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Autore: areon    19/07/2008    11 recensioni
Questa fanfiction ha partecipato al contest La notte degli Oscar indetto su Writers Arena Rewind
Naruto è tornato a Konoha da tre anni. E’ chuunin e ha dei sottoposti.
La mente ha preso il sopravvento sul cuore.
Ma il cuore riconquisterà il proprio primato, quando rivedrà quegli occhi, scuri e profondi come due pozzi senza fine...
[SasuNaru]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Tsunade | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Together forever
Questa fanfiction ha partecipato al contest La notte degli Oscar indetto su Writers Arena Rewind
Naruto è tornato a Konoha da tre anni. E’ chuunin e ha dei sottoposti.
La mente ha preso il sopravvento sul cuore.
Ma il cuore riconquisterà il proprio primato, quando rivedrà quegli occhi, scuri e profondi come due pozzi senza fine...
[SasuNaru]


Questa fanfiction ha partecipato al contest La notte degli Oscar indetto su Writers Arena Rewind (link al bando su efp)
E dopo qualche tentativo di pubblicazione fallito, sono fiera di presentarvi la mia prima one-shot! Alla fine ho messo alcuni chiarimenti che mi sembravano opportuni; non all'inizio, in quanto costituirebbero spoiler, e non tutti potrebbero gradire la cosa...
In ogni caso, vi avviso fin d'ora: se avete la lacrima facile, è meglio se preparate i fazzoletti sin da subito, almeno per sicurezza... (o forse sono io che sono troppo sentimentale e mezza masochista a scrivere fic tristi... u.u)
Se, premesso questo, non vi siete ancora dati alla fuga, vi auguro buona lettura! ^.^
areon

Rating: giallo
Genere: drammatico, romantico, triste
Note: yaoi, shonen-ai, ooc
Personaggi: Uchiha Sasuke, Uzumaki Naruto, Nara Shikamaru, Inuzuka Kiba, Tsunade, Hatake Kakashi

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- TOGETHER FOREVER -

Lui era un mukenin.
Di conseguenza, non poteva permettersi di avere rimpianti. Eppure, quando se n'era andato, aveva lasciato il suo cuore là, con lui.
Perciò, quando l'aveva rivisto, tre anni prima, avendo già raggiunto il proprio obiettivo, si era lasciato andare.

***

Lo sapeva.
Sapeva che non sarebbe tornato. Non sarebbe tornato per nessuna ragione al mondo. Nemmeno, quindi, per lui.
Ma ormai lo sapeva, per Lui non contava nulla la sua voglia di vederlo, di farlo tornare, di salvarlo. Probabilmente avrebbe anche venduto l'anima al Diavolo, pur di rivederlo. Perchè era il suo rivale, perchè era il suo migliore amico, perchè era Lui, perchè lo amava.
Perciò, quando l'aveva rivisto, tre anni prima, nonostante sapesse che non sarebbe tornato con lui o per lui, si era lasciato andare. E aveva comunque deciso di provarci di nuovo.

***

Durante la missione, mentre attraversavano il bosco aveva visto i suoi occhi. Ormai era sera, per cui non avrebbe neanche dovuto inventarsi una scusa per accamparsi subito. Ordinò ai suoi sottoposti di cenare e coricarsi in fretta, mentre lui raggiungeva la radura in cui prima l'aveva scorto, con la scusa di un giro per controllare il posto, ma Lui, nel frattempo, se n'era già andato.
Nel non trovarlo, una lacrima silenziosa rigò il suo viso paffuto, seguita presto da altre, fino a sfociare in un pianto a dirotto per l'illusione distrutta. Ma, ancora in lacrime, poiché il suo sesto senso gli suggeriva che sarebbe tornato presto, molto presto, gli lasciò un messaggio, per poi tornare all'accampamento, cercando di nascondere gli occhi rossi, anche se i suoi sottoposti erano, ormai, abituati, e avevano smesso da tempo di fare domande che non avrebbero ottenuto alcuna risposta, se non un'ombra fuggente su quel viso solitamente allegro.

Non appena sentì l'eco dei passi sparire, saltò giù dall'albero su cui si era rifugiato all'ultimo istante, quando lo aveva sentito arrivare. Vederlo piangere lo aveva svuotato di ogni energia, e a stento aveva trattenuto l'impulso di saltare giù dall'albero per abbracciarlo, consolarlo, baciarlo. L'unica cosa che lo aveva trattenuto era la paura di essere rifiutato da quel punto di vista. Però, quando lesse il messaggio che l'altro gli aveva lasciato, la sua paura, almeno in parte, sparì.
"Ti aspetto qui questa notte a mezzanotte.
Non mancare, ti prego.
Naruto."
Una singola calda lacrima di felicità rigò il volto del ragazzo, che fu assalito da una strana malinconia di cui nemmeno lui stesso capì l'origine.

Naruto si rigirò ancora una volta in quel letto improvvisato, sempre che un semplice ammasso di foglie impiegato a mo' di giaciglio si potesse collocare nella categoria "letto", per quanto improvvisato potesse essere.
Non riusciva a dormire e, probabilmente, a impedirgli il sonno era il nodo allo stomaco che gli dava l'idea che di lì a "poco" lo avrebbe incontrato di nuovo dopo tanto tempo. Così, nonostante mancassero alcune ore all'appuntamento, si diresse alla radura.
Sedutosi contro un albero, fu assalito della stanchezza e dallo stress provocati dagli eventi della giornata e, nonostante l'ansia e la tristezza, si addormentò di botto.

Era rimasto lì tutto il tempo da quando aveva letto il messaggio, ma, poiché era già da un pezzo che aveva sete, si era avviato un momento verso una sorgente d'acqua lì vicina, per poi scoprire, al proprio ritorno un Naruto addormentato contro un albero, la cui figura era resa affascinante e quasi angelica dalla flebile luce argentea della luna piena, che gli faceva quasi da aureola. Rimase qualche istante a guardarlo incantato, poi si decise ad avvicinarsi e a svegliarlo. Però, quando si trovò a pochi centimetri dal suo viso, non riuscì a trattenersi, e gli diede un leggero bacio sulla bocca, per poi scostarsi, paonazzo. Naruto, dal canto suo, continuava a dormire con un'espressione beata dipinta sul volto, la bocca leggermente aperta. Dopo essere riuscito a calmarsi, rimase a guardarlo affascinato per qualche minuto, decidendo poi di svegliarlo.

Quando Naruto si svegliò, l'unica cosa che riuscì a dire, o meglio a mormorare, fu "Sasuke...", mentre alcune lacrime di felicità, scendendo lente e silenziose dagli occhi, rigavano il suo volto sorridente. Sasuke rimase spiazzato, e, con uno scatto estremamente impulsivo e repentino, lo abbracciò, rassicurandolo. Quando Naruto riuscì a calmarsi, si separarono e, con l'impulso del momento, Sasuke avvicinò le proprie labbra a quelle dell'altro ragazzo, finché non furono talmente vicine da unirsi in un bacio, che questa volta era salato come le lacrime che Naruto aveva appena versato. Quando le loro bocche si separarono, Sasuke si affrettò a scusarsi a causa dell'espressione stupita di Naruto, distogliendo velocemente lo sguardo. Ma quest'ultimo era stupito in positivo, poiché grazie a quel gesto inaspettato aveva capito che Sasuke non lo odiava come lui temeva, ma che, anzi, lo ricambiava in pieno. Perciò, quelle scuse imbarazzate di Sasuke furono stroncate sul nascere dal bacio che Naruto gli diede, e questa volta toccò al moro restarne stupito.
"Ti amo" gli disse il biondino abbracciandosi a lui, quando anche quel bacio finì "me ne sono reso conto quando te ne sei andato da Konoha, perchè quel giorno ho capito che senza di te non posso stare. Perchè per me non sei più solo un semplice compagno di squadra, né un rivale o il mio migliore amico. Tu sei la persona che amo, e io non posso stare senza di te." Si scostò quel tanto che bastava per poterlo guardare dritto negli occhi, perdendovisi dentro per un istante. "Lo so, è terribilmente egoistico da parte mia volerti tutto per me, ma mi sei mancato troppo, e io sono stanco di soffrire. Perciò ti chiedo, ancora una volta, se, per favore, vuoi tornare a Konoha con me, perchè altrimenti la mia vita potrebbe non avere più un senso. Lo sai, no? Pur di poter stare con te, farei qualunque cosa." Nel concludere il discorso, per quanto si sforzasse di sorridere in maniera almeno vagamente rassicurante, una lacrima silenziosa aveva rigato il suo volto, ma le altre erano state prontamente ricacciate indietro. Sasuke, dal canto suo, non riuscì a reggere lo sguardo di Naruto per molto, e finì per distogliere il proprio, ricordandogli che non poteva tornare perchè altrimenti sarebbe stato ucciso. Al che Naruto gli assicurò che l'avrebbe impedito anche a costo della vita, ma Sasuke era comunque contrario, in special modo se questo avesse messo in pericolo il suo amato. L'ennesima scusa del ragazzo fu stroncata sul nascere da un altro bacio di Sasuke, che questa volta non sembrava molto intenzionato a lasciarlo andare e che, quando si decise a farlo, ricevette come risposta un debole "Giochi sporco..." con cui la questione del ritorno al villaggio fu sospesa, e un bacio appassionato a cui ne seguirono molti altri.
Rimasero insieme fino a poco prima dell'alba, quando Naruto gli chiese ancora una volta se volesse tornare, poiché aveva ormai rinunciato a riportarlo indietro di peso. Ma la risposta che ottenne fu la stessa.
"Promettimi almeno che ci rivedremo ancora..." lo pregò Naruto, alzandosi.
"Te lo prometto..." mormorò Sasuke, baciandolo a fior di labbra. Tre semplici parole, che però diedero a Naruto la forza di guardare avanti ancora una volta.

Si avviarono, tenendosi per mano senza lasciarsi un istante, e Sasuke lo accompagnò nei pressi dell'accampamento, dove si salutarono frettolosamente prima che qualcuno dei sottoposti di Naruto potesse vederlo, ma soprattutto vederli assieme.
"Ti aspetterò." lo rassicurò Sasuke prima di lasciar andare la sua mano, sussurrandogli quelle parole direttamente all'orecchio, cosicché nessun altro all'infuori del ragazzo cui erano destinate potesse udirle. Naruto lo osservò allontanarsi, finché non scomparve alla vista, inghiottito dal fitto della boscaglia e dall'oscurità della notte, che andava diradandosi a poco a poco. Si andò poi a coricare, nonostante fosse quasi l'alba, fingendo di dormire. Nel giro di qualche istante, si addormentò di botto.

Quando una mano gentile lo scrollò, si svegliò di soprassalto. Gli eventi della notte appena trascorsa gli sembravano un effimero sogno, dolce e triste allo stesso tempo. Fissò la ragazza che l'aveva svegliato, mentre lei spiegava che era ormai l'alba e che, come da ordini, avrebbero dovuto rimettersi in marcia. Naruto, ancora assonnato, acconsentì, nonostante i pochi minuti di sonno e la tensione della notte non lo avessero per nulla ristorato.

***

Si rivedevano ad ogni missione di Naruto fuori Konoha, nonostante fossero consapevoli del rischio che correvano. In seguito, presero a vedersi più di frequente, nel bosco appena fuori Konoha. Naruto era persino riuscito a creare una tecnica per avvisare Sasuke di eventuali cambi di missione che gli avrebbero impedito di vederlo, cosicché non rischiasse di essere catturato.

***

Non aveva fatto in tempo ad avvertirlo. I tre ragazzi erano partiti per la missione immediatamente, e Naruto non avrebbe mai potuto immaginare chi sarebbero stati i suoi compagni di squadra. La formazione e la missione erano simili a quelle della volta precedente: trovare il mukenin Sasuke Uchiha e riportarlo a Konoha. Lo scopo della missione era che Sasuke potesse essere sottoposto a giudizio. Avevano anche un indizio: qualche giorno prima era stato visto qualcuno simile al mukenin aggirarsi nei pressi del bosco appena fuori Konoha. Quando Naruto aveva sentito quale fosse la missione, gli si era gelato il sangue nelle vene. Cercando con tutto sé stesso di trattenere le lacrime, aveva chiesto cosa sarebbe successo a Sasuke, nonostante conoscesse già la risposta, aveva cercato di farsi promettere che non gli avrebbero fatto del male, ma Tsunade si era limitata a distogliere lo sguardo senza proferire parola, poiché sapevano entrambi che le richieste di Naruto non avrebbero potuto essere esaudite. E quando quel baka aveva collegato l'indizio in loro possesso con gli eventi di qualche notte prima, non aveva potuto fare a meno di sentirsi tremendamente in colpa.

Quando Naruto lo intravide, avrebbe voluto dirgli di scappare, nonostante ogni volta che lo vedeva lo implorasse di tornare. Voleva dirglielo, ma sapeva che così avrebbero capito che l'aveva aiutato a fuggire e, anzi, si sarebbero accorti della sua presenza, al momento ancora celata a tutti eccetto Naruto, che aveva imparato a percepirlo; così decise di fingere di non vederlo. In fondo, non avrebbero certo avuto problemi per trovare Sasuke, poiché lui e Naruto avrebbero dovuto incontrarsi di lì a poco. A ben vedere, mancava davvero poco tempo prima che la notte avvolgesse del tutto ogni cosa con il suo manto scuro.

Visti i risultati delle ricerche, si incamminarono per tornare a Konoha e riprendere le ricerche il mattino seguente, dopo essersi organizzati degnamente.
Però, non appena Sasuke riuscì a trovare Naruto, conscio fin da prima della sua presenza, gli si avvicinò con uno scatto fulmineo, facendolo sobbalzare e sussurrandogli suadente all'orecchio "Sei in anticipo, stasera..." mentre lo avvolgeva in un caldo abbraccio e scivolavano insieme al suolo. Sentendo quel rumore improvviso, gli altri si voltarono di scatto estraendo i kunai, pronti all'attacco, ma la scena che si presentò loro li lasciò spiazzati. Naruto, che dava loro le spalle, era abbracciato a Sasuke, che si era accorto solo allora della loro presenza e li fissava stupito, chiedendosi cosa ci facessero lì. Ma ciò che più li lasciò stupiti erano i gemiti sommessi che provenivano da Naruto, troppo simili ad un pianto perchè quella scena potesse essere considerata reale. Perchè Naruto non piangeva mai, per nessun motivo. Sasuke, continuando a fissarli stupito, prese ad accarezzare la testa bionda del compagno, più per riflesso condizionato che per vera e propria volontà, mormorando ogni tanto parole di conforto che si perdevano tra i mormorii e i singhiozzi del ragazzo. Per lui non era una novità: ogni volta che si vedevano, Naruto non riusciva a non piangere, e nemmeno lui riusciva a spiegarsi il motivo della propria reazione.
Quando Sasuke gli sussurrò all'orecchio "Tranquillo, adesso sono qui, va tutto bene...", Naruto riacquistò un minimo di lucidità, reagendo a quelle parole, e scattò, staccandosi da quell'abbraccio per fissarlo dritto negli occhi color dell'ebano. "No che non va tutto bene, cazzo!". Sasuke lo fissò perplesso. "Devi andare via, prima che ti vedano." disse, asciugandosi le lacrime "Devi andartene, devi scappare. Se ti trovano, ti riporteranno a Konoha, e ti processeranno... Ti uccideranno! E io non voglio che questo accada." disse, riscoppiando in lacrime e nascondendo nuovamente il viso tra i suoi vestiti.
"Naruto..." iniziò Sasuke "Quando dici che non devono vedermi, intendi loro?" chiese, indicando Shikamaru, Kiba e il suo fedele Akamaru. Naruto si girò e, visti i ragazzi e le loro facce perplesse, maledisse mentalmente tutti gli Dei di sua conoscenza, quelli che non conosceva e anche qualcuno inventato al momento.
Quando Shikamaru gli chiese delucidazioni in merito alla situazione in cui si trovava, Naruto, raccogliendo tutto il suo coraggio e la sua impulsività, si alzò e si mise a braccia aperte tra i compagni e il ragazzo, facendogli da scudo. "Scappa." gli ordinò Naruto con voce rotta dal pianto, mentre le lacrime premevano per uscire, offuscandogli già la vista. Ma Sasuke sapeva che, se avesse eseguito quell'ordine, Naruto sarebbe stato processato per tradimento. E questo non l'avrebbe permesso per nulla al mondo. Perciò si alzò e, mentre gli altri si mettevano nuovamente in guardia, pronti ad attaccarlo al minimo segnale di pericolo, prese Naruto per le mani, chiudendogli le braccia in un abbraccio gentile, mentre il biondino chiudeva gli occhi per quel gesto di inaspettata dolcezza, mentre l'altro lo baciava sul collo. "Che fai, stupido, devi scappare..." mormorò Naruto, disperato. Quando si sciolsero da quell'abbraccio, il ragazzo credeva che Sasuke se ne fosse andato, o forse lo sperava soltanto, pur sapendo che l'altro non l'avrebbe abbandonato così facilmente, solo perchè gliel'aveva ordinato lui. Ma lo lasciò comunque spiazzato sentire, pochi istanti dopo, le sue labbra posarsi sulle proprie, mentre i loro respiri si mischiavano in un bacio appassionato, incurante degli sguardi allibiti che gli altri riservavano loro.
"Perdonami..." mormorò Sasuke, sforzandosi di sorridergli incoraggiante.
Naruto non capì il senso di quelle parole finché il ragazzo non gli diede le spalle e si avvicinò a Shikamaru, girandosi e mettendo le braccia dietro la schiena. Mentre il ragazzo, basito, lo legava, Sasuke fissò Naruto che, pietrificato, cadeva in ginocchio, mentre il moro muoveva le labbra per chiedergli perdono silenziosamente.
"NO!" fu il grido disperato di Naruto che squarciò l'aria. Mentre Kiba, su ordine di Shikamaru, obbligava Naruto ad alzarsi per tornare al Villaggio, questo fissava in lacrime un punto davanti a sè, lo sguardo vacuo perso nel vuoto.

"Ho una richiesta" disse Sasuke a Shikamaru, con la voce atona che usava con chiunque non fosse Naruto, mentre lo conducevano a Konoha senza incontrare alcuna resistenza.
"Quale?" indagò il ragazzo sospettoso, continuando a camminare nonostante la situazione non lo convincesse per nulla. Per quale motivo un mukenin come Sasuke, che se avesse voluto non avrebbe avuto troppi problemi a sconfiggere sia lui sia Kiba, si era fatto catturare così facilmente? Si era praticamente costituito...
"Vorrei che non diciate nulla di me e Naruto" esordì, arrossendo leggermente "e che, se possibile, tacciate anche il fatto che Naruto voleva farmi scappare, anche se presumo questo esuli dalle tue possibilità."
Un silenzio imbarazzato calò sui presenti per alcuni minuti, interrotto poi da Shikamaru.
"Se posso chiedertelo... in che rapporti siete tu e Naruto?". La sua voce tradiva tracce d'incertezza.
"Noi..." Sasuke si morse il labbro, arrossendo e, dopo aver lanciato una breve occhiata a Naruto, sospirò, poi proseguì "... stiamo assieme..."
"Più o meno..." aggiunse poi, tra sé e sé. Effettivamente non erano ufficialmente  fidanzati ma, almeno in via pratica, lo erano a tutti gli effetti.

Erano quasi giunti a Konoha, quando Naruto cominciò a riprendersi.
"Sei uno stupido!" urlò, incurante degli sguardi allibiti degli altri tre. "Dovevi andartene, pezzo d'idiota!" Naruto iniziò a singhiozzare, abbassando lo sguardo "Dovevi andartene..." ripeté a voce più bassa. Sasuke si avvicinò a Naruto, ma questo lo colpì con uno schiaffo. "Ti uccideranno, non lo capisci? Ti uccideranno!" Naruto poggiò la fronte sulla sua spalla, stringendolo a sé "Dannato stupido... Sempre a voler fare l'eroe... Non lo capisci...? Se tu morissi, la mia vita non avrebbe più un senso... Io ho avuto la forza di tirare avanti solo perchè sapevo che tu c'eri sempre, anche se io non ti potevo vedere. Tu eri, sei e resterai sempre la mia ragione di vita... Se tu muori, per cosa vivrò io? Che scopo potrebbe avere la mia esistenza, senza di te?" chiese, in lacrime. Ma Sasuke non sapeva dare una risposta a quella domanda, così prese a baciare sulla fronte quella testa bionda che gli dava tante preoccupazioni e che, a sua volta, si preoccupava tanto per lui.

***

La sentenza era stata emanata. Come c'era da aspettarsi, era stato giudicato colpevole di tradimento e sarebbe stato giustiziato pochi giorni dopo.
Naruto aveva urlato, pregato, supplicato Tsunade di perdonare Sasuke e di reintegrarlo tra i ninja di Konoha, ma tutto era stato inutile. La donna non voleva dargli false speranze. Le aveva chiesto di poterlo almeno vedere, ma lei, almeno inizialmente, non aveva acconsentito. Però, riflettendoci, la Godaime ormai conosceva bene il carattere di Naruto, testardo e impulsivo come pochi, e quindi sapeva bene che, se lo avesse voluto davvero e con tutto sé stesso, sarebbe riuscito a vedere il compagno prima che venisse giustiziato, con o senza il suo permesso. Per questo gli diede il consenso tanto richiesto, poiché per ottenerlo aveva preso a chiamarla "Tsunade-sama", a darle del lei, a dire "vi prego", cose che mai aveva fatto prima di allora.

Mancavano ormai meno di ventiquattro ore all'esecuzione, quando Naruto era stato convocato dall'Hokage, che gli aveva detto che poteva vedere il mukenin. Naruto non se lo era certo fatto ripetere due volte e, senza nemmeno ascoltare gli avvertimenti della donna, le aveva preso il documento ufficiale con cui presentarsi alla prigione e si era fiondato là, ricordandosi solo mentre uscire di ringraziare la donna per lo strappo alla regola che aveva appena fatto, temendo che potesse ripensarci.
Entrò nella stanza dopo aver ordinato alla guardia di non disturbarli per nessun motivo fino a quando non fosse uscito lui stesso.
Non appena vide la porta aprirsi, Sasuke si alzò di scatto. Che lui sapesse, i mukenin condannati a morte non potevano ricevere visite, e quindi nemmeno lui. Però, quando, senza neanche avere il tempo di accorgersene, si ritrovò la figura di Naruto tra le braccia, sorrise, riconoscendolo all'istante, poiché sapeva che quel pazzo cucciolo di kitsune era l'unico che avrebbe fatto tutto questo per lui. E Naruto, ancora una volta, piangeva. Sasuke iniziò ad accarezzarlo, a coccolarlo sulla fronte, sulle guance, sulla bocca. E quei baci avevano, ancora una volta, il sapore delle lacrime.
Passarono tutta la notte assieme, senza mai lasciarsi un istante, e si fusero corpo e anima in una sola creatura, ansimanti ma felici. E quando venne il mattino, e con esso il momento di separarsi, Naruto gli promise, ancora una volta, che lo avrebbe salvato, nonostante Sasuke gli avesse detto per l'ennesima volta di lasciar perdere, poiché sapeva che quel gesto avrebbe decretato anche la condanna di Naruto.

***

Pioveva.
Erano passate poco più di due ore da quando si erano lasciati all'alba. Due ore erano trascorse da quando si erano rivisti l'ultima volta, in una cella fredda, buia e inospitale, e ora si rivedevano, l'uno sul patibolo, l'altro tra la folla, e pioveva. Sembrava che anche il cielo piangesse la loro sorte.

Naruto, però, non era lì per assistere a quel macabro spettacolo, come tutta quella gente.
Era lì per mantenere fede alla promessa fatta, e questa volta ci sarebbe riuscito, una volta per tutte.
Indossò la maschera da ambu e si tolse il mantello, rivelando la divisa della squadra speciale e una katana che portava sulla schiena, proprio nel momento in cui il condannato veniva condotto sul patibolo. Per un istante, Sasuke fissò la folla con astio, preparandosi poi a morire.
"Le tue ultime parole?" chiese il boia.
Sasuke mosse soltanto le labbra, ma Naruto capì subito cosa disse. "Ai shiteru, baka kitsune."
Naruto salì sul patibolo con uno scatto degno del nome che portava suo padre e bloccò il colpo del boia un istante prima che questo potesse uccidere il condannato. Non ferì nessuno, ma spaventò tutti.
Liberò Sasuke, tagliando con un colpo secco le corde che lo imprigionavano, e, presolo per mano intrecciando le proprie dita con le sue, iniziò a correre fuori dal Villaggio.

Giunsero fino al bosco, ma qui il moro decise che, se fossero proseguiti oltre, avrebbe procurato a Naruto più problemi di quanti non avesse già fatto.
In fondo, un Naruto senza Konoha non era più lo stesso Naruto.
Fu con la convinzione di salvarlo che gli rubò la katana e, dopo avergli tolto la maschera mentre il biondo si girava e averlo baciato per l'ultima volta si suicidò.
Perchè Konoha lo voleva morto. Per Naruto. Perchè Konoha era la vera famiglia del biondino.
"Ti amo..." furono le ultime parole che disse, prima di esalare l'ultimo respiro, sorridendo anche nella morte. Naruto non ebbe nemmeno il tempo di assimilare completamente quanto appena accaduto, che Sasuke l'aveva già abbandonato. Ma questa volta non avrebbe più potuto rivederlo. Questa volta l'aveva lasciato per sempre. E non esisteva modo per riportarlo indietro.
Non gli aveva dato il tempo di rendersi conto dell'accaduto. Non gli aveva dato il tempo di protestare. Non gli aveva dato il tempo di fermarlo. Rapido quanto solo un ninja del suo livello avrebbe potuto essere.
Gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, mentre la pioggia, incessante, cadeva più forte attutendo ogni rumore, mischiandosi alle sue lacrime e le gocce di pioggia che cadevano sul volto di Sasuke sembravano, a loro volta, lacrime. Lacrime amare versate da un cielo ormai stanco di vedere tante disgrazie, tante morti e tanta sofferenza.
Urlò fino a non avere più voce e pianse fino a non avere più lacrime, sino a ridursi ad un guscio vuoto che desiderava solo la quiete del sonno eterno. Ma poiché la morte non sembrava volerlo portare con sé, estrasse con delicatezza la katana dal corpo di Sasuke, quasi come se quest'ultimo potesse ancora provare dolore, e la puntò contro di sé.

Dei passi alle sue spalle lo bloccarono. Temeva fossero gli ambu, ma erano in realtà Kiba e Shikamaru che li avevano seguiti, divorati dai sensi di colpa, per aiutarli a scappare Ma la scena che si presentò loro non era certo quella che avrebbero voluto trovare.
"Non fermatemi..." li implorò in lacrime.
"Non era nostra intenzione." mormorò Kiba, talmente piano che probabilmente nemmeno Shikamaru lo aveva udito.
"Posso affidarvi le mie ultime volontà?" chiese poi, guardandoli di sfuggita solo per una attimo, mentre altre lacrime solcavano il suo viso giovane ma ormai stanco.
"Qualunque cosa." rispose d'istinto Kiba, già in lacrime.
"Non permettete che ci separino: seppellitemi vicino a lui. Non siate tristi. E magari un giorno, quando avrete un po’ di tempo, venite a trovarci."
Lacrime. Un sorriso. L'ultimo. E una spada che affondava veloce nel cuore. Poi nulla.

"Ci ha chiesto di non essere tristi, ma è una cosa impossibile..." Uniche parole di Kiba, che piangeva disperato.
"è colpa tua che gli hai detto che avremmo esaudito ogni sua richiesta" rispose Shikamaru osservando il cielo, quasi volesse scorgervi le anime dei due ragazzi che, ne era certo, avrebbero finalmente trovato la pace.
Un assenso amaro fu la risposta del castano, mentre anche il cielo continuava a piangere.

L'Hokage organizzò un team ambu per la ricerca di Naruto e Sasuke, ma ciò che trovarono fu soltanto un lago di sangue e un'unica tomba ai piedi di un albero. Sul legno era leggibile la recentissima incisione
"Qui giacciono Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke.
Rivali, amici, fratelli e compagni.
Resterete uniti per sempre,
anche nell'aldilà."

Kakashi ordinò agli altri ambu di tornare a Konoha, dicendo che si sarebbe occupato lui di fare immediatamente rapporto alla Godaime.
Invece rimase lì per ore. Quella fu la prima volta, dopo la morte di Obito, in cui pianse.

***

Erano ormai passati già tre anni dalla morte di Naruto e Sasuke.

"Anche tu qui?" chiese Kiba "E io che credevo si essere l'unico così stupido da venire in questo posto a deprimersi..."
Shikamaru non rispose.
"Sai..." iniziò "vengo qui tutti i giorni, ma non riesco ancora a perdonarmi per ciò che ho fatto."
Ancora una volta, fu il silenzio ad accogliere le sue parole.
Ma dopo un tempo incalcolabile, fu il Nara a spezzare quel silenzio.
"Siamo in due..." disse "e comunque è meglio se ci avviamo. Quelle poche volte che vengo, piove."
Kiba lo guardò, intravedendo il suo viso solo per qualche istante, per poi assentire amaro.
All'orizzonte, solo il sole che tramontava.

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Vi è piaciuta? Spero di si... >.<
Per la cronaca, quando si parla dei tre anni nella presentazione della storia e nei pensieri di Sasuke prima e di Naruto poi, l'arco temporale a cui si fa riferimento è lo stesso: Tsunade ha relegato Naruto al villaggio e gli ha vietato di uscire, in quanto contenitore del Kyuubi, sia perchè non corresse pericoli, sia perchè non diventasse una minaccia per il villaggio. Dopo tre anni da quando è tornato dalla missione per riportare indietro Sasuke - secondo tentativo, gli ha affidato una missione un po' più importante, che richiedeva un soggiorno forzato fuori Konoha per più di una notte. Non so se questo possa essere vero, e in ogni caso ne dubito fortemente, ma in fondo nulla di ciò che scriviamo noi autori e autrici potrà realizzarsi nel manga. Altrimenti, per cosa scriveremmo? Per sport estremo, forse?
Inoltre non so se si capisce, però in realtà nella scena finale non sta piovendo davvero, ma è shikamaru che piange... Piccolo omaggio a FMA...
Lancio una sfida: trovate l'altro omaggio che ho inserito!
Ultima cosa, per chi avesse dubbi in merito (io, per esempio, con la mia velocità di comprensione, se non fosse che ho ideato io stessa questa scena, ne avrei molti) è esattamente come sospettate, quando sono nella cella fanno cose poco adatte ai minori.
Ok, io ho finito con i miei sproloqui. Vi prego, recensite! >.< Fatemi sapere cosa ne pensate, ad esempio se posso continuare o se è meglio (per tutti) se prendo seriamente in considerazione l'idea di darmi all'ippica... ^.^
areon.
   
 
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