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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    25/04/2014    3 recensioni
Olly non avrebbe mai pensato che un giorno se ne sarebbe andata dall'Istituto dove era rimasta per tanto tempo per frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Non sapeva di essere una strega e nemmeno era a conoscenza dell'esistenza del mondo della magia.
Ad Hogwarts troverà nuovi amici e una famiglia, ma dovrà anche affrontare Lord Voldemort, il cui ritorno è imminente, e per farlo dovrà essere pronta.
Dovrà essere pronta a sacrificare tutto, a perdere ciò che ama e a rinunciare ai propri amici in una battaglia senza esclusione di colpi.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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When the darkness comes
 
CAPITOLO 1
Express to Hogwarts
 
La ragazza dai corti capelli neri scese dall’auto e chiuse la portiera con una spinta. Si guardò intorno e quando il suo accompagnatore scese dal posto del guidatore, si fece aiutare a prendere i bagagli dal cofano dell’auto.
La strada trafficata si stagliava per chilometri passando davanti al grande edificio che era la stazione di King’s Cross a Londra. Il colore giallo la distingueva dagli altri edifici grigi e dai colori spenti e cupi.
Le auto sfrecciavano ad una velocità sconsiderata lungo la strada senza nemmeno accorgersi dei pedoni che tentavano di attraversare.
L’uomo le fece un cenno, intimandole di sbrigarsi e lei lo seguì all’interno della stazione. Seguirono un lungo corridoio dai muri imbrattati e poi svoltarono a sinistra. Si ritrovarono in un grande piazzale coperto da tetti di vetro, su cui si aprivano le banchine con i relativi binari. La gente correva avanti e indietro con bagagli, borse e carrelli scontrandosi con altre persone e senza farci troppo caso. Lei seguì l’uomo che la precedeva e percorsero a grandi falcate la stazione. Ad un tratto lui si fermò accanto al pilastro che contrassegnava il binario uno.
«Allora» cominciò con voce roca «Prendi il tuo carrello e raggiungi il binario, sai come si fa.» lei annuì, così lui continuò «Al tuo ritorno non dovrai più tornare in riformatorio. Il tuo periodo di permanenza lì è terminato.» le disse con tono poco amichevole, puntandole un dito dritto davanti agli occhi. Le rivolse uno sguardo minaccioso e sollevò un sopracciglio.
Lei annuì e un ciuffo di capelli corvini le cadde sulle lenti degli occhiali, davanti agli occhi, di una strana sfumatura di blu. “Occhi unici” usava ripeterle spesso sua nonna. Da sempre, aveva odiato il colore innaturale delle sue iridi. Non aveva mai conosciuto i suoi genitori, ma da ciò che le avevano raccontato aveva potuto evincere che nessuno dei due avesse mai avuto occhi di un colore così grottesco. Erano blu come il cielo limpido d'estate, screziati di blu. Il blu intenso del cielo notturno.
L’uomo la salutò con un cenno della mano, che assomigliava molto ad un cenno poco carino e lei ricambiò con un «Addio, Stan.» l’uomo grugnì e si allontanò scomparendo tra i capannelli di persone che popolavano la stazione.
La ragazza lesse il biglietto. Binario 9¾.
Senza esitare proseguì fino alla banchina contrassegnata con il numero 9 e lì, vedendo che nessuno la stava osservando, prese la rincorsa con il carrello e attraversò la parete.
Ancora meglio di come me lo ero immaginato.
Oltrepassato il muro di mattoni e calcestruzzo, si ritrovò vicino ad un binario sul quale era fermo un treno nero e rosso. Un nome spiccava sulla fiancata della locomotiva, diceva: “Hogwarts Express”. Sorrise alla vista del treno e anche lì, come aldilà del muro, la gente correva in tutte le direzioni.
Lei si avviò lungo il binario, caricò i bagagli a bordo e appena ebbe trovato uno scompartimento libero si sedette accanto al finestrino. Da lì poteva osservare la scena che si svolgeva sulla banchina del binario. Genitori che abbracciavano figli, famigliari che parlavano della scuola e amici che si ritrovavano dopo un’intera estate senza vedersi. Tutto ciò che lei non aveva fatto. Abbracciare Stan era fuori discussione, l’avrebbe uccisa se lo avesse fatto. E a lei non era nemmeno passato per la mente. Che schifo. pensò immaginando un abbraccio con il suo “pseudo-tutore”.
Quando il treno sbuffò e partì, lei poggiò la schiena al sedile e chiuse gli occhi per un momento. Stava per andare ad Hogwarts. Avrebbe frequentato il quinto anno. Era la prima volta che entrava in quella scuola dato che al riformatorio dove viveva non si erano presi la briga di mandarcela per i primi quattro. Avrebbe recuperato gli anni persi superando i G.U.F.O., quattro anni in uno. Sarebbe stato complicato ma lei voleva frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Non conosceva l’esistenza dell’istituto fino qualche mese prima, quando la professoressa McGranitt era andata a farle visita per spiegarle come funzionavano i corsi di studio. Adesso, però le sembrava di conoscere tutto ciò che doveva sapere da sempre.
La McGranitt le aveva detto che dato che era una Nata Babbana e quando le avevano spedito la prima lettera nessuno aveva risposto, per quattro anni, avevano pensato fosse scomparsa insieme ai suoi genitori, morti in un incidente d’auto. Lei aveva annuito e dopo aver ascoltato le indicazione per raggiungere il treno, l'aveva ringraziata.
La donna non poteva capire. Le aveva salvato la vita. La sua permanenza all'Istituto era stato un incubo dal primo giorno. Poco cibo, poco riposo, poco rispetto per tutti e regole severe. Le punizioni erano tremende. Anche per i più piccoli. Più volte lei si era addossata la colpa per risparmiare ai bambini le percosse degli insegnanti e ancora adesso ne portava i segni sul viso e sul resto del corpo.
«È libero?» chiesero delle voci accanto a lei. Tre ragazzi erano fermi sulla porta dello scompartimento, avevano interrotto i suoi pensieri riportandola alla realtà. Lei si voltò, li osservò e ricomponendosi annuì.
«Ciao.» sbottò la ragazza dai capelli castani, sedendosi accanto a lei.
«Ciao.» gli fecero eco i due ragazzi. L’uno da capelli neri e l’altro dai capelli rossi e con il viso coperto da lentiggini.
Lei esitò per un momento e poi parlò. «Ciao.»
«Io sono Hermione Granger.» si presentò la ragazza allungano una mano verso di lei, che la strinse sorridendo timidamente. Non era abituata ad avere contatto con persone che non fossero i suoi compagni del riformatorio. Lo stesso fecero i due amici che si presentarono come Harry Potter e Ron Weasley.
«Io mi chiamo Olly Nightland.» si presentò sorridendo.
«Non ti ho mai vista ad Hogwarts.» sbottò Ron, scrutandola come se fosse qualcosa di mai visto prima «Cominci il primo anno?» chiese.
Ti sembro una del primo anno? avrebbe voluto chiedergli.
«No. Comincio il quinto.» spiegò lei.
Lo sguardo di Harry guizzò da Hermione a Ron.
«Fantastico!» esclamò la bruna «Anche noi.» non voleva essere scortese perciò si trattenne dal domandarle perché non l’avesse mai vista prima.
Olly sorrise alla ragazza e poi tornò ad osservare i due seduti davanti a lei. La stavano osservando con uno sguardo interrogativo, così lei, decise di raccontare la sua storia. Tentò di essere il più sintetica possibile, andando dritta al punto.
Avrebbe dovuto recuperare quattro anni.
«Ora capisco.» sbottò Harry, quando il racconto fu concluso. «Ma come farai con gli esami?»
«Sosterrò i G.U.F.O. come voi. Ho studiato tutta l’estate.» rispose.
«Notevole.» si intromise Ron «Dovrai metterti sotto per stare dietro al programma del quinto anno.»
«Lo so.» assentì e si voltò a guardare la valle che si stagliava accanto al ponte su cui stava viaggiando il treno. Un lago enorme luccicava sullo sfondo estendendosi a vista d’occhio. È bellissimo. pensò sorridendo a quel meraviglioso spettacolo.
«Ce la farai. Si sa che i Nati Babbani sono i più dotati!» si intromise Hermione facendole l’occhiolino. Lei sorrise di rimando.
«Sai già in quale Casa sarai?» chiese Harry, rompendo il silenzio che aveva invaso lo scompartimento.
Olly scosse il capo, spostando alcune ciocche di capelli sopra i grandi occhiali neri e rotondi. Anche Harry portava gli occhiali e dietro essi due grandi occhi verdi come smeraldi spiccavano come due macchie di colore su un foglio bianco e immacolato.
«Speriamo Grifondoro.» disse Hermione.
«Voi siete Grifondoro?» chiese lei di rimando.
«Sì.» dissero in coro i tre amici. A quanto pare erano davvero fieri di appartenere alla loro casa.
 
Il viaggio si concluse in poco tempo. Gli studenti indossarono le loro divise e scesero dal treno. Hermione aveva spiegato alla nuova amica che i bagagli sarebbero arrivati nella sua stanza senza bisogno di prenderli.
Olly scese dal treno con la sua divisa, ancora senza il simbolo della Casa e inspirò l’aria di Hogwarts. Il castello si ergeva possente su una collina. Aveva guglie aguzze e finestre colorate. Era davvero bellissimo.
«Quelli del primo anno con me!» gridò un uomo enorme vicino alla locomotiva dell’Hogwarts Express. Lei si voltò verso Harry che lo indicò e lo presentò come Hagrid, Custode delle Chiavi e del Luoghi a Hogwarts. Lei sorrise e fece per seguire i suoi nuovi amici, quando si sentì chiamare da una voce alle sue spalle.
«Olive Nightland?» si voltò e vide un uomo interamente vestito di nero con un naso adunco e i capelli neri quanto i suoi, che la osservava con un sopracciglio sollevato.
«Sì?» si limitò a dire lei. Aveva un’aria severa e sembrava seccato all’idea di stare lì.
«Seguimi.» continuò lapidario e si voltò per andarsene.
«Quello è Piton. L’insegnante di Pozioni.» sussurrò Hermione all’orecchio di lei, che si voltò e osservò i tre ragazzi fermi a qualche passo di distanza.
«Signorina Nightland. Il preside vuole vederla. Non mi costringa a portarla di peso.» ripetè Piton in tono seccato.
Simpatico, questo Piton. si disse Olly. Rassegnata, salutò i suoi nuovi amici e seguì il suo insegnante all’interno del castello. Il grande portone di legno era aperto per permettere agli studenti di entrare e raggiungere la Sala Grande.
Dopo aver percorso corridoi, sorpassato porte, portoni e cancelli, finalmente arrivarono davanti ad una statua che fungeva da blocco e grazie alla quale si poteva accedere all’ufficio del preside.
«Parola d’ordine?» chiese una voce imponente. La ragazza pensò che fosse stata la statua a parlare ma non ne era molto sicura.
«Sorbetto al limone.» rispose Piton.
Sorbetto al limone? È la cosa meno magica che abbia mai sentito. pensò Olly, sorridendo.
L’insegnante di Pozioni le fece cenno di seguirlo e la guidò fino all’ufficio del preside. «Rimani qui. Quando lo smistamento sarà finito e il preside avrà pronunciato il suo discorso di saluto torneremo. Siediti.» così dicendo, uscì. Più che un invito sembrava un ordine, perciò si sedette guardandosi intorno.
L’ufficio era magnifico, oltre che enorme. Era di forma circolare e le pareti erano un’enorme libreria. Scaffali e scaffali di libri la circondavano emanando un profumo inebriante. Olly tentò di reprimere l’istinto di prenderne uno e cominciare a leggerlo, come era solita fare alla biblioteca del riformatorio St. Claude. Lì i libri erano di tutti, chiunque poteva leggerli e prenderli in prestito anche per un mese intero. Ma adesso era diverso. Quei libri erano del preside, se li avesse toccati forse l’avrebbero incenerita, o forse sarebbe stato il preside a farlo, di persona.
Si voltò e vide che accanto alla scrivania, su un trespolo, stava appollaiato un grande uccello dal piumaggio rosso fuoco. Una Fenice.
Con gli occhi sgranati dallo stupore si avvicinò. La Fenice la osservò per un momento, poi inclinò il capo. Lei sorrise e allungò una mano per accarezzarla. Le piume erano morbide al tatto e di un rosso troppo acceso per essere naturale. L’animale si lasciò accarezzare e cominciò a cantare una dolce melodia.
Lei si voltò e vide che sulla parete destra c'erano tre specchi ormai rovinati. Accanto agli specchi, sospeso in aria, galleggiava un bacile colmo di un liquido argenteo.
La ragazza osservò il bacile e con la punta del dito sfiorò l'acqua. Dei piccoli cerchi concentrici si crearono sulla superficie. Poi sollevò lo sguardo. La sua figura era riflessa per metà. Il viso pallido spiccava al centro dello specchio, gli occhi blu spiccavano sulla pelle pallida e alcuni lividi lo rendevano ancora più cadaverico: aveva un taglio sulla bocca che proseguiva fino al naso, il più visibile, risultato di una punizione per essersi ribellata all'insegnante di Inglese; sotto le lenti degli occhiali, poi, un lieve cerchio viola, ormai quasi scomparso, le circondava l'occhio destro. Distolse lo sguardo. Non era solita rimanere molto davanti allo specchio. Soprattutto quando i lividi erano così evidenti. Tornò ad accarezzare la Fenice, che ricominciò a cantare, felice per tutte quelle attenzioni.
Ad un tratto, la porta si spalancò con un cigolio creando una piccola corrente d'aria.
«Buonasera, mia cara.» disse una voce alle sue spalle. La ragazza si voltò e vide che dietro di lei stava un uomo con un lungo abito azzurro e lunghi capelli e barba argentei. Un paio di occhiali a mezzaluna spiccavano sul suo volto, poggiati sulla punta del naso aquilino. I suoi occhi azzurri trasmettevano calore e sicurezza.
«Buonasera, signore.» ribatté lei, scostando la mano dall’elegante uccello cremisi e spingendo i suoi occhiali con un dito. Per osservare la Fenice le erano scivolati sulla punta del naso e non voleva che il preside pensasse che stesse cercando di prenderlo in giro facendo una scarsa imitazione.
«Vedo che hai fatto amicizia con Fanny.» disse lui sedendosi sulla sua poltrona e osservandola. Adesso mi uccide per aver toccato il suo animale da compagnia.
«Oh, sì. È davvero bellissima.» si complimentò, cercando di mantenere la calma.
«Siediti, mia cara.» le disse indicandole la sedia dietro di lei.
«Grazie.»
«Dunque, io sono Albus Silente. Il preside.» si presentò sorridendo amichevole «Tu sei Olive Nightland, se non vado errato.»
«Sì. Olly.» precisò. Odiava essere chiamata con il suo nome di battesimo.
«Olly. D’accordo. Attendiamo l’arrivo del professor Piton e della professoressa McGranitt e poi possiamo cominciare.» disse senza esitare.
Lei annuì e sorrise.
«Quest’anno sarà impegnativo, per te.» cominciò «Dovrai recuperare i quattro anni persi.»
«Ce la metterò tutta.» assicurò Olly, sporgendosi leggermente sulla sedia e drizzando la schiena. Silente non era affatto come se lo era immaginato. La preside del riformatorio era severa, intransigente, non ammetteva repliche da parte di nessuno, per questo Olly era stata più volte punita. Ma Albus Silente era diverso. Tranquillo, gentile, posato. Tutto ciò che la signorina Cast non era.
«Ne sono sicuro.» replicò lui, sorridendole nuovamente. «Da quello che ho capito, vivi in un riformatorio da quando hai dieci anni.»
«Sì, signore.»
«Da quando è morta tua nonna.»
«Esatto.» assentì lei.
«Come mai non sei stata mandata prima ad Hogwarts?» domandò l’uomo.
Avrebbe dovuto aspettarsela. Da che parte cominciare? «Ehm…» cominciò «Nel mio riformatorio non sono ammesse stramberie. Così quando è arrivata la prima lettera, la preside ha deciso che non mi avrebbe mandata a studiare in una scuola così…» si bloccò per trovare il termine adatto.
«Strana?» intervenne in suo aiuto, il preside.
«Sì.»  confermò lei.
«Perché quest’anno hanno cambiato idea?»
«Credo che sia perché ho raggiunto l’età in cui dovrò lasciare il riformatorio e trasferirmi. Insomma, non sono più un loro problema.» spiegò lei.
«Sai già dove andrai?» chiese Silente.
«Veramente, no.»
«D’accordo. Potrei aiutarti a trovare una sistemazione.» propose.
«Lo farebbe?» si stupì Olly.
«Certo. Appena avrò trovato qualcosa, ti farò sapere.»
Un insistente bussare, fece volare la ragazza e anche Silente si sporse verso la porta.
«Avanti.» disse il preside e Piton e la McGranitt entrarono a grandi passi. L’uno imbronciato e l’altra sorridente e soddisfatta.
«Albus, di là abbiamo finito con il Cappello Parlante. Possiamo procedere.» disse la donna, poggiando il cappello sulla scrivania già stracolma di oggetti di ogni genere.
«Molto bene.» intervenne il preside.
«Felice di rivederti, Olive.» la salutò la professoressa. Era stata lei a consegnarle la lettera ad inizio giugno. Lei ricambiò con un sorriso e poi si voltò per una frazione di secondo verso Piton che si sistemò accanto alla scrivania del preside e osservò la ragazza.
«Dunque, mia cara. Adesso, con quattro anni di ritardo, procederemo con lo smistamento.» spiegò il preside «Dobbiamo capire in che Casa dovrai vivere per i prossimi tre anni.»
Olly annuì convinta. La McGranitt le spiegò che le avrebbe posto il cappello in testa e che lui avrebbe deciso una della quattro casa in base alle sue caratteristiche.
«Pronta?» chiese la donna e vedendo che lei stava annuendo prese il cappello. Lo poggiò sul capo di Olly e, questo che prima era inanimato, prese vita.
«Ah!» esclamò, facendo sobbalzare la ragazza «Chi abbiamo qui?» chiese.
Silente sorrise. «Olive Nightland.» annunciò.
«Olive Nightland…» ripeté lui, pensieroso «Un buon cervello, tipico di una Nata Babbana.» disse. A Olly sembrò, che a quella parola, Piton si fosse accigliato e avesse trattenuto un commento. In ogni caso, tornò a concentrarsi sulle parole del Cappello. «Coraggio da vendere. Forza. Gentilezza. Astuzia... » Olly inspirò pronta al verdetto. «Mmm… Credo che andrebbe bene…» silenzio.
Tutti attesero con ansia che il cappello ricominciasse a parlare. «GRIFONDORO!» esclamò ad un tratto, facendo sobbalzare anche la McGranitt. Poi si spense e tornò immobile. La professoressa lo prese e lo pose sulla scrivania.
«Ah!» esclamò Silente sorridendo «Un altro grifone.»
Olly sorrise, era finita nella stessa Casa di Harry, Ron e Hermione. Sul volto di Piton si dipinse un’espressione di disgusto. La ragazza lo osservò, poi tornò a guardare Silente che intanto aveva ricominciato a parlare.
«Il responsabile della tua Casa è la professoressa McGranitt. Perciò, se avessi bisogno di qualcosa potrai rivolgerti a lei.»
«I tuoi bagagli si trovano già nel tuo dormitorio.» spiegò la professoressa.
«Adesso puoi andare a goderti il banchetto. Avrai fame.» disse Silente.
«Grazie.» disse lei.
La McGranitt sorrise e le disse che l’avrebbe accompagnata alla Sala Grande. Olly ringraziò il cielo. Se avesse dovuto arrivare da sola alla sala si sarebbe sicuramente persa. Non si ricordava nemmeno come era arrivata all’ufficio di Silente.
Uscirono insieme e si avviarono verso il salone da cui provenivano urla di gioia e voci di ogni genere.
Una volta davanti alla porta, la McGranitt le mostrò il tavolo dei Grifondoro e proseguì verso quello degli insegnanti. Olly si guardò intorno. Dal soffitto pendevano delle candele che illuminavano la stanza insieme agli enormi candelabri appesi alle pareti. Quattro lunghe tavole erano disposte lungo la sala e centinaia di studenti stavano cenando e parlando allegramente.
«Olly!» sentì gridare dal tavolo dei Grifondoro. Era Hermione, la stava salutando con la mano e lei fece lo stesso, avvicinandosi.
«Ciao, Hermione.» disse appena le fu accanto.
«Sei una Grifondoro anche tu?» chiese entusiasta.
Lei non capì come facesse a saperlo e l’amica, vedendo la sua perplessità le indicò la sua divisa. Sulla parte sinistra, proprio vicino al cuore era comparso lo stemma della Casa. Un leone su sfondo giallo e rosso.
Annuì e la ragazza le fece posto accanto a lei sulla panca.
«Che bello! Sono felice che tu sia nella nostra stessa casa.» si congratulò.
Ron intento a mangiare del pollo la salutò e Harry le sorrise. Una ragazza dai capelli rossi seduta accanto a lei le sorrise.
«Sono Ginny Weasley.» si presentò. Olly si voltò verso Ron. Si assomigliavano molto, ma lei aveva l’aria più piccola. Doveva essere la sua sorrellina.
«Olly Nightland.» e le strinse la mano.
«Quale anno frequenti?» domandò. Olly le raccontò la sua storia e Ginny annuì.
«Allora, benvenuta!» esclamò.
«Grazie.»
Alla fine della cena, Olly e gli altri Grifondoro raggiunsero il loro dormitorio. La ragazza cercò le sue valigie e il suo letto e si infilò sotto le coperte. Dopo qualche minuto, si addormentò.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Proprio quando pensavate di esservi liberati di me, ecco che ritorno con una nuova FF su Harry Potter. Non so se l’avevate già intuito ma ho una passione per i Nuovi Personaggi!
La nostra nuova amica si chiama Olive Nightland, anche se preferisce Olly, e sta per cominciare il suo quinto anno ad Hogwarts. Come avete potuto leggere è arrivata un po’ in ritardo, ma recupererà ciò che si è persa nei primi quattro anni!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Pubblicherò a giorni alterni, quindi, il prossimo, Domenica!
A presto, Izzy, xX__Eli_Sev__Xx

 
   
 
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