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Autore: Mokona_    26/04/2014    4 recensioni
Buonsalve!
Mokona è qui con una nuova jerza (probabilmente con accenni alle altre coppie, qua e là, che non fa male).
Come potete capire dal titolo, questa sarà una raccolta di tutte le "prime volte" vissute da Jellal e Erza; perchè sono quei piccoli ma importanti momenti che rendono un rapporto speciale, no?
Quindi, tanta jerza e tanto fluff tutto per voi!
Enjoy your read!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Erza Scarlet, Gerard, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The first time….
        Jellal and Erza have cuddled under the blanket
 







 
Faceva freddo.
Troppo, troppo freddo, per I suoi gusti.
Erza starnutì, aprendo lentamente gli occhi, guardandosi quindi intorno. La gilda taceva.
Sarebbe potuto sembrare strano, se non fosse stata notte fonda. La maga rabbrividì ancora, maledicendo il freddo che l’aveva svegliata, lasciando vagare lo sguardo su Juvia, che si era addormentata accoccolata al petto di Gray (rigorosamente nudo, nonostante la bassa temperatura), Natsu, che stringeva Lucy a sé anche mentre dormiva, con Happy sopra di loro, e…Quella che dormiva vicino a Laxus era davvero Mira? I pensieri di Erza vennero interrotti da un altro starnuto. Titania prese mentalmente appunto di portare il doppio delle coperto la prossima volta che avrebbero avuto la malsana idea di fare un party in inverno. Scartò subito l’idea di ex-quipparsi con qualcosa di più caldo: anche il solo accumulare magia avrebbe potuto mettere all’erta alcuni maghi (anche se la maggior parte di loro era completamente fuori gioco a causa dell’alcool), senza contare i Dragon Slayer, che erano particolarmente sensibili a qualsiasi cambiamento; inoltre, il bagliore provocato dall’incantesimo non sarebbe sicuramente passato inosservato. Sospirò, perdendosi nella quiete notturna, disturbata solo dal regolare e più o meno sommesso russare di alcuni membri, pensando a una soluzione.
“Non riesci a dormire?”
Il sussurro di Jellal arrivò inaspettato vicino al suo orecchio, e se non fosse stato per la mano del mago che le aveva prontamente tappato la bocca, Erza si sarebbe lasciata scappare un urlo.
“Sono solo io.” Sussurrò lui, ridacchiando divertito dalla sua reazione esagerata. Ringraziando silenziosamente il buio che nascondeva il rossore fattosi prepotentemente strada sulle sue guance, la maga ricordò che sì, anche Crime Sorcier era stata invitata ad unirsi alla festa. E che lei e Jellal avevano speso la serata chiacchierando tranquillamente del più e del meno, continuando a pretendere di non essere più che buoni amici, sotto lo sguardo assassino di Mira.  Erza si voltò verso l’altro, in ginocchio davanti a lei, chiedendogli: “E tu come mai sei sveglio?”. Lui si limitò ad alzare un libro, gli occhi che scintillavano nell’oscurità della notte: "Levy mi ha prestato un libro veramente interessante, avevo intenzione di finirlo prima di domani.”.
Titania fissò il mattone nella mano dell’altro: “Come fai a leggere al buio? E non hai freddo, vestito in quel modo?” Domandò, notando con sguardo critico che l’altro indossava solo una maglietta leggera. Il fuggitivo non parlò, ma le prese una mano; Erza lasciò che l’aiutasse ad alzarsi, e lo seguì docilmente attraverso la gilda affollata, cercando di non inciampare, e di non lasciarsi troppo prendere dalle loro mani intrecciate. Perché la mano di Jellal era grande, calda, e sentirla stringere la sua le dava un senso di sicurezza; in qualche modo le ricordava quando erano ancora bambini, e Jellal le prendeva la mano per tenerla vicina a sé, non perderla anche in mezzo a tutta la gente, o condurla dove voleva lui, per mostrarle un pezzo di cielo, qualcosa che non si aspettava, uno spiraglio di luce in mezzo all’oscurità.
Jellal si fermò solo a qualche metro di distanza da dove si erano alzati, vicino a quello che Erza riconobbe come il divano davanti al grande camino in cui ancora ardeva un po’ di brace. Invece di andare a sedervisi, però (Erza notò solo in quel momento che era occupato da Gajeel e Levy), si accomodò per terra, contro lo schienale, avvolgendosi in una coperta e facendole segno di sedersi affianco a lui.
La maga deglutì, prima di metterglisi affianco, Subito Jellal avvolse un braccio intorno a lei, coprendola così con la calda coperta. La maga sentì così il calore di quest’ultima e del corpo dell’altro che la riscaldava.
Il fuggitivo quindi aprì il libro, e vi avvicinò una mano; richiamando una minima quantità di magia, creò una piccola fiamma, che illuminava la pagina quel tanto che bastava per essere letta. Titania gli si accoccolò inconsciamente contro, per avvicinarsi a quella fonte di luce e iniziare a leggere insieme a lui. Non ci mise molto a riconoscere quel libro: Levy l’aveva prestato anche a lei, poche settimane prima, ed era riuscita a divorarlo in pochi giorni, e quello era uno dei punti di maggiore suspance.  Persa nella lettura, non si era accorta che Jellal aveva smesso ormai da minuti di leggere, preferendo invece fissarla: aveva il naso rosso, in contrasto con il viso pallido.
Titania sussultò, quando sentì la sua mano essere avvolta nuovamente da quella dell’altro: “Sei gelida.” Mormorò Jellal.
La maga, forse per il sonno, lasciò che le parole precedessero un qualsiasi pensiero logico: “E’ perché tu ti sei rifiutato di scaldarmi.”.
Non appena si rese conto di quello che aveva detto, strinse più forte la mano di Jellal, probabilmente temendo che quest’ultimo si sarebbe allontanato.  Ma il fuggitivo, al contrario, la strinse di più a sé: “Perdonami, Erza.” Sussurrò, la voce rotta.
La maga voltò la testa verso di lui; guardò per qualche istante quegli occhi, in quel momento lucidi, che non avevano il coraggio di cercare i suoi, prima di sporgersi verso di lui, e lasciargli un leggero bacio pericolosamente vicino alle labbra.
“Non fa niente –lo rassicurò- Ora sei qui con me, no?” Gli rivolse un sorriso timido, al quale Jellal, gli occhi spalancati per la sorpresa, rispose solo qualche secondo dopo, annuendo. Erza quindi, stanca, appoggiò la testa alla spalla dell’altro, pensando di riprendere a leggere; venne però colta dal sonno, e chiuse gli occhi, senza accorgersi che Jellal le aveva lasciato la mano per iniziare ad accarezzarle dolcemente i capelli. Solo quando fu sicuro che Erza si fosse addormentata promise in un sussurro: “E non ti lascerò più; rimarrò al tuo fianco, per sempre.”.
 








 
Angolino di Mokona.
Ciao.
Sto pensando adesso che inizio l’angolo sempre con delle scuse, quanto sono pessima XD Scherzi a parte, ho davvero tanto da fare, anche con la scuola, perdonatemi se non ho ancora riposto a tutte le vostre meravigliose recensioni e non sono puntuale con gli aggiornamenti. Anche in queste vacanze ho dovuto fare un mucchio di giri, e solo questi ultimi giorni sono riuscita a trovare un po’ di tempo per me, e aggiornare. Sperando che questa valanga di fluff vi faccia piacere. Principalmente è dovuta a questo manga, che ho letto oggi su consiglio di un’amica, e….il mio cuore. Rotto. In mille pezzi. Quel manga è tanto bello quanto doloroso. E il fatto che i protagonisti mi ricordino tremendissimamente Jelly e Erza non aiuta. Sono solo 8 capitoli, è un volume unico, lo consiglio vivamente, è davvero bello.
Scleri vari a parte, si sta avvicinando la jerza week, che sarà dal 26 maggio al 2 giugno. Io sarò in gita e probabilmente non avrò internet né il tempo di aggiornare né fare nulla sto nel panico più totale, e potete votare i prompt qui. Yay.
Vado a fanartare genderbender jerza.
Spero che la fic vi sia piaciuta, e che passiate una bella serata/nottata/giornata/quelcheè <3
Un grazie enorme a tutti quelli che mi sopportano <3
Kiss
Mokona_
 
   
 
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