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Autore: HachiNana    18/07/2008    0 recensioni
Chi di noi non si è mai fatto problemi per un proprio difetto estetico?E se quel difetto condiziona uno dei periodi più delicati della nostra vita? Di certo non bisogna bestemmiare se uno è "un pò" Basso...
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Maligno Puffo Volgare

Il Maligno Puffo Volgare

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Capitolo1

 

“Io li odio. Io li odio tutti. Tutti, dal primo all’ultimo. Perché? Perché? Perché sono tutti assurdamente alti! Si, ecco, non c’è un motivo più serio, c’è solo questo e questo mi basta per odiarli. Tutti i giorni da quattro anni mi sento richiamare da chiunque mi stia attorno, anche da coloro di cui conosco il solo nome, con paroline intimidatorie sul mio aspetto. La cosa porta ad odiare anche il più insignificante della scuola che riesce ad avere la sua perfida rivincita su di me, sfogando la sua frustrazione. Giorno dopo giorno mi ripresento al mondo  sperando di non essere il solito zimbello...Perchè cazzo dev’essere tutto così alto?? Uno ha bisogno di una scala solo per abbracciare qualcuno. Ma il mio dilemma non è l’essere basso di per se, ma essere basso e avere diciannove anni! E che cazzo! Poi uno dice che non deve essere volgare...Ci si fa suggestionare dall’aspetto e tutti allora ti etichettano come sfigato. Ed eccomi là, nel reparto di tutti i diciottenni e diciannovenni della scuola che in quattro anni non sono riusciti a diventare qualcuno. La vita è dura.”

Guardava le sue scarpe da ginnastica consumate, camminando a testa bassa sul marciapiede davanti alla scuola. Per poco non finì a sbattere contro un palo della luce. Per fortuna che alle 7:45 del mattino non c’è mai nessuno per strada. Mancava solo quello per farlo sentire peggio. Ogni giorno la scuola era come un campo minato, qualunque passo falso che faceva, lo portava inesorabilmente alla figuraccia, che rimaneva nitida nelle menti degli spettatori. Salì le scale di corsa, senza neanche aspettare i suoi compagni di classe. Almeno con loro andava d’accordo...Forse perché lo conoscevano da più tempo, e ormai sapevano che non sarebbe mai cambiato, ed era un vero peccato prenderlo in giro. Forse per non farlo sentire più a terra di quanto fosse già? Non voleva la loro compassione ed era certo di non averla, anche perché non era il solo che a diciannove anni giocava ancora con i videogiochi e leggeva ancora manga giapponesi, torturandosi il cervello con ogni sorta di fesserie fantasy. Almeno su questo, sentiva di avere qualche punto in comune con gli altri. Entrò in classe dirigendosi verso l’ultimo banco accanto al muro, si tolse il giubbotto e aprì il libro a una pagina a caso, per dare l’impressione di ripetere all’ultimo momento la materia del giorno. Nelle orecchie la solita musica spacca timpani, ascoltata a qualunque ora del giorno, mentre lui cercava di imitare con la bocca i suoni di un basso o di una batteria. Tentativo inutile, fallito, dal momento che essere intonato era veramente un desiderio irraggiungibile per lui. A poco a poco che i minuti si avvicinavano al suono puntuale della campanella, la classe si riempì di studenti intenti a ripetere e parlottare tra loro. Ma lui non ascoltava, continuava imperterrito a disegnare sul banco. Era un personaggio di un videogioco, o meglio, inventato prendendo spunto da un gioco. Almeno in questo se la cavava ed era piuttosto bravo. Su questo era il migliore e nessuno poteva batterlo, peccato che non facesse un grande effetto positivo sulle ragazze. Al suono della campanella, scattò in piedi (in tutta la sua altezza, per quanto poteva esserlo) mentre la professoressa entrava in classe sbattendo la porta.

- Ragazzi, oggi non è proprio giornata, evitate di farmi arrabbiare e vedremo di raggiungere un punto d’accordo - Sempre le stesse parole da cinque anni, ormai si era annoiato di sentirle ogni mattina. Se solo avesse detto qualcosa d’interessante, forse l’avrebbe potuta ascoltare.

- Prima di incominciare vorrei ricordare a tutti gli interessati che a breve avranno inizio i corsi di teatro...e per essere più chiara, visto il vostro scarso entusiasmo alla notizia, vi darà dei punti credito... – A questa parola metà classe scattò in piedi. Era come una luce proveniente dal cielo scesa in terra per aiutarli. Lui avrebbe fatto di tutto per poter avere qualche chance in più, dal momento che i suoi voti potevano scendere in picchiata molto rapidamente. Per la prima volta da giorni, uscì dalla fine delle cinque ore con un sorriso stampato in faccia: una buona notizia. Doveva solo scrivere il suo nome su quel maledettissimo foglio nell’ingresso per poi presentarsi al primo incontro. Una cosa estremamente noiosa...Questo doveva voler dire socializzare con i compagni di teatro? Dannazione. Socializzare. Un rischio che doveva correre, un rischio che doveva affrontare. “ Ma perché anno inventato l’azione di fare amicizia??...Uff...” Pazienza, in fondo si trattava solo di tenere duro per qualche tempo ed evitare di essere eccessivamente simpatico (come in effetti era), e cercare di fare lo scorbutico. Così non ci sarebbero stati problemi. Si avviò zompettante verso l’ingresso, pensando che magari l’indomani sarebbe stato una giornata migliore per lui.

 

  
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