lei annuì senza fare storie.

Sogghignai quando la vidi nascondere il volto sul mio cuscino.

Finii di cambiarmi e mi avvicinai a lei che si era stesa sul letto, mi chinai sopra di lei poggiando il ginocchio destro sul bordo del letto per evitare di caderle sopra facendole male e le soffiai sull’orecchio sinistro, si voltò di scatto e per poco non mi diede una testata, mi misi a ridere e lei mi guardò male, le sorrisi colpevole

“Scherzavo...”

mormorai cauto stendendomi accanto a lei.

Si voltò verso di me e rimase a guardarmi e mi sorrise serena,

“Ti sei calmata un po’?”

“Sì sì...”

mi fece una linguaccia ed io mi avvicinai a lei, la spostai più vicina prendendola per i fianchi, abbassò lo sguardo imbarazzata e mi venne da ridere

“Cos’è, ti vergogni?”

non disse nulla ed io le diedi un bacio sulla fronte annusando i boccoli neri che mi piacevano tanto, sussultò e si aggrappò con le mani alla camicia del mio pigiama, le sorrisi e sfiorai le sue mani facendola sussultare ancora,

“A che pensi?” arrossì di colpo e credetti per un attimo che stesse per svenire,

“Non puoi o non vuoi dirmelo?”

arrossì ancora di più anche se a quel punto non lo credevo possibile, ma non rispose

“Ho capito... Non puoi...”

una punta di malizia da parte mia la fece sussultare e arrossire ancora,

“Guarda che se continui così svieni...”

sussurrai piano, sussultò ancora.

Le misi una mano sulla fronte,

“Non è che hai la febbre?”

“No!”

esclamò lei di colpo, la guardai incredulo e lei lasciò sprofondare il viso sul mio petto, imbarazzata.

La abbracciai forte.

Dopo un po’ la vidi alzare la testa verso di me e guardarmi sorridente, avevo capito ciò che tentava di dirmi.

Abbassai la testa e posai le mie labbra sulle sue, non so quanto durò quel bacio, ma quando mi allontanai ero senza fiato.

Sorridemmo entrambi prima di addormentarci.

 

°°°Ok, lo ammetto, nell'ultima parte ero indecisa sul da farsi e ho optato per la soluzione "migliore" almeno secondo me... ^///^...Comunque I hope you like it! ^^ kiss kiss...^^ grazie per le recensioni...^^ °°°
  
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