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Autore: Simonne Lightwood    24/04/2014    6 recensioni
PRESUNTA PRIMA PARTE DI COHF, incentrata sul ritorno dei Malec. Una riappacificazione che però avverrà nel più inatteso dei modi.
Un pericolo incombe sui figli di Lilith, minacciando la vita di Magnus. E se neanche i suoi poteri gli fossero d'aiuto questa volta? E se Alec , il suo ormai ex fidanzato, fosse l'unico in grado di salvarlo dalla crudeltà di Sebastian?
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clary aveva sperato che prima o poi si sarebbe abituata alla sgradevole sensazione che si prova viaggiando con un Portale. Ma, mentre veniva risucchiata per l'ennesima volta in un vortice oscuro che la faceva girare come una trottola nel vuoto, togliendole il respiro, capì non sarebbe mai successo.
D'un tratto sentì un dolore acuto nel gomito. Quando riaprì gli occhi -che aveva chiuso per evitare che la massa d'aria fredda le facesse finire i capelli in faccia, annebbiandole la vista - si rese conto di trovarsi per terra, sdraiata a pancia in giù sul freddo asfalto.
Mentre si stava rialzando in piedi, ripulendosi la tenuta dalla ghiaia, sentì un tonfo sordo, seguito da un lamento. Si voltò e vide Isabelle, accucciata per terra, a qualche passo di distanza da lei.
-Questo affare mi fa venire la nausea ogni volta! - Sbottò la mora, mentre raccoglieva da terra la frusta di elettro, che le si era srotolata dal polso.
-Allora siamo in due, Iz. - Cercò di confortarla Clary, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
Prima che la mora potesse rispondere, un altro corpo venne catapultato sul marciapiede: quello di Aline, che -al contrario di Isabelle e Clary - era riuscita ad atterrare in piedi. 
-La prossima volta che avrò voglia di divertirmi, anzichè andare al Luna Park mi farò un giro in un Portale - scherzò Aline -è peggio del Sombrero! - 
In quel momento, il Portale emanò un intenso bagliore dorato e una massa di corpi si riversò sul pavimento. Poi gli Shadowhunters si rialzarono goffamente in piedi, lamentandosi per il brusco atterraggio, mentre il Portale si chiudeva alle loro spalle.
Clary guardò di fronte a sè. Una scuola a due piani, dipinta di giallo e di arancione, si trovava poco distante da loro. Bastava attraversare la strada per raggiungerla. Nonostante l'edificio fosse avvolto in uno strato di nebbia -dal momento che dicembre era alle porte e le giornate soleggiate diventavano sempre più rare, man mano che l'inverno si avvicinava - Clary riusciva a vedere i fiori di carta pesta e i disegni dei bambini ancora appesi alle finestre.
Rabbrividì al pensiero che quella che una volta era una scuola elementare, affollata da centinaia di bambini, ora era diventata il covo del suo fratello tanto malvagio quanto psicopatico.
-Clary - la ragazza sentì un braccio muscoloso cingerle le spalle. Non dovette voltarsi per capire di chi si trattava, lo sapeva già.  -Sai che non sei costretta a farlo. Non hai alcun obbligo di entrare là dentro e affrontare tuo fratello. Potresti sempre tornare all'Istituto mentre noi.. -
-Non se ne parla nemmeno. - Lo interruppe Clary, impedendogli di finire la frase. -Abbiamo già affrontato questa conversazione, Jace. Mi sembra di essere stata chiara sul fatto che voglio combattere con voi e affrontare il mio destino, qualunque esso sia. È me che vuole Sebastian, e non ho alcuna intenzione di stare qui a girarmi i pollici mentre voi vi fate ammazzare al posto mio. - Clary si voltò e i suoi occhi incontrarono quelli di Jace. Il ragazzo esitò un attimo, cercando qualche segno si insicurezza negli occhi di Clary, ma non ne trovò nessuno. 
-Va bene, allora. - Disse, arrendendosi. -Però stammi vicina. -
Clary annuì e si voltò verso gli altri, accorgendosi che stavano aspettando solo lei. Prese il coraggio e si incamminò verso la scuola, seguita da una ventina di Shadowhunters e lupi mannari che marciavano in silenzio, come dei soldati, dietro di lei. 
Il quartiere in cui si trovava la Hunton School era quasi disabitato da anni e, di conseguenza, avvolto in un silenzio che non era tipico della frenetica New York. Gli unici suoni che Clary poteva sentire erano il rumore dei passi dei suoi compagni che calpestavano le foglie secche del cortile della scuola e il fruscio del vento, che la faceva rabbrividire. Aprì la porta d'ingresso con una runa di apertura ed entrò nell'edificio, seguita dagli altri, che cercavano di fare meno rumore possibile. L'interno della scuola era caratterizzato da una hall non molto ampia,  pareti dipinte di giallo e arancione - una combinazione di colori che Clary non avrebbe mai approvato - e dall'aria pesante, in quanto le finestre non venivano aperte da anni. 
-Io e il mio branco andiamo a perquisire il secondo piano - annunciò Luke a bassa voce, per non farsi sentire dalle eventuali sentinelle di Sebastian -voi Nephilim date un'occhiata alle aule qui sotto, d'accordo? -
Gli Shadowhunters annuirono, poi si diressero verso la prima aula, mentre i licantropi salivano le scale per raggiungere il secondo piano. La classe era completamente vuota: non era rimasto più niente. Nè un banco, nè una sedia, nè la cattedra. Persino le lavagne erano sparite.
Con il cuore in gola, Clary seguì gli altri, che si stavano avviando verso la seconda aula. Anche questa era vuota come la prima. Proseguirono con la terza e poi la quarta e così via, trovandole tutte deserte, finchè Isabelle non perse la pazienza.
-Si può sapere dove diavolo è finito quel bastardo?! - Sbottò -Abbiamo perlustrato quasi tutte le classi, Alec e Taylor sono andati a controllare persino nei bagni e Luke non ci ha ancora dato alcun segno. Ciò vuol dire che non hanno trovato niente. E se si stesse prendendo gioco di noi? -
-Abbi pazienza, Isabelle. - La rimproverò Robert -È di Clary che si tratta. Se ci ha detto di venirlo a cercare in questa scuola, è sicuramente qui. -
-Ma è assurdo. Stai insinuando che Sebastian stia giocando a nascondino? - Chiese la ragazza, guardandosi nervosamente attorno. 
-Non lo so. - Disse Robert, con un sospiro. -So solo che dobbiamo controllare se anche l'ultima aula sia vuota. Se lo è, allora c'è davvero qualcosa sotto. -
In quel momento, i licantropi scesero al piano di sotto, raggiungendo i Nephilim. 
-Non c'è nessuno di sopra - disse Luke -abbiamo cercato dappertutto, persino nell'aula Magna. -
-A noi manca solo un'aula - rispose Jocelyn -anche se dubito che Jonathan sia lì, dal momento che non si sente alcun suono proveniente dalla classe.-
-Dare un'occhiata non ci costa niente. - Disse Robert, avviandosi verso l'ultima classe infondo al corridoio, seguito dagli altri, che bisbigliavano tra di loro e stavano iniziando a perdere la pazienza. Robert aprì lentamente la porta e.. trovò la classe vuota. Di Sebastian non c'era nemmeno l'ombra.
Un boato si voci si alzò.
-Non ci posso credere, ci ha solo fatti perdere tempo! - esclamò Alec.
-È inammissibile. - Aggiunse Aline.
-Forse è colpa nostra. Non dovevamo fidarci di lui. - Disse Jocelyn, sconsolata. -Sappiamo tutti che ai demoni piace mentire. E Jonathan è senz'altro più demone che umano.-
Jace diede un calcio alla porta, perdendo la pazienza. -Quel bastardo me la pagherà. Eccome se me la pagherà. Appena si va vivo, giuro sull'Angelo che.. -
-Jace - intervenne Maryse, appoggiando una mano sulla spalla del figlio -risparmiati la fatica di insultarlo, dal momento che non è qui. Evidentemente è troppo codardo per affrontarci. -
-Andiamocene, qui non c'è più niente da cercare. - Disse Robert, uscendo dalla stanza. Gli altri, frustrati, fecero per seguirlo, ma il suono di una voce li fece fermare all'istante, immobilizzandoli sul posto.
-Non così in fretta, angioletti. - La voce era familiare e calma come il mare in una giornata estiva.
Gli Shadowhunters si voltarono contemporaneamente e liberarono le armi dalle cinture in un batter d'occhio.
-Pensavate che non mi sarei presentato? Sono una persona d'onore, io, proprio come mio padre. - Sogghignò. 
Con orrore, i Nephilim videro che Sebastian era circondato da scintille azzurre, che lo avvolgevano e giravano freneticamente attorno a lui. 
-Jonathan Morgenstern - la voce di Luke suonava tremante alle sue stesse orecchie -si può sapere da dove diavolo sei sbucato fuori? Un attimo fa l'aula era completamente vuota! - 
Sebastian rise e la sua risata riecchieggiò nella stanza. -Sciocchi Nephilim. Credevate che stessi scherzando quando dissi che il sangue del vostro Stregone mi sarebbe stato utile? - 
Un lampo di rabbia attraversò gli occhi di Alec. -Cosa gli hai fatto, razza di mostro?! - Sibilò, portando la mano verso una spada angelica infilata nella cintura.
Senza nemmeno dargli il tempo di liberare l'arma, Sebastian alzò una mano e lanciò una sfera di scintille contro di lui, sollevandolo da terra e facendolo schiantare contro il muro. Il ragazzo urlò di dolore, accovacciandosi a terra.
-Alec! - Esclamò Isabelle, correndo verso il fratello per aiutarlo a rialzarsi. 
-Se non sbaglio avevamo un accordo. - Disse Sebastian a denti stretti. -Voi mi consegnate Clarissa e io, forse, e sottolineo forse sarò così buono da liberare il figlio di Lilith. -
Jace rise, irritando il fratello di Clary.  -Te lo puoi scordare, Morgenstern. Se vuoi Clary allora dovrai passare sul mio corpo. E ora, se sei un vero guerriero, liberati di quelle scintille da fatina e combatti contro di me. - 
Sebastian esitò un attimo, poi schioccò le dita e improvvisamente una trentina di uomini e donne, con indosso tenute da combattimento color sangue, apparvero magicamente nella stanza. Gli Shadowhunters sussultarono, ma non si tirarono indietro. Sfoggiarono le loro spade dei serafini e un coro di voci che invocavano nomi angelici riempì la stanza.
-È guerra ciò che volete, angioletti? - Chiese Sebastian, in tono cantilenante. -Vedrò di accontentarvi allora. - 
Sfoderò una spada dalla lama nera e si lanciò contro Jace, dando inizio alla battaglia.
Clary non esitò neanche per un attimo. Con la spada saldamente impugnata in una mano, attaccò una donna dagli occhi neri, uguali a quelli del fratello. I movimenti rapidi della nemica la mettevano in difficoltà: non ara abituata ad affrontare Shadowhunters così agili e veloci, dal momento che Jace, durante i loro allenamenti, si adattava ai suoi limiti. Tuttavia non si fece scoraggiare e, dopo un paio di colpi mancati, infilzò la donna in un fianco, dal quale colò un rivolo di sangue nerastro. La donna imprecò e si scagliò contro Clary, la quale schivò il colpo per un pelo, con un sospiro di sollievo. 
Nel frattempo, Jocelyn e Isabelle stavano combattendo schiena contro schiena contro tre omoni alti quasi due metri. Con un rapido movimento del polso, Isabelle avvolse la sua frusta attorno al gomito di uno degli uomini, il quale sbarrò gli occhi, cercando di ritrarsi. 
La mora sorrise con malizia, tenendo salda la presa. -Dì addio al tuo braccio, tesoro. - disse, e tirò la frusta verso di sè, staccando il braccio dell'uomo. Lo Shadowhunter oscuro emise un grugnito orrendo, quasi disumano, accasciandosi a terra. 
-Ben fatto, Isabelle! - Esclamò Jocelyn, che nel frattempo aveva rotto il naso ad un altro nemico con un pugno in faccia, dal momento che l'uomo era talmente veloce da riuscire a schivare tutti i suoi colpi di spada. La mora sorrise, compiaciuta, mentre la sua frusta si avvolgeva al collo di un'altra donna in tenuta rossa.
Anche Taylor era circondata da tra uomini, che avanzavano minacciosamente verso di lei. La ragazza li studiò, mentre faceva roteare l'ascia attorno a sè, per guadagnare tempo. Due di loro erano troppo alti. Non sarebbe riuscita a decapitarli facilmente. Ma ce n'era uno alto solo una ventina di centimetri in più di lei. Strinse forte l'impugnatura dell'arma con entrambe le mani, decidendo di approfittarne. Sollevò le braccia in alto e, con un gesto rapido come pochi, tagliò la testa dell'avversario, la quale rotolò per terra come un pallone da calcio. I compagni del malcapitato, tuttavia, non si fecero intimorire e puntarono le loro spade contro di lei, facendola indietreggiare. Taylor spostò rapidamente lo sguardo da una parte all'altra, alla ricerca di una via d'uscita. Senza neanche accorgersene, era rimasta schiacciata tra il muro e la punta di una spada affilata puntata sulla sua gola. 
-Che c'è, biondina? La tua arma letale non ti è più d'aiuto? - L'uomo rise, premendo la punta della spada contro l'incavo del collo di Taylor, che aveva le pupille dilatate e la gola secca. Sarebbe morta, pensò. Uccisa da un figlio dell'Angelo a cui era stato iniettato sangue di demone. 
Prima che l'uomo potesse affondare l'arma nel collo della ragazza, Taylor vide una spada trapassare il suo torace. Poi, con un gesto brusco, il proprietario ritirò la propria spada e la bionda vide l'uomo cadere a terra. Il sangue nerastro si espandeva in una pozzanghera attorno a lui, mentre la vita abbandonava i suoi occhi. Taylor, pallida come un lenzuolo, alzò lo sguardo e vide Clary, in piedi davanti al cadavere, che le sorrideva con la spada insanguinata in mano. 
-Forza, Tay. Andiamo a dissanguare un po' di bastardi. - Disse con euforia e Taylor ricambiò il suo sorriso. Un istante dopo, le sue mani facevano di nuovo roteare con disinvoltura la pesante ascia. 

Alec si guardò attorno: il corridoio era deserto. Accellerò il passo, allontanandosi dall'aula in cui stava avendo luogo la battaglia. Il moro era uscito dalla classe poco dopo l'inizio del combattimento, mentre tutti erano impegnati a massacrare i nemici e non si erano accorti della sua assenza.
Mentre stava camminando, si accorse che gli tremavano le mani.
Nel momento in cui aveva visto Sebastian circondato da quelle scintille azzurre che gli erano così famigliari -e che col tempo aveva imparato ad amare- aveva sentito il suo cuore fare un salto dal petto e spostarsi in gola, togliendogli il respiro. Sapeva che era egoista da parte sua abbandonare la sua famiglia e i suoi amici nel bel mezzo di una battaglia, ma Magnus, in quel momento, aveva bisogno di lui più di chiunque altro. 
Si fermò, rendendosi conto che stava girovagando per la scuola senza una meta. Pensa, Alexander. Comandò a sè stesso. Dove si potrebbe tenere prigioniero qualcuno, all'interno di una scuola elementare? Avevano già perlustrato tutte le aule del primo piano e Luke aveva detto di non aver trovato niente neanche al piano di sopra, e nemmeno nell'aula Magna. Cos'altro c'è in una scuola per bambini? Si chiese, sentendosi uno stupido subito dopo. Essendo Shadowhunters, lui e i suoi fratelli non erano mai andati a scuola. Avevano sempre studiato all'Istituto, con Hodge come unico maestro.
La mattina si allenavano nella sala degli allenamenti, poi studiavano in Biblioteca e all'ora di pranzo mangiavano... 
D'un tratto ebbe un'illuminazione. Una mensa. Doveva esserci una mensa, da qualche parte. Come aveva fatto a non pensarci prima? Scese nuovamente al primo piano, con il cuore che gli martellava nel petto. Non c'era nessun altro posto in cui nascondere un prigioniero, in un edificio così piccolo. 
Si guardò attorno fino a quando una rampa di scale che portava piano sotterraneo attirò la sua attenzione. Scese di corsa i gradini, ignorando il suo respiro affannoso e le gocce di sudore che gli colavano dalla fronte. Quando i gradini furono terminati, si ritrovò davanti a una pesante porta di metallo, sulla quale era incisa una runa di chiusura demoniaca. Alec non fece fatica a riconoscerla, dal momento che era molto simile alla runa di apertura che aveva trovato sulla porta di Magnus, il giorno in cui era andato a vedere cosa stava succedendo. 
Tirò fuori lo stilo e, con mano tremante, disegnò una runa di apertura, cercando di essere più preciso possibile. Dopo qualche istante, la porta cadde a terra, con un tonfo sonoro. Un intenso bagliore ferì gli occhi di Alec e, dopo essersi progressivamente abituato alla luce, vide con orrore la fonte di quel bagliore intenso. Quattro spade, conficcate in corrispondenza dei quattro punti cardinali, formando un'impenetrabile gabbia di luce senza soffitto.
Si trattava senza dubbio di una configurazione Malachi: un'invenzione del Conclave.
Alec si avvicinò lentamente alla gabbia luminosa e al suo interno scorse una figura, accovacciata in un angolino con la testa appoggiata alle ginocchia. 
Alec trattenne il respiro. Quello era Magnus. 

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Tre giorni per scrivere questa cosa. Complimenti, Simona.
Forse l'unica parte che si salva è quella finale. Devo smetterla di recensirmi da sola.
Ok, la smetto. 
Alla prossima,
-Simo
  
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