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Autore: phenominiall    25/04/2014    4 recensioni
Mi guardò e mi porse la mano. Spostai lo sguardo verso il suo viso cercando una spiegazione.
“Scommettiamo.”
“Cosa?”
“Se riesci, entro un mese, a trovare qualcosa per fermare Ash io ehm… potrei convincerlo ad uscire dal giro.”
“E se perdo?” chiesi. Mi guardò negli occhi e mi rivolse un sorriso malizioso.
“Se perdi… vieni a letto con me”.
**********************************************
premetto che all'inizio può sembrare una storia banale, ma capirete che non lo è affatto. Dall' ottavo capitolo le cose diventano più avvincenti. E' la prima fanfiction che scrivo e non ce ne sono di simili in giro.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Martina,
che è stata la prima ad incoraggiami a scrivere, 
e grazie alla quale ho avuto il coraggio di pubblicare ciò che scrivo...
 
"...Selfish..."
 
Sentii  alla porta aprirsi ma decisi di non alzarmi dal mio comodissimo letto, mi ero appena svegliata dopo ore di sonno profondo. Ancora non capivo come avessi fatto a chiudere occhio sapendo che mio fratello era lì fuori a spacciare e a fare chissà cosa. La porta di casa si aprì per poi richiudersi e non capii se qualcuno era entrato oppure uscito. Pensai che fosse Ash che magari era uscito per prendere una boccata d’aria o forse era mio padre tornato ora dal turno di notte. Solo dopo pensai a mia madre, anche lei aveva lavorato tutta la notte e non la sentivo dalla mattina prima, era da molto che non le parlavo, ci eravamo scambiate solo dei saluti, poi lei era uscita di corsa di casa per recarsi all’ospedale, visto che era già in ritardo. La mia ipotesi fu confermata quando la sentii urlare “Sono a casa!” Mi sentii un po’ in colpa visto che nessuno l’aveva degnata di una risposta, così rinunciai al mio caldo letto e a due probabili ore di sonno per andare a salutarla e scambiare quattro chiacchiere. Pigramente scesi le scale che conducevano al piano terra e le andai incontro avvolgendo le braccia intorno al suo collo e stringendola in un caloroso abbraccio.
“Giorno mamma” sussurrai
“Buon giorno, amore –rispose sorridendo –Dormito bene?” Mugugnai qualcosa molto simile ad un sì e lei sorrise ancora. Restai ferma a guardarla mentre preparava la colazione come faceva quando ero piccola e per un istante mi tornarono in mente quelle mattine che tanto mi mancavano, quelle dove io ed Ashton litigavamo per un biscotto o per la tazza rossa che ci regalarono in omaggio per aver comprato due pacchi di cereali. Mi mancavano perché ormai ognuno di noi faceva colazione in un orario diverso, tutte le mattine c’era chi correva a destra chi a sinistra per non fare tardi a lavoro o a scuola. Più guardavo mia madre più la malinconia dei tempi passati si faceva sentire, ma me ne dimenticai subito osservando meglio il volto della meravigliosa donna che mi aveva messo al mondo. Aveva gli occhi stanchi contornati di pesanti occhiaie, segno che la notte era stata molto dura. Mi soffermai sul suo sorriso sforzato e mi resi conto che nonostante la stanchezza lei era lì a preparare la colazione per me.
“Mamma –richiamai la sua attenzione –Va tutto bene?”
“Si tesoro perché?”
“Sembri stanca, guarda che a me puoi dirlo”
“Non è nulla –rispose –è solo che questi turni di notte mi stancano troppo, avrei bisogno di una pausa.”
Non feci in tempo a rispondere che un Ashton assonnato fece il suo ingresso in cucina augurando il buongiorno a tutti. Ci guardammo per un istante negli occhi, scambiandoci uno sguardo d’intesa. La sera prima era rientrato molto tardi e non riuscimmo a parlare, ma avevo rimandato la discussione a più tardi, giusto il tempo di uscire di casa.
“Vostro padre dorme ancora?”
“Credo di sì” rispose Ash.
“Ash –lo chiamai –Potresti, ehm…darmi un passaggio a scuola?”
Mi guardò e capì all’istante che la mia era semplicemente una scusa per poter parlare, annuì con il capo, facendomi segno di andare a prepararmi visto che era già abbastanza tardi. Corsi di sopra, precipitandomi in bagno, mi vestii, mi truccai leggermente e legai i capelli in una coda alta fatta molto velocemente, lasciai quindi che dei ciuffi ribelli mi scendessero sulla fronte, era troppo tardi per sistemarli bene.
Non curante del mio aspetto, presi la borsa con i libri e la misi in spalla, chiamai mio fratello dicendogli che l’avrei aspettato fuori, salutai con un bacio sulla guancia mio padre che si era appena svegliato, e uscii fuori di casa. Ash arrivò poco dopo con le chiavi della moto, salii dietro di lui e partimmo.Il breve viaggio in moto si svolse in religioso silenzio, il vento fra i capelli mi aiutò a pensare a ciò che avevo da dire, e tutto quel silenzio e quell’attesa mi stavano facendo morire dentro. Arrivati fuori scuola decisi di parlare.
“Ash, smettila di ignorarmi…sai che voglio parlarti”
Si girò verso di me, incitandomi a parlare.
“Cosa farai ora? Salterai ancora la scuola per lavorare con quell’uomo?” Abbassò lo sguardo come a dire sì.
“Non frequentare quella gente Ash, trovati un altro lavoro…è meglio per te… non sono soldi guadagnati i tuoi, la tua media si è abbassata di brutto, vuoi buttare così anni e anni di studio?” Cercai di essere il più convincente possibile, provando a fargli aprire gli occhi, per far sì che cambiasse idea.
“Kim –disse quasi in un sussurro –Ho deciso di lasciare gli studi, ne ho parlato con mamma e ha lasciato a me la scelta… ho deciso quale sarà la mia vita.”
“Cosa? Ash…no!” Non mi lasciò finire di parlare che mi strinse a sé, lo strinsi anch’io, affondando la testa nell’incavo del suo collo. Mi resi conto che non potevo fargli cambiare idea, ma almeno potevo assicurarmi che stesse bene, che stesse attento. Forse così avrebbe capito. Come se mi avesse letto nel pensiero escalmò:
“Starò attento, promesso…e poi ti porterò a Londra” risi a quella sua affermazione, era da una vita che mi prometteva di portarmi a Londra. Lo diceva per scherzo, eppure avrei voluto che non lo fosse. Mi diede un bacio sulla guancia, ricordandomi che la campanella era suonata da un pezzo. Così corsi via, entrando nell’edificio scolastico, mi accorsi però che ormai avevo perso la prima ora e che quindi mi toccava aspettare la seconda. Girai per i corridoi a vuoto, cercando qualcosa da fare, ma non lo trovai. Camminando però vidi una chioma bionda, Luke.
Aveva un braccio teso sopra la testa di una ragazza e stavano parlando animatamente. Li fissai da lontano, non so perché, forse per noia, ma in quel momento mi sembrava la cosa giusta. Anche se sapevo che di giusto in quello non c’era nulla, sarei dovuta andare via e lasciare Luke lì, con quella ragazza.
Stavo appunto per girarmi, quando il ragazzo in questione avvicino il suo volto a quello della ragazza, lasciandole un bacio che di casto aveva ben poco. Le labbra scesero più giù lungo il collo della ragazza, mentre lei gli tirava lentamente il ciuffo biondo che gli ricadeva sulla fronte. Restare lì a guardare mi sembrava eccessivo, era con la sua ragazza ed io ero assolutamente, inevitabilmente di troppo. Mi voltai disgustata e decisi di incamminarmi verso il bagno per sistemare i capelli che prima di uscire di casa non ero riuscita ad ordinare. Aprii la porta del bagno e lo trovai stranamente deserto. Poggiai la borsa sul lavandino e sciolsi i capelli, rilegandoli poi in una coda alta e decisamente più ordinata di quella di prima. Non che mi importasse molto del mio aspetto, ma ero pur sempre una ragazza e ammetto che mi divertivo a provare nuove pettinature. La campanella della seconda ora suonò e avendo preso già i libri, mi incamminai verso l’aula di geometria, facendo la strada più lunga. Passai di fronte all’armadietto di mio fratello e quindi anche di fronte a quello di Luke e, se di mio fratello non c’era traccia, Luke era davanti a me, girato di spalle, con un braccio sulle spalle della biondina di prima. Più li guardavo, più mi convincevo che erano una bellissima coppia, eppure, non sembravano così affiatati. Erano perfetti insieme fisicamente, sì, ma non erano convincenti.
Proseguii per la mia strada convincendo me stessa a non impicciarmi, non li conoscevo non potevo giudicarli e, per di più, non sapevo neppure se quella fosse effettivamente la sua ragazza. Camminavo a testa bassa, ripassando le regole di geometria che avevo imparato il pomeriggio prima.
“Ehy Kim” mi voltai. Una voce familiare mi chiamò e mi mise i brividi. Calum .
“Ehy” sorrisi, il sorriso più finto che potessi fare.
“Ash non è a scuola?”
“No –risposi guardandomi intorno –credo sia tornato a casa…”
Anche Calum cominciò a guardarsi intorno, ma proprio in quell’istante si avvicinò Luke leggermente nervoso. Mi salutò con gesto della mano e sorrisi. Rimangio tutto quello che ho detto prima. Quello era il sorriso più falso che potessi mai fare.
“Calum, andiamo.” Disse soltanto.Trascinandosi dietro l’amico.
“Ok –acconsentì –Ci vediamo Kim, vado a cercare Michael.” Lo salutai con gesto della mano, vedendolo sparire lungo il corridoio. Calum per il momento era l’unico che mi stava abbastanza simpatico. Entrai nell’aula di lezione e mi posizionai al secondo banco, vicino alla finestra, ma per mia sfortuna questa affacciava semplicemente nel giardino sul retro. E non avrei avuto nulla di interessante da vedere.  C’erano degli scatoloni a terra contenenti i rifiuti della mensa, lì intorno c’erano delle carte e il piccolo spazio era recintato da un cancello di ferro nero. Era un posto bruttissimo, ma poco importava. La persona seduta al mio fianco cominciò a prendere appunti e capii che la lezione era ormai iniziata. Aprii anch’io il quaderno e cominciai a scrivere tutto quello che capivo della noiosissima spiegazione del professor Brown. Ero così concentrata a scrivere che non mi accorsi neppure del biglietto che mi arrivò sul banco, fu infatti Adam, il ragazzo al mio fianco, a passarmelo sotto gli occhi per farmelo notare. Mi guardai intorno cercando di capire la provenienza del biglietto ma non trovai nessuno che avesse potuto essere interessato a me in quel momento. Adam si avvicinò al mio orecchio sussurrando:”Hanna” . Aprii il foglietto e restai meravigliata dalla bellissima ed elegante scrittura che aveva.
“Che ci facevi con Hood nel corridoio?” Ah…dovevo aspettarmelo. Ma,dopotutto, a lei cosa importava cosa ci facevo con Calum nel corridoio, non mi aveva mai calcolato e ora voleva sapere cosa facevo nei corridoi. Risposi con un semplice “nulla” sperando che si accontentasse della risposta.
Hanna era una di quelle ragazze con i capelli neri e gli occhi azzurri e agghiaccianti. Aveva sempre il rossetto rosso sulle labbra ed ogni ragazzo ai suoi piedi. La risposta le bastò per farle storcere il naso e per farle intendere che non ne avrei parlato. Camminavo cercando fra la folla la testa di Ash, sperando che il suo buon senso l’avesse guidato fino a scuola, ma nulla, nemmeno l’ombra. Arrivai all’armadietto e sospirai, appoggiando la schiena all’anta di ferro.
“Stanca?” Sobbalzai.
“Marck,cazzo, non farlo mai più” lo ripresi.
“Che ho fatto?” si difese lui. Sospirai.
“Nulla, lascia perdere… che lezione hai ora?”
“Scienze, con tuo fratello… non c’è a scuola?” Scossi la testa
“E’ da un bel po’ che non lo vedo… sta bene?” mi chiese
“Uhm sì sta bene, ma ha cambiato gruppo di amici, quelle cose lì” Gli risposi iniziando a camminare con lui al mio seguito.
“Sì, sì lo so –ammise –l’ho visto con Hemming, Hood e Clifford, pochi giorni fa al Ecstasy, il bar dietro l’angolo…” Abbassai lo sguardo cercando di ricordare il bar di cui parlava Marck, feci un gesto con la testa non appena me ne ricordai e lui continuò il suo discorso, passando da un argomento all’altro come se niente fosse, gesticolando con le mani come se fosse qualcosa di veramente stupendo, ma io ormai non lo stavo più ascoltando…
“Incredibile, non trovi?” Mi chiese ad un certo punto.
“Ah?Cosa?Sì…sì hai ragione…” scossi la testa,rispondendo alla domanda che nemmeno avevo capito. Mi guardò torvo, alzando le sopracciglia.
“Kimberly… a cosa stai pensando?”
“Nulla –risposi –mi sono distratta, non ti stavo ascoltando, scusa” Sbuffò sussurrando “Grazie mi fa piacere parlare da solo” Era, ovviamente, ironico. Da lontano notai Calum, Michael, Luke, la biondina e un’altra ragazza, e mi accorsi che di mio fratello neppure l’obra, non poteva aver saltato la scuola ancora… Non m’importava se aveva deciso di lasciare gli studi, oggi, sarebbe dovuto essere a scuola. E non m’importava nemmeno di Luke e di quelle due ragazze che non conoscevo, liquidai Marck con un gesto della mano e un saluto veloce e, sotto il suo sguardo incredulo, mi diressi a passo spedito verso il gruppetto che stava fermo di fronte all’entrata della mensa. Mi avvicinai, più precisamente, verso Calum…che per il momento era l’unico che si era dimostrato cordiale.
“Calum –lo chiamai e portarono tutti l’attenzione su di me –Ehm…hai, hai visto Ash?” Luke rise del mio balbettare e io lo fulminai con lo sguardo.
“Kim –rispose stupito –No…non l’ho visto” Abbassai lo sguardo, decisa ad andarmene, lo ringraziai ignorando gli altri, ma proprio quando ero già abbastanza lontana Michael mi richiamò.
“Kimberly…è successo qualcosa?” chiese.
“Non lo so, Michael, dovreste dirmelo voi” Luke tornò improvvisamente serio.
“E cosa dovremmo dirti noi?” mi chiese, realizzai che quel ragazzo era fottutamente stupido. Scossi la testa, per poi riavvicinarmi.
“Tutto –risposi –Tutto Luke, siete voi che lo avete messo in questo guaio, aveva una vita perfetta, ma voi lo avete portato fino a questo punto, siete voi a gestire gli affari, voi dovreste sapere se ci sono dei problemi, dato che mio fratello con me non parla più”
“Aveva una vita perfetta?Tuo fratello con te non ha mai parlato, perché se lo avesse fatto, avresti saputo come viveva tuo fratello, se lo avesse fatto, avresti saputo anche che io ho cercato di tenerlo fuori dal giro, ma lui ci è voluto entrare a tutti i costi… lui ha fatto tutto questo e te l’ha tenuto nascosto solo perché tu non ci rimanessi male, e tu?Tu sei fottutamente egoista perché non fai altro che dire di rivolere il fratello di prima, solo perché faceva comodo a te!Potevi vantarti di avere un fratello perfetto e quando le cose ti vanno male, allora lui è sbagliato…non è cosi? Sei fottutamente egoista Kimberly apri gli occhi, non tutti sono perfetti…e le persone hanno ideali di perfezione diversi dai tuoi!” Mi urlò contro, tanto che furono i quattro ragazzi lì vicino a convincerlo a star zitto…altrimenti non sapevo dove sarebbe potuto arrivare, non ero egoista…Ero tutto, ma mai nella mia vita avevo pensato di essere egoista, e stavo lì a negarlo anche se la parte coerente di me sapeva che nelle parole di Luke, c’era del vero…
“Fanculo” sussurrai con le lacrime agli occhi prima di girarmi e dare le spalle a quelle persone che in due minuti mi avevano fatto crollare il mondo addosso. Voltavo le spalle a quelle persone a cui mio fratello, invece, aveva aperto le braccia. Cosa ci trovava di tanto importante, di tanto essenziale da non poterne fare a meno? Una carovana di persone cominciò a entrare nelle rispettive aule e io mi facevo trascinare da quelle perone, ovunque andassero mi andava bene… ma la scuola non era così grande, e mi ritrovai in pochissimo tempo di fronte all’aula di storia…la lezione stava per iniziare, mi sedetti in ultima fila, pronta per non seguire nulla, per una noiosissima lezione, pronta per i miei pensieri, pronta per i miei problemi. Pronta a trattenere le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.


#SpazioAutrice
Sono puntuale ora, no? Allora prima vi dico che vi amo, tutte, e che ringrazio tutte coloro che hanno recensito, aggiunto la storia fra i preferiti,ricordati, seguite.... ringrazio coloro che mi hanno aggiunto fra gli autori preferiti e ringrazio anche voi che leggete ma non mi fate saper nulla! Passando al capitolo...Ash lascia la scuola... e chi se lo sarebbe aspettato?(Praticamente tutti) Kim trova il coraggio di affrontare 3\4 dei 5sos e Luke le urla contro... ma passando ai personaggi secondari...chi sono le due ragazze, chi è la bionda? (io lo so...lalalalala... si ok mi riprendo) Fatemi sapere quello che pensate del capitolo in una recensione...mandatemi anche a fanculo se volete, ditemi che il capitolo è orrendo (tanto è vero) ma scrivetemi vi prego... tanto amore...
Nancy xx

 
  
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