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Autore: irene862    25/04/2014    0 recensioni
“E non smetterò mai” sussurrò avvicinandosi di qualche passo, il testo stretto fra le sue dita “Continuerò a trattenere il fiato sino a quando non saremo finalmente al sicuro da lui. Entrambi”
E sorrisi, anzi scoppiai a ridere di cuore, quando capì davvero cosa avesse voluto dire e quanto di me avesse compreso.
Perché avrebbe continuato a salvarmi da me stesso ogni volta, giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, senza mai arrendersi.
I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Le parolacce non si dicono!








Le parolacce non si dicono!

 

“Dovresti smetterla di dire tutte queste parolacce!”

“Dovresti smetterla di farti i cazzi miei!” le scimmiottai in risposta

“Non mi sto facendo i caz- i fatti tuoi! Ti sto solo consigliando di smetter-“

“Smettila di consigliare!” ringhiai avvicinandomi serio “Non ti pago per consigliarmi”

Lei sollevò il mento, assottigliò lo sguardo e rispose con rabbia appena trattenuta  “Hailie, ieri sera, mi ha chiesto cosa significa lurida troia del cazzo! Dove pensi abbia sentito tutte queste belle paroline?” domandò seria  “Da chi pensi le abbia imparate?”

“Potrebbe averle sentite da te … anche tu imprechi!”

Lei mi guardò a lungo come se avesse appena visto comparire quattro paia di occhi sul mio viso.

“Sei serio? Mi hai mai sentita esprimermi in maniera così scurrile?” le mani sui fianchi ed un’espressione furiosa in viso  “Soprattutto in presenza delle bambine?”

“Scurrile? Non starai esagerando?” ero seccato

Ha ragione, maledizione!

Tornai a voltarmi verso di lei  “E va bene. Qualche volta mi scappa qualche parolaccia ma non pens-“

“Qualche volta? Marshall non riesci a completare una frase, seppur breve, senza usare qualc…”

Iniziai a sbuffare e, come al solito, smisi di ascoltare

Bla-bla-bla-bla  

“Oh, lascia stare!”  dopo qualche secondo, la vidi alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa indispettita

Arretrò di un passo e si allontanò lungo il corridoio senza aggiungere altro né guardarmi.

Sollevai le spalle e dimenticai presto la faccenda

 

Qualche giorno dopo …

 

Ero in studio di registrazione, al telefono con Dre e altri produttori

“Ma porca troia Dre … non avete capito un cazzo!” urlai furibondo  “Cosa? No, ho bisogno di altri due mesi per finire”

Camminavo avanti e indietro per riflettere sulle loro proposte quando mi accorsi di una testolina biondo cenere

“Hailie, amore, cosa fai qui?”

“Giochiamo, papi?”

“Amore, adesso papà sta lavorando … dov’è Holly?” domandai con tono seccato

“Sta curando Aly. Ha detto che ha la febbe e di uscire dalla stazza. Ma io vojo giocae. Giochiamo papi?” mi pregò con la sua vocina musicale ed infantile

Annuì sconfitto, non potevo resistere a quel suo dolce musino, così la presi in braccio. Mi voltai verso la mia scrivania, nella sala di registrazione con uno sbuffo spazientito.

Tanto non sarei riuscito a combinare ancora molto…

“Dre, devo lasciarti. La mia prole ha bisogno di me” dissi parlando al telefono, rivolto al mio socio. Salutai gli altri due produttori e chiusi la chiamata.

“Bene! Però scendiamo in salotto”

“Nooo! Vojo giocae qui!” iniziò a fare i capricci, obbligandomi a rimetterla a terra

Scossi la testa deciso  “No, qui no Hailie. Questo è lo studio di papà e potresti farti male. Forza scendiamo”

Lei mise il broncio per nulla convinta delle mie parole, incrociando poi le braccia al petto.

Da parte mia, non mi mossi per non dargliela vinta mentre continuavo a guardarla deciso. Continuammo a battibeccare ancora qualche minuto: lei tentando di convincermi a rimanere ed io tentando di convincerla a scendere di sotto.

“Polca … polca … polca” parlava piano come se non ricordasse quello che voleva dire 

“Cazzo!” esclamò infine alzando le spalle

Aveva appena detto cazzo?  Una parolaccia a cinque anni?

“Hey, signorina … vieni subito qui” le ingiunsi prima che uscisse dalla stanza  “Che cosa hai appena detto?” domandai arrabbiato

“Niente” rispose velocemente, percependo il mio tono

Fece per andarsene di nuovo ma la fermai prendendola per un braccio e con delicatezza la feci voltare nuovamente verso di me.

“Che cosa hai detto, Hailie?”

“Niente!”

“Non è vero!” replicai deciso  “Hai detto una brutta parola, Hailie. Non dirla più! Hai capito?”

“Pelchè?” domandò innocentemente

Holly, dove sei?

Perché … perché …. Perché è una brutta parola e i bambini non possono dirla?

“Perché è una brutta parola che i bambini non possono dire. Non farlo più!” le intimai

“E i gandi possono dilla?” mi domandò curiosa, dopo qualche secondo di silenzio

I grandi possono dirla? No, nemmeno i grandi!

“No, nemmeno i grandi possono dirla” risposi con tono sicuro

“Va bene. Scusa”

Le accarezzai il capo e mi accovacciai sulle ginocchia per essere alla sua altezza.

“Perdonata” le sussurrai all’orecchio

“Adesso giochiamo papi?” chiese ancora con tono allegro come se non fosse successo nulla

Annuì e prendendole la mano scendemmo di sotto, in salotto

“Papi, ma pelchè tu le dici le blutte paloe?” domandò non appena varcammo la porta del salotto

Cazzo! E ora che le rispondo?

“E’ colpa del lavovo?” domandò ancora  “Holly dice sempe che le palole blutte non si dicono e che tu le dici, quacche volta, pelchè sei abbabiato” mi spiegò voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi

Distolse lo sguardo per qualche secondo per guardarsi in giro, come in cerca di qualcosa

“Sei abbabiato papi?” mi lasciò la mano per correre verso la cesta dei suoi giochi 

“Io ti faccio abbabiale?” chiese ancora

Parlava così veloce che riuscì a capire poco. Scossi la testa e le sorrisi

“No, amore, non sono arrabbiato” risposi avvicinandomi a lei e alla sua grande cesta rosa

“Sei abbabiato con Aly pelchè ha la febbe?” tirò fuori un bambolotto e il suo biberon

“Certo che no, Hailie. Non sono arrabbiato con Aly. Non è mica colpa sua se si è ammalata” risposi prendendo dalla cesta un bavaglino piccolo adatto ad una bambola.

“Ah, ok” disse quando glielo porsi. Lo prese e lo mise al suo bambolotto come Holly lo metteva a lei quando mangiavamo.

Sorrisi a quella scena e la presi tra le braccia, posandomela sulle ginocchia. Le baciai il capo mentre lei mi spiegava le regole del gioco e quale fosse il ruolo mio, suo e quello della bambola.

“Papi, tu mi vuoi bene?” mi domandò avvicinando il biberon alla bocca della sua bambola

“Certo amore mio” risposi stringendola ancor di più

“Come io vojo bene a Molly?” disse indicando la sua bambola

“Molto di più” risposi baciandola sulla guancia “Voglio un mondo di bene a te e ad Aly!”

Lei sorrise e si strinse a me per godersi quelle dolci coccole

“E vuoi bene anche ad Holly e allo zio Dre?” domandò ancora lasciando cadere Molly a terra e prendendomi il viso tra le sue piccole dita

Annuì con la testa e le baciai ancora la guancia.

 “Anche io ti vojo bene, papi” sussurrò stringendomi le sue piccole braccia al collo

 

 


  
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