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Autore: kimartwins18    25/04/2014    1 recensioni
Londra.New York City.5570 kilometri di distanza.
Ai due estremi del mare i sentieri di due giovani si riincontreranno e non e´certo a nessuno dove questi li condurranno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Counting stars


I see this life and I see it burn, down this river and return...


Il vento notturno le scompigliava piacevolemente i capelli.

Appogiata alla ringhiera del terrazzo,guardava le acque del fiume scorrere silenziose e le luci della città  erano come lucciole,così apparentemente lontane.

Dietro di lei sentì dei passi leggeri.

La ragazza continuò a guardare di fronte a sé,mentre quei passi si facevano sempre più vicini.

Il profilo di un ragazzo le si accostò alla ringhiera e ,con la coda dell'occhio, Chloe vide i suoi occhi azzurri fissarsi sulla grande ruota illuminata da mille sfumature di verde,un pavone nella notte.

Chloe percepiva l'elettricità  aleggiare nell'aria.

Aspettava.

Aspettava che nella sua mente si chiarisse ciò che fino a pochi istanti prima era stato così limpido.

Chloe sentiva la tensione montare dentro di sé, il calore le affluiva alle dita delle mani.

Allungò la mano sul fianco per trovare la mano di lui ,così fredda che al contatto la ragazza provò un'immediato sollievo. Asa ,seppur sorpreso dal contatto, intrecciò le dita in quella stretta avvolgente.

Aveva mille domande pronte a sfuggire al controllo che si era imposto di mantenere.

La ragazza guardò le loro mani intrecciate e si voltò per incontrare i suoi occhi color ghiaccio.

-Non ...- cominciò il ragazzo.

Quel che accadde dopo non fu frutto di una sua premeditazione.

Vista dall'alto si sarebbe detta una scena di un film,una di quelle scene che ai suoi occhi erano sempre sembrate davvero poco realistiche . Le era sempre risultato difficile credere che potesse esistere un sentimento così forte da infrangere ogni autocontrollo,quel bisogno irrefrenabile ,come un fiume in piena, che ti spinge verso l'oggetto del tuo desiderio.

Eppure ,se avesse potuto trovare le parole, avrebbe descritto proprio così ciò che l'aveva spinta ad aggrapparsi alla camicia del ragazzo per colmare quell'insopportabile distanza dalle sue labbra.

Quel contatto ,in un attimo, fece svanire in entrambi le mille indecisioni che erano state fino a poco tempo prima protagoniste dei loro pensieri.

Asa, dopo un attimo di completo smarrimento e sorpresa,dischiuse le labbra e intensificò il bacio.

Chloe spostò le mani dietro la nuca del ragazzo,stringendo le dita tra i suoi capelli neri,per avvicinarlo ancora di più a sé.Le mani di lui le accarezzavano la schiena nuda e a ogni tocco la ragazza sentiva un brivido percorrerla da capo a piedi.Chloe si sentiva completamente sopraffatta dal sapore delle sue labbra. I ragazzi si staccarono per riprendere fiato,fronte contro fronte. Asa aveva gli occhi chiusi ma un largo sorriso comparve sul suo volto.

-è¨ stata davvero una bella chiacchierata-disse in un sussurro.

-di poche parole.- Chloe si scostò con un sorriso.

-Era questo il motivo per cui mi hai chiamato qui?- chiese il ragazzo.

Chloe sciolse le loro mani ancora intrecciate e fece un passo indietro per poterlo vedere bene in viso.

Sembrava che il miliardo di parole, di frasi fatte e pensate, che fino a cinque minuti prima le erano sembrate giuste avessero perso di significato, prive di sostanza.

-Ecco,vedi...- per la seconda volta in vita sua Chloe era senza parole: come spiegare tutto questo?

-Carter?- la domanda del ragazzo sembrava assumere alle orecchie di Chloe un tono impercettibilmente sarcastico.

-Ti avevo chiamato qui con l'intenzione di parlarti ma...- la ragazza fece un respiro profondo e continuò. -io e Carter stiamo insieme da tre anni e non posso...-

-tre giorni.-la interruppe-se bastano tre giorni per sconvolgere ciò che si è costruito in tre anni allora perdonami, ma non credo che le fondamenta fossero così solide.-

-Non capisci. Non è così semplice.- Chloe abbassò lo sguardo,voltando leggermente lo sguardo verso la città  illuminata.

-Diamine Chloe!-la voce del ragazzo si incrinò. - è tutto il giorno che penso a te-

La ragazza ,sorpresa,alzò gli occhi- e se dopo questo non hai provato quel che ho provato io, dimmi che non vale la pena provare.-

-Ti prego, non rendere le cose ancora più complicate...- Chloe non riusciva a sostenere il suo sguardo.

-Guardami. Dimmelo e giuro che ti lascerò andare.-

Le costò tutto l'autocontrollo che possedeva per pronunciare quelle parole, ma aveva fatto la sua scelta.

-Io amo Carter.- disse così con tono fermo, ma non appena le ebbe pronunciate capì quanto suonassero stonate,sbagliate.

Il dolore che riusciva a vedere negli occhi di Asa si trasformò in un gelo che le riuscì a contagiare il cuore. In pochi secondi aveva innalzato una barriera tra di loro che Chloe sapeva di non poter più superare. Era fatto così,lo conosceva.

-Ho capito.- disse con tono freddo,distaccato.-Buon viaggio Chloe.-

Si voltò,dirigendosi verso l'uscita.

-Non andare.-le parole di Chloe era state pronunciate così flebilmente che adesso fluttuavano nell'aria come fumo, spazzate via dal sordo tonfo della porta.


Why I feel something so right doing the wrong thing? Why I feel something so wrong doing the right?


Passo dopo passo gli sembrava di diventare sempre più pesante.

Le gambe andavano ormai da sole, seguendo un percorso a lui sconosciuto.

Aveva bisogno di andare via. Via. Non sapeva esattamente dove, ma dopo aver avvertito Connor, aveva lasciato quel locale asfissiante alla velocità  della luce.

Asa pensò di aver camminato per non più di cinque minuti. Ora si trovava in una via poco illuminata, una stradina laterale nel quartiere di Soho. Un gruppo di gente, prevalentemente di uomini, sostava davanti ad un pub irlandese.

Appena aprì la porta del locale lo investì un forte odore di birra e sudore. Questo era uno dei vari motivi per cui Asa non frequentava i pub ma quella sera non glie ne importava proprio niente, aveva bisogno di una distrazione. Al barista ordinò una birra. Rossa, aveva un gusto meno amaro. Non era solito bere alcolici, giusto quando seguiva Connor e Sean il sabato sera, o a qualche evento particolare. Quella sera però,avrebbe fatto un eccezione.

Sentì qualcuno sedersi al suo fianco,occupando l'unico sgabello vuoto davanti al bancone.

-Una rossa,per favore.-

Asa aveva lo sguardo fisso sul fondo del suo bicchiere ormai vuoto ma non appena sentì quella voce familiare, alzò lo sguardo.

-Non ti pedino, tranquillo.- disse Sophie con un sorriso.-Ti ho visto uscire di fretta dal locale.-

-Non ti preoccupare, sto bene.- disse Asa,sforzandosi di risultare credibile.

Quando il barista poggiò la birra di fronte alla ragazza, il moro ne ordinò un'altra.

La ragazza rimase in silenzio mentre Asa beveva la seconda, la terza birra.

Sophie sapeva che il ragazzo non reggeva molto bene l'alcol così lo interruppe quando vide che era in procinto di chiedere la quarta birra.

-As, basta. Lo sai che non le reggi.-disse dolcemente.

Il ragazzo fece un respiro profondo, frugò nella tasca dei jeans e lasciò sul bancone venti sterline.

-Scusa Sophie, ora vado. Oggi non è la mia giornata.- si voltò ed uscì dal locale.

La ragazza lo seguì in strada.

-Asa,dove vai?Non avrai intenzione di andare in giro così.-

-Mi fratello abita qui vicino. Farò una passeggiata fino a casa sua.- la sua voce assumeva a tratti un tono scivolato,calante, che non convinse Sophie.

-Lascia che ti accompagni.-

Il ragazzo per risposta fece spallucce e lasciò che la ragazza lo seguisse in silenzio. Non c'era pericolo di perdersi: Asa aveva fatto quella strada talmente tante volte che ormai l'avrebbe saputa fare anche ad occhi chiusi.

Con la coda dell'occhio, la ragazza osservava il suo sguardo fisso per terra. Comminava stranamente veloce,con le mani nelle tasche dei pantaloni,e ogni oggetto che si ritrovava nel suo cammino veniva spinto via con dei leggeri calci. -Ha fatto la sua scelta.- Sophie lo sentì sussurrare.

-Posso facilmente andare avanti con la mia vita.- e diede un calcio talmente forte ad una bottiglia di birra vuota che questa andò a sbattere contro un palo e si ruppe in mille pezzi.

Per calmarsi fece un lungo respiro e scivolando,si sedette con la schiena appoggiata sul muretto esterno di una delle villette a schiera che dominavano la via.

Asa aveva voglia di piangere e ,seppur ritenesse questa reazione essere dovuta all'alcol, sapeva che in realtà questo acuiva semplicemente il suo stato d'animo.

Si passò una mano tra i capelli, appoggiando il viso sulle ginocchia.

La ragazza, che in un primo momento era rimasta immobile per la sorpresa, si lasciò scivolare accanto a lui.

-Credi nell'amore a prima vista?- le chiese lui con tono fermo, fissando lo sguardo sul muretto opposto alla strada.

Sophie ci pensò su. -Beh, anche se non lo ho mai sperimentato in prima persona mi piace credere che sì, sia possibile.-

-Non ho mai pensato di poter credere a cose così sdolcinate ma...- si interruppe- in effetti nel nostro caso non si potrebbe definire a prima vista.-

-Chloe?-

Il ragazzo voltò velocemente la testa verso di lei.

-Sai, una ragazza, per quanto non voglia ammetterlo, le capisce certe cose.- disse lei con un flebile sorriso.

-Lei ama lui.- quelle parole gli lasciavano in bocca un sapore insopportabilmente amaro.-me lo ha detto lei.

-Credo ci sia qualcos'altro che tu non mi stai dicendo... sei sicuro che fosse sincera?

-Per un attimo ho pensato che...che forse...- Asa si chiese se fosse opportuno continuare quella conversazione, specialmente con lei, ma aveva bisogno di sapere.

-Perché avrebbe dovuto mentire?

-Forse per auto convincersi.- osservò Sophie.

Asa rimase in silenzio per qualche minuto poi d'improvviso si alzò e si mise a camminare a grandi passi avanti e indietro per la stradina semi buia.

Ad un certo punto si fermò. Sorrise, come se fosse improvvisamente giunto ad una conclusione.

-Grazie.-le disse infine. Si guardarono per uno, due, tre intensi secondi. Poi il ragazzo tirò fuori dalla tasca della giacca un telefono.

-Si è fatto proprio tardi. Ti chiamo un taxi.


Asa giunse davanti a quella familiare porta rossa qualche minuto. Suonò il campanello.

-As!- suo fratello Morgan gli aveva aperto la porta.

-Ciao, dovrei chiederti un favore...

-Zio!!!- un frugoletto di appena due anni e mezzo sbucò da dietro il papà  e corse verso il ragazzo che prontamente lo prese in braccio.

-Jack!- il volto del moro si illuminò.

Il ricciolino si voltò verso il papà  e mise su la sua famosa faccia da cucciolo:due irresistibili occhioni blu ghiaccio, che entrambi i fratelli avevano ereditato dalla madre.

-Lo zio rimane stasera a dormire con noi?-

Morgan e Asa si scambiarono un sorriso complice.

-Ma certo!


Lately I've been losing sleep dreaming about the the things that we could be.Lately I've been playing hard , say no more conting dollars we'll be counting stars...


Chloe si lasciò cadere sul letto con un tonfo.

Era rimasta su quel terrazzo per un tempo infinito fino a che non aveva deciso di scendere. Aveva finto un mal ti testa con tutti quelli che la fermavano,vedendola raggiungere l'uscita del locale, compreso Carter. Cercava Leslie, ma quando l'aveva vista ballare stretta ad un ragazzo biondo, che Chloe riconobbe essere Connor, aveva deciso di raggiungere direttamente l'hotel con un taxi.

Adesso era lì, distesa, ad occhi chiusi. Rivedeva la scena attimo per attimo. Un brivido la percorse ripensando a quell'intensa e bellissima sensazione di stringerlo tra le braccia e baciarlo, fino a non avere più fiato.

Adesso desiderava averlo lì, abbracciarlo, dirgli che quel che gli aveva detto non era tutta la verità .

Si alzò e raggiunse la finestra. Londra le apparve coperta da un manto trapunto di luci.

Un altro giorno, si disse, un altro giorno e si sarebbe lasciata quella città  alle spalle.

Sarebbe andata via, via da lui.



Angolo autrice:

Eccoci qua. Mi dispiace davvero tanto dell'attesa ma davvero,la mia mente funziona a flash. Ho scritto la prima scena circa due mesi fa, dopo aver fatto un sogno. Il resto del capitolo l'ho scritto durante le vacanze di Pasqua.

Mi piacerebbe davvero sapere le vostre opinioni sulla storia, se avete dei consigli, delle considerazioni o delle critiche. Grazie davvero.

Kimart






  
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