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Autore: Nana_Hale    25/04/2014    2 recensioni
E se Jefferson, ovvero il Cappellaio Matto, e il leggendario Capitan Hook si incontrassero? E fossero costretti ad una forzata convivenza? Imparerebbero a conoscersi o si ucciderebbero con uncino e forbici? Il Paese delle Meraviglie può essere un luogo tremendo, pieno di pericoli, ma anche un posto dove, come Jefferson arriverà ad ammettere, "può succedere qualsiasi cosa..."
Warning!: Slash Couple (MadHook)
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Between Scissors and Hats
 
"Portatelo via."
Con un gesto rapido della mano, Cora fece cenno alle guardie di portare Capitan Hook verso il palazzo; loro prontamente lo afferrarono per le spalle tenendolo fermo e trascinandolo via con loro.
"Dove lo lasciamo, vostra maestà? Nelle prigioni?"
"Oh, no, no! Io e il capitano abbiamo raggiunto un... accordo. Deve essere trattato bene..."
Cora si fermò a riflettere per qualche secondo fino a quando i suoi occhi non caddero sul suo ciambellano, in piedi a capo chino accanto al suo trono; reggeva fra le mani il suo cappello rosso e ogni tanto ci giocherellava stropicciandolo leggermente.
"Portatelo dal Cappellaio. E ditegli che se ne occupi lui. Per ordine della regina."
I soldati salutarono rispettosamente col capo e continuarono a trascinare via Hook noncuranti delle sue lamentele.
"Hey! Un momento! Cosa diavolo...? Laciatemi! Maledetti, lasciatemi!"
Sbraitò contro le guardie per tutta la durata del tragitto, passando da insulti casuali a battutine sconce per tentare di smuoverli e distrarli abbastanza da riuscire almeno a tentare di fuggire. Ma ogni tentativo finiva per essere completamente vano; erano guardie addestrate e per nulla stupide.
Dopo pochi minuti arrivarono davanti ad una porta così stretta da sembrare una bara, ma molto più alta dei normali usci che Hook era abituato a vedere. Sembrava quasi che qualcuno avesse schiacciato la porta dai lati e questa si fosse allungata, deformandosi verso il soffitto.
La stanza all'interno doveva essere un buco così stretto da non poterci nemmeno respirare in 2, pensò il pirata sbuffando sonoramente ma, quando la guardia aprì la porta, immediatamente si dovette ricredere.
Un gigantesco salone comparve davanti ai suoi occhi, illuminato da un lampadario pieno di cristalli bianchi e rossi a forma di cuori che creavano una luce eclettica e inquietante.
Tutt'intorno, su ogni scaffale, tavolo o sedia vi erano una quantità spopositata di stoffe, tessuti e cappelli già fatti e finiti; cappelli di ogni tipo, forma e colore. Bellissimi in ogni minimo dettaglio.
"Che cosa volete?"
Una voce irritata e già spazientita si fece sentire da dietro una montagna di stoffe alta almeno 2 metri.
"Ci manda la regi-"
"Lo so che vi manda lei. Non sapete nemmeno andare in bagno se non ve lo dice lei."
Il modo in cui quella voce pronunciava la parola 'lei' era così pieno di disgusto e rabbia che anche senza vedere il viso di chi stava parlando, Hook capì che, come lui, quell'uomo non era per nulla felice di trovarsi in quel luogo.
"Dovete occuparvi di questo forestiero."
Una strana risatina, vagamente isterica precedette la risposta della voce misteriosa.
"Non eseguirò gli ordini di quel demonio in rosso un'altra volta. Non obbedirò come un cagnolino."
"E invece lo farai, Jefferson."
Alle spalle dei soldati, come materializzatasi dal nulla, Cora comparve all'interno della sala; doveva essere per forza entrata con la magia, o il suo vestito non sarebbe mai passato da quella minuscola porta, notò Hook.
"Datemi un motivo."
L'uomo nascosto dietro alle stoffe non mostrò il suo viso nemmeno alla presenza della regina.
"Lo farai, per la tua Grace."
Cora pronunciò quel nome gustandoselo come fosse una dolce caramella; conosceva il potere che quell'affermazione le dava, e se lo stava godendo fino all'ultimo.
Dopo un lungo silenzio, finalmente, da dietro la piramide di tessuti fece capolino una sagoma che pian piano prese forma sotto la luce bicolore del lampadario.
Un uomo che doveva essere molto più bello di quanto non sembrasse in quel momento, si palesò davanti a tutti i presenti; portava dei vecchi stivali scuri e dei pantaloni di pelle sgualciti, anch'essi scuri. Una camicia rossa con piccoli ricami arancioni, tutta stopicciata, gli copriva il busto; sopra, un gilet che un tempo doveva essere stato marrone, ma ora era solo sbiadito e tendente al beige, e un foulard tutto sfilacciato legato abilmente al collo.
I suoi capelli lunghi e spettinati lasciavano intravedere, da sotto i ciuffi che ricadevano sul viso, un paio di occhi azzurri e taglienti come il ghiaccio, pieni di una tristezza che a Hook parve di riconoscere. La tristezza legata alla perdita di qualcosa, qualcuno di prezioso.
"Avete vinto, maestà."
Vomitò l'appellativo con ripugnanza, poi fece uno sgaziato e ridicolo inchino e voltò di nuovo le spalle ai presenti.
"Ancora un attimo, Jefferson."
Nessuno vide Cora agitare con grazia la mano, ma tutti capirono subito, vedendo il Cappellaio bloccarsi in modo insolito sul posto, che ella aveva appena usato la magia per fermarlo.
Con degli scatti innaturali dettati dal controllo che la regina aveva sul suo corpo, Jefferson si voltò tornando a rivolgere il viso verso di lei.
"Non sta bene accogliere un visitatore in questo modo. Vediamo di darti una ripulita prima."
Una nube di fumo viola avvolse completamente il corpo del Cappellaio su ordine di un movimento della mano di Cora e quando, dopo pochi secondi, si diradò, Hook non riuscì a credere ai suoi occhi.
Quel poveretto vestito con vecchi abiti malconci, e per niente curato, era svanito insieme alla nuvola e al suo posto era comparso un uomo che avrebbe mozzato il fiato a qualsiasi creatuta, di qualsiasi universo conosciuto.
Gli stivali e i pantaloni di pelle nera erano ora lucidi e nuovi; un gilet di cuoio marrone finemente lavorato copriva una camicia rosso porpora in tinta con l'elegante foulard ricamato che gli faciava il collo e, a completare il tutto, un lungo cappotto di pelle nera gli copriva le spalle fino a toccare terra, raffinato e di un gusto impeccabile, che fece quasi vergognare Hook del sua vecchia giacca rovinata dal sale marino.
L'uomo si guardò i nuovi abiti per un istante poi si toccò i capelli, adesso molto più corti sul retro, con la mano decorata da un signorile anello d'argento; poi sollevò il viso e puntò il suo sguardo glaciale contro quello della regina; una linea di eyeliner nero era comparsa intorno ai suoi occhi, che ora parevano molto meno meno sofferenti e decisamente più infuriati.
"Ora va molto meglio."
Disse Cora in tono soddisfatto, poi si voltò facendo cenno alle guardie di seguirla.
"Occupati di lui, Jefferson. E trattalo bene."
Di nuovo, una nube viola avvolse tutti i presenti, tranne Hook, e li fece scomparire mentre la porta della stanza si chiudeva con un torfo sordo che rimbombò per un momento nella sala.
Il pirata fece un sonoro fischio e sollevò le sopracciglia pensando al bel casino in cui era capitato, poi si voltò per rivolgersi al suo ospite, ma tutto ciò che vide fu un lembo del cappotto nero che spariva di nuovo dietro la montagna di stoffe.
"Bell'ambientino."
Bisbigliò fra sè e sè incamminandosi dietro al Cappellaio.
Non appena voltò l'angolo, si accorse che c'era un altro ampio pezzo di stanza oltre quel mare di tessuti, una specie di corridoio lungo almeno 5 metri; c'era un tavolo da lavoro lungo un paio di metri, e completamente ricoperto di attrezzi di sartoria, al quale Jefferson stava seduto, dandogli le spalle.
Hook non aveva nessuna voglia di starsene buono buono e non parlare, tanto più che quello strano uomo lo incuriosiva molto e voleva riuscire a scoprire qualcosa su di lui.
"Beh... simpatica la padrona di casa."
Silenzio.
Nessuna risposta.
Il pirata fece un paio di passi verso il tavolo, guardandosi intorno e toccacciando qualche oggetto qua e là tra tessuti e cappelli poggiati un po' ovunque.
"Sembra che dovremo essere coinquilini per un po'"
Niente.
Silenzio.
Continuò a sfiorare qualche stoffa finchè i suoi occhi si posarono su un peluches a forma di coniglio, tutto bianco, appoggiato su un tavolino di legno decorato, contro il muro della stanza.
Si avvicinò e lo prese per un orecchio sollevandolo; era di pregevole fattura, cucito perfettamente e fatto di materiali visibilmente ottimi. Lo fissò per qualche istante, poi spostò lo sguardo sulla schiena del Cappellaio.
"Chi è Grace?"
"Ahi..."

Jefferson lasciò cadere di scatto il mezzo cappello che stava cucendo; si era punto con l'ago e una piccola goccia di sangue stava uscendo dal suo dito indice. Non era un problema, gli faceva molto più male sentir pronunciare quel nome che non un segnetto che si sarebbe cicatrizzato subito. 
Mise il polpastrello contro le labbra e lo pulì rapidamente con la lingua poi, riprese il cappello da terra e continuò il suo lavoro.
"Non sono affari tuoi."
"Oh, e dai! Non è che io sono felice di stare chiuso qui dentro! Mi ci ha messo lei! Non puoi almeno aiutarmi a rendere questa costrizione un pochino meno noiosa?"
Nulla.
Non aveva funzionato nemmeno questa, ma Hook non aveva intenzione di mollare la presa.
"Ok, va bene. Non vuoi parlare, ho capito. Ma almeno fai qualcosa! Che ne so... tirami addosso delle forbici e io le schivo!"
Ancora silenzio.
Ma questa volta un lievissimo accenno di sorriso era apparso sull'angolo della bocca del Cappellaio senza che nemmeno lui se ne accorgesse. Sospirò e poggiò il suo lavoro sul tavolo, alzandosi dalla sedia con calma. Grace non avrebbe voluto vederlo così scontroso e antipatico verso qualcuno che non se lo meritava.
Si voltò e con passo lento si diresse verso il pirata tendendogli la mano.
Camminava come un felino, con quel lungo cappotto che svolazzava ai lati delle sue gambe con una leggiadria innaturale per la sua evidente pesantezza.
Quando Hook se lo ritrovò davanti, a meno di un metro, si accorse per la prima volta di quanto fosse alto; da lontano sembrava molto più minuto e piccolo, invece era ben piazzato ma comunque longilineo e agile.
"Jefferson."
Disse offrendogli la mano, ed egli la prese immediatamente con gentilezza.
"L'avevo intuito. Killian."
Rispose concedendosi un sorriso per essere riuscito a ottenere il risultato che voleva.
Il Cappellaio rimase vagamente sconcertato da quel sorrisetto così affascinante e smaliziato e notò, solo in quel momento, che sotto l'eyelier sbavato si nascondevano due profondi occhi chiari, che sembravano nascondere molto più di ciò che l'apparenza dava a vedere. E allora, anche Jefferson si ritrovò improvvisamente incuriosito da quel pirata apparso nella sua prigione.
"Dietro quella porta ti puoi ripulire e sistemare. Ci porteanno la cena tra poco e poi ti dirò dove puoi dormire."
Con dei rapidi cenni del capo, il Cappellaio indicò a Killian l'ingresso a cui accennava e il tavolo su cui avrebbero cenato ed egli annuì lasciando senza accorgersene la mano dell'altro come in una carezza.
Jefferson rispose educatamente al cenno e poi si girò, tornando nuovamente al suo tavolo. Hook fece lo stesso; si voltò e arrivò alla porta, dalle normali dimensioni questa volta, che gli era stata indicata.
Un secondo prima che la sua mano si posasse sulla maniglia, una voce lo fece voltare.
"Killian?"
"...Si?"

Con lo stesso suono di un proiettile, qualcosa di molto più grosso e affilato si piantò nel legno a meno di 5 centimetri dalla sua faccia. Ci mise qualche secondo sprendersi dallo shock e a focalizzare l'attenzione sull'oggetto e a capire cosa fosse.
Una forbice.
Saettò con lo sguardo alla ricerda del Cappellaio e lo vide, dalla parte opposta del corridoio; un sorrisetto maligno e divertito gli segnava le labbra e, nella sua mano, un'altra forbice presa per la punta, pronta al lancio.
Hook sorrise schioccandosi la lingua sul palato.
"Oh, si... tu mi piaci, Jefferson..."
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Ciao a tutti!!!
Eccomi di nuovo con questa fanfiction dedicata ad una coppia molto particolare. Avrei tanto voluto vedere questi due personaggi interagire nello show e per questo ho deciso di farli incontrare io! Ovviamente in perfetto stile fangirl ;) 
Spero vi piaccia!
Al prossimo capitolo!
Bacio
-Nana

 
  
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