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Autore: LOVE_WRITING    25/04/2014    2 recensioni
E' la mia prima fanfiction.
E' l'ennesima Reid/OC sul sito ma spero vi piaccia.
Amity Donner, vent' anni, è sempre stata impulsiva e impertinente, forse troppo. Non dimostra un invidiabile maturità, nemmeno la minima, quella che dovrebbe ormai possedere. Sembra essere un’ eterna adolescente.
Sono passati 7 mesi da quando ha cominciato a lavorare come aiuto esterno alla squadra analisi comportamentale del FBI, dopo essere stata notata da Jason Gideon durante una delle sue lezioni sul profiling alla quale casualmente la Donner partecipava .
Amity si trova d'avanti ad uno dei casi più raccapriccianti che la BAU abbia mai visto, un replicatore del famigerato John Way Gacy, o clown killer.
Dal Testo
-Smettila di proteggermi, non sono un bambino, non ho bisogno di essere protetto
-Oh su Reid, tu hai bisogno di essere protetto vista la tua incredibile propensione al cacciarti in situazioni pericolosamente mortali. Quindi caro il mio genio, sappi che non ti mollerò un secondo- Gridò la ragazza aggiungendo con dolcezza- Ti proteggerò fino al mio ultimo respiro Spencer, il perché non c’è bisogno che lo dica, è abbastanza ovvio-
Genere: Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo 3


 
 

3 giorni dopo

La testa le scoppiava, il cervello formulava mille ipotesi improbabili, quasi ridicole. Non riusciva a capire, non ci riusciva proprio, inoltre gli sguardi di ghiaccio che le lanciava Varner non aiutavano la concentrazione. Poteva vederlo fissare con superiorità non solo lei, ma anche Derek, lui non se ne accorgeva però, oppure fingeva di non accorgersene, perché non gli importava. Era questo che ammirava di Derek, il fatto di riuscire sempre a sapere quando aveva ragione e non lasciarsi influenzare dai comportamenti altrui e saper accettare i propri errori, il più delle volte.
-Non capisco-Disse d’un tratto la giovane Amity  rompendo il silenzio che da 10 minuti si era venuto a creare nella stanza.
-Questo omicidio non può essere collegato con il nostro caso, il modus operandi  e la vittimologia non coincidono. Probabilmente l’omicidio di Kurt Mantellow non ha nulla a che fare con questo- Continuò gesticolando.
-No, no ci deve essere un nesso inoltre la vittimologia non è affatto cambiata-Si oppose Varner
-Ha ragione Donner, la vittimologia è cambiata, la prima vittima Kurt Mantellow, era un bravo ragazzo, di buona famiglia. La nuova vittima Josh Carter era un drogato, uno sbandato, con una famiglia disastrata alle spalle- Spiegò Hotch, lanciando un sguardo ad Amity, le sembrò quasi che gli occhi del suo capo sorridessero.
-Comunque stiamo parlando di un maschio bianco, di età compresa tra i 15 e i 21 anni- Intervenne la grassa Shannon
-Potrebbe essere stato un regolamento di conti, vede, se come abbiamo creduto sin dall’inizio l’assassino di Kurt Mantellow è un replicatore dei casi di John Wayne Gacy, allora, non avrebbe mai cambiato modus operandi così drasticamente. Solitamente le vittime di Gacy venivano violentate e poi strangolate, come è successo a Kurt. Perché mai un replicatore così fedele da scegliere un ragazzo della stessa età e che facesse lo stesso lavoro dell’ultima vittima di Gacy, dovrebbe cambiare? Io penso che
L’omicidio di Josh Carter non abbia nulla a che fare con il nostro SI- Confermò Reid.
-Josh Carter è stato pugnalato diverse volte, e lasciato a morire appeso ad un palo, in un campo di grano, in balia degli uccelli. Questo è sadico. Jhon Wayne Gacy era un sadico sessuale, magari il replicatore, ha trovato un modo più eccitante di uccidere- Protestò ancora Varner
-Si, certo,e magari il nostro SI non è altro che un supereroe tipo superman che salva giovani dopo aver visto per loro un futuro terribile. Ma mi faccia il piacere- Intervenì Amity
-  Superman non vedeva il futuro- La corresse Reid, che si guadagnò un sguardo omicida dalla Donner
-Vede non si adatta al modello di un replicatore la sua teoria, non neghiamo che l’assassino di Josh Carter sia un sadico, ma non ha nulla a che fare con il nostro SI- Ribadì Emily
- Inoltre si ho ragione di crede che presto, scavando sotto l’abitazione del Killer Clown, troveremo ben 27 cadaveri, e nel fiume altri 5- Si intromise Rossi
-Giusto se il nostro SI è un replicatore fedele allora il povero Kurt non è altro che la sua ultima vittima, e lui ce l’ha fatto volutamente scoprire…insomma si, perché Gacy è stato arrestato a causa dell’occultamento mal riuscito della sua ultima vittima- Convenne Shannon elettrizzata
-Esattamente Shannon- Confermò Morgan sorridendo a quella donna eccentrica che gli ricordava la sua bambolina
-Agente Varner mandi una squadra e la scientifica a casa di Jhon Wayne Gacy, Prentiss e Morgan verranno con lei- Ordinò l’agente Hotchner
-Rossi, con un'altra squadra e la scientifica al fiume. Io, Reid e Donner esporremo il profilo a tutti gli agenti. JJ tu penserai ai media. Garcia, tu aspetta le mie direttive- Concluse l’autoritario capo


-Il nostro SI è un uomo bianco tra i 30 e i 40 anni, probabilmente ha subito da piccolo molestie fisiche e psicologiche da uno dei due genitori quando era bambino. Deve avere in qualche modo la possibilità di entrare nell’abitazione di Gacy, potrebbe lavorare per il comune o la manutenzione- Cominciò Hotch
- E’ un uomo molto cortese, gentile ma allo stesso tempo misterioso e chiuso che si impegna per il bene comune, potrebbe far parte di un piccolo partito e svolgere volontariato esattamente come Gacy- Continuò Amity
-Magari, come il suo eroe, fa il pagliaccio in ospedali o feste per bambini. C’è una buona possibilità che sia divorziato, e che si sia sposato per reprimere la sua omosessualità- Concluse Reid
- Ricordate che è un uomo pericoloso, instabile, il fatto di aver imitato tutti i crimini di Gacy, e di non poter più uccidere potrebbe scatenare in lui un cambiamento, un comportamento violento verso chiunque. - Aggiunse Hotch


JJ si passò le mani sul volto stanco, era sera tarda, e la giornata non era stata delle migliori.
Come previsto avevano trovato i 27 cadaveri nell’abitazione del killer clown e 5 nel fiume, avevano delineato un profilo, a cercato nei database con Garcia se ci fosse qualcuno che corrispondesse a questo profilo, ma nulla ne era uscito. Inoltre il compito di avvertire tutte e 32 le famiglie delle vittime era toccato a Jennifer che ne era uscita più tosto stravolta.

-Hey- La salutò Emily facendo capolino nella stanza- Hotch dice di andare in albergo, per riposare, domani rivedremo il profilo, ora nessuno di noi ha la forza di farlo-
Disse la mora


Rossi guardò Hotch con il quale condivideva la stanza. L’uomo era pensieroso, cupo.
-Hotch- Lo chiamò David- Cosa c’è che non va?- Domandò
-Questo caso,ha qualcosa di strano, non so,sento che ci sfugge qualche cosa di importante- Affermò l’uomo
- Hotch non c’è nulla che possiamo fare ora, abbiamo cercato con Garcia ogni possibile SI, il risultato è niente, nessun crimine precedente di questo tipo, nessuno che negli ultimi anni abbia subito qualche grave esperienza e che allo stesso tempo si adatti al profilo e non abbia un alibi per l’omicidio di Kurt Mantellow. Domani ci rimetteremo a lavoro Hotch, ma ora dobbiamo riposare, per essere pronti, domani, a cercare di catturare questo SI.


-Allora come va piccolina?- Chiese Garcia sdraiandosi sul suo letto
-Mm voglio morire, sono distrutta- Si lamentò la Donner
- Già, io non vedo l’ora di tornare a Quantico, non mi piace questo caso- Affermò Penelope
-Nemmeno a me. Odio la Strauss, se non fosse per la sua amicizia con Varner non saremmo nemmeno venuti qui- Disse la ragazza
-Cambiamo argomento però….parlimo che ne so? Novità piccanti?- La bionda si sedè velocemente sul letto per fissare la sua piccola collega
-Nessuna novità piccante Pen, condividiamo una stanza d’albergo da circa tre giorni, ci vediamo tutti i giorni a lavoro, e sei come una sorella per me, te lo direi se ci fossero novità- Rispose la giovane
- Sicura? Perché io sono sicura che c’è qualcosa che non mi hai detto- Insistè  Garcia con un sorrisetto in volto
-Cosa non ti avrei detto?Sentiamo- Chiese esasperata Amity
-Allora….Cosa combiante tu e il mio genietto preferito?!- Domandò a sua volta Penelope
-Co…Cosa?! Io e Reid?! Noi non combiniamo nulla! Come ti è venuto in mente?!- La Donner era scioccata, non solo perché tra lei e Spencer non c’era mai stato nulla, ma anche perché da qualche mese parlare di Reid, con Reid, o semplicemente rimanere sola con lui la metteva a disagio, cosa che al’inizio non le accadeva.

Non ne capiva il motivo, insomma non provava nulla per il suo collega. Era indubbiamente un bel ragazzo, di una bellezza particolare, per nulla scontata, che andava ben oltre il fisico o il bel faccino, ma dal ritenerlo bello a piacerle c’era una bella differenza. Eppure  ultimamente si sentiva così strana vicino a lui.

-Sei arrossita. Amity Aubree Donner sei arrossita, non ci credo! Ahaha bimba tu hai una cotta per il nostro….-
-Taci Penelope! Non è vero, sei tu che mi metti in soggezione con le tue accuse, nulla di più- Affermò la giovane

-Bhe allora spiegami un po’ di cose-
-Cosa?-

-Il vostro rapporto Amity, sono seria, è più tosto particolare. Lui si ingelosisce ogni volta che ti vede con un ragazzo diverso, lui ti difende ogni volta che commetti qualche errore, tu fai lo stesso con lui cara, senza contare che tu hai un istinto di protezione quasi eccessivo nei suoi confronti fragolina-

Amity sospirò

-A tutto c’è una spiegazione chiara e razionale. Spencer, anche se non è mai successo, si ingelosisce perché mi vede come una sorellina piccola forse, come Derek-
-No piccola, ti dico che bhe…non si comporta come Derek, fidati, ti guarda come se fossi..non so la cosa più bella al mondo, credo, comunque ti guarda in modo…si…
diverso-

-Punto un io sono la cosa più bella al mondo, ricordalo Garcia. Punto due, mi difende sempre perchè Hotch esagera con me e se ne sono accorti tutti. Io faccio lo stesso…perché mi piace proteggerlo, e lui ne ha bisogno..Dopo tutto quello che ha passato nella sua vita io voglio solo che sia felice Pen, perché ci tengo a lui, veramente, e non voglio che soffra per nulla, nemmeno per un rimprovero o un errore, io voglio solo aiutarlo…perché io…-
-Perché tu, mia piccola stupidina, provi qualcosa per lui, lo provi qui, nel tuo grande cuoricino, lo provi qui nella bocca dello stomaco e qui nella tua testolina- Garcia sorrise con tenerezza alla sua amica

-No, cioè io..non lo so cosa provo, mi stai confondendo. All’inizio di questa conversazione era del tutto convinta di quel che provo per Reid e ora….Ti odio Penelope Garcia, sappilo- Confessò Amity

-Dimmelo, dimmi come ti senti- La incitò Penelope

-Andiamo è mezzanotte passata, ne parleremo poi-

-No, dimmelo, ora, cosa senti in questo istante-

-Mi sento confusa, e terrorizzata all’idea che tu possa avere ragione, e una parte di me mi sta gridando che tu hai sempre ragione, e che forse per me lui è più di un amico. L’altra parte dice di no, dice che non posso insomma…si…provare qualcosa per lui, perché lavoriamo insieme e sarebbe totalmente sbagliato..inoltre non voglio pensarci ora, questo caso mi da già troppo su cui riflettere-

-Ok, però, non appena torniamo a casa risolviamo questa situazione chiaro?-

-Ok. Buonanotte, mio strabiliante dea dei computer- La salutò Amity infilandosi sotto le coperte

-Notte piccola bimba sperduta- Le disse Garcia imitandola.

Qualla notte Amity non riusci a chiudere occhio, non riusciva a smettere di pensare a tutto ciò che le aveva detto Garcia. Ogni singolo ricordo dei casi precedenti le veniva a galla, non riusciva a fermare le immagini dei suoi momenti con Reid.

Fashback

-Lei è Amity Donner, lavorerà con noi come aiuto esterno- La presentò Gideon
Ognuno dei suoi colleghi le strinse la mano, tranne un ragazzo. Era alto, magro, molto giovane, forse troppo per essere un agente del FBI.
-Io sono Spencer Reid- Le disse facendole un gesto con la mano
-Dottor Reid-Lo corresse Gideon. Spencer sorrise imbarazzato, e, notando il suo imbarazzo, Amity non potè fare a meno di sorridere.
-Wow, ma quanti anni hai? 21,22? E sei già dottore? Cosa sei una specie di genio?- Chiese la giovane ironica, che non s’aspettava affatto la risposta che avrebbe ricevuto.
-In realtà ho 24 anni, e si, sono un genio- .
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-No!- Sentì un urlo provenire dalle sue spalle. Era la voce di Spencer, preoccupata, preoccupata per lei.
Si girò si scatto, e lo vide, vide il soggetto ignoto, nascosto dietro un mobile, che le puntava una pistola contro. Avrebbe dovuto prendere la sua e sparare eppure non ci riusciva. Era alle prime armi e non le era mai capitato di vedere un pistola puntata verso di lei. Infondo lavorava alla BAU da un mese soltanto.
Udì uno sparo, che le sembrava distante miglia, eppure il corpo inerme del SI, giaceva davanti a lei. 
Reid le passò davanti, si chino per disarmare l’uomo, dopo aver controllato se fosse vivo, ma era morto.
-Stai bene?- Le chiese Spencer posandole una mano sulla spalla
-Si..solo ho avuto paura- Confessò la giovane-Ma tu mi hai salvata mio eroe- Aggiunse posando un bacio delicato sulla guancia del giovane genio, che presto divenne tutto rosso di vergogna.
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Sentiva il cuore batterle a mille, come volesse uscirle dal petto. Era frustante restare lì, senza poter far niente, ferma immobile, mentre un suo collega, un suo amico, era tenuto prigioniero da un folle fanatico religioso. Era difficile stare lì, mentre il suo amico moriva. Lo vedeva dimenarsi in preda alla tosse dopo esser caduto assieme alla sedia alla quale era legato. Non si mosse più.
Gli occhi di Amity pizzicavano, una lacrima le scese lungo le gote.
Sperò che quel pazzo, quel Henkel provasse a rianimarlo, ma  nulla, se ne andò, vittima della sua personalità più crudele.

Passarono minuti, per Amity furono ore. Non sapeva come stessero reagendo gli altri, lei non distoglieva lo sguardo da quella figura immobile. Sarebbe stato quello l’ultimo ricordo che aveva di Spencer?
La sua morte? Oppure la litigata della sera precedente in un locale in cui erano andati? Nessuno dei due. Non voleva avere un ultimo ricordo di Reid, non voleva accettare l’idea di non rivederlo, di non sentirlo sparare una di quelle sue fastidiose informazioni da Spencer bitchpleasesonoungeniosotuttoditutti Reid, non voleva non sentire più il suono della sua voce, acuta e stridula quando c’era qualche cosa a innervosirlo. Lei voleva riabbracciarlo.

Quando Tobias tornò e lo rianimò con successo, bhè per la prima volta pensò che forse, dopo aver trovato Spencer non l’avrebbe fatto soffrire più di tanto per ucciderlo.
---
 
Trovarono Reid, lui era in un cimitero, poco distante da lui una pala e il cadavere di Tobias Henkel. Amity intuì a cosa servisse la pala. Al solo pensiero le si formò un nodo alla gola, dovette combattere ferocemente affinchè le lacrime non scendessero di nuovo dai suoi occhi. Voleva, anzi doveva, mostrarsi forte. Infondo non doveva piangere, perché Spencer era vivo, stava bene.
Vide JJ abbracciarlo, non appena si staccarono lei corse verso il giovane genio.

-Oddio ti prego non farlo mai più ti prego ti prego Spencer, ti prego- Sussurrò la ragazza abbracciandolo così forte che temette di soffocarlo.
-Mi dispiace- Le sussurrò a sua  volta Spencer.
-Stai bene?- Chiese
-Si..- Rispose Reid
Amity sapeva che non stava bene, lo vedeva nei suoi occhi, vedeva paura, dolore, e tutto ciò la distruggeva.

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-Cazzo?! Perché fate tutti finta di niente qui è?!- Strillò la Donner verso il suo capo
-Abbassa la voce- Le disse Hotch pacato
-No non la abbasso, se ne sono andati tutti qui, strillo quanto mi pare chiaro?! Non me frega nulla se sei il mio capo o roba simile ok?! Ora fingiamo di non essere due agenti del FBI ma due persone ok?-Ribadì la Donner irritata
-Tu non sei un agente del FBI. A cosa ti riferisci quando dici che facciamo finta di nulla?- Domandò Hotch
-Alla fata turchina! A Reid Hotch. Non penso di essere l’unica ad essersi accorta che si..è cambiato, dopo Henkel. Hotch si vede lontano un miglio che sta assumendo…stupefacenti- La voce della Donner si affievolì alla fine della frase
-Lo so- Affermò Hotch come se nulla fosse.
-Lo sai?! Cristo  e non fai nulla?! Un tuo agente è stato rapito da un serial killer, ed ora si droga, e tu lo sai e non fai nulla??!!! Ma che cazzo di capo sei? E’? Rispondimi porca…- Amity venne interrotta da Aaron
-Modera il linguaggio.  Aiuteremo Reid solo se ce lo chiederà-
La giovane emise una risata amara- Chiedercelo? Non ti sembra una chiara richiesta d’aiuto il suo comportamento così diverso?! E’? Secondo te Reid non volesse che lo sapessimo si comporterebbe così!? –
-Ora basta, noi non faremo nulla e nemmeno tu Donner-
-Bene- Disse Amity sbattendo la porta per andarsene per poi riaprirla un attimo dopo- E una cosa Hotch…Fanculo-
Detto ciò se ne andò, non poteva sapere che, nonostante tutto Hotch sorrise.
---
 
- Non è affatto male-Commentò Emily fissando il ragazzo che si era appena presentato alla BAU, baciando Amity davanti a tutti come se fosse la cosa più normale al mondo
-Già è carino… Mi pare si chiami Carl o…- Convenne JJ
- Clark, si chiama Clark. Secondo voi stanno insieme?- Chiese Reid, fissando la coppia con uno sguardo indecifrabile sul volto.
-Che c’è ragazzino? Non sarai mica geloso- Lo canzonò Derek
-No, affatto- Rispose il genio andandosene
-Hey che ha Spencer?- Domandò la Donner avvicinandosi al gruppo
-Niente- Rispose JJ, lanciando uno sguardo ad Emily, che non passò inosservato
--

-Oddio non lo sopporto quel tuo amico-  Strillò Clark
-Chi?- Chiese Amity accoccolata al suo petto
-Quello magro, alto…il genio là, quando ti vengo a trovare mi dice sempre che non puoi vedermi, manco fosse il tuo capo, e quando mi unisco alla tua squadra per uscire la sera dopo i vostri casi e lui si mette a blaterare quelle cazzate per farci sentire quante cose sa mi irrita-
Amity si staccò.
-Uno lui si chiama Spencer, due tu non puoi venirmi a trovare a lavoro come se nulla fosse e te lo dice lui perché Hotch ti farebbe sbattere fuori dalle guardie direttamente. Tre lui spara quelle cazzate come dici tu perché le sa, perché pensa che sia interessante saperle e sai che c’è? A me piace ascoltarlo, non mi irrita affatto, e non è presuntuoso come pensi tu-Lo difese la Donner.
-Ho dimenticato di dire che probabilmente quello sfigato del tuo amico non ti considera un amica, insomma ti spoglia con gli occhi Ami! Non lo capisci che io voglio solo salvare la nostra  relazione da quello spaventapasseri-
-Relazione? Farsi una scopata ogni tanto non è una relazione, non sono innamorata di te e te l’ho detto dal primo momento. Io e Reid siamo solo amici ok?! Io non gli piaccio, semmai può essere che lui piaccia a me. Sicuramente lo trovo molto sexy, carino, anzi no lo trovo bello. E non nello stesso modo in cui trovo te bello, come uno da sbattermi, ma bello in ogni senso, dentro e fuori. Ah e tra noi è finita!-

--

-Perché hai scelto questo lavoro?- Chiese Spencer d’un tratto.
-Non l ho scelto, lo sai che me lo ha proposto Gideon, lavorare con l’FBI non era nei miei piani. Sarei voluta essere una modella, un attrice o una cantante. Anche se il mio vero sogno era sposarmi con un riccone, comprare uno stato e diventare la principessa di quello stato- Rispose la giovane
- Non credo che la tua ultima idea sia plausibile sai? Comunque…Allora perché continui a farlo..intendo dire…con noi, perché continui a lavorare con noi? Insomma volendo, con la voce che ti ritrovi potresti essere una cantante famosissima- Domandò Reid
-Bha penso che questo lavoro alla fine mi piaccia. Infondo molti giovani possono dire “ehi cazzo io  ho 20 anni sono famoso” ma quanti possono dire “ehi cazzo io lavoro al FBI e ho 20 anni” ?- Affermò la Donner gesticolando
-Già…-
-E tu perché fai questo lavoro?- Chiese a sua volta Amity
-Penso perché sai…studiando la mente degli assassini io…penso di poter controllare la mia o per lo meno notare i segni in caso..sai in caso impazzissi, prima di far male a qualcuno- Spencer abbasso il capo.
-Tu non impazzirai Reid, sei troppo forte per impazzire- Amity era scioccata dalla parole del suo collega, non riusciva ad immaginarlo un..pazzo, non riusciva ad immaginarlo come sua madre.
-Vorrei che fosse vero-
-Mm io ne sono sicura-
-Amity?-
-Si?-
-Perché sei rimasta a lavoro fino a quest’ora?-
-Per farti compagnia-
-Davvero?-
-No. In realtà ho mollato Clark, hai presente no? Il ragazzo dell’altro giorno? E non avevo nulla da fare-
-Ah..ok-
Spencer non avrebbe mai saputo che in realtà quando aveva detto che era rimasta lì per lui, diceva la verità.

  
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