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Autore: shiva95    23/04/2014    5 recensioni
Premetto che in questo caso la parola yuri fa riferimento a un rapporto di amicizia.
La storia è ambientata una settimana dopo gli avvenimenti di "Il mio amore per te non svanirà mai".
Descrive lo splendido rapporto di complicità che si è venuto a creare tra Tsunade e Sakura. La condivisione delle cose belle e tristi, che fanno di queste due donne medre e figlia.
Spero che vi piaccia l'introduzione e vi attendo numerosiii!!! ^^
Buona lettura e se volete lasciate una rensione, anche piccolina!!! :3
[2^ classificata al contest "L'altra faccia dell'amore" indetto da ellacowgirl]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Sakura Haruno, Tsunade | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Verso il futuro'
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Tu per me sei come una figlia

Camminavo per le strade, diretta all'ospedale, mentre i raggi caldi del sole mi riscaldavano la pelle. Era proprio una bella giornata. Il cielo era limpido, di un azzurro intenso, senza nemmeno una nuvola mentre il sole era luminoso e splendente. Ormai era quasi ora di pranzo e io ero in ritardo per la visita. Ritardo dovuto a Sasuke. Infatti quella mattina si era messo in testa di accompagnarmi a tutti i costi, sensa ovviamente sentire ragioni, quando doveva partire per una missione. Superato un vicolo arrivai, finalmente, a destinazione. Mi avvicinai al bancone che c'era all'entrata e mostrai il foglio della visita che dovevo fare. La signora, sulla cinquantina, me lo restituì, gettando poi un'occhiata dolce al mio ventre rigonfio, di circa cinque mesi, per poi sorridermi. Io le restituì il sorriso e mi diressi verso il reparto dove mi aspettava Tsunade. Faceva molto caldo in quella struttura così, mentre prendevo l'ascensore, mi scostai una ciocca di capelli rosa dietro l'orecchio. Avrei dovuto legarli, negli ultimi tempi mi erano diventati lunghi da arrivarmi fino alla schiena, e mi soffocavano non poco. Quell'ascensore poi non migliorava di certo le cose, sembrava che ci fossero quaranta gradi in quel cunicolo! Quando finalmente le porte si aprirono schizzai, letteralmente, fuori come una saetta. Che caldo! Allungai il passo e finalmente arrivai nella stanza in questione. Bussai e la voce di Tsunade giunse, ovattata, da dietro la porta.
-Avanti- disse e io entrai. La stanza era di medie dimensioni, con un lettino sulla destra, una finestra sulla parete opposta alla porta, qualche pianta di ornamento e una scrivania. Tsunade era seduta dietro quest'ultima e stava guardando qualcosa sul monitor del computer. Appena alzò gli occhi da quello che stava facendo mi fece un luminoso e dolce sorriso, che non esitai a ricambiare.
-Sakura! Ti trovo benissimo! Sei in splendida forma!- e venne ad abbracciarmi, facendo però attenzione al mio pancione, ed io risposi alla sua stretta.
-Grazie Tsunade! Scusa per il ritardo ma Sasuke era proprio intrattabile questa mattina!- gli dissi imbronciandomi. Lei rise e mi fece cenno di accomodarmi sul lettino che c'era nella stanza. Questa era la decima ecografia che facevo, per questo ero perfettamente abituata al liquido freddo che Tsunade mi spalmò sul ventre poco dopo.
-Perchè? Che è successo?- mi chiese divertita mentre accendeva la macchina. Io sbuffai e le raccontai tutto. Sasuke, dopo aver finito di fare colazione, mi aveva comunicato che avrebbe ritardato a partire per quella missione che mi aveva accennato due giorni fa. In pratica mi aveva detto che doveva andare, insieme a Neji e Shikamaru, nel paese della sabbia per delle questioni urgenti, parecchio urgenti. Per questa ragione io mi ero opposta e così era cominciata la discussione. Sapevo che Sasuke ci teneva molto ad accompagnarmi a fare le ecografie, lui non lo dava a vedere ma io sapevo quanto si emozionava quando vedeva il nostro bambino. Cominciavano a brillargli gli occhi e tutte le volte, senza farsi vedere da Tsunade, mi stringeva delicatamente la mano, con una dolcezza immensa. Per fortuna alla fine ero riuscita a farlo desistere, assicurandogli una bella cenetta a base di pomodori, il suo cibo preferito, al suo ritorno.
-E' proprio vero, gli uomini bisogna prenderli per la gola- dissi solenne, mentre Tsunade mi passava il dispositivo sulla pancia, ridacchiando leggermente.
-Quanto è vero figliola mia! Ricordati: la strada per raggiungere il cuore di un uomo passa sempre per il suo stomaco!- e ci mettemmo a ridere di gusto. Io e Tsunade avevamo sempre avuto un bellissimo rapporto. Io la consideravo come una madre e lei come una figlia. A dire il vero stavo macchinando già da un po, con la collaborazione di Shizune, per organizzare una cenetta romantica tra lei e il maetro Jiraiya. Impresa che si stava rivelando più ardua del previsto, data la momentanea intracciabilità di quest'ultimo. Ma lei per me aveva fatto così tanto, che questo mi sembrava il minimo. Sapevo che a lei l'eremita dei rospi piaceva, ma era troppo orgogliosa per ammetterlo.
-E' davvero un splendido maschietto, complimenti Sakura- persa com'ero nei miei pensieri non mi ero accorta che erano già apparse le immagini sullo schermo. Com'era bello il mio bambino! Ogni volta che lo vedevo mi emozionavo come se fosse la prima volta.
-E' tutto a posto?- gli chiesi. A volte ero più apprensiva di Sasuke.
-Sì, sano come un pesce! Non ci sono complicazioni. Sta crescendo splendidamente, tranquilla è tutto a posto- e detto questo mi accarezzò amorevolmente una guancia. Ormai mi conosceva bene e sapeva come calmarmi.
-Mi ricordo ancora quando siete venuti a sapere che era un maschio!- disse Tsunade ridacchiando leggermente. Io scoppiai a ridere come una matta. Sasuke appena l'aveva saputo per poco non era svenuto!
-Già, Sasuke a momenti si faceva ricoverare!- dissi tra le risate.
-Abbiamo dovuto farlo sedere qui sul lettino, al posto tuo, per farlo riprendere!- disse ormai ridendo a briglia sciolta.
-Io non pensavo che un Uchiha potesse avere un mancamento per una cosa del genere!- mi disse ancora, cercando di ricomporsi, con non poca difficoltà.
-Io non pensavo che Sasuke potesse avere un mancamento per una cosa del genere!- dissi, scatenando nuovamente la risata di entrambe.
-Si vedeva che era felice- mi disse Tsuande venendo ad abbracciarmi. Io affondai la testa nell'incavo della sua spalla e sospirai leggermente.
-Già. Pensa che quando siamo tornati a casa non la smetteva più di abbracciarmi. Si era proprio commosso- dissi con il cuore colmo di gioia ripensando a quel giorno.
-Sono felice per te, Sakura. Tu per me sei come una figlia e ti auguro solo il meglio- mi disse dolcemente, accarezzandomi i capelli confetto.
-Lo so. Anch'io ti considero come una madre, specialmente da quando ho perso i miei genitori durante la guerra- dissi rattristandomi. Tsuande mi strinse di più a se, cercando di consolarmi. Avevo sofferto molto quando mi avevano detto che i miei genitori non ce l'avevano fatta. In quel momento mi era sembrato di morire. Se non ci fossero stati i miei amici con me e, soprattutto, Tsunade non credo che ce l'avrei fatta. Delle lacrime cominciarono a spingere agli angoli dei miei occhi per uscire, ma le ricacciai subito indietro. Ormai stavo bene. E questo lo dovevo in gran parte a Tsunade, che mi era stata accanto come una vera madre. E non la ringrazierò mai abbastanza per questo. Lei per me era diventata molto più di una maestra. Era diventata una amica preziosa e una madre che chiunque avrebbe voluto avere. La migliore di tutte.
-Sakura, bambina mia coraggio- mi disse teneramente lei, depositandomi un bacio tra i capelli. Io sorrisi per tutta la sua gentilezza e mi ricomposi.
-Hai ragione. Grazie Tsunade- e le sorrisi dolcemente.
-Figurati! Ricordati che per te ci sarò sempre- mi disse restituendomi il sorriso. Io annuì energicamente e tornai a guardare il mio bambino. Era così piccolo, tenero e indifeso. Il pensare che, quella adorabile creature, era dentro di me mi faceva sentire piena di orgoglio. Tutte le volte che la vedevo.
-Senti visto che Sasuke tornerà domani sera, che ne dici di andare a pranzare in qualche ristorante? Solo io e te. Offro io!- mi propose la mia maestra. Come potevo rifuitare una tale proposta? Accettai ben volentieri e, insieme, ci dirigemmo verso l'uscita dell'ospedale. Ci prendemmo a braccetto e ci incaminammo verso il ristorante che, a detta della mia maestra, era il migliore dell'isolato. Tsunade era una donna forte, energica e piena di grinta ma anche dolce, gentile e sensibile. E, sebbene anche lei avesse i suoi difetti tipo l'alcool e il gioco d'azzardo, io la stimavo tantissimo. Sapevo quanto ancora soffrisse per la perdita di Dan, ma proprio per questo non mi sarei data per vinta con il mio piano. Sarebbe stata, finalmente, di nuovo felice. Perchè la mia maestra, anzi mia madre, lo meritava. Più di chiunque altro al mondo.





Arem dell'Autrice
Ciauuu!!! Rieccomi qui!!! ^^ Spero vi sia piaciuta!!! Volevo mettere in risalto il profondo rapporto che legava questo due splendide donne!!! Spero di esserci riuscita!!! :3
Spero ardentemente che la gradirete e che lasciate una recensione, anche piccola piccola :3
Bene, detto questo vi saluto e alla prossima!!! ^^
Baciii!!! <3 <3 <3
  
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