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Autore: Sothis    19/12/2004    0 recensioni
è la mia prima fanfic in assoluto... siate quindi clementi, per favore. Cercherò di aggiornarla almeno una volta ogni due settimane (ma che lo dico a fare , tanto poi so che nn ci riesco!)... Cmq sia, delle recensioni sarebbero gradite... Grazie mille!!! PS. credo che alcune cosette nn si rifacciano molto alla vera storia, io vi avviso....
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mur li aveva accolti cordialmente, come al solito, accompagnandoli nella camera dove aveva adagiato Lady Isabel, che dormiva ancora. -Avrà bisogno di riposare ancora per molto, almeno tutta la notte, temo. –disse il grande Mur, gentilmente –Perché non ne approfittate per rimettere a posto le vostre case? Con l’armatura doro avete conquistato anche i templi, ed essi sono proprio come case, vanno difese, curate e… -Restaurate dopo una battaglia? –Vega era arrivata. Aveva lasciato i cavalieri sugli scalini tra la casa di Gemini e quella di Tauros, doveva finire un lavoro importante, a sua detta. -Vega! –gli occhi del cavaliere di Aries si illuminarono di gioia –Noto che stai bene. Allora, ce l’hai fatta? -Avevi qualche dubbio, zio? -No, in effetti. Sono molto orgoglioso di te Vega sorrise. Sirio osservava la notte stellata dai gradini della casa di Libra. E così aveva scoperto a chi appartenevano gli occhi nella cascata… Sorrise, non aveva mai visto una ragazza più bella, doveva ammetterlo, neanche Fiore di Luna poteva gareggiarvi. -Sapevo che saresti stato qui. –disse Vega, sedendosi sui gradini di fianco a lui –Mi volevi parlare? Il cavaliere del Dragone sospirò -Quel tatuaggio è davvero ben fatto. Una pantera, simbolo di eleganza e forza, un falco, simbolo di acutezza e saggezza tatuati sulla schiena, parte del corpo che rappresenta la forza del carattere. Lao Ma ha fatto un ottimo lavoro. La ragazza sorrise -Sapevo che avresti riconosciuto il tratto anche tu. Avevo notato il tuo tatuaggio quando ti osservavo, ai Cinque Picchi. -Quando Lao Ma tornò a farci visita, avevo già il tatuaggio, mi raccontò che aveva praticato quelle particolari modifiche al tatuaggio di un’altra sola persona oltre a me. Ho fatto due più due, solo il Maestro dei Disegni è in grado di fare un tatuaggio così bello. -Mm. E così doloroso anche. I due risero, ma Sirio tornò subito serio -Non hai raccontato tutto vero? Sull’addestramento di Vega. La nipote del grande Mur sospirò, facendosi seria -No, certo che no. Chiedi ciò che vuoi sapere. -D’accordo. –Sirio fece una pausa, quando ricominciò a parlare il suo tono di voce era basso, quasi un sussurro –Prima del sesto anno…Sei stata da Crystal e sull’isola di Andromeda, vero? -Sì, certo. Era l’unico modo per superare le prime due prove al meglio. -Che altre prove ti ha imposto il tuo maestro? Vega aspettò qualche secondo prima di rispondere -Una soltanto da quando mi ha presa per allieva. Quando avevo tredici anni… -fece un’altra pausa, respirando profondamente –Mi cacciò due dita negli occhi, accecandomi. Mh, l’esperienza più brutta della mia vita. Sirio era rimasto scosso, ma quando parlò di nuovo la sua voce sembrava calma -Perché l’ha fatto? -Ero troppo forte per la mia età, credo. Mi disse che se fossi riuscita a superare il mio livello quando ci vedevo, lui mi avrebbe ridato la vista. -Quanto sei rimasta ceca? -Sei, forse sette mesi. Mi sembrarono un’eternità. -So come ti sei sentita, non è piacevole. -No, non lo è. -Quando hai ricevuto l’armatura… Hai sacrificato ciò che ho sacrificato io, vero? Sapevi che quello era l’unico dono che Vega avrebbe accettato. La ragazza annuì -Sapevo già cosa fare, il difficile stava proprio nel farlo… Sacrificare la propria vita, il sangue che scorre nelle vene, i diritti, i doveri e gli obblighi che si potranno mai avere…Tutto tranne l’amore, perché è qualcosa di trascendente alla vita… Credo che mi ci sia voluto molto più coraggio che a fare qualsiasi altra cosa. -Già. L’addestramento non è stata una passeggiata neanche per te, vero? -Direi proprio di no. –Vega si girò a guardare negli occhi il suo interlocutore –La cosa peggiore è la tensione. Non hai nessun supporto morale, sai? Ti è proibito avere contatti con i tuoi cari, non puoi neanche vederli, sapere se stanno bene, e poi… Sai che ti puoi ritirare, sai che una prova fallita non significa niente, ma proprio per questo c’è qualcosa a spingerti a non sbagliare. Neanche gli amici ti sono di conforto. Quanti notti senza fine tra regole malsane ho passato a guardare le stelle? È difficile persino cogliere i sapori della vita. -A Vega vi fanno studiare anche da sacerdoti, a quanto ne so. -Sì, anche se non si viene mai consacrati. Posso farti qualche domanda io? -Certo. -Il maestro dei Ghiacci… Ci è giunta voce della sua morte, è vero? -Sì, Crystal l’ha dovuto uccidere perché la sua mente era controllata da Arles… Ne soffre ancora. Vega chinò la testa, chiudendo gli occhi -Crystal ci ha raccontato che il suo maestro si era recato a Vega un anno fa. Quando era tornato, gli aveva detto di aver trovato l’amore… Una donna che era riuscita a sorprenderlo. Eri tu. Vega rise sommessamente -Questa è un’affermazione, più che una domanda! Comunque, sì, ero io. -Lui era molto più vecchio di te. -L’età non mi è mai importata molto, mio zio Mur dimostra una trentina d’anni e ne ha circa mille, Kiki, beh, mi fa specie solo chiamarlo zio, sembra un bimbo di cinque anni e ne ha trecento! -Non lo avevo considerato, hai ragione. –dopo una breve pausa continuò –Storia seria? Era la prima? -Beh, sì, era qualcosa di serio, ma tutti e due sapevamo che non poteva durare. Per quanto riguarda la tua seconda domanda…no, non era la mia prima storia, e neanche la prima seria. -Chi…? –Sirio si interruppe, gli sembrava di andare un po’ troppo sul personale -La mia prima storia seria? Sei sicuro di volerlo sapere? –attese la risposta del ragazzo con un sorriso ironico, al suo cenno d’assenso, riprese –Argus. È il vero nome di Cancer, nel caso non lo sapessi. -Cancer?! Una persona così spietata? -Fu prima di sapere quello che faceva, e poi… Con me è sempre stato più che gentile. E dopo ho avuto altre storie…Non serie come quelle di cui ho accennato. –sorrise –E tu? Non dirmi che Fiore di Luna è la prima. -Come fai a sapere… Non indago. No, certo che no. Ma è la prima storia seria. Anche se… -Se? -Se mi sono accorto di non amarla. –scoppiò in una risatina nervosa –Mi sento un verme. La mia era gratitudine, mi è stata sempre vicina… L’ho scambiata per amore e me ne sono accorto solo mentre era sul punto di morte, oggi. Dovrò dirglielo, penso, ma non so come fare per non procurarle dolore… -Ci hai fatto l’amore, suppongo. Per lei era la prima volta? Sirio non rispose, la guardò e annuì col capo. -Allora credo proprio che soffrirà comunque. Vedi, le ragazze come Fiore di Luna si danno solo ad una persona e continueranno ad amarla per sempre. Non t’invidio, la farai soffrire parecchio. Il ragazzo sorrise, guardando il marmo degli scalini -Non so perché, ma con te mi viene subito facile parlare. Vega rispose con un sorriso -Ė tardi e tu sarai stanco. Va’ a dormire. -Buonanotte, Vega. -Buonanotte –rispose lei, mentre si alzava, avviandosi presumibilmente verso la casa di Gemini.
  
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