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Autore: _Cioccorana_    24/04/2014    5 recensioni
Un piccolo, stupido, impossibile errore e restano incastrati in una disperata situazione.
Chi dice che i bambini sono un dono dal cielo non sa proprio di cosa stia parlando.
Riuscirà la sanità mentale di Rose Weasley e Scorpius Malfoy rimanere intatta dopo nove mesi stressanti e decisamente insopportabili?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nuova generazione
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PROLOGO
 

Sdraiata su un fianco osservavo le sue labbra muoversi febbrilmente mentre il suo sguardo sembrava instancabilmente attratto dal soffitto. Disteso accanto a me, rigettava a raffica insulti dedicati con tanto affetto alla professoressa Moore, insegnante di Trasfigurazione, una donna tanto appassionata e coinvolta da ciò
 che era la sua materia da risultare molte volte morbosa e asfissiante.
Ma non stavo ascoltando, qualcos'altro aveva attirato il mio interesse.
Quella era forse la prima volta che la mia attenzione si soffermò sulle sue labbra che ad ogni suono, sillaba o parola si muovevano leste, appetibili, allettanti. Sbuffò con un mezzo sorriso e ricominciò col suo monogolo aggiungendoci gesti infuriati ma decisi delle mani, si mordicchiò l'angolo del labbro inferiore e vi passò dolcemente la lingua umidificandole un po'.

Con grande rammarico di mio padre, Scorpius Malfoy era il mio migliore amico. Eravamo totalmente l'una l'opposto dell'altro, ma c'era qualcosa in lui che mi rendeva a mio agio e terribilmente al sicuro. Lui era un Serpeverde, prevedibile considerando il fatto che discendeva da una numerosa stirpe di convinti e fieri Serpeverdi, anche se ci si sarebbe aspettati, in fondo in fondo, di vederlo spiccare con la sua chioma platinata tra i Corvonero o magari tra i Grifondoro, cosa che sicuramente avrebbe suscitato grande scalpore. Ma no, la Casa Serpeverde era a dir poco perfetta per lui, come Grifondoro lo era per me o per qualsiasi altro Weasley. Sicuramente era un ragazzo migliore dell'adolescente che era stato una volta suo padre, ma ciò non gli impediva di avere i suoi ostinati difetti. Difetti senza i quali Scorpius Malfoy non sarebbe mai divenuto il mio migliore amico.
Era perfetto... nella sua imperfezione.

Un ricciolo color carota mi scivolò sul viso impedendomi la visuale sul biondino che chiacchierava ininterrottamente accanto a me, soffiai un paio di volte tentando invano di scacciarlo, ma quello più ostinato che mai continuava a ricadere nello stesso punto.
Scorpius sembrò notare la mia furiosa lotta col ciuffo rosso e voltò il capo verso il mio viso. Inarcò entrambe le sopracciglia e arricciò l'angolo della bocca in un mezzo sorriso, allungò una mano pallida e affusolata, acciuffò il riccio e ci giocherellò arricciandolo tra le dita ossute. Quando si decise ad adagiarlo dietro il mio orecchio, mi colpì scherzosamente il naso.
<< Mhm... >> mugugnai, infastidita. << Ma che fai? >>
Si strinse nelle spalle e con movimenti rilassati si volse di lato. I nostri volti erano separati da pochi, pochissimi centimetri e le sue labbra sembravano urlare il mio nome. Fissai il mio sguardo nei suoi occhi glaciali, stando bene attenta a non affogarvi dentro.
<< Non hai ascoltato nulla di quello che ho detto, non è così? >> domandò.
Le sue labbra erano così secche... e...
Sorrisi, colpevole. << Scusa. >> mormorai. << Dicevi? >>
<< Dicevo che questa sera a cena Marlene continuava a fissarmi. Okay, posso benissimo capirla, nemmeno io riesco a resistere al mio fascino abbagliante, >> farfugliò passandosi sensualmente le dita fra i capelli sottili e morbidi. << ma se continuà così farà la figura di quella facile; ammettilo, si vede lontano un miglio che vuole venire a letto con me! >> continuò.
Stava attendendo una mia risposta oppure la solita battuta sarcastica che mi sfuggiva ogni volta che parlava di sè stesso come fosse un dio greco, ma ancora non stavo ascoltando.
Le sue labbra erano così secche... e... avevano bisogno di essere bagnate.
Feci avanzare il capo di pochi millimetri, ma mi bloccai. Lo guardai frettolosamente negli occhi e sorrisi, poi, con uno scatto rapido, poggiai le mie labbra umide sulle sue. Il contatto durò una frazione di secondo, ma ciò bastò per confonderlo. Era come se qualcuno l'avesse colpito con un potentissimo incantesimo "Confundus": i suoi occhi stavano scrutando un punto imprecisato oltre il mio corpo e la sua bocca era leggermente aperta.
In quel momento realizzai cosa effettivamente avevo fatto e, inevitabilmente, mi ritrovai nel panico totale. Arrossii violentemente fin sopra le orecchie.
<< Oh, cazzo. Scusami, cazzo! >> esclamai più imbarazzata che mai, affondai il viso nel cuscino crogiolandomi della vergogna.
Ma lui, al contrario mio, considerò quel gesto come un gioco, come fosse un nonnulla e rise cristallino e tranquillo.
<< Ma che stavi facendo? >> disse tra una risata e l'altra. Riaffiorai col capo dal cuscino e lo fissai: si stava rotolando sul letto per l'attacco di risa che si era impossessato di lui e si reggeva divetito il ventre che doleva.
<< E smettila! >> mi lamentai accomodandomi in posizione supina fissando intensamente il soffitto illuminato da un'inquietante luce verdastra. << Avevi le labbra secche! >> strillai a mo' si scuse.
Il suo eccesso di risatine cessò di colpo e si sdraiò con davvero poca grazia accanto a me, lasciando che le nostre spalle si sfiorassero.
Sentivo il suo sguardo su di me, ma non avevo il coraggio né la forza per voltarmi verso di lui, altrimenti mi sarei ritrovata ancora una volta con le mie labbra incollate alle sue.
Avvicinò la sua bocca al mio orecchio. << Ma le mie labbra sono ancora secche. Mi aiuti? >> bisbigliò.
Mi voltai come scottata verso di lui, sbarrando gli occhi per la sopresa. C'era solo un sottile strato di aria che separava i nostri volti, ma quella volta lui fu più veloce e mi baciò.
In pochi istanti quel bacio mutò in qualcosa che era molto più di un semplice, innocente contatto. Diventò un bacio intenso, ma agressivo. Preso dalla foga, si mise a cavalcioni sopra di me senza però interrompere il bacio. Volevo staccarmi e scacciarlo, ma non riuscivo. Il mio cervello mi ordinava di fare una cosa e  il corpo si rifiutava categoricamente. Era una sensazione opprimente, terribile.
Portai la mano tra i suoi capelli morbidi e accoglienti, mentre lui ricominciò a divertirsi con i miei boccoli. Si scollò per qualche secondo dalle mie labbra, ma solo per riprendere fiato.
Continuammo così per alcuni insistenti minuti e prima che me ne rendessi conto si stava sbottonando la camicia con una mano sola, lo aiutai anche se il cervello mi stava letteralmente gridando di piantarlo lì e scappare. Gettò l'indumento a terra, mostrandomi il suo torace snello e gli appena accennati addominali.
Ci strappammo goffamente i vestiti a vicenda fino a che gli unici pezzi di stoffa che ricoprivano il nostro corpo rimasero il mio slip e i suoi boxer che, tra l'altro, raffiguravano una curiosa immagine davvero poco adatta ad un sedicenne. Credevo che solo mio fratello Hugo potesse essere tanto idiota da indossare dei boxer raffiguranti boccini e scope da corsa, ma, a quanto pare, mi sbagliavo.
Non me ne preoccupai molto date che anche quelli sparirono lasciando che i nostri corpi nudi entrassero in contatto, mi accorsi con grande stupore che il mio migliore amico aveva delle grandi doti nascoste di cui non mi aveva mai parlato.
Beh certo, parlare con lui del suo grande amico che alloggiava tra le sue gambe sarebbe stato abbastanza imbarazzante ed inquietante, ma... forse avrebbe dovuto avvertirmi di questo piccolo (grande) particolare prima di fare... ehm... sì, quella cosa che solitamente fanno le persone sposate per... ok, avete capito.
<< Fai piano. >> lo avvertii.
Ma lui non si preoccupò di farlo piano, anzi direi che piano è tutto il contrario di ciò che fece. Urlai di dolore e curvai la schiena sotto di lui afferrandogli una ciocca di capelli e stringendola con forza. Presto le urla di dolore si dispersero nell'aria lasciando spazio ai gemiti di piacere.
Prima di lasciarmi il tempo di capire che quello in cui eravamo impegnati era totalmente sbagliato, entrambi raggugemmo l'apice del piacere e lui scivolò, sudato ma appagato, accanto a me.
Quanto avrei voluto che quella sera avesse portato solo del semplice sesso occasionale...


Vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che sono riuscite ad arrivare fino a qua, spero che il prologo vi sia piaciuto e che continuereta a seguire la mia storia!
E' la primissima volta che scrivo e sono stata veramente indecisa se pubblicarla o meno, ma mi sono fatta coraggio anche perchè mi piace come sto costruendo piano piano la storia (spero che piacia anche a voi.)
Ringrazio anticipamente chi leggerà e chi magari vorrà lasciare un commentino piccolo piccolo.
Non preoccupatevi se non capite il perchè o il percome di alcune cosa, verranno spiegate nei capitoli successuvi!
Vi lascio,
_Cioccorana_
  
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