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Autore: Iamtheincr0wd    25/04/2014    0 recensioni
"Ragazzi comuni. Ragazzi diversi. Siamo adolescenti, vuoi incolparci della nostra generazione?" urlò Jack. "Crediamo di essere pazzi anche se siamo totalmente sani, questo ci rende pazzi. Amiamo la musica, le feste, divertirci, l'alcol, la droga, il sesso, amiamo commettere errori, perche siamo adolescenti! siamo morti e vivi allo stesso tempo, siamo il futuro che noi vediamo brillante e voi vedete a pezzi! Siamo tutto cio che decidiamo di essere, questa è la nostra storia...lunga vita ai sognatori senza speranza!". [Featuring: ATL/PTV/OM&M/SWS/AA/WATIC/Skins characters and more...]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Furry, Triangolo, Violenza
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I ragazzi uscirono tutti imbacuccati, in effetti andare in montagna prima di natale non era del tutto conveniente. Sarebbe potuto risultare pericoloso, a causa della neve ancora molto morbida, il rischio bufere e il freddo. Ma l’aria sembrava già molto natalizia e c’erano luci e decorazione ovunque. “Il piano per la mattinata è questo, adesso: escursione nel bosco, dopo potrete riposare fino alle 4, poi scendiamo in paese okay?” presentò il programma il professore. Tutti annuirono. Per raggiungere il bosco bisognava fare un tratto in autobus, e questo spaventò inizialmente Zack che non sapeva come far entrare Isabelle, ma fortunatamente c’erano dei posti che avanzavano e lui riuscì a farla entrare senza problemi.  Arrivarono davanti ad uno spiazzo che si richiudeva in un piccolo sentiero che entrava in un bosco che sembrava quello di un film horror. I brividi dei ragazzi non erano solo di freddo a quel punto. Si stringarono tutti nei loro cappotti, Emily si strinse a Naomi, così come Isabelle a Zack, e anche Alex e Jack si avvicinarono senza però destare sospetti. Austin e Marina invece restarono lontani, ma si scambiarono un sorriso complice.
“Allora ragazzi, in fila singola che il sentiero si stringe, se vi viene la splendida idea di allontanarvi e perdervi , abbracciate un albero, o meglio, tornata all’autobus e se siete così persi da non saper pure tornare indietro, a 2000 metri dovrebbe esserci un rifugio, perciò andate lì, avete 16 anni, vedete cosa potete fare” ammonì il professore di educazione fisica, che iniziò a camminare a passi veloci.
“Quando credi sia il momento giusto?” chiese Ben a Danny. “Lascia che si allontani” rispose lui. “Poi ci allontaniamo nel bosco”. “Nel bosco, ma sei pazzo?” chiese Alan preoccupato. “Saremo fatti! E se ci perdiamo?” “Qualcuno dovrà restare lucido” intervenne Ben. “Austin!” Danny chiamò l’amico, che si avvicinò a l’amico roteando gli occhi. “non è che ci faresti un favorino?” chiese. Austin annuì. “Vieni con noi tra i boschi a…divertirti, dai” fece un sorriso malizioso. Austin iniziò a ridere. “No Danny, non farò parte dei tuoi stupidi giochi.” “Andiamo Austin, tu non ti farai, ma ho portato roba forte, e abbiamo paura di perderci” Austin fece spallucce. “Allora perdetevi”. “Andiamo, davvero non ti importa nulla di me?”chiese Danny, quasi veramente dispiaciuto. “Mi importa troppo di te, e proprio per questo non ti lascerò fare questa cazzata”. “I migliori amici fanno le cazzate insieme!” urlò a Austin mentre si allontanava. Austin si fermò e sospirò, poi si rigirò verso di loro. “Affare fatto, ma se succede qualcosa o ci vede qualcuno, io vi lascio qui.” Danny sorrise , come un bambino che ottiene quello che vuole dopo aver piagnucolato, cosa che lui è sempre stato
“Ems!” la chiamò Alex. Poi lui e Jack si avvicinarono verso le altre due. “Ems senti, non vorrei mai parlarne ma…ecco, credo che sta sera sia il nostro turno”. “Cosa?” chiese Naomi ridendo. “Si, insomma, avete capito”. Emily scosse la testa. Jack era troppo imbarazzato per parlare e scoppiò a ridere. Così anche Alex. “Insomma, sono molto contento che voi vi amiate così tanto e che volete condividere questo amore anche in modo carnale ma ecco diciamo che ecco se urlassi di meno Emily, e se tu magari Naomi ci andassi più piano.”Allora le ragazze scoppiarono a ridere. “opsi” si limitò a dire Naomi. “Quindi, volevamo chiedervi se oggi potevamo farlo senza essere disturbati dai vostri gridolini da porno star” chiese Alex. “Sei proprio gay, alexsbica” disse Emily “Una volta quei gridolini ti eccitavano”. Jack si  sentì stupidamente geloso. “Non se sono quelli di una quasi-sorella” rispose Alex. “Va bene, allora stasera solo coccole.” Le due si guardarono dolcemente e Naomi le rubò un bacio. “Grazie ragazze” disse Jack ancora ridendo. “A patto che voi non urliate, non è romantico sentire le grida di un quasi-fratello che lo prende nelle chiappette”. Alex la spintonò leggermente. “Affare fatto?” chiese Alex, porgendole la mano. “Affare fatto” Emily gliela strinse.
“E’ un posto molto romantico” disse Isabelle guardandosi intorno. “Oh si davvero, con tutti i miei compagni e professori qui nei dintorni” rispose lui sarcastico. “Però sono con te, e sei con me, e non siamo in quello stupido ospedale” continuò lei. “Giusto” disse lui. Da quanto aveva parlato con Emily, che continuava a guardarlo quasi delusa, non riusciva a dimenticare quello che le aveva detto, e a non pensare che forse aveva ragione. Voleva fidarsi di Isabelle, ma in effetti, Emily sapeva molto di più di quanto sapesse lui. Cosa sapeva in fondo Zack di Isabelle? Non voleva comunque risultare freddo, ma era troppo sovrappensiero. “Cosa succede Zack? Tutto bene?” chiese lei. “Sto bene, stavo solo pensando a come renderti felice” Bugia. Ma di certo non poteva dire la verità. “Oh, tesoro, sei così dolce, son così fortunata, adesso mi ricordo perche sono ancora viva.” “Cosa?” chiese preoccupato Zack. “oh, niente” fece il suo sorriso innocente. “Hai preso le medicine, Belle?”. Lei rise istericamente e si avvicinò per baciarlo ma lui la spinse via preoccupato. “Andiamo Belle, le hai prese o no? Sono serio, cazzo, fai la seria”. Lei tornò seria, e con una faccia da cane bastonato rispose “No, non le ho prese, non cel’ho, non le ho portate”. Zack sgranò gli occhi. “Cosa? Non le hai portate nemmeno?”. D’un tratto Isabelle si innervosì e cominciò a piagnucolare come una bambina. “No Zack, io odio quelle medicine ok? Le odio, odio tutto quello che rappresentano e odio me stessa e odio questo mondo e voglio solo…voglio solo che tu mi ami per quello che sono, nessuno mi ama mai per quello che sono, tutti quello che dicevano di volermi bene mi volevano cambiare facendomi prendere quelle medicine ma la realtà è che io non voglio cambiare, io sono così, e voi mi dovete accettare così”. Zack in realtà non sapeva cosa dire. “Noi non ti vogliamo cambiare Belle, noi vogliamo solo che tu non faccia cose stupide”. “Perche io sono pazza” rispose lei, con lo sguardo perso tra i boschi, dove sarebbe andate volentieri. “Perché voi avete paura che io muoia, ma la realtà è che siete egoisti, non avete paura per me, avete paura per voi, avete paura di soffrire. Emily aveva paura di soffrire e mi ha abbandonata, così come i miei genitori e adesso anche tu”. “Io non voglio abbandonarti, per questo voglio che tu prenda le medicine” rispose serio lui, ma Isabelle disse soltanto “Io voglio che tu sia la mia medicina”.
“Tranquilli ragazzi, qua non ci vede nessuno, ma riesco a riconoscere il sentiero” rassicurò Danny agli amici, che sembravano preoccupati dell’idea nonostante tutto. Erano in uno spiazzo di erba bassa, dove gli alberi sembravano essere riluttanti al crescere. “E poi, Austin ci riporterà a casa, vero?” gli fece l’occhiolino. Austin roteò gli occhi e fece cenno di iniziare, come se dovesse dare lui il permesso. “Che gusto c’è a farsi di prima mattina?” chiese poi. “Ci stiamo solo annoiando a morte e vogliamo movimentare le cose, e poi, la roba buona la teniamo per la sera, giusto Danny?” disse Ben. Il biondo annuì mentre preparava gli spinelli da dare agli amici. “Cosa? Uno ciascuno?” chiese Alan, mentre Danny spartiva la droga. “Non sarà troppo per le undici del mattino?”. Austin si limitò a mormorare un ‘e io cosa ho detto?’. Poi Danny disse “Cos’è, troppo forte per te? Questo è solo un  assaggio amico, vedi di prepararti a peggio” e fece un lungo tiro, poi espirò e sorrise. “Che la festa inizi”. Ben lo imitò. Alan era più incerto, e lanciava occhiate ad Austin come per chiedere il permesso. Austin se ne stava a guardarli a braccia incrociate, senza espressione. 
Danny fu il primo a finirlo, lo gettò a terra e disse. “Non era forte come promesso, dovrò parlare a Dimitri” e si allontanò verso il sentiero per tornare dagli altri. Austin decise di aspettare gli altri due. “Sbrigatevi mammolette” urlò Danny, che nonostante la sua precedente affermazione, era evidentemente fatto. Ben restava senza espressione dietro i suoi occhiali da sole, ma aveva iniziato a ridere ad alta voce e a urlare. “Guardate Alan! Povera mammoletta! Che c’è, non reggi il fumo amico?” mentre il rosso aveva iniziato a vomitare copiosamente e a tossire. Austin corse verso di lui per aiutarlo ma il ragazzo non riusciva a respirare e si stringeva la maglietta, come se potesse strapparla e finalmente trovare l’aria. Ben continuava a ridere, non rendendosi conto di cosa stesse succedendo e Austin non potè contare sull’aiuto di Danny, che era già tornato dagli altri, troppo lontani per sentire. Austin imprecò, ma non sapeva cosa fare. Alan continuava a vomitare e ogni tanto usciva fuori qualche parola strozzata come “aria” o “aiuto”.  Non aveva idea di cosa avesse.  Cercò di fare una diagnosi rapida ma lui non ne sapeva nulla e non aveva mai passato una cosa del genere. Dopo qualche minuto smise, si sdraiò per terra e iniziò ad ansimare, per lo spavento e per la mancanza d’aria. Ben era tornato serio, il gioco era finito. Austin imprecò di nuovo e serio disse “Andiamocene via, la festa è finita”. Ben rise e rispose “Vedrai amico, vedrai”. Poi Austin prese Alan e lo aiutò a salire lungo il sentiero per raggiungere gli altri.
Dopo la gita, i ragazzi tornarono stremati in albergo. Tay si gettò a peso morto sul letto e si addormentò in pochi secondi con i piedi mezzi fuori dal letto e le scarpe ancora addosso. Amy prese a messaggiare. Emily e Naomi si misero nello stesso letto e presero a baciarsi, senza però fare altro perché avevano fatto un patto con Alex e Jack, che nell’altra stanza stavano continuando ciò che era rimasto in sospeso.
Si sfilarono reciprocamente le magliette e presero a baciarsi. Erano di nuovo soli, avendo avvisato Rian e Zack che volentieri si spostarono nelle altre due stanze. Non ebbero problemi con i preliminari. Si trattava solo di spogliarsi e di masturbarsi a vicenda, pensò Alex, ma quello che lo preoccupava era dopo. Jack non era un novellino, aveva avuto già esperienze del genere, sapendo di essere gay da tempo, ma per Alex era la prima volta e temeva di come ci si sentisse a subire le cose che lui per anni aveva riservato alle ragazze che aveva rimorchiato. Jack però riusciva sempre a sentire il suo disagio, forse perche ci era passato anche lui, e gli chiese di nuovo se fosse pronto. Alex annuì velocemente, non del tutto sicuro della sua risposta, ma ormai erano lì, senza essere disturbati, nudi, non poteva rovinare il momento. Jack allora si avvicinò maliziosamente al suo orecchio, risalendo baciando tutto il corpo e gli sussurrò “Se vuoi per oggi ti lascio comandare” e fece l’occhiolino. Alex capì subito cosa intendeva, e si sentì più sicuro, ma sapeva che di quella cosa avrebbe dovuto discuterne presto, perche Jack si sarebbe stancato di essere il passivo. Così Jack lasciò che Alex salisse sopra di lui, e fu molto più lento e  quasi dolce di quanto si aspettasse da uno che era appena “uscito dal cassetto”. Si smentì subito quando Alex ci prese la mano e iniziò a spingere più forte, cosa che non dispiaceva comunque ma distolse Jack dai suoi sogni di amore Ottocentesco. Ma lui lo sapeva bene, soprattutto per un uomo, una scopata è una scopata. Alla fine fu molto piacevole per entrambi, e una volta venuto, Alex si allontanò e i due ripresero a baciarsi, poi il biondo si addormentò. Jack gli rimboccò le coperte e si rivestì, poi rimase lì a guardarlo. Sembrava quasi un sogno, aver appena fatto l’amore con il ragazzo “etero” che desiderava da quando era arrivato. E ora era lì e dormiva come un angioletto e lui lo stava fissando. Gli venne quasi da piangere. Jack non aveva avuto vita facile con i ragazzi. Lui era vulnerabile , e tutti i suoi “fidanzati”, se così potevano definirsi, erano molto più grandi di lui. Alcuni erano addirittura fidanzati con ragazze, ma cercavano esperienza diverse. Jack era attraente come una 14enne verginella, aveva il fascino dello sfigatello imbranato, adatto solo per farselo mettere al culo e poi arrivederci. Era molto felice che invece ora piaceva così tanto ad Alex che il ragazzo non si era nemmeno sentito pronto all’inizio.
Alan aveva ancora qualche attacco di panico, se si poteva definire così, e ogni tanto tornava a mancare l’aria e a soffocare, senza però il vomito. Austin  cacciò così Danny e Ben dalla stanza e consigliò ad Alan di addormentarsi, e lo assicurò che sarebbe rimasto lui in caso si fosse sentito male nel sonno. Austin vide in Alan un lui solo meno determinato, sentiva che in fondo voleva essere accettato e quindi faceva il duro, ma non sapeva dire di no a quello che Danny pretendeva per essere suo amico, per quanto fosse assurdo. Austin invece era costretto, per il suo problema, ma le loro famiglie si conoscevano da tanto e Danny non aveva mai costretto Austin a fare prove stupide, perché sapeva del suo problema, anzi lo difendeva anche da chi lo prendeva in giro, per questo era il suo unico amico. Danny pretendeva troppo dagli altri, come ha sempre preteso da se stesso.
In quel paesino il buio scendeva quasi subito, questo rese la loro visita molto più corta del previsto, cosa che sollevò un po’ il morale del professore che per la sua età non poteva reggere certi ritmi. Avevano solo visitato qualche bancarella natalizia, e l’unica che si era distinta per entusiasmo era Emily che non faceva altro che correre qua e la, comprare cose a Naomi e ripetere quanto amasse il periodo natalizio e le luci di Natale. Naomi si limitava a ridere e a roteare gli occhi e scusarsi con gli altri compagni per il disagio che la sua fidanzata stava creando, poi cercava di farla stare ferma stringendola a se, e lei si giustificava dicendo “Io voglio solo essere romantica e farti tanti regali” con i suoi occhioni da cerbiatto. E Naomi le rispondeva “A me basta che mi resti qui accanto, okay?”. La rossa annuì e continuarono a camminare mano nella mano.
Alla fine si ritrovarono a cenare nell’albergo alle sette e essere mandati nelle camere alle otto. L’orario di coprifuoco in cui controllavano che ognuno fosse nella propria stanza erano le undici, ma non tutti lo rispettavano. Comunque quella sera erano tutti così stanchi che nessuno ruppe le regole, tranne Danny e Ben, che scesero nella sala “svago” dell’albergo con la roba più pesante promessa da Danny. Alan stava ancora male e rimase a dormire, con Austin che lo controllava. Gli altri due si ritrovarono in una grande sala con un bar e tutti adulti ben vestiti che bevevano e giocavano d’azzardo, tutti mai visti durante la mattinata. Si atteggiarono come loro, giocarono d’azzardo e riuscirono a rimorchiare anche qualche donna molto più grande di loro, con cui finivano nello squallido bagno dell’hotel, insieme alla roba pesante. Danny aveva una biondona con tette rifatte che diceva di avere trent’anni, mentre Ben una mora, straniera, che non capiva una parola di quello che Ben diceva. Erano nello stesso bagno, in cabine diverse e si davano da fare. Alla fine uscirono e sniffarono coca tutti e quattro, Danny era ancora abbastanza abituato, ma Ben era partito completamente. Avevano ancora i nasi bianchi e le donne erano ancora mezze svestite quando entrarono nel bagno quelli che dovevano essere i loro mariti, perché iniziarono ad urlare in un'altra lingua indicando gli anelli che loro e le donne portavano. Un omone pelato e tatuato, marito della straniera, prese Ben, troppo fatto per difendersi, lo sollevo almeno di trenta centimetri e lo scaraventò contro il cesso, lui rise inizialmente ma poi colpì la tazza con la testa e iniziò a sanguinare, l’omone lo colpì ancora alla faccia e allo stomaco con dei calci e lui svenne, completamente ricoperto di sangue. Danny invece provò a difendersi, e riuscì a sferrare qualche colpo al marito dell’altra, troppo vecchio e debole per combattere, ma l’omone poi tirò fuori un coltello e Danny mise le mani avanti sgranando gli occhi, dicendo “no no no” e implorando pietà. Quando l’uomo sferrò il colpo con la lama Danny riuscì a spostare la traiettoria dallo stomaco ad un fianco, ma venne comunque colpito. l’omone corse via dal bagno sudicio e pieno di sangue e droga, trascinando l’altro via, mentre Danny si accasciava a terra esanime.
Austin era sul punto di addormentarsi quando ricevette una chiamata. Temeva che era di Danny o Ben, che magari si erano persi nella neve completamente fatti, invece era un numero sconosciuto. La voce che parlò era seria e ferma, e per un momento Austin non capì, ma poi si spiegò meglio, e il ragazzo non disse una parola. Lasciò cadere il telefono a terra, con il braccio ancora teso verso l’orecchio che poi lasciò andare giù a peso morto, come se non gli appartenesse più. Rimase a fissare la bufera di neve fuori dalla finestra, che paragonò al freddo e al disordine che improvvisamente sentiva dentro.  Si inginocchiò, tastava il terreno, non riusciva a respirare, e temeva che anche il suo cuore potesse cedere adesso, voleva urlare, ma Alan stava dormendo e non voleva svegliarlo. Trovò la forza di alzarsi e di correre fuori dalla sua.  stanza, per entrare in quella del professore che imprecò quando vide lo spiraglio di luce del corridoio, ma Austin non riuscì nemmeno a scusarsi si limitò a dire “Prof io…io devo andare via, devo andare via adesso, mia madre…mia madre è morta”.
Zack decise di andare un’ultima volta a controllare Isabelle prima di tornare a dormire dai ragazzi, quel giorno non avevano fatto altr che litigare e discutere, voleva solo baciarla, chiederla scuse e mandarla a dormire. Quando entrò nella ua stanza fu travolto da un’ondata di gelo, e non solo perché la finestra era completamente aperta e il davanzale ricoperto di neve, ma perché Isabelle non era nel suo letto. Il bagno era vuoto, così con il fiato corto si affacciò alla finestra e riuscì a distinguere i passi sulla neve che la bufera stava velocemente ricoprendo. Isabelle era scappata. 
  
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