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Autore: DragonSlave    18/07/2008    1 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction ed è un esperimento piuttosto bizzarro: è una mia incursione nel magico mondo di Hogwarts e dintorni. Se anche voi, come me, vi siete mai chiesti come sarebbe stato ritrovarsi a studiare ad Hogwarts, forse vi piacerebbe leggere come mi ci sono immaginata io. Questa one-shot è senza pretese ed è un totale colpo di testa, ma mi piacerebbe che qualcuno leggesse e commentasse, nel bene o nel male, perciòmi rimetto alla vostra sentenza!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Risultai Serpeverde

 

 

Risultai Serpeverde

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Una volta ho fatto un test su Internet, risultai Serpeverde.

 

Camminavo velocemente lungo i corridoi dei sotterranei, diretta in Sala Grande per la colazione.

 

Conosco a memoria i passaggi labirintici dei sotterranei che, fin dal primo giorno, quando venni smistata nella mia Casa, percorro senza perdermi mai. Ho un ottimo senso dell’ orientamento, io, cosa credete.

A dispetto delle scale che cambiano destinazione o di stanze che si spostano, so sempre dove sono. O quasi. Questo perché alcuni segreti di Hogwarts mi rimangono ancora nascosti, ovviamente; se si frequenta una scuola come questa, generalmente non ti rimane molto tempo per girovagare. Pensandoci ora, forse però questo sarebbe potuto essere uno dei vantaggi di essere Prefetto: molti accessi che vengono negati ai normali studenti, spesso fanno eccezione per i Prefetti; l’ anno scorso mi avevano mandato la spilla da Prefetto, sono una studentessa brillante, sapete, ma ho cortesemente rifiutato l’ incarico. Troppo modesta? Niente affatto! La verità è che odio le responsabilità. Me ne lavo le mani dei ragazzini del primo anno che non riescono a trovare la Sala Comune, o dei turni di guardia notturni in giro per i corridoi nei periodi bui della nostra epoca. Non è roba per me, quella.

Uscita dai sotterranei, lanciai un’ occhiata alle clessidre delle Case, passando per la Sala d’ Ingresso. - Un po’ troppi topazi, per i miei gusti. - borbottai contrariata.

Quegli angioletti dei Tassorosso avevano fatto un po’ troppe buone azioni, ma ci avrebbe pensato la nostra squadra, sabato, a rimetterli al loro posto. Avrei personalmente provveduto ad aumentare il livello di pietre preziose nella nostra clessidra, oh sì. Perché sono Cacciatrice nella squadra di Quidditch della mia Casa. Adoro il Quidditch, è il gioco più emozionante dell’ intero sistema solare, e volare è qualcosa d’ incredibile, non c’ è nient’ altro al mondo di così adrenalinico e liberatorio. Ai provini volevano prendermi come Portiere, talento naturale, dissero. Ma io insistetti per il ruolo di Cacciatore, è molto più movimentato e si sta più nel centro dell’ azione. Non ebbero a pentirsi.

Raggiunsi l’ entrata della Sala Grande e salutai i miei amici seduti alle altre tavolate. Sì, perché per uno strano scherzo del destino, le uniche persone che posso veramente ritenere amiche, e che tra l’ altro si contano sulle dita di una mano, sono disseminate in giro per le altre Case, tranne che nella mia.

Le prime due le incontrai sul treno durante il nostro primo viaggio verso Hogwarts: Daelian e Rortbea, come me, non avevano trovato un solo scompartimento libero neanche a pagarlo in galeoni. Così ci facemmo l’ intero tragitto nell’ unico scompartimento che era rimasto vuoto, evitato da tutti come la peste. E a ragion veduta. Perché effettivamente il rischio di prenderci la peste, secondo me,l’ avevamo corso: sul pavimento era riversata una sostanza putrida e vischiosa, che più tardi avremmo potuto comparare al contenuto del centinaio di pittoreschi barattoli da esposizione che fanno bella mostra di sé nell’ allegro ufficio di Piton. Sospettammo fosse vomito, magari qualcuno era allergico al succo di zucca, perché oltre ad avere un aspetto raccapricciante, emanava un odore talmente fetido, che non ricordo come riuscimmo a non svenire.

E, si sa, quando tre persone riescono a sopravvivere ad un viaggio di otto ore circa, intrappolate in quello che ha tutta l’ aria (perdonate il gioco di parole) di essere un letamaio di drago, è ovvio che poi non riescano a fare a meno di fare amicizia. Piccolo appunto: ho detto persone, e non sconosciute, perché se lo ero io per loro due, e loro due lo erano per me, non lo erano però tra di loro: Dae e Rea sono gemelle, quindi si conoscevano abbastanza bene, direi.

La terza amica in questione fu un incidente di percorso, se mi sentisse credo che si offenderebbe a morte, ma io non intendo in un senso così negativo. Voglio solo dire che nessuna di noi due aveva programmato di instaurare un rapporto con l’ altra. Tutto quì.

Accadde al mio terzo anno, quando ci dettero il permesso di visitare il villaggio di Hogsmeade. Ora non posso stare a raccontare i dettagli, ma fatto sta che mi ritrovai invischiata in uno scherzo cretino architettato da un’ altrettanto cretina Serpeverde del mio stesso anno, ai danni una povera creatura rispondente al nome di Marian Chilfoitte.

E non fate quella faccia! Non mi ero mica precipitata al soccorso della ragazza! Sono solo rimasta coinvolta per caso!

Sorvolando sul motivo per cui io mi trovassi là, in breve ci ritrovammo chiuse a doppia mandata, per così dire, nella Stamberga Strillante. Io e Marian.

Ovviamente ne uscimmo incolumi, se non vogliamo prendere in considerazione crisi di pianto e travaso di bile, ma altrettanto non si può dire della sfortunata Serpeverde che aveva avuto quella splendida idea, la quale, poverina, imparò presto cosa significasse avere me per nemica. Fu espulsa il giorno stesso. Da allora io e Marian, che non possiamo condividere gli stessi corsi perché lei è un anno avanti a me, condividiamo però un’ oretta di relax dopo le lezioni pomeridiane, passeggiando in riva al Lago Nero.

Infine gli ultimi due sono acquisti piuttosto recenti, ci conoscemmo in Biblioteca appena l’ anno scorso. Io, Enone e Fred ci ritrovammo allo stesso impensabile orario delle 13:40 nel riservatissimo Reparto Proibito, davanti al medesimo scaffale, con le mani alzate per prendere lo stessissimo polverosissimo volume rilegato in pelle, dal titolo in lettere arzigogolate: "Piramidi e cerchi di pietre: la magia dell’ antichità nascosta nell’ archeologia babbana" .

Quando ci accorgemmo dell’ assurdità della situazione, rimanemmo per un imbarazzante minuto fermi come sotto l’ effetto della Pastoia Total-Body, dopodiché me ne uscii con un:  - Madame Pince dev’ essere più rimbambita di quello che sembra.. -, consapevole del fatto che servisse un permesso scritto del Direttore di Casa per consultare un qualsiasi libro del Reparto Proibito: non si era accorta di aver controllato più di un permesso per lo stesso libro nel giro di pochi istanti?

La battuta sembrò stemperare un po’ l’ atmosfera e, sorridendo entrambi, mi proposero di consultarlo insieme, dato l’ imminente inizio delle lezioni pomeridiane.

Quì va fatta una piccola precisazione: prima ho detto "ci conoscemmo", ma in realtà ci conoscevamo già, anche se solo di vista; sono del mio stesso anno e quindi era già capitato di avere lezioni in comune o comunque di esserci incrociati nei corridoi. Inoltre loro due sono Prefetti della loro Casa, perciò capita spesso di vederli in giro. Quindi sì, a differenza di me, loro hanno accettato l’ incarico; non che ci si potesse aspettare altro da Enone, lei è un po’ più ligia al dovere, semmai il contrario da Fred, lui è più pigro, ma ha certi voti dannatamente alti, che gli è stato impossibile rifiutare.

Così iniziò la mia amicizia con quei due, che continua studiando in Biblioteca le materie di cui condividiamo i corsi.

Sedendomi al tavolo della mia Casa, feci un cenno di saluto agli altri componenti della squadra di Quidditch, le uniche persone che mi stanno veramente simpatiche di tutta la mia Casa, trovo che gli altri siano un po’ troppo scostanti; o forse sono io ad esserlo. Da questo punto di vista, però, ritengo di essere fortunata: una squadra, per funzionare, deve essere affiatata, e se le persone che la compongono ti sono antipatiche, come speri di poter ottenere dei risultati?

Indugiando su questi pensieri (e su quelli di altro genere, tipo catturare ed in seguito dar da mangiare alla mia gatta Morgana quel dannatissimo gufo che, planando per l’ arrivo della posta del mattino, aveva lasciato cadere nel mio bricco del the diverse penne sporche e arruffate), vagai di nuovo con lo sguardo lungo le quattro tavolate.

Ricordo benissimo il momento in cui mi venne calato in testa il Cappello Parlante, e non mi stupii troppo della decisione che prese.

Prima di partire per Hogwarts, conoscevo già di fama le quattro Case tra cui sarei stata smistata, e mi ero già fatta un’ idea di quale mi sarebbe piaciuto entrare a far parte. Credo che ne parlai anche con Dae e Rea.

Penso di poter dire con assoluta certezza che Tassorosso fu la prima opzione ad essere da me scartata: pazienza, duro lavoro, impegno… iiiiiiiiiihhhhhhhhh! Ma se sono le cose da cui rifuggo. E poi: giustizia, lealtà, uguaglianza.. certo, e una bacchetta autoincantante no? No, no. Non era proprio il posto per me.

Considerai invece la possibilità di finire a Corvonero: l’ intelletto ed una mente acuta e brillante sono tutte cose che possiedo ma, per Merlino! Tutto quel celeste! E non guardatemi con quell’ altezzoso sopracciglio alzato! Per me sarebbe stato un vero dramma, odio quel colore con tutta me stessa! Il solo pensiero di me vestita con la divisa da Quidditch di Corvonero mi mette i brividi…

Devo ammettere, quindi, che per un attimo la mia mente fu attraversata dal pensiero non troppo ributtante di poter venire smistata tra i fieri ed audaci Grifondoro, i coraggiosi, determinati, splendidi leoni scarlatti, gli ineffabili, insuperabili, infallibili, invincibili, rifulgenti, impareggiabili, divini, sacrosanti, incoronati grifoni…. no, sono proprio una Serpeverde a tutti gli effetti!

Oh, andiamo! Non fate quella finta faccia stupita, so che l’ avevate capito da tempo.

Dicevo, non mi stupii molto, quando il Cappello mi assegnò alla Casa di Salazar perché, oltre a portarne per nome il diminutivo (sì, può sembrare ridicolo, ma mi chiamo proprio Sal…), ad avere come colore preferito il verde, e a portare come unico metallo l’ argento (trovo che l’ oro sia troppo pacchiano..), credo che l’ astuzia e l’ ambizione non mi facciano difetto.

Certo, magari mi sarebbe piaciuto un posto un po’ meno umido dei sotterranei, ma in fondo sempre meglio delle torri piene di spifferi gelidi di Corvonero e Grifondoro, e del dormitorio dei Tassorosso in cui aleggia sempiterno l’ odore che viene dalle cucine.

Ci rimasi un po’ male, però, quando proseguendo con la Cerimonia dello Smistamento, Dae e Rea finirono in una Casa diversa dalla mia, e non in una qualsiasi, ma proprio al Grifondoro! No, dico, ma sul treno non avevo realizzato di star parlando con due future rifulgenti Grifondoro? Eppure avrei dovuto immaginarlo, si sa che per tradizione i gemelli vanno a Grifondoro! (Ok, ok! Non vi scaldate tanto, fan di Godric il Salvatore, era solo una battuta! Forse un po’ cattiva, lo ammetto, ma non ho saputo resistere. E poi me la perdonano perfino Dae e Rea!)

Comunque la nostra amicizia resiste al proverbiale scorno tra i due famosi fondatori; così, se io faccio in modo che i miei compagni di Casa non diano fastidio alle mie amiche, è pure vero che loro agiscono affinché io venga considerata un’ eccezione dai santi grifoni. Eh, dura la vita dell’ onesta Serpeverde!

E a proposito di onestà, in quel momento l’ occhio mi cadde sulla tavolata dei tassi, dove scorsi Marian indicare gentilmente qualcosa su di un foglio alla mia sorellina seduta accanto a lei.

Chiudete la bocca, o vi ci entreranno le mosche!

Avete capito bene, sì, mia sorella è tra i Tassorosso. Neanche quì c’ è troppo da stupirsi, in fondo, sapete? Anche i nostri genitori, a loro tempo, sono stati ad Hogwarts: papà era stato smistato tra i Tassorosso e mamma tra i Serpeverde, perciò direi che ci siamo divise equamente l’ eredità.

Gil (il nome per intero è Giluli, ma io l’ ho chiamata da subito col diminutivo, così lei ci si fa chiamare praticamente da tutti; e poi Sal e Gil suona bene, no?) aveva passato la Cerimonia dello Smistamento proprio la sera prima, ed ora si apprestava a cominciare il primo giorno di lezioni.

Ispirata da un pensiero improvviso, frugai nella mia borsa e tirai fuori un pezzetto di pergamena, sul quale scrissi:

     Cara Gil,

                   tantissimi auguri di Buon Compleanno!

              So che iniziare la scuola proprio il giorno del tuo compleanno,

                               non dev’ essere il massimo per te.

              Ma ti posso assicurare che le cose che imparerai quì

                          vanno al di là di qualsiasi cosa si possa desiderare come regalo.

              Scoprirai presto che Hogwarts ti darà tutto quello che vuoi,

                                       se sei pronta a donargli te stessa.

              A proposito di doni e regali, troverai il mio nella tua Sala Comune stasera,

                      e mi raccomando, ogni tanto, vieni a trovare questa linguacciuta Serpeverde.

           Baci,

                     Sal

                                                                                                                                P.S. So che la tua prima lezione

                                                                                                                                        è con quel simpaticone di Severus.

                                                                                                                                        Vorrei proprio vedere la sua faccia

                                                                                                                                     quando scoprirà che sei mia sorella!

Arrotolai il bigliettino e tirai fuori la mia bacchetta. Rimasi un attimo ad osservarla, riflettendo su quanto mi fosse mancato usarla durante l’ estate.

Sono molto affezionata alla mia bacchetta (e ancor di più agli incantesimi che ne scaturiscono: dover fare le cose senza usare la magia è un vero supplizio!): lunga sette pollici e mezzo, in legno d’ acero, è leggera e flessibile; di un grigio perlaceo, ha un cuore di piuma di fenice. Ricordo che quando fu chiaro che era la bacchetta che faceva per me, il signor Olivander mi fissò con una strana espressione; ma è pure vero che quell’ uomo ha fatto delle strane espressioni uno stile di vita: proprio qualche giorno prima ne aveva regalata un’ altra preziosissima a mia sorella.

Puntai la bacchetta in direzione del pezzo di pergamena e mormorai: - Wingardium Leviosa! -, facendolo quindi levitare verso il tavolo dei Tassorosso e poi cadere in grembo a mia sorella.

Lei lo prese, lo lesse, e poi mi guardò con un’ espressione tra l’ esasperato ed il divertito.

Risposi con un ghigno ed un cenno della mano.

"Sta per cominciare un altro indimenticabile anno ad Hogwarts!" ricordo che pensai.

Mai avrei potuto immaginare quanto.

 

 

 

 

Nota: i personaggi quì citati e le ambientazioni sono proprietà di J. K. Rowling, quindi al lei vanno i diritti. Tutto il resto è assolutamente

farina del mio sacco, spero che la zia Row mi perdonerà...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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