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Autore: itsmeWallflower    25/04/2014    3 recensioni
AU!Klaine Teacher!Blaine, Student!Kurt__
Kurt Hummel è un nuovo studente dell'ultimo anno del liceo Mckinley, Blaine Anderson il nuovo insegnante di letteratura inglese.
Kurt però è anche il ragazzo della metà degli anni di Blaine, conosciuto ad un caffè letterario..
e Blaine è l'uomo che di ragazzo ha ben poco che Kurt ha conosciuto una sera tra l'asteroide 325 e 330.
*Il fatto era che si erano trovati nel momento e nel luogo sbagliati.
Blaine aveva ancora troppe cicatrici da disinfettare e la sua anima da scoprire.
Kurt aveva ancora troppe poche cicatrici da sanare e la sua anima ancora da formare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4


Quando Blaine era entrato in quello squallido locale, tutto quello che avrebbe voluto fare era tornarsene a casa, infilarsi sotto le coperte e rileggersi per la seconda volta quella settimana “il vecchio e il mare” di Hemingway.. ma aveva promesso a sé stesso che avrebbe dimenticato quegli occhi azzurri e ipnotici che gli insinuavano nella testa pensieri inopportuni.
Lo Scandals però sembrava che non potesse offrirgli nient’altro che drink scadenti come distrazione.. non che si fosse guardato intorno, semplicemente aveva seguito Sebastian al bancone e si era seduto di fianco a lui sperando che la sua espressione corrucciata tenesse lontano qualsiasi tipo di persona volesse avvicinarsi.
“Qual è il tuo problema?” domandò Sebastian senza smettere di cercare le gambe di Santana tra la folla,
“questo posto è molto più squallido di come lo ricordavo. E sono sicuro che Cher lì di fianco a te è la stessa di dieci anni fa.. il che mi deprime un po’” disse Blaine chiamando con un gesto della mano la giovane barista per ordinare un Cuba Libre per lui e un Gin Tonic per Sebastian.
“fattelo bastare per tutta la serata. Perché tu mi hai trascinato qui, tu mi riporti a casa” borbottò Blaine, quando la barista gli mise davanti i loro drink,
“non ho intenzione di bere questa sera” rispose asciutto Sebastian prendendosi però il suo bicchiere.
 
“oh oh ora si che la serata si fa interessante” disse Santana sedendosi con le gambe incrociate sul bancone tra Blaine e Sebastian.. guardando il primo con aria civettuola,
“niente cose a tre Santana, mi dispiace.. ma mi piacciono le cose vecchio stile” sputò Blaine ricevendo in cambio uno scappellotto dietro la testa da Seb e una risata sguaiata di Santana,
“oh professorino, neanche ci avevo minimamente pensato.. non ci crederai, ma mi piace avere tutta l’attenzione su di me in quei particolari momenti. Io parlavo di quello..” disse Santana indicando un punto preciso della pista da ballo davanti a lei.
 
Sebastian scattò in piedi prima che Blaine avesse anche solo potuto assimilare che quello che stava strusciandosi addosso ad un ragazzo era Kurt.
Kurt che dimenava i fianchi con un bicchiere vuoto in un mano e l’altra stretta tra i capelli di quello che doveva essere il giocatore di football.
Era evidentemente ubriaco e disinibito e in un locale in cui non avrebbe dovuto esserci.
 
Blaine si era alzato dallo sgabello, senza neanche capire di averlo fatto e Sebastian lo avrebbe fermato se Santana non fosse stata più veloce di lui.
Lo prese per il colletto della polo che stava indossando e lo obbligò di nuovo a sedersi al suo posto.
 
Blaine non riusciva a togliere gli occhi da quella assurda scena.
I fianchi di Kurt, la sua bocca, le sue mani.. non sarebbero dovuti essere lì, con quegli atteggiamenti.
Era scattato qualcosa dentro Blaine, che non sapeva decifrare e sinceramente in quel momento, nemmeno voleva farlo.
Tutto quello che avrebbe voluto fare era andare lì, trascinare Kurt lontano da quel tizio viscido che continuava a torturargli il collo e riportarlo a casa.
 
Era sbagliato, tutto era sbagliato.
Kurt ubriaco era sbagliato.
Quel ragazzo chiuso ancora nell’armadio che sembrava mangiarlo con gli occhi lo era.
Blaine che sentiva l’istinto di prendere a pugni il giocatore era maledettamente sbagliato.
 
“Ascoltami professorino” disse Santana sillabando le parole dritto nell’orecchio di Blaine, per farsi sentire nonostante la musica alta.
“Kurt è ubriaco, arrabbiato, determinato ad essere quello che non è ed evidentemente convinto di avere la situazione sotto controllo. È convinto di star giocando al suo gioco, quando invece quello ad avere le carte in mano è quel pallone gonfiato che guarda Kurt come se fosse un trofeo.” Santana scese dal bancone per fronteggiare Blaine e Sebastian e continuò, “Ora.. ho provato a parlargli prima che ingurgitasse più alcol della sua massa muscolare.. ma non ha fatto altro che ripetere che deve provarci, che è giovane e che deve vivere le possibilità che la vita gli offre come ogni altro ragazzo della sua età. Sinceramente, non so cosa gli stia passando per la testa.. ma una cosa la so, quel tizio.. quel Zack, non mi è piaciuto quando me lo ha presentato e non mi piace ora. È lui che gli ha procurato un documento falso, è lui che continua a offrirgli da bere ed è lui che lo ha portato qui dentro come primo appuntamento. Non mi piace quel tizio, non mi piace come si comporta con Kurt, non mi piace nemmeno come mi ha detto di farmi gli affari miei.” Si mise le mani sui fianchi prima di fare un cenno al suo capo, per dirgli che stava arrivando, “Kurt è ubriaco e sicuramente un incosciente.. e più gli dici di non fare una cosa, più sente il bisogno di farla. Per questo non puoi andare lì e dirgli di smetterla. Perché finiresti soltanto per convincerlo a chiudersi nel bagno con quello lì. Voglio solo che lo teniate d’occhio ora che io non posso farlo. Okay?” lei fece per andarsene ma Blaine la bloccò per un braccio, lasciando comunque lo sguardo fisso su Kurt,
“perché non hai chiamato la sicurezza per mandarli via ed evitare che si conciasse in quel modo?” chiese,
“perché sarebbero andati dove io non avrei potuto controllarli e non mi fido di quel ragazzetto oppresso per lasciarlo solo con Kurt”
“stanno insieme?” domandò allora Blaine,
“sono due settimane che quell’idiota cerca di entrare nei pantaloni di Kurt.. e non so cosa tu abbia fatto a Kurt per convincerlo che questa sia la sera giusta per fargli dare libero accesso” disse lei facendo spallucce prima di fare un occhiolino a Sebastian e allontanarsi dietro le quinte del locale per sistemarsi il trucco.
“non ho fatto niente” borbottò Blaine prendendo un ultimo sorso del suo drink.. prima di trascinare Sebastian al centro della pista e cercare di attirare l’attenzione di Kurt.
 
Non ci volle molto prima che Kurt si accorgesse di lui.
In effetti non ci volle molto per Blaine e Sebastian a far cadere tutta l’attenzione della pista su di loro.
 
Infondo Sebastian era stato il re dello Scandals un tempo e Blaine sapeva come muoversi insieme all’altro.
“che stai facendo?” sibilò però Sebastian all’orecchio dell’amico,
“sto controllando Kurt” disse sicuro lui slacciandosi il papillon e Sebastian stava per andarsene e lasciare Blaine da solo a sbrigarsela con quella situazione, quando vide Santana salire sul palco, insieme a due altri ballerini..
“perché non prendere due piccioni con una fava?” domandò allora ammiccando verso Blaine, spingendolo a salire sul cubo libero di fianco al palco.
 
“oh-quello è B-Blaine?” balbettò Kurt a Zack mentre quello ancora continuava a strusciarsi su di lui, incurante di tutto il clamore che si era scatenato sulla pista,
“chi?” domandò Zack stringendo possessivo i fianchi di Kurt.
“ne-nessuno”
 
Non poteva essere che quello fosse Blaine.
Cioè poteva essere.. ma non lo era.
Era semplicemente un altro effetto dell’alcol. Oltre a farlo sudare, perdere la lucidità, gli dava pure le allucinazioni.
Belle e peccaminose allucinazioni di un Blaine con dei pantaloni rossi attillati ed una polo nera che gli fasciava le braccia in una maniera favolosa.
Blaine che si muoveva famelico intorno a Sebastian.. troppo vicino a Sebastian.
Era impossibile che era Blaine senza gel, che stava ballando sul cubo tra Santana e Smythe, senza un po’ di pudore guardandolo dritto negli occhi.
 
Occhi che Kurt non poteva giurare, ma sembravano neri di rabbia e determinazione e desiderio?
Dio, ma lui stava lì con Zack.. proprio per togliersi dalla testa quegli occhi.
Quegli occhi meravigliosi, che non importava se fossero felici o pensierosi, tristi o desiderosi, arrabbiati o indifferenti.. erano comunque bellissimi.
Sempre.
 
“ehi, sei ancora con me?” domandò lascivo Zack al suo orecchio quando questi non lo stava più seguendo con i fianchi,
“si, si” rispose Kurt, perché era impossibile che lì ci fosse Blaine e se si fosse avvicinato ancora di più a Zack e se lo avesse baciato ancora più forte e più deciso, quegli occhi se ne sarebbero andati e il pensiero di lui sarebbe scomparso.
 
Perché doveva provarci.
 
Ma poi Blaine era lì, anche se le luci erano fastidiose e vedeva poco, Kurt sentiva il suo profumo, era lì dietro di lui e si muoveva sinuoso insieme a Santana. E sentiva le sue spalle sfregare contro le sue..
E le allucinazioni possono anche far sentire gli odori?
Lui non lo sapeva, ma se così non fosse.. allora non era solo ubriaco.. ma forse anche pazzo.
Aveva bisogno di un po’ d’aria, per questo indicò la porta o quella che doveva essere la via per la porta e fece per trascinare con sé Zack.
 
Ma riuscì soltanto a scendere dal cubo prima che Zack gli fosse portato via e si ritrovasse Blaine di fronte a lui.
“oddio ma cos’è? un punizione divina del Karma?” sbottò lui chiudendo gli occhi e tirando un gran respiro,
“ciao anche a te” rispose Blaine alzando un sopracciglio confuso, “ci sediamo?” domandò direttamente nell’orecchio di Kurt,
“Dio, ma quanto era forte quel drink?” disse invece l’altro portandosi le mani tra i capelli e sbattendo ripetutamente gli occhi sperando che quella allucinazione, che addirittura gli parlava, sparisse.
“parecchio, immagino.” Blaine lo prese per mano e lo trascinò al bancone, ordinando un altro Cuba Libre per lui e dell’acqua per Kurt.
 
“non dovresti essere qui, Kurt.. e non dovresti bere così tanto”
“chi sei, mio padre?” sbottò lui e senza aspettare una risposta continuò, “oh aspetta. Sei l’insegnante caritatevole che si preoccupa per i suoi studenti. Stai tranquillo, ho fatto i compiti” disse acido facendo per alzarsi, ma Blaine lo bloccò costringendolo di nuovo a sedersi,
“Kurt? cosa c’è che non va?”
“tu” sbottò,
“io”
“si tu. Qui. a scuola. Tu. Sempre.”
“cosa vuoi dire?” domandò Blaine, cercando di trovare quegli occhi che non volevano saperne di farsi prendere,
“voglio dire, Professor Anderson.. che può anche smettere di interessarsi ai miei casini. So gestirli molto bene. da solo. Un margarita” urlò alla fine alla barista,
“credi di star gestendo bene l’alcol e quel tizio che ti porti dietro?” domandò Blaine
“certo”
“bene, allora buon proseguimento di serata”
 
“la prossima volta controlla i documenti prima di dare alcol a chiunque si avvicini a questo fottuto bar” disse Blaine alla ragazza perché era arrabbiato, perché Kurt era ubriaco e se n’era andato, era arrabbiato perché non sapeva cosa avesse scatenato tanta collera in Kurt.
Era arrabbiato ancora di più perché si era arrabbiato.
“da quanto tempo sei seduto qui?” aveva chiesto Sebastian facendo allontanare un uomo di mezza età che si era seduto di fianco a Blaine con l’intento di rimorchiare,
“da un po’.. cosa vuoi?”  aveva borbottato l’altro alzando gli occhi al cielo e indicando l’uomo che era appena andato via, “è anche lui un professore. Ti rendi conto? È la versione vecchia di me”
“dov’è Kurt?” chiese Sebastian senza mezzi termini, invece, scrutando la sala
“perché ti interessa?”
“perché Santana ci ha chiesto di tenerlo d’occhio. Dov’è il damerino?”
“non lo so. Ma tranquillo ha tutto sotto controllo”
“Blaine, dov’è?!” urlò esasperato Sebastian, facendo accendere un allarme nella testa di Blaine che si voltò a cercarlo tra la folla senza però trovarlo,
“in bagno, forse?” disse mordendosi il labbro inferiore senza sapere se essere ancora più arrabbiato o preoccupato.
“io vado a cercarlo in bagno, tu va a vedere nel parcheggio” sospirò frustrato Sebastian prima di dargli una pacca sulla spalla e allontanarsi.
 
Nel parcheggio, fu tutto veloce e surreale.
Un attimo prima Blaine era arrabbiato con sé stesso per primo e con Kurt poi, sentendosi un idiota colossale e un attimo dopo tutto quello che provava era paura.
 
Era quella paura che mosse i suoi istinti e lo fece correre verso le voci sommesse che sentiva.
 
Più correva, più le voci si facevano più vicine e forti, più la paura si impossessava di lui e non lo faceva pensare.
 
“avanti, avanti! Divertiamoci un po’!”
“io- no, non- no!”
 
Era Kurt, era lui.
Quello era il suo SUV.
 
Doveva correre Blaine.
 
“solo un po’ Kurtye. Avanti sciogliti un po’”
“Zack- no.. ti prego..” Kurt sembrava affannarsi e non riuscire ad urlare e Blaine non riusciva a sentirlo, a vederlo.
 
“KURT!” urlò ma prima che potesse anche solo avvicinarsi al SUV, Sebastian era già lì, uscito dalla porta sul retro e stava scaraventando fuori dall’auto Zack.
“un professore che prende a pugni uno studente è quello che non ti ci vuole” sputò Sebastian senza staccare gli occhi da quel viscido steso a terra con i pantaloni abbassati fino alle caviglie, mentre Blaine accorse nell’auto da Kurt.
 
Sebastian si abbassò su Zack prendendolo per il colletto della camicia, sentendo l’odio assalirgli ogni parte del corpo.
“potrei farti davvero male.. fino a quando non implorerai di smetterla ed io potrei continuare ancora” disse Sebastian a denti stretti guardandolo dritto negli occhi,
“se vuoi farti Hummel devi metterti in fila. Sto io per primo.. poi è tutto tuo” quelle parole colpirono Sebastian più di quanto desse a vedere, aprendo ferite che erano nascoste molto bene, ma che facevano ancora male.
Sempre male.
 
Blaine era entrato in auto dal lato opposto a Kurt e lo aveva aiutato a mettersi seduto.
Aveva gli occhi chiusi e umidi, le labbra martoriate, la camicia aperta come i pantaloni.. ma sembrava essere arrivato in tempo.
“ehi Kurt? stai bene? Kurt?” Blaine gli accarezzò i capelli e gli sistemò la camicia come meglio poteva senza toccarlo troppo,
“ti prego, dì qualcosa.. qualsiasi cosa, Kurt” mormorò Blaine e l’altro abbandonò la testa all’indietro sul sediolino e sospirò,
“-to bene” bofonchiò poi allontanando la mano di Blaine dalla sua fronte perché si sentiva soffocare e voleva aprire gli occhi ma non ci riusciva.
Ed era spaventoso.
“Dio Kurt” sussurrò Blaine cercando da qualche parte un po’ d’acqua da fargli bere.
 
“che succe- No! Sebastian!” anche Santana era corsa fuori, ancora con gli abiti di scena e il trucco pesante.
“Smythe!” urlò lei inginocchiandosi davanti a Zack proteggendogli il viso come poteva,
“Scostati Santana! Togliti di mezzo”
“cosa vuoi fare? ucciderlo?” urlò ancora lei guardando Sebastian dritto negli occhi e lui solo allora capì quello che stava facendo e lasciò andare il colletto del ragazzo per alzarsi.
“dov’è Kurt? cosa è successo?” chiese e Sebastian gli indicò il Suv ormai completamente buio.
Lei aprì la portiera e vedendo Kurt in quello stato non riuscì a reprimere le lacrime che le riempirono gli occhi,
“cosa gli ha fatto?” domandò con voce roca a Blaine che stava aiutando l’altro a bere dell’acqua che aveva trovato sotto al sediolino,
“niente.. credo.. Sebastian lo ha fermato in tempo” disse lui sospirando frustrato.
“Kurt?” lei chiamò l’amico prendendogli il viso tra le mani,
“Tana?” biascicò Kurt cercando di aprire gli occhi, senza però riuscirci ancora. Non riusciva nemmeno ad alzare un braccio per scostare le mani di lei dal suo viso accaldato.
 
Lo schiaffo che Santana gli tirò sulla guancia fu pieno di collera e preoccupazione.
“te lo meriti Kurt. sei un fottuto idiota incosciente. Un fottuto idiota. ora riprenditi, hai capito? Apri questi maledetti occhi e dimmi che stai bene” disse quelle parole con calma senza lasciare andare il viso di Kurt e nemmeno Blaine osò muovere un muscolo.
 
Kurt che sembrò prendere un respiro profondo prima di aprire lentamente gli occhi, lasciando che lacrime calde gli bagnassero il viso,
“sto bene” sussurrò questa volta più sicuro, guardando l’amica dritto negli occhi,
“non ti ha fatto niente, vero?” lui annuì e lei sospirò di sollievo, poi guardò Blaine,
“io devo tornare a lavoro. Lui non può tornare a casa in questo stato. Mi ha detto che suo padre crede che è andato ad un pigiama a party a casa di una sua amica e che domani passerà l’intera giornata a Westerville da Nick. Posso lasciarlo a te, Blaine?”
“tranquilla San. Ci penso io”
“grazie” fece lei prima di baciare la guancia arrossata di Kurt.
 
Sebastian era seduto sul cofano dell’auto di fianco al SUV e stava guardando il tizio a terra che sembrava morto, se non per il fatto che respirava ancora..
“quell’idiota sta addirittura ronfando” borbottò quando vide Santana avvicinarsi a lui,
“uhm.. lascialo perdere,  chiederò a qualcuno di riportarlo dentro e se non troverò nessuno che si occupi di lui, chiamerò un taxi che lo riporterà a casa”
“potresti anche lasciarlo a marcire li per terra”
“lo farei. Ma se trovano un cadavere fuori dal locale, questo poi verrà chiuso ed io non avrò più la mia paga extra” disse lei facendo scappare un sorriso sulle labbra di Sebastian,
“io devo andare. Ma grazie per essere venuto questa sera”
“non avevo progettato di sentirti dire questa frase in queste circostanze, ma va bene” Santana alzò gli occhi al cielo e sorrise,
“Smythe non tentare la mia pazienza, potrei mordere in questo momento” scherzò lei sporgendosi per un bacio sulla guancia,
“e questo cos’era? non sono mica tuo nonno!” sbottò lui ma Santana era già a metà strada per entrare allo Scandals con il dito medio alzato in aria, in bella mostra per Sebastian che rise di gusto.

*
 
“prendigli il cellulare” disse sicuro Sebastian quando aprì la portiera del suv e infilò la testa all’interno per poter guardare Blaine,
“ cosa? perché?”
“prendigli il cellulare o il portafogli così possiamo trovare il suo indirizzo e riaccompagnarlo a casa, avanti”
“non può andare a casa”
“tu guiderai la sua auto.. io ti seguirò con la mia e lo portiamo a casa”
“e cosa direi a suo padre? Salve sono il suo insegnante di letteratura. Non si preoccupi suo figlio sta bene è solo momentaneamente svenuto?”
“non sono svenuto” borbottò Kurt facendo sorridere Sebastian,
“ecco vedi? Non è svenuto! Sbrigati” ma Blaine scosse la testa e guardò Sebastian con quella luce di determinazione che l’altro sapeva non sarebbe riuscito a mandare via,
“okay, dimmi cosa vuoi fare”
“Santana mi ha chiesto di prendermi cura di lui ed è quello che farò. Quindi lo porterò a casa”
“e dimmi di Grazia, dove dovrebbe dormire se a stento ci entriamo noi in quel buco di appartamento?”
“tu dormirai con me e lui sul divano” disse sicuro e Sebastian avrebbe di sicuro rifiutato se Blaine non avesse menzionato il letto.
 
Dormire su di un letto. Quella sera era davvero tutto quello che potesse mai desiderare.
“okay e la sua macchina?”
“domani l’accompagnerò qui a riprendersela”disse Blaine e Sebastian annuì per poi aiutarlo a trascinare Kurt fino alla loro auto.
 
Prima di arrivare a casa Sebastian dovette fermarsi due volte per evitare che Kurt vomitasse sulla sua costosissima tappezzeria di pelle.
Blaine gli stette vicino tutto il tempo, gli mantenne la fronte, gli accarezzò i capelli e lasciò che si stendesse su di lui in auto e che si addormentasse.
 
Salire fino al terzo piano con Kurt collassato sulle sue spalle non fu affatto facile e Sebastian non fu per niente d’aiuto, ma alla fine era riuscito a sistemarlo sul divano e a togliergli almeno le scarpe.
Ma non aveva fatto in tempo a spegnere le luci che Kurt caracollò a terra poco elegantemente continuando però a dormire,
“non ci pensare nemmeno” sibilò Sebastian puntando il dito contro Blaine,
“finirà per farsi male Seb, e svegliare Rachel.. lo porto in camera. Tu dormi sul divano”
“non erano questi i patti” bofonchiò l’altro ma Blaine non lo stava nemmeno ascoltando concentrato com’era a prendere Kurt tra le braccia per portarlo in camera, senza far del male a lui o a sé stesso.
 
 
Kurt si svegliò poche ore dopo, non ricordando niente di quello che era successo e di dove si trovasse in quel momento.
Scattò a sedere troppo velocemente avvertendo troppo tardi le fastidiose vertigini e il martellare insistente nella sua testa.
Si guardò intorno spaesato e pure un po’ spaventato, cercando di mettere a fuoco la stanza e pure i suoi pensieri.
 
E se spremeva le meningi e provava ad attivare quei due poveri neuroni ancora rimasti nella sua testa, allora ricordava lo schiaffo di Santana e un viaggio in macchina con Blaine, dove aveva vomitato due volte e aveva capito tra un rigurgito e un altro che quello che aveva visto allo Scandals in un pantalone oscenamente attillato non era un’allucinazione ma Blaine in carne ed ossa.
 
Ed ora, se proprio la sua mente non gli giocava brutti scherzi lui doveva essere proprio a casa sua, nel suo letto.
Il che, per quanto fosse in un brutta fase post sbornia, gli faceva capire che era tutto tremendamente sbagliato.
Cavolo! Era andato allo Scandals per dimenticarsi di Blaine, per mettere la parola fine a tutto quello che la sua mente aveva fabbricato in quei mesi cercando di allontanarsi da lui il più in fretta possibile, e invece contro ogni buona intenzione si era ritrovato addormentato nel suo letto.
 
Doveva uscire di lì e di corsa.
Così cercando di fare meno rumore possibile scese dal letto, non dando peso alle vertigini e al senso di nausea che aveva e cercò le sue cose.
Scarpe, cellulare e chiavi dell’auto erano state ordinatamente lasciate ai piedi del letto su di una panca di legno e ringraziò mentalmente Blaine, per essere così ordinato e corse via senza permettere ai suoi occhi, ormai abituati al buio di soffermarsi sulla figura teneramente addormentata del ragazzo su quella scomoda poltrona.
*
 
“mi hai fatto prendere un colpo Kurt! cosa ci fai qui fuori alle quattro di mattina?” disse Blaine correndo per le scale fino a raggiungere Kurt sull’ultimo scalino dov’era seduto con le braccia intorno al busto per tenersi stretto quel po’ di calore che gli dava il suo corpo,
“quando sono sceso non ho trovato la mia macchina, quindi ho pensato che stesse ancora al parcheggio dello Scandals.. e allora volevo arrivarci camminando, solo che sono così confuso da non riuscire nemmeno a capire in che parte della città mi trovo e quando poi mi sono deciso a tornare sopra, perché qui non fa particolarmente caldo mi sono ricordato che ovviamente non potevo entrare perché non ho le chiavi e suonare mi era sembrato davvero troppo-  quindi mi sono seduto qua aspettando che si facesse mattina” raccontò Kurt tenendo lo sguardo basso sui suoi piedi.
Sentì Blaine sospirare e avvicinarsi per posargli un braccio sulle spalle e strofinare le mani sul suo braccio come per dargli calore,
“torniamo dentro, okay? domani mattina ti riaccompagnerò alla tua macchina” mormorò lui ma Kurt scosse la testa e sbuffò,
“è davvero inappropriato. Davvero, davvero inappropriato. Sei un mio insegnante Blaine. Non posso dormire a casa di un mio insegnante e se qualcuno lo venisse a sapere? È.. è- no, resterò qui fino a che non troverò qualcuno per chiedere indicazioni” Blaine alzò gli occhi al cielo e sorrise,
“non credi che sia più pericoloso restare seduto fuori casa del tuo insegnante, allora?” sembrava sensato, pensò Kurt voltandosi a guardarsi intorno e allontanandosi da Blaine spaventato dal fatto che qualcuno potesse vederli,
“avanti, ti preparo un aspirina e ti rimetti a dormire. Nessuno lo saprà mai.”
 
Una volta in casa, capirono che stare attenti a non fare rumore sarebbe stato inutile visto che Sebastian era sveglio, seduto sul divano con il suo portatile sulle gambe, così Blaine andò in cucina per preparare quell’aspirina che aveva promesso a Kurt e l’altro lo seguì in cucina cercando di ignorare le parole acide di Sebastian senza riuscirci,
“cos’è? sei così ubriaco da non ricordare nemmeno la strada di casa?” lo rimbeccò Smythe e Kurt alzò il dito medio in sua direzione sbuffando,
“cos’è? i tuoi libri sono così scritti male che con quelli che vendi neanche riesci ad averla una casa tua?” sbottò Kurt rosso in viso facendo ridere Blaine e grugnire Sebastian per l’irritazione,
 
“come mai sei sveglio?” domandò Blaine mettendo il bicchiere nelle mani di Kurt e poggiandosi allo stipite della porta guardando l’amico dispiaciuto,
“grazie al damerino e agli assurdi eventi di questa favolosa serata, mi sono ricordato tutte le favolose idee che avevo per il libro e stavo cercando di buttare giù qualcosa” borbottò ironico Sebastian facendo spallucce,
“di quali assurdi eventi parli?” domandò confuso Kurt mentre guardava Blaine correre ad abbracciare Sebastian in una maniera fin troppo intima per non metterlo a disagio,
“Dio, non ti ricordi niente della serata?” borbottò con difficoltà Smythe allontanando Blaine da sé e guardando Kurt come se quello fosse più importante, il che aveva ancora di più scombussolato il ragazzo che aveva buttato giù l’aspirina sperando che facesse presto il suo effetto e che l’intera nebbia sparisse dalla sua testa,
“cosa dovrei ricordare?” chiese guardando prima Blaine e poi Sebastian,
“di cambiare compagnia perlomeno”
“stai parlando di Zack? Oh ma dov-“ Blaine lo bloccò guardandolo con occhi pieni di scuse,
“Kurt? avrei bisogno di- potresti aspettarmi in camera? Arriverò subito e ti dirò tutto quello che vorrai sapere”
 
Una volta solo con Sebastian, Blaine riuscì pienamente a dare all’amico le attenzioni che si meritava sentendosi una pessima persona a non aver pensato prima a come potesse sentirsi lui.
 
“Bas, Dio io sono stato così distratto e sono un idiota. Davvero, io- come stai? ti prego dimmi che stai bene” bofonchiò Blaine con gli occhi lucidi, sentendo un peso enorme sulle spalle e sul cuore al ricordo di quello che l’altro aveva passato.
“Se non sto dando di matto io, non devi farlo nemmeno tu” bofonchiò Sebastian alzando gli occhi al cielo e mettendo via il computer che aveva avuto ancora sulle gambe fino a quel momento, guardando l’amico con un misto di affetto e stanchezza che provava ogni volta che aprivano quel discorso.
Non lo facevano spesso, nessuno dei due era a suo agio con quello.. ma a volte, come quella volta, parlare sembrava l’unica soluzione per mettere un cerotto alla ferita riaperta e andare avanti.
 
Era un po’ come camminare sul filo di un rasoio, consapevoli del fatto che alla prima incertezza sarebbero caduti su un enorme e doloroso letto di chiodi e non sarebbero sopravvissuti quella volta.
 
“tu non dai mai di matto per quello che è successo, non con me.. quando dovresti farlo, con me.” disse Blaine facendo spallucce e sorridendo triste perché sapeva che per quanto Sebastian stesse bene ora, nessun abbraccio e nessuna parola sarebbe stata capace di guarire la ferita.
Tutto quello che poteva fare era mettere cerotti, uno sopra l’altro.
Una montagna di cerotti per nascondere la cicatrice, sempre fresca.
“Blaine, no. Lo sai tu non- non è colpa tua, okay? e ad essere sincero.. ho sfogato un po’ sulla faccia di quel Zack.. quindi sto bene” disse Sebastian dandogli una pacca sulla coscia,
“lo sai che quel ragazzo non era- e Kurt non-“ stava balbettando Blaine senza riuscire a portare a termine una frase completa,
“si lo so, tranquillo Anderson. Ora va’ di là a controllare che il damerino non sia scappato dalla finestra”
 
“credi che dovrei raccontargli ogni cosa? voglio dire, tu vorresti poter dimenticare no?” domandò Blaine sulla soglia del corridoio guardando Sebastian esitante,
“io sì, a volte vorrei non ricordare. Ma sinceramente Blaine, l’ignoranza non fa mai bene e tu lo sai.. e per quanto riguarda Hummel lui merita di sapere per capire che tipo di persona ha accanto” l’altro annuì e gli augurò una buonanotte, promettendogli che quando ci sarebbe stato tempo avrebbero parlato di quel libro che stava scrivendo,
“non me ne frega niente del Pulitzer.. non mi interessa cosa o chi vuoi denunciare. Voglio che tu stia bene” gli aveva detto Blaine e Sebastian lo capì, davvero.
Ma non avrebbe mollato di nuovo.
Ora era pronto e con tutte le difficoltà del caso avrebbe scritto quel libro e chiuso quel capitolo della sua vita, insieme a quelle cicatrici che di tanto in tanto ancora sanguinavano.
 
Kurt non sapeva davvero che fare una volta in camera di Blaine, ma doveva comunque mettersi a fare qualcosa per non origliare e per non addormentarsi.
 
Guardarsi intorno era come origliare nella vita di Blaine, ma cos’altro avrebbe potuto fare?
Stava osservando una foto di un Blaine più giovane insieme a quella che doveva essere la madre quando questi entrò in camera buttandosi sul letto nascondendo il viso nel cuscino.
“pensavo ti fossi addormentato” borbottò facendosi sentire a stento da Kurt che aveva rimesso a posto la foto e non sapeva che fare,
“io no.. è tutto okay?” chiese e Blaine si mise a sedere ai piedi del letto picchiettando il posto di fianco a lui, invitando Kurt a raggiungerlo,
“Kurt? Davvero non ricordi nulla di questa serata?” cominciò Blaine quando l’altro se pur restio si era seduto di fianco a lui,
“io ricordo di aver bevuto qualche drink troppo forte, di aver ballato con Zack.. di aver visto te e poi mi ricordo lo schiaffo di Santana ed io che cercavo di vomitare lontano dalle mie scarpe.” Kurt fece spallucce mordendosi il labbro.
Blaine intanto si sistemò meglio sul letto, schiarendosi la voce, attento e alla ricerca delle parole giuste per raccontare quello che aveva visto.
 
Kurt sembrò percepire l’aria tesa perché cercò di giustificarsi, senza neanche sapere cosa fosse realmente successo,
“io e Zack abbiamo bevuto molto..ma davvero tanto e non eravamo in noi. Voglio dire, qualsiasi cosa abbiamo fatto è stata indotta dall’alcol. Mi dispiace davvero, davvero tanto se ho messo in imbarazzo o a disagio te o Sebastian. Davvero.. io non-“ Blaine gli prese le mani tra le sue e sorrise scuotendo la testa, “non hai fatto niente tu e non- credo che sia un po’ più complicato di così. Ascoltami okay?” Kurt annuì impacciato, sentendo l’esigenza di avvicinarsi un po’ di più e allontanarsi da lì nello stesso momento.
 
Kurt non riuscì nemmeno ad ascoltare per intero la storia, lasciò andare le mani di Blaine come scottato, sentendo le lacrime formarsi agli angoli degli occhi e la testa ancora annebbiata.
Camminava per la stanza, cercando di ricordare senza riuscirci e reprimendo l’istinto di raggiungere Zack dovunque fosse per chiedergli spiegazioni.
 
“io- e se voi non foste arrivati? E se- lui non è- Zack non.. io ho lasciato credergli che-” Blaine fermò quel fiume in piena di parole balbettate insieme a singhiozzi, mettendosi in ginocchio sul letto e trasciandolo in un abbraccio.
Lo strinse forte e lo rassicurò che non fosse successo niente e che era normale sentirsi spaventati e aspettò che si calmasse prima di lasciarlo andare.
“ti prendo qualcosa di comodo. Lo indossi e vai a dormire, okay? domani saremo entrambi più lucidi e ne riparleremo, se vuoi. Va bene?” disse Blaine asciugandogli una lacrima che ancora gli rigava il viso, Kurt annuì sentendosi svuotato e completamente confuso.
 
 Rinfrescarsi il viso e mettersi dei vestiti comodi e puliti in quel momento fu un vero toccasana per Kurt, anche sedersi sul bordo della vasca e prendersi un minuto per sé stesso gli fu d’aiuto.
 
Era arrivato ad una conclusione riguardo Zack, era un bravo ragazzo, un po’ stronzo forse.. ma non era cattivo ne un approfittatore, era ubriaco e lui-Kurt- gli aveva dato da pensare che potevano divertirsi nel modo in cui Zack voleva.. infondo era stato lui ad avere l’idea di uscire insieme, era stato lui ad accettare di andare allo Scandals e di bere tutti i drink offertogli, era stato lui a ballare con lui in un modo che neanche riteneva opportuno e poi non ricordava come si fossero ritrovati nella sua auto.. ma era quasi sicuro di avercelo portato lui per una boccata d’aria.
 
Non voleva prendersi la colpa di quello che era successo.. ma soltanto le sue responsabilità.
 
Responsabilità che lo portarono ad uscire dal bagno di Blaine e a chiedersi cosa cavolo avrebbe dovuto fare lì.
 
“stai meglio?” domandò subito Blaine, alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo e sistemandosi meglio su quella poltrona che di comodo non sembrava avere niente,
“io si, grazie” disse Kurt indicando poi il letto,
“qual è il tuo lato?” domandò alla fine,
“oh tranquillo, puoi dormire dove vuoi.. io resterò qui”
“Blaine, non posso lasciarti dormire su di una poltrona, quando in questo letto ci entreremmo persino in tre. Avanti. Prendi il tuo lato.” Kurt scostò le coperte e aspettò che Blaine decidesse dove stendersi,
“Kurt, non voglio che tu ti senta a disagio, questa poltrona non è davvero scomoda”
“okay, allora lascia dormire me lì” disse Kurt mettendosi davanti a lui con le braccia al petto e il peso che spostava da un piede all’altro impaziente.
Blaine alla fine sospirò e si decise ad alzarsi e mettersi davanti alla parte destra del letto,
“sei sicuro che per te va bene? possiamo mettere dei cuscini al centro e-“ Kurt alzò gli occhi al cielo e si mise sotto le coperte,
“buonanotte Blaine” biascicò spegnendo la luce dell’abajour e sentendo subito dopo il fruscio delle coperte e il  calore di Blaine sotto di quelle.
 
Stavano guardando entrambi il soffitto della camera, completamente al buio, senza osare muoversi, sperando che prima o poi il sonno li prendesse.. ma era tremendamente difficile.
E Kurt sentiva il bisogno di parlare ancora, ora che ne aveva la possibilità.
Sentiva anche il bisogno di giustificarsi e giustificare.
 
“sai perché so che Zack è un bravo ragazzo?” domandò alla fine Kurt a bassa voce convinto che l’altro fosse sveglio quanto lui,
“no” mormorò Blaine voltandosi nello stesso momento di Kurt e ritrovandosi faccia a faccia a poca distanza, guardandosi negli occhi nell’oscurità della notte senza volersi spostare,
“okay, te lo dirò solo se mi assicuri che quello che ho davanti a me è il Blaine della caffetteria e non il Blaine insegnante”
“il Blaine della caffetteria?” domandò lui alzando un sopracciglio sorridendo,
“si, il ragazzo che ho conosciuto al Books&coffe e che sembra riuscire ad ascoltare molto bene” disse Kurt convinto,
“siamo a casa mia, nel mio letto.. è ovvio che sono il Blaine della caffetteria, non credi?”
“okay e questo Blaine potrebbe promettermi di non andare via fino a quando non ho finito di parlare?”
“proprio non ti piace il Blaine insegnante eh?” scherzò lui, ma poi annuì e aspettò che Kurt parlasse..
E lo fece, lui.
 
Gli raccontò di quel giorno negli spogliatoi del Mckinley quando Karofsky lo aveva spaventato come nessuno era mai riuscito a fare,
“lui aveva quella strana luce negli occhi e mi toccava come se non riuscisse a farne a meno e mi odiava, sembrava furioso e diceva che era colpa mia e che dovevo smetterla di essere quello che sono, di non esserne così fiero.. e poi stringeva sempre di più la presa sul collo e-“ Blaine scattò a sedere,
“perché diavolo non l’hai detto a nessuno?! Kurt! avevi promesso che me lo avresti detto! Dio, ti ha fatto male? Sei-“
“ehi!” lo fermò Kurt protestando, “avevi detto che-“
“lo so cos’ho detto! E sono ancora il Blaine della caffetteria Kurt! Ma quello che ha fatto Karofsky è-“ Kurt sbuffò e affondò la testa nel cuscino guardando il soffitto, aspettando che Blaine la piantasse di blaterare e tornasse ad ascoltarlo,
“hai finito? Perché io vorrei davvero arrivare al punto” disse e Blaine sospirò e poi si rimise sdraiato di fianco a Kurt,
“continua” disse più calmo,
“bene..” e gli raccontò dell’entrata di Zack, di quello che aveva detto a Karofsky e di come era stato gentile ad accompagnarlo fino alla macchina perché non si fidava a lasciarlo solo,
“beh e non ti sei chiesto perché un ragazzo che non se ne frega di nessuno, sia scappato ad una sola parola di Zack? Potrebbe essere anche più pericoloso di Karofsky” arrivò alla conclusione Blaine,
“il punto non è questo Blaine. Il punto è che Zack avrebbe potuto fare cameratismo di squadra e aggiungersi a Karofsky. Il punto è che avrebbe potuto prendermi a pugni come avrebbero fatto gli altri giocatori di football, invece lui non ci ha pensato due volte a mettersi contro Karofsky e difendermi. Mi ha aiutato anche se non era tenuto a farlo, si è esposto fregandosene di mettersi dalla parte del più debole. Capisci?” Blaine annuì avvicinandosi ancora un po’ a Kurt e prendendogli la mano che era poggiata sul cuscino, proprio davanti al suo viso,
“solo, potresti tenerti il beneficio del dubbio su quel Zack? Per favore? continua a non piacermi” borbottò Blaine e Kurt sorrise ed annuì,
“Dubbio è il mio secondo nome” scherzò e l’altro alzò gli occhi al cielo come per prenderlo in giro..
 
Restarono così sospesi in quella bolla di sapone, con le mani e gli occhi legati, respirando i loro respiri e facendosi bastare quello che avevano.. con la paura di addormentarsi e far scoppiare la bolla.
 
“quindi hai una storia con Zack?” sussurrò Blaine, perché in quel momento era come se tutto quello che gli impedisse di baciare Kurt, era il doverlo dividere con qualcun’ altro.
 
Non c’era nient’altro che Blaine riuscisse a pensare in quel momento se non Kurt.
Kurt e le sue labbra.
Kurt e le sue mani su di un altro.
Kurt e basta.
 
Come se fosse davvero solo il Blaine della caffetteria.
 
“non c’è nessuna storia” sussurrò in risposta Kurt, perché era la verità.
 
Era quella parte di verità che poteva dire nascosto nel buio della camera, era l’unica verità che gli dicevano le sue mani strette a quelle di Blaine.
 
“Ci ho provato. Ci ho provato davvero a farmi piacere Zack nel modo in cui io piaccio a lui. Ci ho provato, sai perché?” Blaine scosse la testa e aspettò che continuasse trattenendo il respiro,
“perché quella sera, dopo avermi accompagnato alla macchina.. mi ha dato un bacio. Un casto bacio sulla bocca ed io non ho pensato a te. Sono stato sveglio tutta la notte a rimuginare su quel bel ragazzo che mi aveva aiutato e poi baciato.. e quando poi il giorno dopo ti ho visto, ho capito che Zack era riuscito a farmi distrarre da te. ho pensato che sarebbe stata una buona distrazione, da tutto quello che tu non puoi essere e ci ho provato. Ma non è servito a nulla, perché ogni volta che ti vedevo l’altro spariva. Perché continuavo a contare le volte che mi sorridevi. Perché potevo baciarlo, più forte e più determinato e il pensiero di te poteva sparire di fronte alla realtà di un ragazzo che mi voleva.. ma tornava prepotente quando mi offrivi il caffè o mi trascinavi davanti al piano per suonare l’ennesima canzone dei Beatles. Non ha funzionato, Blaine perché lui non era te.” Kurt si allontanò di scatto come resosi conto di quella che stava dicendo,
“a volte non so cosa dico, mi dispiace. Non volevo sembrarti un ragazzino con una cotta per il suo professore. E tu non hai fatto niente per alimentare questa cosa.. io lo so, voglio dire: Era tutto nella mia testa e mi dispiace, non voglio metterti nei casini. Né con la scuola, né col tuo ragazzo e mi dispiace okay? perché non torniamo a dormire? Sto vomitando parole su parole e- buonanotte!” Kurt si voltò dall’altro lato senza lasciare il tempo a Blaine di assimilare il discorso e ragionarci su.
“io ho alimentato la cosa,Kurt..qualsiasi sia questa cosa.. e cosa ti fa pensare che io abbia un ragazzo?” domandò Blaine non lasciandosi intimidire dalle spalle dell’altro,
“ti ho sentito oggi. Al telefono. Durante la pausa pranzo. Ero venuto per dirti dell’esibizione ma-“
“era mia madre”
 
Kurt con tutta la calma che non aveva si lasciò prendere dal panico.
Era stato un totale idiota, perché non solo aveva tirato le conclusioni sbagliate, ma aveva anche dato importanza a quelle.
Aveva agito come mai avrebbe fatto nella sua vita, decidendo di darsi ad un altro solo perché la persona a cui era interessato non era disponibile.
Ed era infantile e da stupidi e stava pure per rimetterci, quella sera allo Scandals.
 
Aveva capito quanto tutto quello fosse sbagliato. Senza rendersene conto prima, aveva fatto girare le due precedenti settimane, se non di più, tutte intorno a Blaine.
Perché facendo tutto quello che aveva fatto solo per dimenticare l’altro, aveva praticamente messo in secondo ordine se stesso.
Non gli era importato cosa volesse e cosa fosse migliore per lui, semplicemente aveva agito e basta dimenticandosi della promessa fatta a sé stesso.
 
La promessa di guardare solo avanti e impegnarsi e fermarsi solo quando avesse raggiunto l’obbiettivo, lontano dall’Ohio e lontano da tutto quello che era marcio era stata completamente dimenticata, sostituita invece da quei sorrisi rubati.
 
Ma lì, in quel momento, Blaine gli stava dicendo che non era impegnato, che aveva alimentato le sue speranze..lì Blaine gli stava dicendo che il ragazzo della caffetteria ancora c’era.
 
E il cuore è irrazionale e illogico e se ne frega di quello che la testa pianifica con cura e precisione, per questo Kurt doveva allontanarsi da lì.. per questo doveva mettere una briglia ai sentimenti e in ordine i pensieri.
 
Aveva bisogno di dormire, ma non in quel letto.. non in quella bolla di sapone che si sarebbe rotta presto e lo avrebbe fatto cadere e caracollare a terra col cuore rotto.
 
“che diavolo stai facendo Kurt? ehi! Così sveglierai l’intero palazzo!” si lamentò Blaine trattenendolo per un braccio, fermando quella corsa impazzita verso l’uscita,
“ho bisogno di dormire. Dico sul serio. Devo dormire nel mio letto e capacitarmi di quello che stavo per fare con Zack e senza Zack.” Blaine lo prese per le spalle e lo trascinò di nuovo a letto,
“non puoi andare da nessuna parte e lo sai. Non ho capito cosa ti abbia sconvolto così tanto, ma se hai bisogno di rifletterci, lo farai qui. Ora torna a dormire” disse risoluto lui, guardando l’altro severo, fino a quando questi, ancora con la testa che gli girava per i fumi dell’alcol e per quelle nuove consapevolezze appena capite, si rimise a letto.
 
Ritornarono a fissare il soffitto fino a quando Kurt non sentì Blaine sogghignare e voltarsi verso di lui, alzandosi su di un gomito e poggiando la testa sulla mano, sorridendo ancora,
“cosa c’è?” domandò Kurt senza riuscire a trattenersi,
“vediamo se ho capito bene.. hai origliato parte della mia conversazione, sei scappato senza dirmi niente dell’esibizione, non sei venuto al glee e mi hai trattato malissimo allo Scandals.. solo perché credevi che fossi impegnato?” disse col suo sorrisetto compiaciuto sul volto che fece piagnucolare Kurt, nascondendosi sotto le coperte,
“sta’ zitto Blaine e dormi!” si lamentò poi, ma Blaine non sembrava voler demordere e gli scostò via le coperte dal viso,
“per questo sei andato allo Scandals con quel Zack? Perché volevi in qualche modo dimenticarti di me?”
“io- sei il mio insegnante Blaine”
“sbagliato. Sono il Blaine della caffetteria ora.” Disse lui ancora compiaciuto,
“beh allora è meglio che richiami il Blaine insegnante, in questo momento lo preferisco” sbottò lui e Blaine si avvicinò ancora un po’ all’altro sorridendo sornione,
“sai cosa Kurt? ci sono solo due motivi per cui io non ti bacerò ora. Il primo è che hai passato l’intera serata baciando un altro e secondo perché siamo in un letto e tutto potrebbe diventare estremamente complicato.. solo questo, che io sia un insegnante e tu uno studente.. non me ne può fregare niente. Ora, qui, siamo solo Kurt e Blaine. Quelli del Books&coffe.. quindi rifletti pure su tutto quello di cui hai bisogno.. tanto sono sicuro che ritorneremo sull’argomento” concluse Blaine chinandosi per baciare la punta del naso di Kurt e mettersi a dormire.
 
Blaine sapeva che stava cacciandosi in una situazione difficile, sapeva che lunedì quando sarebbe ricominciata la scuola avrebbe dovuto fare i conti con quello che aveva detto, ma nonostante questo non riusciva a pentirsene.
 
Stava bene, stava maledettamente bene premuto stretto al fianco di Kurt.. l’istinto che aveva sempre tenuto legato, quello di cui non si fidava mai, l’aveva portato dove non sarebbe mai arrivato se avesse dato ascolto solo alla sua testa.
 
E si sentiva bene.
Ed era da tanto che non si sentiva così.. e non gli importava se stava mandando a monte tutti i buoni propositi per cui era ritornato in Ohio, non gli importava niente.
Perché mai come in quel momento si era sentito sé stesso.
 
E al diavolo la sua fede nel programmarsi ogni istante della vita, gli imprevisti erano ciò che rendevano quella vita degna di essere vissuta.
 
 
“Kurt?” lo chiamò dopo un po’, rendendosi conto che l’altro era ancora irrimediabilmente sveglio,
“mh?”
“devo chiederti un’ultima cosa, altrimenti non riuscirò a dormire. Cosa volevi dirmi questa mattina riguardo la tua esibizione?”
“con quale Blaine sto parlando ora?” domandò stanco Kurt,
“Blaine. Solo Blaine”
“volevo dire al professor Anderson che non avrei fatto l’esibizione.”
“sì, ma perché?”
“perché sono entrato nel glee per avere un posto a cui appartenere, non per cantare alle gare. Non mi piace stare su di un palco e focalizzare tutta l’attenzione su di me o sulla mia voce” disse Kurt voltandosi di nuovo a guardarlo,
“la tua voce è magnifica Kurt, e non capisco come non possa piacerti fargli dare le attenzioni che merita” disse Blaine sinceramente interessato.
“chiudi gli occhi” mormorò Kurt e l’altro non perse tempo a chiedere perché, lo fece e basta, per sentire poi la voce di Kurt intonare l’inizio di Defying gravity,
“okay, chi immagini che potrebbe avere questa voce? E non rispondere me, non vale” chiese Kurt esitante,
“in questo momento.. sto solo pensando che non avresti potuto trovare una canzone più azzeccata per la situazione” borbottò Blaine prendendo ad accarezzargli la mano,
“avanti Blaine, a chi hai pensato quando hai sentito la mia voce?” insistette Kurt, cercando di non badare ai brividi che gli correvano lungo la schiena a quel leggero sfioramento delle dita di Blaine sulla sua pelle,
“nessuno in particolare, davvero, se non a te.. non sono bravo con questo genere di indovinelli.. dimmi dove vuoi arrivare” lo esortò l’altro,
“tutti vedrebbero una donna, Blaine. Ho una voce così sottile da sembrare quella di una donna.. e già molte cose di me sono motivo di offese gratuite.. la mia voce, preferisco tenerla per me. tutto qui”
“raccontami cosa è successo”
 
Kurt non sapeva spiegarsi perché era così facile raccontarsi se ad ascoltare era Blaine.
Non sapeva perché con lui era stato così semplice parlare di sua madre quando non riusciva a farlo neanche con suo padre.
 
Quindi gli raccontò di come da piccolo passava interi pomeriggi al piano con la madre, gli raccontò che la prima canzone che aveva imparato a suonare per intero era stata Hey Jude, gli raccontò di come sua madre sorrideva ogni volta che sbagliava qualche accordo e lasciava qualsiasi cosa stesse facendo per correre da lui e spiegargli dove sbagliava, gli raccontò poi che aveva otto anni quando la madre lo lasciò e di come aveva avuto paura ad avvicinarsi ad un piano per tanto tempo, gli disse anche di come era troppo forte la sua mancanza e suonarle una canzone era l’unico modo per starle vicino.
“ero alle medie quando decisi di far parte dello spettacolo della scuola, per cantare a mia madre, per farle sentire la mia voce.. perché ero convinto che dovunque fosse mi potesse sentire” continuò Kurt sentendo le mani di Blaine tremare appena mentre gli accarezza ancora le sue e finì col dirgli come quei ragazzi e il suo insegnante erano stati cattivi con lui, come con una risata e parole offensive avevano rovinato il suo intento.
“non volevo che mia madre sentisse loro ridere di me.. non volevo che sentisse le loro offese, quindi lasciai lo spettacolo e decisi di non cantare più in pubblico. Ora so che tutto questo può sembrarti stupido e che mia madre non può sentire né me né loro, ma evito comunque di cantare in pubblico” concluse Kurt con un’alzata di spalle.
“non è stupido, non lo è” sussurrò Blaine asciugandogli quell’unica lacrima che aveva lasciato i suoi occhi e lo attirò a sé,
“cerca di dormire un po’, Kurt” gli disse alla fine chiudendo gli occhi aspettando di sentire il respiro regolare di un Kurt addormentato per riuscire a chiudere occhi anche lui.
 
Era stata una lunga notte quella.
 

 
 
Angolo Wallflower_
 
Non ci sono scuse per giustificare l’interminabile tempo che avete dovuto aspettare per questo capitolo, me ne rammarico.. ma la vita è quello che è e ci sono volte che neanche estraniarmi da essa e rinchiudermi nel mio angolino privato fatto di fanfiction funziona..
 
Ma anyway.. ho dovuto dividere il capitolo perché così com’era era inesorabilmente lungo.. avete avuto lo Scandals e delle strane chiacchierate.. nel prossimo capitolo ci sarà il risveglio e  una domenica un po’ diversa dalle altre.. si parlerà ancora di Sebastian, non nel dettaglio.. non ancora almeno, spero che abbiate fede in me e aspetterete pazientemente l’evolversi delle vicende.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate di queste 20 pagine di assurdità, fatemi sapere se sono state noiose leggerle o meno e fatemi sapere se avete qualche dubbio o domanda, okay? ci conto!
 
Voglio ringraziare le due persone che stanno recensendo la storia capitolo per capitolo aiutandomi in questo viaggio e senza saperlo, a darmi la giusta spinta per non abbandonarlo.

DARKAEONIFRiT e wislava siete meravigliosi.. non ho risposto alle vostre recensioni, perché ad essere sincera sono stata poco su efp e ogni volta ero dal cellulare e scrivere qualsiasi cosa su efp con quell’aggeggio infernale mi fa uscire di testa.. ma le ho lette, rilette e apprezzate! So thank you guys!!!
 
Okay, non voglio annoiarvi oltre, quindi vi lascio.
Alla Prossima! :)
 
Kisses. questa è la mia pagina autore fb.
  
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