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Autore: kannuki    24/04/2014    1 recensioni
“Chi ti ha parlato di me?”
“La donna che mi ha partorito.”
“Un po' macabra come favola della buonanotte...”
"Tentare di risvegliare il suo amore, è come gettarsi su un coltello affilato. Non puoi lamentarti se ne esci ferita, dopo."
DAL CAPITOLO 8, GUEST STAR -> ELENA, JEREMY GILBERT + MATT DONOVAN ^^
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nadia non aveva avuto una madre ma in compenso aveva ritrovato il padre. Lev, il Viaggiatore che l'aveva prelevata al villaggio, era stato incaricato dall'uomo di riportarla 'a casa'. Gregor le era piaciuto immediatamente: aveva gli occhi buoni e sorrideva spesso, un balenio bianco che interrompeva la continuità della barba rossastra, i capelli neri con qualche filo bianco. Emanava sicurezza, calore e l'amava senza ombra di dubbio. Dal padre aveva appreso lo sventurato destino di Katherine e il nome del vampiro che la tormentava. Nadia si era sentita un po' meno abbandonata e aveva iniziato una nuova vita nel piccolo accampamento dei Viaggiatori.

Il padre le aveva spiegato che non potevano mai essere più di una decina, che su di loro gravava una maledizione ma che il suo arrivo non avrebbe alterato le cose, perché era una ragazza buona e semplice che non possedeva doni sovrannaturali. Aveva osservato la crocetta che portava al collo con un certo compiacimento e le aveva detto che Margaret aveva fatto un buon lavoro. Nadia non aveva ben capito ma aveva sentito la felicità invaderla. Per cinque anni Nadia viaggiò e studiò al fianco del padre, si lasciò tentare dalla promessa di una vita piena, si innamorò per la prima volta, non fu ricambiata e pianse calde lacrime. Il giorno in cui arrivò Consuelo, il vento dell'Ovest ruggì. Gregor le proibì – per la prima volta! - di starle vicino e men che meno fare amicizia, ma ormai Nadia era conquistata dai profondi occhi neri ematite, dalla pelle caramellata, dalla parlata sguaiata e il forte accento catalano. Sotto la gonna stracciata aveva un vasto assortimento di coltellini infilati nella giarrettiera, beveva e parlava come un uomo, prendeva tutto quel che voleva e non si fermava di fronte a nulla. A volte Nadia credeva di vedere le sue pupille brillare nel buio e un brivido caldo piombava nel ventre, illanguidendola tutta. Non avendo mai provato nulla del genere per una persona del suo stesso sesso, si affidò alla religione che aveva trascurato negli anni, in cerca di sollievo.

Una sera Nadia vide quel che il padre cerca di nasconderle e ne fu travolta: Consuelo si era presa il più bello e forte dei Viaggiatori, Anton – per cui lei nutriva ancora un sentimento profondo - e il sangue era sgorgato. Se n'era impadronita con lascivia, dopodiché le aveva mostrato come rendere felice un uomo a riparo da sguardi indiscreti, ma quello che l'aveva shoccata più del resto – non era una bambina e sapeva benissimo cosa accadeva dentro una tenda buia – era stato il suo sguardo nero, le profonde venature attorno agli occhi, i denti sporchi di sangue.

Demonio!” aveva sussurrato stringendo la sua insulsa crocetta, un groviglio di sensazioni e sentimenti contrastanti.

Consuelo aveva riso gettando indietro la testa e l'aveva contraddetta con ferocia e sarcasmo... e se l'era presa, coma aveva preso Anton. Era stato il sangue o il sesso a legarla a lei. Nadia non poteva fare altro che obbedire e compiacerla.

Gregor era andato su tutte le furie quando l'aveva scoperto, ma poiché a quei tempi i vampiri e i Viaggiatori si coprivano le spalle nei riguardi delle streghe, e Consuelo si era rivelata un'alleata preziosa, non aveva potuto fare altro che osservare la propria bambina soggiacere ai voleri della Succube del Diavolo.

Poi l'accampamento era stato attaccato da una congrega e Consuelo aveva pensato bene di tradire l'amicizia ventennale con Gregor, defilandosi e portandosi via la figlia come ricordo. Nadia aveva lottato contro la vampira ed era stata uccisa con crudeltà e violenza. Quando si era svegliata, in transizione e confusa, aveva arrancato fino al corpo straziato del padre, piangendo calde lacrime sui cadaveri. Quello che aveva imparato sui vampiri, l'aveva scoperto da sola. Non era stato facile e aveva spesso rischiato di morire per aver succhiato l'ultima goccia di sangue o per non essersi messa al riparo dal sole.

Quando lui arrivò, le cose peggiorarono.

Nadia pensa a tutto questo mentre Klaus getta sul piatto la sua offerta. Pensa a lui. E a Consuelo. “Mi stai chiedendo di essere il tuo diplomatico, in tuo tirapiedi, una spia e il tuo 'più uno' alla Festa della Benedizione?”

Voi donne siete multitasking, confido nella capacità organizzativa innata.”

La proposta non è malvagia: le da la possibilità di svuotare la mente dai pensieri negativi e la costringe a pensare al futuro in termini di settimane e non di secoli. Lo trova stranamente confortante. O forse è il chiaro di luna della notte tiepida. “Accetto l'accordo ma declino l'invito alla festa.”

Posso chiedere come mai?” Klaus allarga le braccia sulla panchina di legno un po' umida e dondola una gamba.

Non ho niente da indossare, non sono di compagnia, non so ballare e non amo le chiacchiere vacue.”

Di questo ne riparleremo. Raccogli i tuoi averi, sei mia ospite a tempo indeterminato.”

La sua arroganza è leggendaria. Katherine l'ha avvertita che non accetta 'no' come risposta. Perciò... “No, grazie.”

Il vampiro le scocca un'occhiata. Lunga, felina e cattiva. “Non hai capito” sussurra. “Sei in prova. Se al termine della prova non sarò soddisfatto, mi sbarazzerò di te. Nel frattempo, ti voglio a portata d'occhio e d'orecchio. Ti va bene, messa in questo modo?”

Per niente” ripete con voce tenue solo per gustarsi l'espressione incredula del vampiro. “Non hai bisogno di ordinare. Basta chiedere con cortesia.”

Una tiepida ironia arriccia le labbra di Klaus. Non deve essere abituata a sfidare vampiri più forti, non teme le conseguenze delle sue parole.

So di essere in debito con te...”

E' il tono di voce, l'incipit della frase? Klaus ha cambiato espressione e la studia interessato. Nadia espira prendendo infine la sua decisione: ha bisogno di sapere se esiste un altro modo di vivere oltre a quello che le ha mostrato 'lui' ed oltre a quello 'vietato' dalla sua religione. Fare una prova. Per un po'. “La tua fiducia sarà ben ripagata.”

Non ho alcun dubbio” mormora, soddisfatto solo in parte di aver condotto in porto l'accordo. Gli accordi sono fatti per saltare, le alleanze tradite. “Le regole sono semplici e poche: non si caccia per uccidere, non si uccidono altri vampiri. Se uccidi un vampiro, finisci nel Giardino e lì non ci sono fiorellini e uccellini a tenerti compagnia.”

Cos'è il Giardino? “Il quinto dice 'non uccidere', Klaus...”

... e il nono dice 'non desiderare la donna d'altri'. Camille appartiene a Marcel, quindi lascia perdere” mormora distratto da un nuovo pensiero: i lupi mannari hanno cercato un pretesto per attaccar briga con i vampiri, gli umani ci andranno di mezzo e prima o poi le streghe si schiereranno... o forse risorgeranno dalle ceneri di New Orleans. Hanno stipulato un patto? Hayley non avrebbe il fegato di mettersi contro di lui e detesta le streghe dopo quel che le hanno fatto passare. La scarta a priori ma tiene un occhio puntato sui tirapiedi spacconi. “Ti affido il tuo primo incarico, dolcezza. Prendi contatti con Francesca. Falla parlare, non mi interessa il modo. Voglio sapere cosa sta accadendo alle mie spalle e quanto feroce dovrà essere la mia vendetta.”

E se non ci fosse proprio un bel niente dietro? “Ti porterò anche il nome della maestrina delle elementari” promette. “C'è una chiesa da queste parti?”

Giù per Bourbon Street. Quando sei dentro, chiedi di padre Kieran. Non dirgli che ti ho mandato io o fiuterà una trappola.”

Un venticello fresco, come un presentimento cattivo, la fa rabbrividire. “Ora posso vedere il Giardino?”

***

Francesca non sa un bel niente di niente. Nadia ci ha messo poco per farla parlare e non è neppure dovuta ricorrere alla seduzione. L'umana non sa dell'esistenza di una pianta chiamata verbena che è in grado di annullare la malia di un vampiro. Certo non può negare che le serate trascorse insieme si stiano rivelando più piacevoli del previsto, ma non è pronta ad andare avanti e la sua riluttanza sta stuzzicando ed infastidendo Francesca allo stesso tempo. Quando l'ha confessato, la donna ha sussurrato che era molto dolce, ma l'ha liquidata prima che la bottiglia di vino finisse. Nadia ha capito di aver fatto un passo falso – mai aprire il proprio cuore ad una sconosciuta – ed è rientrata a casa scornata, nervosa e un po' alticcia. Si è tolta i vestiti e si è infilata nella doccia per cacciar via l'odore di fumo che appesta tutti i locali della città. Dopo aver asciugato i capelli, Nadia si è seduta sul bordo del letto, sfogliando un libricino con sguardo vitreo. La solitaria veglia funebre che aveva tenuto per Katherine, non aveva portato alcun giovamento. Ha davvero perso la fede o troppe cose, tutte insieme, le impediscono di concentrarsi sulla preghiera?

/La sera prima/

Nella chiesa di padre Kieran si respirava un'aria strana. Un sentore di morte aleggiava fra le quattro pareti, rizzandole i peli delle braccia. Era successo qualcosa di orribile in quel posto, aveva pensato prima di scoprire la verità sul massacro dei fedeli. Nadia si era fatta il segno della croce e il prete si era avvicinato, indicando il libro di preghiere.

E' davvero raro vedere qualcuno rivolgersi a San Francesco di questi tempi.”

O in questa città” aveva sussurrato infilandovi dentro un segnalino. “Avrei bisogno di confessarmi, padre.”

L'aveva sconvolto, quel pover'uomo. Quando aveva capito di non stare parlando con una fedele qualsiasi ma con un vampiro in crisi mistica, era ammutolito. Le aveva detto di non averne mai incontrato uno e che non credeva fosse possibile che un anima persa cercasse conforto nella parola del Signore. Confessare la relazione impura con un padre della Chiesa, era stata la cosa più dura della sua vita. Nadia aveva temuto che prendesse il crocefisso e glielo sbattesse in testa, ma padre Kieran era stato ben più lungimirante. Le aveva dato l'assoluzione ma Nadia aveva creduto che fosse più per paura che per reale perdono.

Un'ora dopo, piangeva calde lacrime di orrore.

Klaus non aveva alcun interesse ad illustrarle le 'meraviglie' nel Giardino e l'aveva affidata alle cure di Marcel. Poco prima, Nadia aveva cominciato a bere per annegare il ricordo di Katherine e mentre sprofondava negli abissi alcolici, l'incubo era tornato, claustrofobico e crudo. Si era ripetuta che non era vero, che non sarebbe mai più successo, che non lo stava vivendo e pian piano era riuscita a distinguere le cupe figure nella cripta sotterranea. Anime perse, corpi rinsecchiti, occhi vacui che fissavano il vuoto in cerca di sangue.

L'ha fatto Klaus...?”

No, sono stato io.”

Era compiacimento quello che trapelava voce? Per un attimo, Nadia aveva immaginato di essere di nuovo prigioniera della fossa, ma ne era uscita nel peggiore dei modi e non avrebbe mai più rivissuto quell'incubo. “Peste vi colga...” aveva gorgogliato tenendosi ben distante dalle pareti. “Non avete alcuna pietà... fratricidi...”

Non li stiamo mica torturando. Gli lasciamo tempo per riflettere sui propri errori.”

Maledetti dal primo all'ultimo, incapaci di vivere o morire, sospesi in un purgatorio terreno in cui il tempo si è fermato. Perché Klaus permetteva che accadesse tutto quello?!

Nadia era rincasata all'alba con lo stomaco in subbuglio, l'anima torturata per la sorte dei malcapitati e il ricordo delle punizioni inflitte da lui che non contribuivano alleviare la pena. Quando accadeva, perdeva il lume della ragione. “Svegliati!!”

Il vampiro si era voltato nel letto, disturbato dal richiamo della donna. Aveva continuato a sonnecchiare finché una mano dura l'aveva scrollato con violenza e c'era mancato poco che Nadia finisse a far compagnia ai cadaveri nel fiume. “Ma che caz....”

Sei a capo della congrega, dovrei guidarla con saggezza ed onestà, non torturare quelle povere creature macchiate di chissà quale delitto!” aveva urlato aggrappandosi alle sue spalle nude.

Klaus ci aveva messo un po' a raccapezzarsi. L'olfatto registrava una dose massiccia di liquore, il tatto, dita gelate sulla pelle. Aveva dimenticato la visita guidata come uno stupido. Nadia era cattolica, le bastava pregare il Signore col giusto fervore per ottenere piaghe d'Egitto ed alluvioni. “Il giorno in cui guiderai una comunità, ne riparleremo. Va smaltire la sbronza da un'altra parte.”

Nadia aveva congiunto le mani, chiudendo gli occhi lacrimosi nello stesso momento. “Non potresti almeno prendere in considerazione l'opzione di smantellare quell'abominio e applicare la legge in maniera meno severa?”

Troppe cose ti sono ignote ed è bene che restino così” aveva biascicato sistemando il cuscino con un pugno. “Ci hai dato dentro con il bourbon, eh?”

Ricordarglielo serviva solo a farle girare la testa. “Ti prego, ti supplico e ti scongiuro di rivedere la tua decisione!”

Non poteva scongiurarlo di mattina? A mezzogiorno sarebbe stato meglio.

Dimostrati migliore degli altri... ti prego...”

Gli altri chi? “Se dico sì, la pianti e mi lasci dormire?”

Nadia aveva annuito, muovendo scompostamente la testa e l'ondata di nausea le aveva rimescolato lo stomaco. Era diventata verde e aveva dovuto abbandonare la stanza in tutta fretta per evitare di rigettare sul pavimento. Klaus aveva spinto il cuscino sulle orecchie, domandandosi chi fosse il lui o la lei che Nadia aveva bisogno di esorcizzare.

/Ora/

A ripensarci non era stato ne saggio ne cauto da parte sua. Aveva mostrato una mancanza di rispetto che lui non avrebbe tollerato...

Toc toc

ed è ancora avvolta dall'asciugamano.

Nadia si sgrida mentalmente: deve ricordare che non è sola in casa propria e che quel posto è un vero porto di mare. Ma nuda o vestita che differenza poteva fare? Se aveva deciso di allontanarla, ucciderla o punirla non sarebbe stata la sua mise a fargli cambiare idea.

Vieni in salotto. Dobbiamo parlare.”

La voce di Klaus non è alterata dalla rabbia e non ha particolari inflessioni. Per un momento pensa di fuggire dalla finestra, l'altro ha già estratto gli abiti dall'armadio come un bravo soldatino. Katherine aveva detto che scappare non serviva a niente e Nadia non aveva potuto contraddirla: l'aveva sperimentato sulla pelle per anni.

***

Ma dove li prende quei ridicoli vestitini? Klaus sospira per la mancanza di gusto della donna. Eppure è figlia di Katherine, non ha ereditato proprio nulla da lei? “Francesca ti manda i suoi saluti, o mio dolce fiorellino di campo.”

Ah... ecco di cosa devono parlare. Ha usato proprio quel termine per descriverla quando le ha parlato della sua scelta di fare l'amore solo con la persona giusta. “E' arrabbiata perché non voglio concedermi a lei.”

Ti costa fatica?”

Una promessa fatta a se stessa non può essere sospesa alla leggera. Ma questo lui non può capirlo. “Hai detto che non ti importava il modo in cui ottenevo informazioni. L'ho soggiogata...”

Prende la verbena!” esclama Klaus con un risolino incredulo. “Il tuo candore è squisito e completamente inutile in questa occasione. Per nostra fortuna, Francesca non ha alcun interesse a schierarsi. È una commerciante, sopravvive sempre. A lei basta che ci sia un mercato di compravendita... però ha un'interesse particolare per i farabutti e mi appoggia senza ombra di dubbio.”

Ah sì... sa come va a finire la storia. Ora le dirà che l'ha delusa...

Klaus posa il bicchiere vuoto e cammina fino a lei, le mani infilate in tasca. “Quando ti affido un compito, mi aspetto che lo porti a termine.”

Appunto. Nadia raddrizza la schiena, trattenendo il respiro. “Non sono stata all'altezza e lo capirò se vorrai punirmi.”

Fossero tutti come lei, non avrebbe tanti problemi a regnare sulla città. E' conquistato dalla sua lealtà, ma il costante servilismo non riesce a tollerarlo. “Non dire sciocchezze. Ti sto chiedendo troppo in un momento di dolore.”

Non merito giustificazioni...”

Lo sguardo dimesso di Nadia pizzica in un angolino del cuore e non gli piace tanto quando succede. Il suo dolore è interno, profondo e radicato negli anni. Klaus non riesce ad essere duro con lei. Gli ricorda troppo se stesso. “Non ti affiderò altri compiti al momento, è evidente che non sei in grado di scendere a compromessi... ne vorrei che tu lo facessi” conclude girando su se stesso “Chi me la salva l'anima, altrimenti?”

La tensione che le appesantisce i lineamenti scompare. La preferisce così che tormentata come l'ha vista in quei giorni. Klaus l'aveva udita rientrare alle prime luci dell'alba e salire le scale con passo stanco e pesante. Da sconfitta. L'aveva spiata mentre fissava il cellulare, col bigliettino di Francesca in mano e la voglia di fare tutt'altro dipinta sul viso. Era evidente che il compito non le piacesse per niente ed era certo che avrebbe preferito restarsene sul divano della biblioteca a leggere Rousseau, invece di uscire tutte le sere a far baldoria per New Orleans con la donna. A tal proposito... “Ho trovato questo da un vecchio libraio vicino al porto. E' una prima edizione.”

Klaus le tende il libro, spiando le sue reazioni. E' un po' come mostrare la piumetta al gatto sperando che ci giochi. Funziona. Nadia si avvicina titubante ma gli getta un'occhiata sospetta. “Voltaire?”

Ti ho vista prendere dei libri dalla mia biblioteca e ho pensato che potesse interessarti. Spero non ti sfugga l'ironia della scelta.”

Il Candido, o l'Ottimismo. “Sosteniamo tutto e il contrario di tutto. Questo libro descrive fin troppo bene la violenza cieca della natura e la fragilità degli esseri umani. Sapevi che le descrizioni delle improbabili mutilazioni dei protagonisti ispirarono il marchese de Sade?”

Non amo il genere e non capisco cosa si trovi di piacevole nell'essere frustati. Mio padre ha sempre usato il bastone con noi e nulla di ciò che ci infliggeva portava piacere erotico” commentò velocemente, dandole le spalle. “Intuisco che il mio regalo non ti entusiasmi.”

Al contrario” mormora stringendo il libro contro il seno. “Potevi comportarti diversamente, potevi punirmi per la mia mancanza...”

Nei primi tre minuti della chiacchierata con Francesca avrebbe voluto ucciderla, ma il racconto allegro della donna e la descrizione minuziosa della sua ritrosia l'aveva deliziato. Stronzate a parte, Nadia non aveva causato guai e la prima volta poteva lasciarla passare. La prima volta.

... ma hai scelto di perdonare e questo farà di te un gran comandante.”

Preferiva re, ma per quella sera dovrà accontentarsi. “Toglimi una curiosità. Perché non hai voluto fare l'amore con lei?”

Alla luce dei fatti, sarebbe servito?”

Non gli è sfuggito l'irritazione nel tono teso della voce. La leggiadra straniera amante della cultura non desidera parlare di se stessa o mostrare debolezze umane. Un altro punto in comune. “Non ho trovato solo quel libro, al porto...” borbotta cambiando argomento e sollevando una pila di tomi. “Hai letto anche questi?”


  
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