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Autore: Makar    24/04/2014    2 recensioni
Un fulmine squarciò il cielo notturno, il cui plenilunio era nascosto da enormi nubi scure che non promettevano nulla di buono. Non appena il tuono lo raggiunse, una bambina aprì i suoi enormi occhi celesti per la prima volta: sembravano gli occhi di un Angelo. Nessuno sapeva che sarebbero diventati gli occhi del Diavolo. Il futuro di dieci ragazzi verrà intrecciato in un legame indissolubile che solo i loro poteri potranno combattere. In una storia d'avventura, azione e suspense. Il loro mondo verrà capovolto.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Correva l’anno 1995, quando la vera Fine ebbe inizio.
Era il 14 Febbraio, il giorno di San Valentino, e Malibù soffocava sotto i piedi delle migliaia di turisti che erano là per visitarla o dai semplici abitanti.
Le scuole erano inondate di studenti, la cui maggior parte era impegnata a trovarsi qualcosa da fare per la giornata: chi suonava serenate, chi interpretava poesie romantiche a gran voce, e chi invece si faceva i fatti suoi.
E mentre gli umani crogiolavano nella loro ingenuità, laggiù negli Inferi Lucifero stava progettando un qualcosa che avrebbe cambiato radicalmente la vita degli uomini.
Ebbene, dopo migliaia di anni trascorsi pensando a come attuare il suo piano, quel giorno maledetto era arrivato, e il destino si compì.
Il Dio degli Inferi lanciò uno strano sortilegio al Pianeta Terra, colpendo tutte le donne che attendevano un dolce bambino. Quest’ultimo, alla sua nascita, riceveva in una qualsiasi parte del suo corpo una voglia a forma di mezzaluna, scura come un tatuaggio.
Tutti i bambini che nacquero con quel segno furono subito messi sotto esame, senza però trarre alcuna soluzione se non la semplice coincidenza.
Gli individui che furono colpiti dalla maledizione, crescendo si resero conto di avere delle strane capacità, doti innate che nessun altro loro simile aveva: chi poteva spostare gli oggetti col pensiero, chi riusciva a fermare il tempo, chi aveva una memoria fuori dal normale, chi riusciva ad aggiustare piccoli oggetti in poco tempo, chi aveva la capacità di rigenerarsi, chi invece riusciva a smagnetizzare delle cose, insomma: Lucifero aveva donato a questi ragazzi dei poteri che dovevano essere usati a fin di male,  contro il bene e tutto quello che stava attorno.

 
E’ il 30 novembre 2013. Ai nostri giorni i bambini sono diventati adolescenti: c’è chi ancora deve capire di avere dei poteri, chi invece ha già delle capacità molto sviluppate. Più però si va avanti ad allenare queste doti, più si capisce che non sono frutto del bene, della natura divina, bensì oggetto di qualcosa di malvagio, di malefico che nessuno potrà mai combattere.
Data la natura degli adolescenti, i poteri continuavano ad essere utilizzati a fin di bene o solo per scopo personale, e così Lucifero decise di prendere nelle sue mani tutto quanto, realizzando del lento fallimento del suo piano ritenuto da lui perfetto.
Decise di prendere un’anima pura dalla Terra, e con lei fece un patto, trasformandola in sua schiava ed affidandole un terribile compito: uccidere chiunque portasse quella voglia a mezzaluna, per potersi riprendere tutti i poteri che lui aveva donato ai ragazzi.
Questi ultimi erano ovviamente all’oscuro di tutto quello che sarebbe accaduto, che avrebbe disordinato ed intrecciato le loro vite in un legame indissolubile.
 
 

FLASHBACK
Era una notte primaverile incredibilmente afosa, e un plenilunio splendeva nel cielo stellato, illuminando con una luce fioca i margini di una strada semideserta.
Una ragazza barcollava pericolosamente sul marciapiede, tenendo le scarpe in mano e rabbrividendo ad ogni passo che faceva sull’asfalto umido e terribilmente freddo.
Aveva i capelli mossi e castani raccolti su una spalla, gli occhi di un celeste spaventosamente intenso persi in un’espressione vuota e confusa, ed indossava una canottiera nera e degli shorts a vita alta che le mettevano in risalto le gambe lunghe.
Gli zigomi ed il naso erano rossi, il che denotava un’enorme sbronza, causa della sua camminata insicura e del giramento di testa che non le dava una tregua.
Imboccò un vicoletto che solitamente prendeva per arrivare prima a casa, che stranamente era ben illuminato da luci bianche molto forti, le quali le diedero fastidio all’istante.
Notando le pozzanghere sul tragitto, infilò nuovamente le scarpe ed estrasse il rossetto ed uno specchietto, per poi aprire quest’ultimo e risistemarsi il trucco.
Tuttavia, notò che nello specchio non c’era solo il suo riflesso, ma anche quello di un’altra persona, che distava da lei solo qualche metro. Si girò di scatto, ma non trovò nulla, se non un gatto randagio che soffiò e scappò non appena la ragazza imprecò.
Fece spallucce e proseguì il suo cammino, finchè non andò a sbattere contro qualcosa o.. qualcuno.
Non appena distolse lo sguardo dalla sua immagine sullo specchietto, cominciò a tremare e gli occhi si caricarono di terrore puro: un uomo le stava di fronte, con un ghigno terribile.
Era affascinante ed indossava un elegantissimo smoking nero, e la ragazza dagli occhi celesti avrebbe giurato di aver visto un angelo, se non fosse stato per le iridi dei suoi occhi, di un rosso simile a quello del sangue. In quel momento, sperò che fossero lenti a contatto.
«Amethyst Smith, quanto tempo che è passato. Se non sbaglio, diciotto anni! Ma guardati, sei la copia di tua madre, se non fosse per i tuoi occhi: così calmi, così chiari, così angelici. Non mi piacciono affatto, ma forse ci saranno utili.» sospirò l’uomo, con una voce profonda ed oscura. Egli non le suggeriva nulla di buono, e lei sapeva di non conoscerlo.
«Non credo di averti mai visto in tutta la mia vita, e non so come fai a sapere tante cose su di me. Chi diavolo sei?» sibilò la ragazza, chiudendo gli occhi a fessura.
«L’unico che esista su questo Universo. » replicò lui, sogghignando in maniera terrificante.
La diciassettenne ebbe un sussulto quando una sorta di scarica elettrica le attraversò tutta la spina dorsale. Osservò le sue braccia: aveva la pelle d’oca.
Che diamine significava? E perché aveva risposto in quel modo? Nascose la sua paura e, con tanto coraggio e stupidità, gli rise in faccia come se niente di ciò la turbasse.
«Ah, il Diavolo eh! Beh, devo dire che con quelle lenti a contatto- e indicò gli occhi del tizio –sei davvero molto credibile. Peccato che queste battute siano passate di moda, e solo un povero sfigato che lavora per MTV o che partecipa a Jackass può dire queste cose. Perciò, prima che chiami la polizia, vedi di filartela. Non faresti paura nemmeno ad un neonato.» sentenziò, inarcando un sopracciglio nella speranza di essere credibile.
Ma almeno su una cosa era credibile: non desiderava altro che l’uomo la lasciasse in pace e le permettesse di tornare a casa senza rischiare la vita. Voleva solo andarsene, sola.
«Lingua biforcuta, questo mi piace. Chiunque la possegga si dimostra poi un ottimo bugiardo, e questo, questo ci sarà davvero molto utile. Ma cambiamo argomento, che ne dici? Non credi che io sia Lucifero, Re degli Inferi. Ma cosa posso fare per mostrartelo?» tacque per un istante, portandosi l’indice sinistro sul mento coperto da una barba ispida e facendole intuire che non stava scherzando per niente.
Amethyst rimaneva comunque scettica: insomma, il diavolo non esisteva, e uno che si annunciava come tale era solamente un folle che non era ancora stato rinchiuso in una casa di cura; ma se invece avesse ragione? Se invece era davvero… il diavolo? La sua bocca si seccò di colpo, ma grazie alla quantità industriale di alcol bevuto poco prima, non aveva ancora freddo. Tuttavia, la sua mente era annebbiata e tutto ciò le sembrava solo un sogno.
«Ho trovato!» disse spalancando le palpebre ed illuminando ancor di più gli occhi rossi. Con un rapido schiocco di dita, Amethyst venne catapultata in una stanza bianca, senza via d’uscita, ed arredata solo da uno specchio dalla cornice antica in legno di cedro, con vari ghirigori intagliati ed alcuni graffi parecchio spaventosi. Ai lati di esso, v’era l’uomo.
Amethyst si avvicinò allo specchio ed ammirò il suo profilo, e prima che potesse aprir bocca, “Lucifero” esclamò «Tu sei d’una bellezza incredibile, Amethyst. Così eterea, sembri una dea, una ninfa. Ma cosa succederà, quando l’adolescenza terminerà?» e fece passare una mano davanti allo specchio, che subito cambiò immagine. Amethyst non c’era più.
Al suo posto, una donna senza capelli e con un’enorme gobba la fissava: aveva occhi azzurri sbiaditi, un viso stanco e pieno di rughe, ed una bocca grinzosa.
La ragazza la osservò inorridita, e in un istante capì tutto: era lei, fra settant’anni. D’istinto, socchiuse la bocca e si portò un indice al petto, incredula.
L’uomo annuì sorridendo, e con un passo si avvicinò alla ragazza «So che non lo vuoi, Amethyst Smith. La tua bellezza e giovinezza è troppo bella per poterla perdere per sempre. Ma io potrei farti rimanere giovane per l’eternità, potrei regalarti l’immortalità solo con un battito di ciglia. So che mi credi, so che sai chi sono veramente, ed insieme, potremmo realizzare finalmente i nostri sogni più oscuri e proibiti, nonché i più desiderati.
Mi serve solo un po’ di te.» proferì, accarezzandole una guancia con l’indice. Era freddissimo.
«Ossia?» balbettò la ragazza, ammaliata dalle movenze di quell’uomo, e dalla sua incredibile calma con cui affrontava quel tipo di situazione, alquanto scomoda.
«Voglio che mi aiuti ad uccidere dei ragazzi. Può sembrare terrificante, lo so, ma è per una buonissima causa. Io, Lucifero, gli ho donato dei poteri incredibile, per sconfiggere chi ostacolava i miei piani: e loro si sono schierati con i miei più acerrimi nemici. Meritano la morte! E se tu mi aiuterai, ti renderò immortale ed eternamente bellissima, se non ancor di più. Perciò, ciò che ti chiedo di fare è solo darmi un po’ del tuo sangue. Solo un po’, lo stretto indispensabile perché tutto ciò sia possibile.» proferì solennemente.
Amethyst sentì il cuore battere velocemente, mentre la sua coscienza si dimenava per impedirle di accettare; tuttavia, qualcosa dentro di lei la spingeva a seguire i consigli di Lucifero, a servirlo ciecamente. “Avanti, Amethyst, sarai bella per sempre, e affiancata da una persona molto intelligente ed affascinante. Governerai tutti, e vivrai felice in eterno. Che vuoi di più?” le sussurrò la vocina subdola, mentre la stuzzicava.
La diciottenne non sapeva che fare: accettare o negare? L’unica cosa che voleva fare era andarsene da lì e scappare da tutto ciò che stava accadendo in quel luogo lugubre.
Se avesse detto di no, lui l’avrebbe uccisa, ne era certa. Perciò, senza pronunciare una parola, allungò l’avambraccio verso di lui e schiuse la mano, chiudendo gli occhi.
In una frazione di secondo, una lama passò sulla pianta della mano di Amethyst e del sangue caldo cominciò a scorrere fino a sgocciolare dentro ad una fialetta di vetro.
La ragazza riaprì gli occhi ed osservò Lucifero, che ne bevve in un sorso il contenuto e sorrise soddisfatto, con gli occhi iniettati di sangue. Era ancora più spaventoso.
Amethyst indietreggiò, mentre qualcosa dentro di lei cambiava per sempre. Le sembrò che il cuore smettesse di battere, e che tutta la sua felicità deviasse in qualche modo.
Nel giro di qualche secondo, la ragazza tornò nel buio più profondo, e quando un po’ di luce le fece riaprire gli occhi, si ritrovava sdraiata nella stessa via di prima.
Ora, aveva solo una cosa in mente: uccidere tutti coloro che le avessero impedito di far realizzare i suoi sogni. Perché ora, in lei v’era il Demonio.
E tutto sarebbe cambiato, per sempre. 




Ok, eccomi qui! Innanzitutto, mi scuso terribilmente se ci sono errori di qualsiasi generi: dopotutto, è la mia prima fanfiction (o almeno una che abbia almeno un po' di senso!), perciò non siate troppo malefici. Spero vi piaccia, e spero anche che recensiate dicendomi se l'avete apprezzata o se avete dei consigli per migliorarla.
Detto questo, vi saluto (:
  
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