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Autore: Ammie    24/04/2014    3 recensioni
Mia madre non c'è più, detesto mio padre e non riesco a guardare negli occhi mia sorella. Letteralmente.
Nonostante l'oscurità che mi circonda riesco a vedere una piccola luce, che proviene dal sorriso del nuovo guardiano.
Un guardiano del buio, oltretutto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Hayato Gokudera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il guardiano del buio.
 
Non voglio essere in imbarazzo con te, Hayato-kun. Facciamo parte della stessa Famiglia.
 
"Forse avrei dovuto comprare un altro vestito..."
"N-no! Ti sta davvero bene!" mi assicurò Chrome.
Mi voltai verso lo specchio, scrutando attentamente la mia immagine riflessa. "D'accordo. Andiamo."
 
"Cazzo, no! Smettila di insistere!"
"Devi scusarlo..." disse per giustificare le mie parole. "Dev'essere molto stanco..." continuò, mentre la ragazza si allontanava.
"Perché continui a immischiarti, Dino?"
Bevve un sorso del suo drink, facendo una faccia disgustata. "Che schifo. Perché dovresti essere più gentile con le tue ammiratrici." aggiunse poi, rivolto a me.
Tirai fuori una sigaretta. "Tsk."
"Non si fuma qui." disse una voce purtroppo familiare. Si avvicinò con un drink in mano, ancora ignaro del suo orribile sapore. "Gokudera Hayato. Fortunato bastardo."
Alzai le spalle, sinceramente incurante. "Se vuoi una ragazza devi solo scegliere."
"...Tra i suoi scarti." scherzò Dino, indicandomi.
"Mmh... Pessima battuta, Cavallone." disse, prima di allontanarsi.
Passarono poi vari minuti di silenzio, durante i quali scrutammo attentamente i vari ospiti della serata. Proprio quando feci per andarmene però, Dino ruppe il silenzio. "Oh mio... Sai, Squalo mi sembra un po' preso dalla tua ragazza."
"Ragazza?" io non ce l'avevo. Per fortuna. Che diavolo intendeva dire? "Quale ragazz-"
A un tratto il respiro si mozzò in gola, mentre i miei occhi fissavano strabiliati quella che era l'immagine più bella della mia vita. Sentii Dino quasi soffocare col suo stesso drink, mentre la mia gola diventava secca. I pantaloni si fecero molto stretti.
Chiara era appena entrata in sala, e in meno di cinque secondi aveva attirato gli sguardi di almeno metà degli uomini presenti. Un lungo vestito nero la copriva perfettamente, aderendo alla sua pelle di seta. Inevitabilmente gli occhi caddero -già, non sulla costosa collana di diamanti- ma sulla scollatura, che metteva in risalto le sue generose forme.
Porca miseria.
Aveva raccolto i capelli, e ora solo qualche ciocca cadeva ai lati del viso. Gli occhi... Erano gialli, proprio come quella sera.
"Buon Dio..." disse il biondo, non appena lei andò a salutare Mukuro e la sua compagnia. Ci dava le spalle. Il vestito le permetteva di avere la schiena completamente nuda. E un fondoschiena semplicemente da urlo.
A quella vista strinsi il bicchiere fino a far sbiancare le nocche. Non dovevo pensarci, non dovevo guardare.
"Ha un tatuaggio." disse improvvisamente Dino, risvegliandomi dai pensieri.
Quasi urlai. "Cosa?"
"In basso a destra. Una rosa." continuò.
Guardai meglio la sua schiena. Ed eccola lì: una rosa rossa con tanto di spine. Fatta per essere leccata.
Ma che cazzo sto pensando?
Dovevo uscire, avevo bisogno di aria fresca per calmarmi e far tornare a riposo qualcosa tra le mie gambe. "Scusa un attimo..."
 
"Uhm... Grazie."
Velocemente mi allontanai, rossa in viso per tutti i complimenti ricevuti. Mukuro, mi resi conto, era stato il più discreto: un semplice bacio sulla mano, raffinato, senza guardare la scollatura. Nemmeno con Tsuna c'era stato questo pericolo, tanto era preso da Kyoko.
Con Squalo invece, allarme rosso.
Sospirando, raggiunsi una sala privata e aprii la porta della terrazza. Una grande terrazza, allestita con rose simili a quella che avevo tatuata nella schiena... E che Squalo aveva tanto insistito a toccare.
Per fortuna è arrivato Shamal.
Feci per sporgermi dalla terrazza e guardare il giardino di sotto, quando un rumore mi fece voltare di scatto. In semi ombra vidi Hayato fumare, e dato che probabilmente non si era ancora accorto di me, lo osservai ammaliata dalla sua figura. Le spalle larghe, la sigaretta e l'espressione accigliata lo facevano sembrare un vero ragazzaccio.
Sapevo benissimo che avrei dovuto stargli alla larga, tuttavia qualcosa in lui mi attirava come una calamita. Il cuore prese a battere più forte solo al pensiero di quello che era accaduto tra di noi. Dopo vari ripensamenti mi decisi, in fondo parlare con qualcuno non voleva dire causare un altro scandalo.
"Hayato... Che ci fai qui fuori?"
Subito si girò sorpreso, poi lo vidi accarezzarmi con lo sguardo e quindi arrossii impercettibilmente.
"Aria fresca." rispose soltanto. "...Aspetta, perché non parli giapponese?"
"Pensavo di prendermi una vacanza della lingua straniera..."
Dalle sue labbra uscì del fumo, catturando la mia attenzione. Quella stessa bocca, che aveva toccato la mia. "Neanche per sogno." si passò una mano tra i capelli, meravigliosamente liberi dal codino. "Piuttosto, ricordami perché ho dovuto partecipare anch'io a questa festa."
"Tu sei il leggendario Braccio Destro. L'idolo di tutte le ragazze."
"Tsk. Come se m'importasse."
Lo guardai, anche se il suo sguardo era puntato verso le stelle. "Mmh... E allora di cosa t'importa? Oltre al Decimo." lo bloccai subito.
Ci pensò un po', e dopo alcuni secondi arrivò la sua risposta, che mi lasciò piuttosto sorpresa. "Non lo so. Sinceramente... Non lo so."
Un brivido di freddo mi colse alla sprovvista, costringendomi a stringere le braccia sulle mie spalle. Il gesto rese ancora più evidente la generosità del mio seno e, notando come aveva improvvisamente chiuso le mani a pugno, mi ritrovai a pensare che forse piacevo ad Hayato.
"Uhm..." borbottò, intento a togliersi la giacca. "Ecco..."
"Non serve, torno dentro."
Subito mi guardò in modo confuso. Poi il suo sguardo cadde di nuovo sulla scollatura e... Mi resi conto di non avere più così tanto freddo.
"Perché?" disse, tornando a guardarmi negli occhi.
Perché potrei saltarti addosso.
"Ho promesso dei balli..."
 
"Bellissima serata, non trovi?"
Rokudo Mukuro mi aveva chiesto di ballare non appena mi ero avvicinata per salutare Ken e Chikusa. Un gran ballerino, senza alcun dubbio. Dovevamo tutti aspettarcelo.
"Già." sorrisi, in un angolo del salone principale. "E scusa se all'inizio ti ho pestato un piede. Non sono molto brava a ballare..."
"Non preoccuparti." disse gentilmente.
"Avrei una domanda comunque."
Ed ecco di nuovo quella voce cortese. Se non fosse un genio del male, ci farei un pensierino come cavaliere azzurro. "Prego."
"Perché mi hai chiesto di ballare? Seriamente."
"Chrome." arrivò al punto, senza indugiare inutilmente. "Ho notato che avete legato molto. Mi chiedevo se sapessi qualcosa di lei e quel... Quel Kyoya-san." disse, sottolineando le ultime parole con disprezzo. "Se osa torcere anche solo un capello la mia piccola Chrome-chan, giuro che-"
"Non lo farà." lo bloccai. "Ci tiene a lei... Da quanto ho capito." aggiunsi sottovoce, con un pizzico di malizia. "Non essere così paternalista. Non fa bene alle rughe."
Forse la mia lingua aveva superato un limite, perché a un tratto non scherzò più. "Ho punito persone per molto meno. Attenta a quello che dici."
"D'accordo, scusa." alzai le mani in segno di resa, sorridendo amabilmente. "Ma dalle un po' di spazio. Ha bisogno di divertirsi dopo quello che ha passato."
Si calmò. "Se te lo ha raccontato... Allora credo di potermi fidare." sospirò prendendo un drink. Lo bevve. "Disgustoso. Scusami." disse poi rivolto a me.
Non feci nemmeno in tempo a girarmi, che qualcuno chiese la mia mano. "Permette?"
Sorrisi contenta. "Certo, dottore."
 
Girando di qua e di là per la sala, mi accorsi che forse non ero così male come ballerina.
"Hayato ha fatto il suo dovere?" mi chiese Shamal improvvisamente.
Sorpresa, strabuzzai gli occhi più volte e presi a innervosirmi. "Che intendi?"
"Hai avuto altre crisi? Si è preso cura di te?"
Sospirai di sollievo nel sentire quelle parole, mentre intanto danzavamo con classe. "No e... Sì."
Oh, eccome.
"Bene..." mi sussurrò all'orecchio. "Comunque avrei una domanda." disse poi, facendomi fare un giro.
"Mmh?"
Con un nuovo giro, mi portò in un angolo della sala da ballo. "La vedi quella meraviglia?"
Quasi mi misi a ridere. "Mi hai invitata a ballare solo per chiedermi un parere?"
A un tratto si fermò allarmato. "No! Chiara-chan, ti assicuro che-"
Scoppiai in una piccola risata. "Scherzavo, scherzavo..." risposi dolcemente. "Comunque buttati."
Chiese conferma con lo sguardo, mentre intanto mi faceva danzare lentamente.
"Avanti, Shamal! Chiedile di ballare." gli sorrisi, incitandolo.
Si sistemò la cravatta e poi, con fare plateale, tirò fuori una rosa rossa dal suo abito.
Ma come ci riesce?, mi domandai accigliata.
Dopo il ballo finalmente mi sedetti, cercando di rilassarmi un po'. Era davvero una bella festa, tutti si stavano divertendo. Persino Squalo, che all'inizio aveva definito allegramente la serata come una stronzata colossale. Ma, guardando meglio, mi accorsi che probabilmente era allegro perché aveva bevuto troppo.
Lo vidi poi ridere in compagnia di un preoccupato Yamamoto.
Beh, almeno si sta divertendo.
A un certo punto un cameriere passò con un vassoio ricco di bevande colorate ma che -assaggiandone una me ne accorsi- facevano abbastanza schifo. Delusa dal drink, mi ritrovai a pensare ad Hayato. Lo guardai: era circondato da ragazze, tanto per cambiare. Spostai lo sguardo irritata, pensando che solo poco tempo prima ci eravamo... Le nostre bocche erano entrare in collisione, mettiamola così. Forse sarebbe stato meglio se quello non fosse mai accaduto. In fondo cose del genere complicano qualsiasi tipo di rapporto... E con la faccenda dello scandalo la situazione non prometteva bene. Certo, se non ci fosse alcun impedimento avremmo carta bianca. Ma ero davvero pronta per una cosa del genere? Riuscire ad amare... Dopo quel maledetto incendio?
A un tratto qualcuno mi risvegliò dal mio mare di pensieri, porgendomi la mano. Alzai lo sguardo, fino a trovare quello di Hayato. In un battito di ciglia era sfuggito da quel gruppetto di mangiauomini.
"Non sono bravo con le parole. Balliamo." disse rapidamente, facendo improvvisamente aumentare i battiti del mio cuore.
Presi la sua mano. "...Okay." dissi d'istinto.
Mi portò al centro della sala sotto gli sguardi curiosi e allo stesso tempo sorpresi degli invitati. La musica cambiò, trasformandosi in un sensuale lento. Con la massima disinvoltura si mise in posizione, facendo scorrere le dita sulla mia schiena e premendomi contro di sé. Probabilmente aveva imparato da Shamal.
Subito iniziò a muoversi a passo di musica, e io non potei fare altro che seguirlo, quasi estasiata dal nostro contatto.
"Adesso possiamo parlare italiano? Ti prego." gli sussurrai all'orecchio, sentendolo poi stringere la presa sulla mia schiena nuda. Cosa che mi procurò un brivido intenso.
"Neanche per sogno, piccola furba." mi rispose, ghignando di gusto.
"Antipatico." dissi, facendolo ridere. "Ad ogni modo... Possiamo essere seri per un attimo?"
"Mmh." mugugnò come risposta.
"Non voglio essere in imbarazzo con te, Hayato-kun. Facciamo parte della stessa Famiglia." dissi tutto d'un fiato.
Capendo a cosa mi riferivo mi guardò per qualche secondo dritto negli occhi, poi io appoggiai la testa sulla sua spalla, mentre intanto ballavamo lentamente -e letteralmente- incollati l'uno all'altro. Lo sentii sospirare pesantemente, poi mi strinse ancora di più a se.
"Ci creerà problemi se continuiamo a parlarne. Fingiamo che non sia successo." propose, mormorando con quella sua voce roca e quel suo odore di fumo e colonia, che dall'inizio mi aveva mandata in visibilio.
Dimenticare il mio primo bacio... Chi lo sa.
Ancora appoggiata sulla sua spalla chiusi gli occhi, mentre lui mi faceva volteggiare.
"Chiara..." mormorò dopo un po'. "Shamal sospetta qualcosa?"
Sospettava qualcosa? Finora non mi aveva dato motivo di sembrare arrabbiato. "Non credo, no."
Subito dopo alcuni secondi imbarazzanti, mi resi conto che dovevo cambiare discorso e alleggerire la situazione. "Ehi..."
"Che c'è?"
Portai lo sguardo sui suoi occhi. Sui suoi bellissimi occhi. "Dimmi che hai portato qualcosa di decente da bere." lo pregai scherzosa.
A un tratto, con discrezione, lo vidi aprire la giacca, rivelando una piccola bottiglia di liquore. "Ssh."
A quel punto non potei evitare di ridere, poggiando la mano sul suo petto. E sentendo il suo torace... Fantastico. Lo sentii fremere di piacere per quel piccolo contatto.
Imbarazzato, disse l'ultima cosa che mi potevo aspettare. "Senti, per quella faccenda... Non possiamo rischiare una simile punizione." mi fece girare,
attirandomi subito dopo a sé. "Ma potremmo essere amici..." disse poi, anche se sembrava un po' incerto sulla cosa.
Annuii, non sapendo che altro fare.
Amici.

 
Mi dispiace per il ritardo e per la mancata risposta alle recensioni, ma appena la scuola mi darà un po’ di respiro sarò tutta vostra.
Promesso.
Il prossimo capitolo sarà mooolto più piccante, e dato che è già pronto potrei aggiornare il prossimo weekend… Se trovo belle recensioni per il capitolo.
Sono malvagia. Lo so.
A presto,
Ma Maddie.
  
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