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Autore: Nana_Hale    25/04/2014    2 recensioni
E se Jefferson, ovvero il Cappellaio Matto, e il leggendario Capitan Hook si incontrassero? E fossero costretti ad una forzata convivenza? Imparerebbero a conoscersi o si ucciderebbero con uncino e forbici? Il Paese delle Meraviglie può essere un luogo tremendo, pieno di pericoli, ma anche un posto dove, come Jefferson arriverà ad ammettere, "può succedere qualsiasi cosa..."
Warning!: Slash Couple (MadHook)
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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That's Why You Like Me
 
Non capirono nemmeno come fecero a finire entrambi sul pavimento, sdraiati sopra a pezzi di stracci caduti per terra, completamente nudi.
Hook aveva agguantato Jefferson per la vita dopo che il loro momento di intensi preliminari era giunto al culmine e con uno strattone lo aveva spinto di lato, dimenticando che si trovavano stesi sopra ad un tavolo.
Era caduti entrambi sulle piastrelle di marmo producendo un tonfo sordo che aveva rimbombato qualche secondo per la sala poi, tra imprecazioni di dolore, risate stupide e insulti scherzosamente gratuiti, si erano ricomposti, trovando di nuovo la concentrazione.
Ma il fatto di essere caduti nuovamente uno sull'altro, non aveva aiutato per nulla a calmare le cose fra di loro.
Killian, questa volta, si era ritrovato sopra, in posizione dominante, con le gambe in mezzo a quelle del Cappellaio e aveva deciso che non gli avrebbe lasciato il tempo di fregarlo e ribaltare la situazione di nuovo.
Lo aveva agguantato per i pantaloni e glieli aveva sfilati di dosso aiutandosi con l'uncino; la pelle faceva parecchia fatica a scivolare fuori dalle sue gambe sudate ma, con qualche strattone, alla fine era riuscito a farcela.
Da quel momento in poi, tutto era stato incredibilmente rapido, confuso e appagante, almeno per Jefferson, il cui corpo venne preso di mira dalle innumerevoli attenzioni del pirata.
Dalle sue dita, sorprendentemente abili, che arrivarono a scatenare vampate di godimento in punti del corpo che il Cappellaio non aveva mai esplorato; e dalla sua bocca, avida e impertinente, che era arrivata ad assaporare praticamente ogni singolo centimetro della sua pelle facendolo rabbrividire e tremare di piacere ad ogni tocco delle sue labbra.
Aveva continuato per diversi minuti, divertendosi a scatenare i mugolii di Jefferson, ogni volta sempre più forti, ogni minuto sempre più bisognosi di andare oltre, e alla fine, avendolo spinto all'estremo della sopportazione, improvvisamente si era fermato, lasciandolo ad ansimare violentemente sotto al suo corpo.
Una imprecazione brutale uscì dalla bocca del Cappellaio con voce roca, spezzata dal suo respiro ansante, ed egli si portò una mano sulla fronte, lasciando cadere la testa contro il pavimento, e cercando di rallentare la respirazione.
"Se non finisci... immediatamente il tuo lavoro... ti ci costringo io..."
Hook rise, infinitamente soddisfatto del risultato ottenuto, e rimase qualche istante ad osservare Jefferson; le dita coprivano i suoi meravigliosi occhi azzurri, ma non era un male, dato che in questo modo Killian poteva concentrasi meglio su tutto il resto del viso e del corpo.
Le sue labbra, in particolare, erano un dettaglio che il pirata trovava estremamente sexy; e quella cicatrice che gli segnava il collo gli scatenava senza apparente motivo delle pulsioni sopite da tempo.
Appena si accorse che Jefferson si era calmato, fece scivolare la mano lungo il suo busto e gli afferrò una gamba, sollevandola delicatamente verso l'alto; il Cappellaio non protestò, gli lasciò condurre ogni movimento gustandosi il tocco delle sue dita.
Solo quando finalmente Hook si spinse dentro di lui, un soffocato singhiozzo gli uscì dalle labbra ed egli si artigliò alle spalle del pirata.
Rimasero immobili per qualche istante, occhi negli occhi, dando il tempo ai loro corpi di abituarsi a quella sensazione insolita, ma sorprendentemente piacevole; dopo poco, Killian prese a muoversi, prima lentamente, adattandosi all'interno del corpo del Cappellaio e studiando le reazioni sul suo viso per capire quale fosse il punto migliore su cui far vertere le sue spinte, poi sempre con maggior intensità, sentendo dei piccoli lamenti uscire dalla bocca di Jefferson.
Più premeva il suo inguine contro il corpo di Jefferson, più sentiva le sue dita conficcarsi nei suoi bicipiti e capiva che la strada percorsa era quella giusta.
Quando i gemiti cominciarono ad arrivare, affamati e bisognosi, il viso del Cappellaio si contrasse in un'espressione estatica, ed entrambe le sue gambe si chiusero attorno alla vita del pirata, che sorrise maliziosamente.
"Cappellaio..."
La voce di una guardia proveniente da dietro la piramide di stoffe li fece pietrificare nell'esatta posizione in cui si trovavano. Chiusero la bocca tentando di coprire il suono dei loro respiri violenti e si guardarono stupiti, increduli, e anche decisamente irritati.
"Cosa vuoi?"
Riuscì a dire Jefferson mascherando più che poteva il tremore della sua voce.
"La regina mi ha mandato a controllare come sta il pirata."
Hook fece uno spasmodico sforzo per contenere la risata che stava per esplodergli fuori dalla bocca nel vedere la faccia del Cappellaio trasformarsi in una maschera di rabbia, disappunto e sbalordimento. Chissà cosa avrebbe pensato la regina se li avesse visti in quel momento, aggrovigliati come due koala a dissacrare una delle preziose stanze del suo castello, sopra i suoi tessuti pregiati.
"Dille che il pirata è più che soddisfatto."
Continuò il Cappellaio oramai spazientito, e Killian colse immediatamente al volo l'occasione per divertirsi; si chinò con il volto accanto al suo, arrivando a sfiorargli l'orecchio con le labbra.
"Non sono ancora del tutto soddisfatto..."
Sussurrò con la voce più bassa che potè, poi diede una profonda spinta delle anche contro Jefferson che, colto di sorpresa, mugolò a voce alta. Troppo alta.
"Cappellaio? Tutto a posto?"
"Si!"
Tentò di riacquistare il controllo di sè, ma Hook non accennò minimamente a fermare il movimento del suo bacino anzi, lo velocizzò.
"Vattene! Sto... mh..."
Jefferson gli piazzò le mani sul petto, cercando di allontanarlo, ma egli aveva iniziato anche a leccargli il collo, e così quel confuso insieme di piaceri che stava provando gli impedì di spingerlo via.
"...la... lavorando..."
La guardia uscì senza dire altro, ma le cose dietro alla montagna di stoffa avevano già ripreso ad accendersi, e ora stavano bruciando molto più velocemente.
"Sei un... idiota..."
Disse il Cappellaio inarcando la schiena verso l'alto per spingere il suo bacino ancora più contro quello del pirata, che gemette improvvisamente contro la sua guancia, colto impreparato da quella eccitante presa d'iniziativa.
"Lo so che ti piaccio anche per questo..."
Bisbigliò Hook infilando la mano sotto al suo corpo e afferrandogli il sedere; Jefferson cacciò un lamento simile ad un miagolio e ficcò le dita tra le ciocche nere di Killian stringendole con forza.
Era la terza volta che il Cappellaio si attaccava ai suoi capelli quella sera e li usava come antistress: era arrivato il momento di sistemare le cose.
Senza mai smettere di muoversi dentro di lui e provocandogli spasmodici gemiti, molto delicatamente Hook sollevò un braccio e infilò l'uncino tra la sua nuca e la mano di Jefferson , facendola finire nella conca poi, con un colpo secco lo spinse indietro, allungandogli il braccio dietro la testa, e piantò la punta di metallo saldamente a terra, incastrandovi sotto il suo polso.
"Adesso sta fermo..."
Il Cappellaio non rispose, non ne era più in grado, oramai solo versi e ansimi uscivano dalle sue labbra e, guardandolo negli occhi, Killian sentì che nemmeno lui poteva più aspettare oltre.
"Voglio che tu sia mio..."
Risollevò l'uncino e Jefferson gli afferrò subito il viso fra le mani; si baciarono per un rapido istante confermando il desiderio, il bisogno doloroso di entrambi di volere di più, di andare avanti. E così fecero, stringendosi in un abbraccio tanto forte da farsi male. 
Nascosero il viso l'uno nel collo dell'altro sentendo sulle labbra il piacevole sapore salato della loro pelle poi, tutto svanì, tutto si perse.
I loro corpi, uniti al punto da essere indistinguibili, caldi, frementi, avvinghiati in quel breve istante di puro bisogno fisico che si erano concessi quella notte abbandonando le loro vite, le loro identità, le loro paure.
Quando il Cappellaio raggiunse l'apice, Hook sentì le sue unghie piantarsi nella propria schiena, ma non fece un fiato; baciò la cicatrice sulla sua gola e rallentò il ritmo delle sue spinte, gustandosi quegli ultimi attimi di intenso ardore, fino a quando anche il suo corpo non si contrasse in una dolorosa fitta per poi lasciarsi andare ad un lungo e appagante momento di piacere, mentre il profumo della pelle di Jefferson si insinuava dentro di lui.
  
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