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Autore: Farawayx    25/04/2014    11 recensioni
E' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità?
Ma la domanda che continua a porsi Samantha Reyes è solo una: chi è realmente?
Le sue risposte sembra averle tutte una persona: Jonathan Christopher Morgenstern.
« Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un po' pronunciato, mi sento come l'angelo affascinato dal buio.»
Nel buio ho trovato il mio angelo.
Un angelo pieno di paura e di odio, pieno di rancore e di voglia di vivere.
Nel buio l'ho amato, l'ho cullato, abbiamo cantato e sognato.
Abbiamo riso e ci siamo amati intensamente.
Ma alla luce mi ha annientato.
E se qualcuno insegnasse ad amare ad un angelo oscuro?
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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» Capitolo 19
                                 
«Sono un angelo con un fucile da caccia, solo combattendo ho vinto la guerra e non mi importa se il cielo non mi porterà indietro. Butto via la mia fede, voglio tenerti al sicuro. Non lo sai che sei tutto che ho? Ed io stasera voglio vivere, non solo sopravvivere. Dicono che prima di iniziare una guerra bisogna sapere bene per cosa si sta combattendo, bene, se l'amore è quello che ti serve, io sarò un soldato. »  (The Cab - Angel With A Shotgun)





Un leggero vento faceva vorticare la veste velata della donna intorno alle sue gambe, per quanto tentasse di liberarsi dallo strascico, quello continuava a insinuarsi tra esse, rallentando la sua corsa disperata.
Correva verso la sua meta senza soffermarsi per contemplare l’imponente panorama che le si erigeva attorno, probabilmente un occhio umano ne sarebbe stato estasiato, ma per Ariel quella era la sua quotidianità dal giorno della sua creazione. Era giunto il momento, lo sapeva. Il suo cuore lo sapeva.
Da giorni covava un senso di angoscia al quale non riusciva a porre fine, più volte si era sporta lungo la linea di confine - La linea lungo la quale da sempre controllava ogni passo della sua bambina. - tentando di metterla in guardia del pericolo a cui andava incontro.
Ricordava ancora quando quell’essere disgustoso aveva picchiato il suo corpo mortale, tentando di ucciderla. Quella volta Ariel non ce l’aveva fatta ed era intervenuta. Nessuno avrebbe osato toccare mai più sua figlia in quel modo. Per questo doveva correre, doveva avanzare con tutta la forza che aveva in corpo per raggiungere l’unica persona che poteva aiutarla. L’unica persona che amava quella bambina quanto lei.
La sua corsa disperata sembrava rovinare la placida calma che solitamente avvolgeva quel posto e non appena varcò il grosso arco sotto il quale lui era solito passeggiare, l’anima di Ariel s’infuocò come la prima volta alla sua vista.
Ma c’era qualcosa di diverso in lui. L’angelo non aveva il suo consueto aspetto, uno dei tanti che la donna amava, ma si dirigeva in direzione del confine con la sua corporatura mortale.
I capelli gli ricadevano in riccioli disordinati sulla fronte, la sua postura signorile tradiva una rigidità che confermava i pensieri di Ariel.
-Hesediel!- Lo richiamò avvicinandosi a lui e ponendo fine alla sua corsa disperata.
Gli occhi dell’angelo si allargarono e un guizzo di paura li attraversò. –Ariel.- Sussurrò. –Cosa ci fai qui? Lo sai, è…-
-Pericoloso. - Concluse lei al suo posto. –Lo so.- Continuò annuendo appena. –Come potrei dimenticarlo. - Mormorò amaramente.
- Non è saggio stare sulla linea del confine, lo sai. - La rimproverò lui, ma il suo tono di voce spezzato tradiva le sue parole.
-Hesediel.- Ripeté Ariel avvicinandosi a lui. –Ho visto delle cose, nostra figlia è in pericolo. Non posso lasciare che dei mortali versino il suo sangue. -
-Lo so.- Mormorò l’uomo. –Era lì che stavo andando. - disse poi.
Lei allargò gli occhi per la sorpresa. –E saresti partito senza avvertirmi? E’ nostra figlia. Come osi. -
-Lo faccio per proteggerti!- Esclamò Hesediel a denti stretti. –Lo sai a cosa andiamo incontro anche solo mostrandoci insieme. - Il suo tono di voce si ammorbidì nel pronunciare queste ultime parole.
Ariel abbassò appena il viso per poi sollevare nuovamente lo sguardo. –Che spezzino le mie ali in mille pezzi. Io verrò sulla terra con te, è mia figlia e la amo quanto te.-.


§



Sam strinse con forza le dita intorno al ciondolo che portava al collo ormai da una vita. Aveva perso la cognizione del tempo, non aveva idea di quanto tempo fosse trascorso da quando si era seduta su quel letto, sentiva la testa girarle vorticosamente e il peso della verità le era piombato addosso. Ma una parte di lei era felice, finalmente riusciva a spiegarsi il perché di tante cose. Perché i suoi l’avevano abbandonata, il perché del suo sentirsi fuori posto… Eh sì, anche perché ogni tanto abbrustoliva le persone.
Sospirò profondamente e si lasciò ricadere indietro, così che i lunghi capelli castani ricadessero sparpagliati sulla trapunta.
Sentì alcuni colpetti alla porta e poi il viso di Alec spuntò alla ricerca della sua figura. -Sam?-
-E’ arrivato già il momento?- Sussurrò lei senza guardarlo.
Alec scosse la testa e le si avvicinò, sedendosi sul letto, di fianco a lei.  Restarono in silenzio per alcuni istanti ma poi il cacciatore parlò. –Hai paura?-
Sam tenne lo sguardo fisso in direzione del soffitto, stringendo appena le dita intorno alla coperta a fiori che ricopriva il letto della “sua” stanza. –Tu ne avresti?-
-I cacciatori non possono permettersi il lusso della paura. - Mormorò lui. –Okay, ogni tanto sì, ma dobbiamo giocare a fare i duri. - Aggiunse dopo, notando il silenzio di lei.
Sam rise appena e poggiò entrambe le mani sul materasso, in modo da farsi forza e mettersi seduta. –Non ho paura. - Disse guardando Alec negli occhi.
-Sam.- Questa volta fu Simon a sbucare dalla porta, sembrava nervoso. –Devi prepararti. Magnus lo ha trovato. -



 Sia Alec che Simon erano usciti dalla stanza, non prima di averle dato quella che Sam capì essere una tenuta da cacciatore. Non capiva il perché volessero che la indossasse ma Alec le aveva spiegato che era più prudente, l’avrebbe protetta dal veleno di demoni e tante altre spiacevoli alternative.
Sfilò velocemente il maglione che aveva indossato dopo l’incontro in palestra con Sebastian, per poi fare lo stesso con i pantaloni e le scarpe, indossando poco dopo, con non troppa facilità, la tuta nera che ogni cacciatore usava per proteggersi.
Stava armeggiando con la chiusura della cintura, quando una voce attirò la sua attenzione. – Ti serve una mano?- Le chiese Sebastian vedendola in difficoltà.
Sam sollevò lo sguardo verso di lui, chinandolo poi nuovamente in direzione della chiusura, armeggiando con più vivacità. -Devo mettermi dei vestiti, non toglierli. - Commentò.
-Sono bravo anche in quello. - Rispose lui e le arrivò di fronte portando le mani sulla cintura, riuscendo ad abbottonarla con facilità grazie all’esperienza.
-Ti ringrazio. - Sussurrò lei, sollevando le mani lungo il proprio busto per lisciare il tessuto.
- Se non fosse per la mancanza di marchi, saresti una perfetta cacciatrice. - Commentò Sebastian scrutandola con lo sguardo.
Sam inclinò il viso, sollevando appena l’angolo delle labbra. –Quasi lo preferirei. -
Lui la osservò appena, alzando una mano con la quale le scostò una ciocca di capelli dal viso. –Preferiresti una vita fatta solo di guerre? Non è nella tua natura Sam.-
-Almeno sarei a conoscenza del mio posto nel mondo. - Sussurrò lei.
-Te l’ho già detto in passato, essere qualcosa di prezioso è sia pericoloso che ambito, non aver paura della tua natura, dominala. –
Sam sollevò lo sguardo verso i suoi occhi e si strinse le braccia contro il ventre, respirando profondamente. –Sebastian.- mormorò poi. –Perché tu sei venuto a cercarmi?-
-Quando Matthew ti ha rapita?-
Sam scosse la testa. –No, dal principio. Quando tu mi ha portato via da qui e poi mi hai inseguita nel passato. -
Sebastian irrigidì la mascella. –Non sapevo della tua natura ma sapevo che eri un’arma da dover tenere dalla mia parte. - Disse lui sincero.
Sam si sentì contorce lo stomaco quando lui si riferì a lei come un oggetto. – Come lo avevi scoperto?- Chiese ancora.
Sebastian restò in silenzio per alcuni istanti. –Matt.-
Sam spalancò gli occhi. –Che cosa?!- Esclamò.
-Inizialmente voleva che io mi alleassi con lui, quindi ho valutato la cosa, ti ho conosciuta e ho cercato di capire se c’era davvero quel che diceva.- Rispose lui.
La ragazza indietreggiò di un passo. –Tu…- Deglutì senza riuscire a concludere la frase.
-No!- Scattò Sebastian. –Fammi terminare.- Aggiunse subito muovendosi verso di lei per colmare la distanza appena creata. –Ti ho conosciuta e ho capito che non riuscivo a vederti solo come un oggetto, eri una ragazza, una ragazza che mi attirava come una calamita.-
Lei lo guardò dubbiosa con il terrore negli occhi.
-Credi che se il mio obiettivo fosse stato portarti da lui, mi sarei alleato con questa gente per poterti salvare?- Esclamò.
Sam abbassò lo sguardo, puntando gli occhi sulle sue mani, dopo di che lo sollevò nuovamente verso il viso di Sebastian. –Ti amo.-
Sebastian spalancò per la prima volta gli occhi, la sorpresa e quelle parole sembravano averlo colpito come uno schiaffo. –Cos…- Tentò di dire.
-Ti amo.- Ripeté Sam interrompendolo. –Ti amo come Jonathan e come Sebastian, ti amo in qualsiasi modo tu decida di farti chiamare. Lo so che pensi che l’amore sia qualcosa che non ti appartiene ma visto che non so cosa sarà del mio destino, oggi preferisco dirtelo.- Fece una pausa stringendo le mani in due pugni. –Voglio che tu sappia che al mondo c’è qualcuno che ti ama e che lo farà sempre.-
-Sam…- Mormorò lui.
-Shh, non dire niente.- Replicò lei portando l’indice sulle sua bocca. –Ne riparleremo quando tutto sarà finito.- Sussurrò e al suo dito sostituì le labbra con le quali stampò un lungo bacio su quelle di Sebastian.
-Andiamo.- Mormorò dopo un po’ il cacciatore, guardandola negli occhi.

Aveva lasciato che Sebastian uscisse dalla stanza, necessitava di alcuni istanti da sola con se stessa. Non riusciva a credere di averlo fatto davvero, gli aveva detto che lei lo amava. Ma era giusto così. Lui doveva saperlo, per quanto fosse stato difficile sopportare di non sentire una sua risposta, Sam sapeva che era meglio aspettare. Infondo non le interessava se lui non provasse le stesse cose, l’importante era che lei lo amava e non gliene importava di tutti i fardelli della sua anima. Voleva solo aiutarlo a guarire, a mandare via quel sangue marcio che gli scorreva nelle vene facendolo sentire in quel modo.
Quando uscì dalla stanza li trovo tutti nel salone di Magnus, erano armati fino al collo e si muovevano alla perfezione nelle loro tute.
-Bene, ora che anche il nostro angioletto è arrivato possiamo andare.- Commentò Magnus facendo scoccare più volte le dita.
-Dove siamo diretti?- Gli chiese Isabelle mentre lasciava cadere la lunga treccia su di una spalla.
-Nelle vicinanze del lago Teshekpuk .- Esordì Shauna. Sam notò per la prima volta la sua presenza, cosa ci faceva lei lì? – Si trova nelle vicinanze della costa artica in Alaska , a sud di Pitt Point- Spiegò il licantropo.
-Mi congelo solo a pensarci.- Commentò Isabelle. –Scegliessero mai un bel posto accogliente!-
-E’ una missione, non una vacanza.- Puntualizzò Jace.
-Come fate a sapere che sarà lì?- Disse poco dopo Clary.
-Non sarà lì.- La corresse Magnus. –Ma è lì che stanotte arriverà.-


§


Ogni volta che attraversavano un portale la stessa sensazione di vuoto percorreva il corpo di Sam, tappandole le orecchie come se ci fosse stato un improvviso sbalzo di pressione. Quando i suoi stivali entrarono in contatto con la neve, si circondò automaticamente le braccia, colta di sorpresa dal freddo che le penetrava nelle ossa.
Nel momento in cui alzò lo sguardo si sentì mozzare il fiato. Un’immensa distesa di acqua ghiacciata si estendeva davanti ai loro occhi, tutti intorno era completamente ricoperto da uno strato di neve, ormai diventata ghiaccio, rendendo il paesaggio talmente bianco da accecare gli occhi di chi lo guardasse per troppo tempo.
-Tiene, prendi questa.- Le disse Jace, passandole tra le mani una spada angelica. –Mi hanno detto che con queste fai faville.- Commentò poco dopo.
Sam accettò la spada, pronta per metterla nell’apposito contenitore all’interno della cintura, ma non appena strinse le dita intorno all’impugnatura, questa prese a brillare costringendo tutti a coprirsi gli occhi.
-Wow.- Sussurrò Jace. –Impressionante. –
-Attenta Sam, ora ti chiederà di fare qualche scambio di sangue, così potrà diventare più forte.- Commentò Simon.
Jace sollevò lo sguardo, fulminandolo
-Tra quanto dovrebbe essere qui?- Chiese Sebastian a Shauna.
Lei alzò il viso verso il cielo, scrutando con attenzione le nuvole che lo ricoprivano. –Non manca molto.-
-Come fai a saperlo?- Le chiese Sam.
-Lo so e basta.- Tagliò corto lei.
Sam stava per replicare ma un forte boato nel cielo attirò la sua attenzione. Era come se qualcuno avesse appena deciso di sparare i fuochi d’artificio, solo che a quella scintilla non ne seguirono altre. Un solitario colpo nella notte.
-E’ lui?- Chiese Alec, mettendosi in posizione di difesa.
-No.- Disse Sebastian tentando di aguzzare la vista. –E’ qualcos’altro. –Mormorò.
Tutti girarono il viso nella direzione del punto in cui qualche istante prima era apparsa quella scintilla luminosa, ma per quanto Sam tentasse di concentrarsi, non riuscì a vedere più niente.
-Cos’era?- Sussurrò.
-Credo sia difficile per voi scoprirlo visto che guardate nel punto sbagliato.- Commentò una voce alle loro spalle. Una voce che lei non conosceva.
Sam si voltò di scattò e il suo sguardo si posò su due figure. Una era un uomo, era alto e con le spalle larghe, i capelli scuri sistemati ordinatamente sulla fronte e i suoi occhi dorati risaltavano sul suo viso come due lampadine. Era bello, ma di una bellezza superiore, una bellezza che Sam non conosceva.
L’altra invece era una donna. Aveva i lunghi capelli che li ricadevano in onde scure sulle spalle, la vita sottile, un nasino perfettamente proporzionato per il suo viso e le labbra carnose distese in un sorriso. I suoi occhi verdi erano puntati sul viso di Sam e sembrava sul punto di piangere.
-Chi siete?- Chiese Sebastian sulla difensiva.
- Mi ripeti il suo nome?- Chiese l’uomo alla donna, mentre teneva lo sguardo fisso su Sebastian.
-Jonathan, anche se tutti lo chiamano Sebastian.- Lo informò lei, la sua voce era calda e dolce, come una carezza. –E sinceramente, caro, io preferisco Jonathan. E’ molto più di classe, non lo credi anche tu Samantha? –
Sam sbattè le palpebre per la sorpresa, deglutendo a vuoto.
La donna scrollò le spalle. –Ma infondo cosa importa? Tu lo ami comunque, qualsiasi sia il suo nome. Vero bambina mia?-
Il primo istinto naturale di Sam fu di arrossire violentemente alle parole della donna, ma poi qualcosa nelle sue parole la fece concentrare su altro. –Chi sei?- Chiese in un sussurro.
-Ariel?- Questa volta fu Jocelyn a parlare.
Sam si sentì le vertigini e quando la donna annuì pensò di star per svenire, quella donna così bella era sua madre? Quindi l’uomo con lei era Hesediel?
Indietreggiò di alcuni passi, scontrandosi contro un muro di carne. Sollevò lo sguardo e intercetto lo sguardo di Sebastian, la sua espressione era indecifrabile.
-Non avere paura.- Sussurrò Ariel. –Io e tuo padre siamo qui per proteggerti.- 
Mosse alcuni passi verso di lei, sollevando una mano e portandola sulla guancia della ragazza. A quel contatto Sam sentì qualcosa vibrarle attraverso l’anima.
 -Come sei cresciuta.- Aggiunse poi.- Ricordo ancora il giorno della tua nascita.- Sussurrò con malinconia.- Tuo padre aveva avuto la pessima idea di chiamarti Samuela, è un nome molto importante per Arcangeli del suo grado, significa "nome di Dio", ma visto che a me non piaceva decisi di creare qualcosa di unico, Sam per Samuele e Antha, che deriva dal greco anthos. Significa fiore. Perchè tu sei sempre stato il nostro fiore più bello piccola mia. -Mormorò e gli occhi le si riempirono le di lacrime.
-Ariel.- La voce di Hesediel richiamò la donna. –Devi essere più cauta con lei, non puoi travolgerla così.- Concluse e rivolse prima uno sguardo carico di orgoglio in direzione della figlia, poi mosse alcuni passi, avvicinandosi alla donna.
Sam era completamente travolta dalle emozioni, non pensava che un giorno si sarebbe trovata davanti ai suoi genitori, non si aspettava che fossero così…belli. Anche solo guardarli le trasmetteva una pace interiore così ampia da farle socchiudere gli occhi.
Sentì una mano scivolare all’interno della sua, sollevò lo sguardo girando di poco il volto e al suo fianco c’era Sebastian. Le stringeva la mano con forza ma anche dolcezza, disegnandole dei piccoli cerchi sulla pelle con il pollice, voleva farle capire che lui era lì per lei. Era così cambiato da quando si erano conosciuti.
Sarebbero stati felici, Sam se lo sentiva, doveva solo liberarsi di quell’essere e tutto sarebbe finito.
D’un tratto un pensiero fastidioso raggiunse la sua mente. –Dove andarvene.- Mormorò verso i due angeli che le stavano di fronte.
-Come?- Mormorò Ariel come se avesse frainteso le parole della ragazza.
-Dove andare via da qui!- Ripeté lei con più vigore questa volta. –La persona che stiamo aspettando vuole incanalare il mio potere per diventare più potente…- tentò di spiegare Sam.
-E se riuscisse a incanalare anche quello mio e di tua madre diventerebbe qualcosa che nemmeno riusciamo immaginare.- Concluse Hesediel per lei.
Sam annuì. –Questa è la mia battaglia, posso farcela da sola.-
-Oh, mia piccola.- La voce di Ariel sembrava rotta.- Sei stata per così tanto tempo da sola che non sai abituarti all’idea che qualcuno possa lottare con te.- chiuse gli occhi come per reprimere le lacrime, Sam sentì una morsa al cuore.
Mosse qualche passo verso la madre e sollevò una mano che portò sulla guancia della donna. –Mamma.- Pronunciò quelle parole che le erano state estranee per tanto tempo. –Non fartene una colpa, lo so, lo comprendo, capisco perché lo avete fatto.- sospirò profondamente. –Ma dovete andare, ti prego.-
-Non pensare che sia così semplice uccidere un Angelo, piccola.- Questa volta era stato suo padre a parlare, l’uomo fece un salto e si elevò verso l’alto luccicando nel cielo come una stella cadente. Tutti alzarono la testa tentando di seguire i suoi movimenti con lo sguardo. Dalle scapole uscivano un paio di ali dal colore dell’argento, dovevano essere ampie almeno nove metri, e ogni volta che le muoveva irradiava ogni cosa di luce.
Stava tentando di vedere dall’alto da dove Matt sarebbe arrivato, pensò Sam.
Il cuore le batteva all’impazzata e quando suo padre poggiò nuovamente i piedi a terra, con grazia, lo osservò aspettando che parlasse.
-Stanno arrivando.- Disse duramente. – Nephilim, guerrieri degli angeli, preparatevi.- ordinò e mentre gli altri iniziavano a estrarre le spade angeliche, si voltò verso Sebastian. –In quanto a te, Figlio di Lilith, la via della redenzione è tortuosa, ma riuscirai a percorrerla se seguirai sempre questo passo. Combatti con noi.-
Sebastian osservò l’uomo, i suoi occhi neri erano puntanti su quelli di fuoco dell’angelo e poi annuì.
–Non lo faccio per voi.- Puntualizzò mentre estrasse dalla cintura una delle spade. –Lo faccio per lei.-
-Il nostro essere è libero, Jonathan. -Intervenne Ariel. - Dio non vieta nulla in nome dell’amore, giudicarsi non è importante quando quello che realmente importa è la pace interiore.- Gli disse. –E tu ora sei mosso dal sentimento più forte, quindi vai e combatti. Che tu sia un demone o un angelo.-
Sebastian osservò per alcuni istanti gli occhi verdi della donna e si meravigliò a pensare a quando di Sam rivedesse in lei, il modo di pensare, il volto. Sam era sempre stata diversa, sin dal principio, la paura non le aveva impedito di amarlo. –Nascondete le ali.- Ordinò ai due angeli. –Se volete restare dovete mimetizzarvi, non voglio problemi.-
Loro annuirono e poco dopo le ali furono scomparse nelle loro scapole, era tutto così strano eppure reale.
Sam avanzò di qualche passo portandosi vicino a Magnus, lo stregone era rigido come un manico di scopa.
-E’ qui?- Sussurrò e quando lui annuì impercettibilmente, lei si pietrificò.
-Dove?- Chiese a voce ancora più bassa.
-Mi stavi cercando, cara?- Una voce riempì lo spazio vuoto della pianura in cui il grande lago era situato.
Sam alzò di scattò il volto muovendo velocemente gli occhi in tutte le direzioni, non vedeva nessuno. –Qualcuno lo vede?- Urlò agli altri.
-Sono qui eppure non mi vedi, sarai anche tanto importante ai piani alti ma resti al quanto inetta.- Commentò irritante la voce di Matt.
-Oppure tu sei così codardo che non hai nemmeno il coraggio di mostrarti.- Urlò in risposta lei.
Tutto quello che ricevette il risposta fu una risata. Era una risata agghiacciante.
Ma a un tratto qualcosa cambiò, l’aria intorno vibrò e fu come se un intero esercito si fosse materializzato davanti a loro. Sam indietreggiò per lo stupore, non si aspettava così tanti uomini, chi poteva essere così pazzo da seguire una persona come Matt? Eppure erano lì, i loro occhi spenti puntanti su di lei, pronti a tutto pur di ottenere la sua pelle per ingraziarsi il padrone.
Trattenne il respiro e poi si voltò verso Sebastian, gli occhi del ragazzo trovarono subito i suoi e la guardano interrogativamente ma Sam con un scatto del corpo si sporse nella sua direzione, premendo le proprie labbra contro le sue. Lo baciò. Era un bacio disperato, come se non ne fossero seguiti altri.
Quando si staccò si avvicinò all’orecchio del cacciatore e sibilò. – Ti amo, non dimenticarlo mai.- Poi si ritrasse e indietreggiò. –Mi dispiace.- mormorò verso il gruppo e tutti la guardarono con espressione interrogativa.
 Solo suo padre capì. –No! Samantha, non fare solo un passo!- Le intimò.
Ma la ragazza avanzò verso Matt, ignorando le urla di un padre che aveva sempre desiderato avere, un padre con il quale avrebbe voluto crescere.  
-Lasciali fuori da questa storia.- Urlò Sam a Matt. – E’ una faccenda nostra. Il tuo esercito deve starne fuori e i miei amici non faranno niente, combatteremo io e te.-
-E’ impazzita?!- Esclamò Magnus ascoltando le parole della ragazza.
Sul viso di Matthew si formò un ghigno divertito. –Per me è uguale, possiamo divertirci anche in due.- Sollevò entrambe le mani verso il cielo e allo schiocco delle sue dita si formò una linea di fuoco demoniaco, che delineava lo spazio tra Sam e Matt, impedendo agli altri di superarlo. Erano soli.
Sam sollevò una mano e se la portò al collo, stringendo le dita intorno alla collana che aveva sempre indossata, e con un gesto veloce la strappò via. Si sentì strana senza quell’oggetto a premerle contro il petto. Matt la scrutava con attenzione, chinando le mani verso una spada dalla lama rossa, che estrasse velocemente. –Tesoro, ti prometto che sarà veloce e indolore.-
Lei sollevò la testa verso l’alto,  cosicché il vento le scostasse i capelli, lasciando che ogni tipo di rigidità le scivolasse via dal corpo, era un angelo e ora doveva imparare a esserlo.
-Ho fatto forgiare questa spada appositamente per te.- Le spiegò nel frattempo Matt. –E’ di un materiale speciale, capace di perforare perfino una angelo, mia cara.-
Fu in quel momento che Sam avvertì qualcosa cambiare nel suo essere, era come se la sua anima stesse bruciando, non riusciva nemmeno a mettere a fuoco il suo corpo. Ma si sentiva bene, come non si era mai sentita in vita sua.
Avvertì una fitta all’altezza delle scapole e in quel momento capì cosa stava per accadere. Anche lei aveva le ali. Ma si trattenne, non voleva spiegarle, non in quel momento.
-La tua sete di sangue ti porterà alla tua rovina, Matthew.- Cantilenò con tono severo e poi con uno scatto veloce si avvicinò all’uomo, sollevò la mano e la strinse intorno al suo collo. Era stato un movimento così rapido che lui non aveva nemmeno avuto il tempo di prevederlo.
La carne intorno a quel punto iniziò a bruciare e Matt si lasciò sfuggire svariate urla di dolore, mentre la presa di Sam diventava fatale. Era sicura di stringerlo tra le sue mani, ma non riusciva a vederle, era tutto uno strano bagliore, ma nonostante il senso della novità sapeva bene di cosa fosse capace.
Lasciò il corpo di Matt e lo gettò all’indietro, facendolo scivolare sulla neve.  Approfittò della distanza che aveva frapposto tra loro e con le mani tirò fuori la spada angelica che brillò come non mai, non c’era bisogno di richiamare il nome di un angelo, in quella spada brillava la sua anima. Inizialmente si sentì rapita dal bagliore di quell’oggetto che aveva tra le mani, emanava un calore tale che la faceva sentire a casa, ma tentò di non pensarci. Non poteva distarsi.
Ma era tardi.
Matt aveva lanciato un pugnale nella sua direzione colpendo in pieno la sua spalla. Sam barcollò per l’impatto del tutto inatteso e sentì una fitta attraversarle il corpo ma tentò di non pensarci, tolse il pugnale dal suo braccio velocemente, osservando con lo sguardo il fiotto di sangue che andava a impregnare la neve.
Si morse il labbro provando a scacciare via il dolore che pulsava per via di quel colpo e scattò nella direzione del suo avversario, impugnando la sua spada.
Matt era già in piedi e quando la vide andare verso di lui fece lo stesso, con la spada dalla lama rossa in una mano. Correvano l’uno contro l’altro.
Ora pensò Sam, con un movimento veloce delle mani lambì la spada e la puntò in direzione del cuore di Matt.
Ora o mai più.
E poi entrarono in collisione, il corpo di Sam e quello di Matt.
Il bagliore delle spade fu così forte che intorno si sollevò una luce viola, intralciando del tutto la vista di chi stesse osservando la scena da fuori.
-Cosa è successo?!- Urlò Sebastian, il senso di impotenza era presente nei suoi occhi, così come in quello di tutti gli altri.
Magnus tentava in tutti modi di far svanire quella fiamma così potente da impedire perfino il passaggio dei due angeli. Tutti osservavano lo scontro, le mani sul cuore e una preghiera sulle labbra.
All’improvviso la luce viola svanì e al suo posto si alzò un’enorme nube di polvere, qualcuno era stato colpito, ma chi?
Sebastian ispirò profondamente, non riusciva a vedere niente.
E poi la nube iniziò a rarefarsi, il tonfo di un colpo che si lasciava cadere sulle ginocchia fece voltare tutti di scatto.
-Ariel.- Sussurrò Hesediel guardando la donna che aveva amato per secoli e che amava ancora.
Il viso della donna era una maschera di orrore.
-Lei è il Dio rivelatore…può vedere oltre. - Sussurrò Magnus. –Oltre il presente.-
Sebastian si girò completamente verso di lei. –Dimmelo.- le ordinò. –Dimmi cosa hai visto.-
Ma la donna sembrava in preda allo shock, non spiccicava parola, tutto quello che faceva era fissare la nube di polvere che piano piano andava diradarsi, nonostante la visibilità restasse bassa.
Sebastian urlò per la frustrazione e si voltò nuovamente verso il punto dove c’era la sua Sam.  Lentamente l’aria tornava a farsi più limpida e Sebastian riuscì a scorgere un corpo accasciato a terra.
 –Sam.- Sussurrò e senza pensarci corse verso il fuoco tentando di superarlo, ma questo gli lambì la mano, ustionandolo.
Un urlo uscì dalle sue labbra, passarono alcuni istanti e il fuoco sparì. –Sei stato tu?- Chiese Sebastian a Magnus facendo scattare gli occhi verso di lui.
Lo stregone scosse la testa. –No… Se il suo incantesimo è svanito, significa che Matt è…-
Sebastian non gli fece nemmeno terminare la frase, attraversò il punto che fino a poco prima aveva delineato tutto il territorio e corse con tutta la forza che aveva nel corpo. Per quanto cercasse con lo sguardo, non riusciva a vederla, dove era?
E poi li vide.
Due corpi erano accasciati l’uno sull’altro, entrambi completamente attraversati dalle punte della spada dell’avversario.
Sebastian inorridì, non poteva essere vero, no. Sam stava bene, lo sapeva. L’avrebbero aiutata a guarire.
-Sam.- Urlò e si avvicinò a i due corpi, quello di Matt era posto nella parte superiore, schiacciando così quello di Sam. Il ragazzo non si muoveva, il suo viso sembrava terribilmente vecchio e i suoi occhi erano vitrei. Morto.
Sebastian non si curò minimamente di lui, scostò il suo corpo in malo modo e lo lanciò alle sue spalle, dove erano radunati gli uomini dell’ibrido. Chinò nuovamente lo sguardo e la vide. Sam era ancora viva, i suoi occhi erano aperti ma il suo viso era terribilmente pallido, il sangue di Matt si mischiava con il suo in alcuni punti, ricoprendole il viso.
Non aveva più l’aspetto angelico che lui le aveva visto poco prima, era tornato la sua Sam e respirava piano, come se ogni respiro le prendesse tutta l’energia.
Sebastian abbassò ulteriormente lo sguardo e notò qualcosa che prima non aveva notato. La punta della spada di Matt era conficcata nello stomaco della ragazza e lei continuava a perdere sangue.
-Sam.- Mormorò inginocchiandosi di fianco alla sua figura e poi sollevò la testa urlando. –Magnus, mi serve il tuo aiuto.-
-No.- Sussurrò la ragazza con una voce così fine da farlo rabbrividire. –Non c’è molto che possa fare, lo sai.-
-C’è sempre speranza.- Ripeté lui e le prese la mano stringendola tra le sue. – Non può finire così.- Sussurrò.
Una lacrima rigò il viso di Sam, le sue labbra si distesero lentamente in un sorriso, mentre sollevava una mano che portò alla guancia di Sebastian. –Resta con me.-
Lui si morse con forza le labbra e annuì lentamente. –Resterò con te fino alla fine.-
Sam annuì lentamente e socchiuse gli occhi.
Sebastian si lasciò sfuggire un gemito strozzato mentre si chinava nuovamente verso di lei. –Samantha.- Le disse a voce bassa. –Grazie per avermi amato, per aver creduto in me.- Le sussurrò all’orecchio. –Ti amo così tanto.-
Lei sorrise e colpo di tosse scosse il suo corpo. –Lo so.- Disse con un filo di voce. –Lo so, Jonathan.-
-Non te ne andare, ti prego.- La supplicò chinando il viso sul suo torace. –Io ho ancora bisogno di te, ne avrò sempre.-
-Non ti abbandonerò mai.- Rispose lei, la sua voce era sempre più debole. –Io sarò sempre qui.- sollevò una mano e la portò all’altezza del cuore di Sebastian. –Baciami, voglio morire con il tuo sapore sulle labbra.-
-Non dire così.- Mormorò il cacciatore e una lacrima gli scivolò lungo il viso.
Sam la raccolse con la punta delle dita. –E’ l’ultima cosa che potresti fare per rendermi felice.- Sussurrò, la sua voce era sempre più debole.
Sebastian strinse per un’istante gli occhi e si chinò su di lei, sfregò le labbra contro le sue e la baciò, stringendo il suo corpo insanguinato tra le braccia.
Sam battè un’ultima volta le palpebre e si sentì avvolgere da una luce bianca, una luce calda, nuova.
Le accarezzava il corpo addolcendo le sue ferite, sollevò lo sguardo e video qualcuno, era un viso familiare, aveva i capelli neri e gli occhi più blu del mare.
-Will, sei tu?- Sussurrò e il ragazzo le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi. –Dove mi trovo?-
Lui si voltò del tutto e i suoi grandi occhi azzurri si posarono su di lei. -Stai tornando a casa.-
‘A casa ’ era così tanto che non si sentiva a casa, sorrise e sollevò la mano afferrando quella che Will aveva teso verso di lei, seguendolo attraverso la luce.
Quando Sebastian tirò la testa indietro il petto di Sam aveva cessato di muoversi, le sue labbra erano curvate in un lieve sorriso. Era come se dormisse.
E mentre avvertiva la presenza degli altri intorno a se, chinò lo testa accarezzando un’ultima volta i capelli dell’unica persona che avesse amato.











NOTE D’AUTRICE 
Che dire, penso che quasi tutte ora vorrebbero trovarmi e farmi a pezzi. LO SO, cioè, è quello che farei io ....
Più volte ho pensato di cambiare, di non portare a questo, ma quando questa storia è nata nella mia testa sapevo già come terminarla. Pensate che ho scritto l'epilogo un mese fa.
Ho pianto come una bambina mentre digitavo le ultime righe, ho consumato un pacco di fazzolettini, è stato doloroso in un modo che non mi aspettavo. Avevo la possibilità di cambiare il suo destino eppure qualcosa in me mi diceva che se avessi cambiato tutto, questa storia, per me, non sarebbe più stata la stessa cosa.
E niente, sono anche io a lutto, rileggere per trovare gli errori è stata una specie di masochismo.
Comunque, se vi va, ascoltate la canzone da cui è tratta la citazione di inizio capitolo, sembra scritta per la mia Sam. Ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=qvFpnM1gDQY
Il prossimo e ultimo capitolo sarà l'epilogo.

Ripeto, non odiatemi, davvero... Mi sento male solo al pensiero.
Vi stringo tutte.
Un bacio.


P.s.
Se trovate qualche errore segnalatemelo, solo il pensiero di dover rileggere per la quarta volta questo capitolo mi manda in depressione, hahah!
<3 



p.s. 
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Credits
: Per la barra prima delle note a : yingsu
   
 
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