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Autore: Nana_Hale    25/04/2014    2 recensioni
E se Jefferson, ovvero il Cappellaio Matto, e il leggendario Capitan Hook si incontrassero? E fossero costretti ad una forzata convivenza? Imparerebbero a conoscersi o si ucciderebbero con uncino e forbici? Il Paese delle Meraviglie può essere un luogo tremendo, pieno di pericoli, ma anche un posto dove, come Jefferson arriverà ad ammettere, "può succedere qualsiasi cosa..."
Warning!: Slash Couple (MadHook)
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Trascorsero alcuni giorni e nella stanza dei cappelli le cose sembravano essere migliorate fra i due improbabili coniquilini. Jefferson aveva perfino rifoderato e tirato a nuovo il cappotto di Hook. Si parlavano di banalità e, ogni tanto, riuscivano anche a strapparsi delle risate, dimenticandosi perfino di essere tenuti prigionieri.
Uno di questi momenti fu proprio la cena che stavano facendo la sera in cui accadde l'imprevedibile.
"...e mi ha letteralmente tagliato via la testa dal corpo."
"...cosa?"
Jeffeson afferrò il foulard che aveva al collo e lo tirò verso il basso, scoprendo la lunga cicatrice orizzontale che gli segnava tutto il collo.
"WO! E come... cioè come sei... te la sei ricucita?!"
Chiese Hook sconvolto mentre si sporgeva dal tavolo verso il Cappellaio per vedere meglio la ferita
"Beh... più o meno."
"Incredibile..."

Si riappoggiò allo schienale della sua sedia continuando a guardare il collo scoperto del suo interlocutore.
"Questo è il Paese delle Meraviglie. Qui può succedere qualsiasi cosa."
Jefferson si ricoprì la cicatrice e solo in quel momento Killian spostò lo sguardo sui suoi occhi.
"Qualsiasi cosa?"
Senza renersene conto, sollevò un sopracciglio per una frazione di secondo e il Cappellaio lo notò immediatamente.
"Qualsiasi cosa."
Rispose senza pensarci, solo seguendo l'istinto e per un lungo momento di silenzio, i due uomini si guardarono sentendo qualcosa di molto simile ad un incendio crescere in mezzo a loro.
"AAAAAAH!"
Un urlo straziante, fortissimo e violento li fece sobbalzare; proveniva dall'altra parte del castello ma era stato abbastanza brutale da essere sentitò fin lì.
Jefferson scattò in piedi, subito seguito da Hook che lo fissò in attesa di una qualche spiegazione, che però non arrivò.
Il Cappellaio si allontanò dal tavolo, non prendendo nemmeno il cappotto appeso alla sedia, e si diresse verso il suo tavolo di lavoro; si sedette e senza dir nulla afferrò un altro cappello fatto per metà e si mise a tagliare.
Killian, rimasto per un attimo attonito, lo inseguì abbandonando anch'egli il suo giaccone a tavola, e si piazzò alle sue spalle.
"Cos'erano quelle grida."
Il respiro di Jefferson era visibilmente appesantito e il nervoso glielo si leggeva perfino nelle mani, sempre così attente e caute quando lavorava.
"Jefferson. Rispondimi."
"Era qualcuno che non le serviva più."

Subito Hook capì; Cora non aveva pietà con coloro che disobbedivano o non adempivano agli ordini che lei impartiva, ed era ovvio che qualcuno l'aveva delusa e che lei aveva fatto in modo che la cosa non accadesse più. Mai più.
"Io non posso morire qui."
Fu solo un sussurro che uscì dalle labbra di Jefferson, ma Killian riuscì comunque ad udirlo. Lo vide continuare a tagliare stoffa e pezzi di tessuti senza una ragione mentre le mani gli tremavano sempre di più.
"Devo tornare a casa."
"Jefferson, basta..."

Ma egli non si fermò.
"Le ho promesso che sarei tornato a casa."
"Basta..."

"Che avremmo preso il tea."
"Jefferson..."

"Gliel'ho promesso..."
"Jefferson! Non morirai qui! Rivedrai Grace!"
"Ah!"

Un tintinnio di forbici contro il pavimento riempì il rapido silenzio che calò nel corridoio.
"Dannazione..."
Hook afferrò il Cappellaio per le spalle e lo sollevò dalla sedia girandolo verso di sè; con un rapido movimento si alzò con l'uncino la manica della camicia e afferrò la mano ferita dell'uomo con la sua.
"No, non è niente..."
Gli aprì le dita tenendo il palmo verso l'alto ma, come fece per controllarlo, vide il taglio richiudersi davanti ai suoi occhi lasciando solo una piccola cicatrice.
"Ma... che diavolo..."
"E' stata lei a farmi questo... regalo..."
Killian alzò lo sguardo, cercando quello di Jefferson.
"...quando mi costrinse a restare qui..."
Ma egli teneva gli occhi bassi, persi nel vuoto.
"...così che io... non potessi togliermi la vita."
Il pirata sgranò gli occhi mentre un impercettibile sussulto sfuggiva al suo controllo. 
Il Cappellaio chiuse la mano e fece per voltarsi e tornare al suo tavolo, ma Hook lo trattenne per il polso e lo costrinse a guardarlo negli occhi.
"Tu rivedrai tua figlia."
Jefferson rimase immobile, sorpreso e quasi irritato dalla sicurezza di quell'affermazione.
"Non metterti a farmi un discorso sulla speranza e sul destino o ti piazzo una forbice in mezzo agli occhi."
I loro visi si avvicinarono più del dovuto ma nessuno dei due parve dare importanza alla cosa.
"Non ci penso nemmeno. Tu vuoi rivederla?"
"Non fare domande idiote. Certo che voglio rivederla."

Il Cappellaio stava davvero iniziando a indignarsi oltre il limite, ma Hook non dava nessun cenno di voler smettere di parlare.
"E allora pensa a questo. In ogni momento, ogni volta che quella bastarda ti da un ordine, ogni volta che ogni fibra del tuo essere sta per cedere e tu sei convinto di non avere più niente per cui vivere, tu pensa solo a questo. A lei, a Grace. A quello che tu vuoi. E vada a farsi fottere tutto il resto."
Finì di parlare quasi ansimando, il corpo teso e ogni muscolo irrigidito dalla determinazione che per un attimo era uscita da sotto quella facciata spaccona e divertente, mostrando un lado del pirata che Jefferson non aveva ancora avuto occasione di vedere.
Le parole di Killian avevano attraversato la sua mente come una violenta cascata. Erano tutte vere. Doveva resistere per la sua bambina.
Si rilassò lasciando scivolare via il nervosismo e la rabbia che aveva provato per un attimo nei confronti di Hook, ma sentì che lui invece non accennava a volersi calmare. Stringeva ancora il suo polso e respirava affannosamente tenendo gli occhi incollati ai suoi.
"E tu, Killian..."
Un rapido movimento degli occhi gli fece capire che il pirata lo stava ascoltano, ma nessun'altra parte del suo corpo si era mossa.
Non si erano ancora allontanati da quando i loro volti erano arrivati a quella distanza che solo agli amanti è concessa. Forse non se ne erano neppure accorti. O forse non volevano accorgersene.
"...tu che cosa vuoi?"
La sua voce uscì in bisbiglio caldo.
Hook non potè farne a meno, non riuscì a controllarsi quando i suoi occhi si spostarono da quelli di Jefferson, giù fino alla sua bocca.
"Adesso... voglio solo fare questo."
Non aveva nemmeno finito di parlare che già le sue labbra si erano gettate sopra quelle del Cappellaio che rispose senza indugio a quel violento bacio.
Spinsero le loro bocche l'una contro l'altra con tanta forza da farsi male mentre il ritmo dei loro ansimi si intensificava insieme al calore dei loro corpi.
Le loro labbra assecondarono quel disperato bisogno di affetto, di contatto fisico, con ogni fibra del loro essere, accarezzandosi, assaporandosi, stuzzicandosi con la lingua senza nessuna vergogna.
Quando si staccarono, costringendo le loro bocche ad allontanarsi, nessuno dei due ebbe il coraggio, o la voglia, di riaprire gli occhi, e rimasero fronte a fronte ad ascortare i reciproci respiri per diversi minuti.
Jefferson fu il primo a imporsi di tornare a vedere e, appena dischiuse le palpebre, si ritrovò a guardare uno strano tatuaggio sull'avambraccio del pirata.
"Chi è Milah?"
Hook aprì subito gli occhi cercando quelli del Cappellaio. E li trovò.
"Non sono affari tuoi."
Disse sorridendo e facendogli il verso delle parole che qualche giorno prima erano state rivolte a lui.
Jefferson non riuscì in nessun modo a trattenere un lieve sorriso.
"E' una lunga storia."
Aggiunse il pirata sussurrando.
Il Cappellaio, con un rapido movimento del braccio, girò la mano invertendo le loro posizioni e afferrando saldamente il polso di Killian.
"Me la racconterai di là..."
Senza aspettare risposte o reclami da parte di Hook, lo trascinò con sè nel salone dove oramai il lampadario si era spento e le uniche luci rimaste erano delle piccole candele qua e là per la stanza.
Arrivato davanti ad una montagna di stoffe e tessuti, della forma vagamente simile a quella di un giaciglio per dormire, si bloccò e si voltò di scatto afferrando il viso di Killian fra le mani e baciandolo di nuovo. Le loro labbra si incastravano perfettamente le une con le altre ad ogni nuovo bacio, giocando fra loro con molta più calma e piacere rispetto a prima.
"Direi che... anche tu mi piaci... Killian..." 
  
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