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Autore: __World_Of_Dreams__    19/07/2008    1 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Noemi si sentiva la testa che pesava più di un masso gigantesco.

Dove sono, cos’è successo voglio tornare a Metropolis Maledetta quell’indovina da strapazzo eee questa spada stregata! Ma con chi si poteva sfogare alla fine?? Si trovava nei pressi di quello che sembrava un tempio sommerso tra acque gelide. Dappertutto c’erano massi, come delle rovine, che sembravano avere davvero molti, ma molti anni. Non poteva essere tutto crollato per caso…forse era stato quell’essere deforme. Fatto sta che faceva molto freddo, e cadeva una pioggia leggera ma incessante, accompagnata da un vento che poteva far soffrire anche un drago.

Noemi si accorse subito di essere se stessa come al solito e pensò di aver fatto un terribile sogno, il più strano mai fatto, e che esso ancora non era del tutto finito. Poi si accorse di avere una strana catena al collo, una catena che sembrava esser fatta d’argento, con uno strano simbolo impresso. Sembrava tanto quella famosa forma simile a “T”. Ci mancava pure questa!! Vendendola, forse, risolverei parte dei miei problemi economici  Poi tornò ad essere nervosa solo a guardare quell’arma che era rimasta accanto a lei in mezzo alle rovine. Così si alzò di scatto e decise di cercare aiuto. Già, ma dove??

‘Auron!!! Sei qui??! Rispondi!!’ Sembrava l’unica persona vivente in quel luogo sinistro. La sua voce rimbombava qua e là tra gli ostacoli, sotto un cielo grigio scurissimo.

Si avvicinò ad un percorso pietroso che si trovava sul pelo dell’acqua, leggermente sopraelevato, quando, improvvisamente, comparvero degli strani pesci verdi, con le code rosse. Noemi non ne aveva visto mai così grossi in vita sua. Uno di essi sbatté contro il passaggio che si reggeva appena, fino a poi crollare facendo cadere la ragazza nell’acqua gelida e questa, per sfuggire a quelle creature che cercavano di afferrarla, cercò di imboccare un piccolo passaggio sott’acqua che sembrava portare all’interno del tempio sommerso. Era abbastanza piccolo per sfuggire a quei ‘cosi’.

Devo, devo, DEVO farcela!!! Nuotando come una matta, riuscì a portarsi in salvo, con la sola maglietta strappata in una manica da quei mostri marini.

 

‘Sono….sono ancora viva??’ esclamò prima di urlare e sbraitare contro la Fraternity, che magicamente e chissà come si ritrovò sulle scale rovinate che portavano all’ingresso del tempio. Ti avevo mollato quando ero caduta nell’acqua ed ora ti fai beffe di me e ti fai sempre trovare??? Ma cosa vuoi da me??!! Vuole finire questo incubo, sì o no??!! Maforsenon è un incubo. Ma va’!!! Quei mostri e quei pesci non esistono!! Ho le allucinazioniper la fame, credo

Appena entrò dentro, varcando una porta con un’anta completamente a terra, evitando pietre e sassi qua e là sparsi, si trovò in un enorme salone, pieno di rovine ovunque. Tutti i fregi, le decorazioni, erano state scavate dagli agenti atmosferici. Sembravano resti davvero vecchi di molti secoli, ma alcune forme appuntite sembravano insolite per essere state ‘create’ dal tempo, e ciò faceva  più pensare per un crollo successo più per qualche avvenimento o incidente.  Ma il freddo là dentro si accentuò, poiché da una parte alta del salone c’era una cascata che penetrava da una buca e usciva da un’altra grande fessura, aumentando l’umidità del posto. Al centro di esso si trovavano dei resti di un falò recente. Allora qui c’è qualcuno... Qualcuno?? Forse di più, cara Noemi…

Non resisteva più al freddo, così cercò di trovare qualcosa da usare come combustibile, quando sentì degli strani borbottii. Essi provenivano dal portale principale che era bloccata dalla parte del salone. Aveva le ante che erano rimaste chiuse chissà per quanti secoli, con i colori ormai invisibili. Dall’altra parte qualcuno parlava così forte che lo si poteva sentire chiaramente, ma capire niente, visto che usavano una lingua strana.

‘Yppeysu jecdu ihy mila bnujahena ty cit!!‘ [‘Abbiamo visto una luce provenire da sud’] fece una voce bassa.

‘Ban te xiy’ [‘Per di qua’] diceva un altro uomo con decisione.

‘Ycbaddyda! Beywwu ma puspa!’ [‘Aspettate! Piazzo le bombe!’] subito gridò quello di prima.

Si sentì dopo una specie segnale sonoro, come un conto alla rovescia, seguito subito da una forte esplosione che distrusse la porta. Fu così violenta che confuse Noemi quanto basta per cadere a terra e vedere in maniera distorta ed offuscata. Entrarono in seguito tre strani individui che la presero da terra, intravisti a malapena. C’erano tre uomini ed una ragazza, con tutti addosso degli strani occhialini, quest’ultima vestita in modo alquanto inusuale. Portava una sorta di vestito rosso con molte parti del corpo scoperte Ma non sente freddo,quella?? ed una serie di cinture verdi che le attraversavano tutto il corpo. Aveva i capelli biondi e lisci raccolti dietro, e coperti in parte da quelle strane lenti che portavano. Davvero difficile descriverla vedendola con l’intera testa che ti gira…

Due dei tre uomini sconosciuti condussero l’orfana sulla loro nave, prendendo anche la spada magica che prima l’era caduta. Era una nave enorme, lunga, che si muoveva con la sola forza meccanica del motore sottostante. La pioggia continuava, più forte di prima, accompagnata da alcuni tuoni ogni tanto.

Quando la ragazza si svegliò, seduta appoggiata ad un bordo metallico della struttura, si trovò con una lama a dieci centimetri dalla sua gola. Eeehm po...possiamo parlarne??

‘Lucy le vylaje mì?? Necbuhte!!!’ [‘Cosa ci facevi lì?? Rispondi!!!’] gli fece il tizio davanti, pieno di tatuaggi blu a forma di fiamma, che lo attraversavano per tutto il corpo. Sembrava il capo del gruppo.

Che razza di lingua parlano Mi trovo su un pianeta di marziani????!! ‘Eh??? Cosa?? Puoi ripetere per favore?? Non capisco…!!’. Egli ritirò la sua baionetta, attaccata a quella che sembrava una mitragliatrice, ed iniziò a fare gesti e versacci strani per farsi capire. Sinceramente sarebbero più stati chiari i versi di un cane… Poi si rivolse alla ragazza vestita in modo stravagante.

‘Xiacdy huh lybecla heahda...!!! [‘Questa non capisce niente…!!!’] Rikku!’ e la ragazza si girò di scatto verso di quel vicecapo’. E’ quello il suo nome???

Lei si avvicinò, notando lo sguardo estremamente impaurito di Noemi.

‘Non avere paura…! Abbiamo solo bisogno di aiuto…. Abbiamo un equipaggio scarso per badare alla nave, perciò posso andare solo io sott’acqua. Da sola non riesco a recuperare un carico che abbiamo perso.’

‘Tu…. Io riesco a capirti??? Chi siete???’.

‘Strano che tu non ci conosca!!!’ e, dopo essersi tolta gli occhialini, ‘il mio nome è Rikku. Siamo Albhed.’

Alb che??? ‘Scusa, non so chi siano gli A…’

‘Ma da quale mondo vieni??? Ti prometto che ti riporterò a casa tua se ci aiuti a recuperare il carico…’ rispose lei, gentilmente.

‘Vengo da Metropolis… Mi potete riportare là??’.

‘Scusa, ma dove si trova?? Non ho mai sentito nominare una città del genere…’.

Poi si smise di parlare: aveva visto Noemi impallidire quasi quanto la luna.

‘Co..co…cosa???’ Se non possono portarmi lì, è meglio se ritorni nella città attaccata da Sin lì da lì troverò il modo per tornare a casa

Poi riprese:’Sentite, allora potreste riportarmi a Zanarkand!’.

Non fece in tempo a rispondere (mostrava una faccia davvero scettica) che uno di quei quattr’occhi si rivolse a lei prepotentemente: ‘A' xie!!’ [E’ qui!!].

‘Siamo arrivati. Sarà una cosa breve, vedrai. Basta che fai attenzione ad alcuni piccoli piranha…’. Pipipiranha?? Devo finire squartata???

‘Ehm…Bisogna…proprio??’ più che pallida il suo viso sembrava non avere più vita.

‘Sì…’ E Rikku le riconsegnò la spada. ‘Che nome strano che hai… L’ho letto sul manico della tua arma…ammesso che sia tua!! Vedo che hai troppa paura per usare un’arma così fatta!!!’ e rise di gusto, simpaticamente, cosa che all’altra non fu di certo una bella cosa. Quella non è la mia. Vabè, chi se ne importa!!! Portatemi a casa, piuttosto!!

‘Veramente mi chiamo Noemi…’ disse quasi con seccatura.

‘Ah, si??’ poi si girò verso il tizio con i tatuaggi a fiamma, che si avvicinò al bordo della nave, indicandogli con l’indice e con altre parole strane il punto esatto. Con un sorriso sincero la ragazza bionda si tuffò nell’acqua, per fare dal basso dei cenni per incitare l’altra. Bastò poi un colpo da dietro da parte di una baionetta appuntita sul fondoschiena a farla tuffare. Gli altri compagni Albhed non fecero altro che ridere a crepapelle. Grrrrazie tante!!!

Così iniziarono a guardare qua e là le profondità dell’oceano (era un oceano?) per cercare il carico perduto. Cos’era? Un tesoro? La parte fondamentale di una nave?? Fatto sta che, a causa del cattivo tempo atmosferico, non si riusciva a vedere quasi niente, se non grazie alle luci emesse dalla nave di sopra, che creava degli squarci simili a quelli che si vedono nei tramonti d’autunno. Si riusciva ad intravedere ‘solo’ un gigantesco relitto, che assomigliava ad una sorta di navicella spaziale stranissima.

Whoa!!! BrrrQuesto gelo mi blocca i movimenti ma quanto nuota veloce quella????

Rikku si avvicinò a quello che sembrava una sorta di scrigno, proprio sulla poppa di quel relitto. Ora mi devo mettere a fare la cercatrice d’oro??!! A differenza di dove stava, quello scrigno sembrava insolitamente nuovo, ma era troppo pesante per essere recuperato da una sola ragazza. Così Rikku con cenni chiese a Noemi di aiutarla, anche se lei, in realtà, non la ascoltò neanche. Si accorse, infatti, di essere sott’acqua da quindici minuti interi senza soffocare. Ma com’era possibile?? Era acqua quella o cosa?? Riusciva a respirare come se niente fosse: era la prova che tutto ciò era un unico incubo?? Sicuri di considerarlo un incubo???

Improvvisamente arrivò una medusa gigante blu, con una spessa ‘corazza’ sulla testa e dei denti denti?? che sporgevano di sotto, affiancato da alcuni piranha, che forse aspettavano l’attacco dello squalo per appropriarsi di quello che sarebbe rimasto delle ‘carcasse’. Arrivavano alla stessa velocità di un turbine e solo per un pelo non colpirono Noemi, incantata dalla strana natura dell’acqua. Il mostro si girò, pronto ad attaccare di nuovo con più violenza.

Era impressionante la differenza tra lei e Rikku. La prima era bloccata dalla paura, incapace di reagire, pietrificata E’ la fine è la fine, appena vide il pesciolone carnivoro, mentre la seconda aveva già lanciato una manciata di granate contro di esso come se si potesse domare. Ma purtroppo la sua corazza era molto dura, e quelle esplosioni furono più per difesa che per ucciderlo, fino a quando non prese, con uno dei suoi lunghi tentacoli viscidi, la ragazza Albhed all’improvviso, facendole cadere dalla mano l’intera sacca di granate, che andò dispersa sul fondo marino. Noemi la vide trascinata da una parte all’altra da quella medusa, già pronta per attaccare con un secondo tentacolo l’altra sua preda. E. adesso cosa faccio??? Ma quelli non vedono niente?? Quando, dico, quando finirà tutto questo???

Sembrava davvero tutto finito. Ogni qual volta che ella si sentiva così iniziava a pensare alla sorte che l’aveva condannata alla tristezza ed alla sua orfana condizione. Così rievocava la madre, che tanto sperava di incontrare (viva, ovviamente!!), e il padre, verso il quale l’odio della figlia era continuata a crescere fino a quel momento, ogni giorno passato a rubare a Metropolis. Se poi si aggiungeva l’acqua strana, il pericolo che incombeva, ed in genere l’incubo… Cosa doveva fare alla fine?? Delirare? Impazzire? Forse era meglio sfogare la propria rabbia, ed ogni persona ha il suo modo. Ma quel modo, che ne seguì fu davvero strano, di nuovo… In un istante, un’intensa luce blu illuminò quasi tutto il fondo marino sotto la nave. L’equipaggio si guardò meravigliato, affacciandosi vicino alla barriera metallica, nel vedere una sorta di sole azzurro subacqueo. Sembrava la stessa vista dall’indovina. La ragazza sentì una strana energia attraversarla, da capo a piedi, soprattutto nella parte vicina al collo, che le dava un’incredibile carica e forza. La medusa, vedendo quell’intensa luce, si spaventò, anche per via di strane cariche elettriche azzurre che partivano da quella specie di mini-sole.

Rikku venne rilasciata delicatamente dal tentacolo che le aveva stretto una gamba fortunatamente senza rilasciare tossine. Le girò molto la testa, ed appena si ridestò, guardò attraverso quella luce che lentamente diminuì la sua intensità, e vi notò una nuova figura confusa: era un mostro? Era un pesce degli abissi (tipo quelli che fanno da soli la ‘lucina’)? No, era solo una persona, come lei. Da dove era partita quella specie di luce, come pensava la ragazza Albhed?? No…non era stata la spada… A sprigionare quell’energia era stata lei. O meglio, lui…

Mentre il nuovo ‘comparso dal nulla’ si studiava da capo a piedi, stupito di dove si trovasse, di come fosse lui, nell’abbigliamento e nell’aspetto…. La sua faccia dimostrava tutto il suo stupore ed anche, perché no, confusione, e non appena volse i suoi occhi azzurri verso Rikku, questa si pietrificò come se fosse stata colpita da un fulmine. Un fulmine molto particolare…. Lui le si avvicinò ed iniziò a scuoterla come chi, disperato, non capisce più nulla di quello che era appena accaduto o successo prima. Era quasi una fortuna che erano sott’acqua: chissà le grida che si dovevano sentire… Dimmidimmi dimmi!!! Cosa mi è successo??? Rispondimi!!! Perché sono conciato così?? Grrrrr!!!

La bionda ragazza restò almeno cinque minuti interi ad osservarlo nello sguardo, nel suo aspetto, nel suo fisico atletico, dopo che i mostri si allontanarono spaventati: ad un tratto lei divenne rossiccia sul volto e poi trovò il coraggio di portarlo verso lo scrigno, che tirarono su insieme senza troppa fatica.

Quei metri che separavano i due dalla superficie sembrarono interminabili per entrambi. La ragazza non sapeva se girarsi attorno per cercare Noemi o guardare ancora il suo nuovo compagno, ancora incantata, mentre l’altro si sentiva come qualcuno che aveva appena visto il mondo della realtà.

L’equipaggio, appena vide Rikku, la tempestarono di domande sull’accaduto, prima e dopo il ritorno a bordo. Continuano a parlare da marziani??!! Non capisco Spero che almeno mi riportino a casa.e se così non fosse? Se vogliono usarmi per i loro servigi? Se solo qualcuno potesse dirmi cosa mi è successo mi sento così confuso

Lo scrigno venne tirato su da alcuni bracci meccanici che facevano un tutt’uno con la nave. Gli Albhed erano  così interessati ad esso che passarono tutto il tempo a cercare di aprirlo, cosicché i due poterono restare in disparte.

‘Tu…ehm...tu chi sei? Venuto così, all’improvviso…Ci hai aiutato…’ disse Rikku.

‘Io… Non lo so va bene?!’—alzando il tono della voce—‘voglio solo che qualcuno mi spieghi cosa ci faccio qui e che sta succedendo!!! Io…io.. non capisco più niente!!! Io….io… non…’.

Egli si sedette sul limite della prua, a contemplare l’oceano sotto di lui, camminando quasi come un ubriaco. Sembrava che gli girasse la testa. Ma che Oohhh

Sì… l’oceano, diventando calmo quando finì la pioggia di cadere, era divenuto piatto tanto da fare da specchio. Si trovò cambiato, come se improvvisamente fosse “cresciuto” tutt’ad un tratto, sentendosi come chi era rimasto nel sonno o in un coma per tanto tempo. Più cercava di pensare, più non riusciva a ricordare nulla. Una cosa era certa: quella era un’amnesia, ed appena avrebbe recuperato la memoria, avrebbe avuto le sue risposte. Sulla superficie del’acqua c’era l’immagine di quella medesima persona che la ragazza aveva visto sulla spada e allo stadio. Chissà se l’animo (chissà dov’era) di Noemi si sarebbe ricordato invece che era diventato lui, l’as dei Zanarkand Abes, quello che conosceva Auron, che lo aveva chiamato….

‘Scusami… vorrei solo… ecco…sapere chi sei…’ per dire quelle parole Rikku le studiò per dieci minuti.

‘Io… ecco… Mi chiamano Tidus…’.

‘Allora…quella era la tua spada!!!! Ma perché l’aveva quella ragazza???’ chiese l’altra, mostrando enormi perplessità e chiedendosi dove Noemi fosse finita: nel gran caos non era riuscita a capire un granché.

‘Ecco… non lo so…’ Leisparita?? !!! Aaspetta!! Questo significa che devo inventarmi qualcosa Era...era con me, ma non preoccuparti… riuscirà a cavarsela…’.

‘Non vi ho mai visto qui… Come ci siete arrivati?’.

Così Tidus gli raccontò tutto quello che era successo, mischiando le sue esperienze con quelle dell’altra metà, ricordandosele entrambe perfettamente, e di come fosse così confuso, mentre contemplava il grigio orizzonte del calmo oceano.

 

‘Capisco… ecco perché sei così disperato… Ma perché sott’acqua ti ‘studiavi’ in quel modo?? Avevi bisogno di uno specchio? In effetti, sei così car… ehm’—si gira di spalle—‘casuale, qui…’ Eh?? Siamo davvero sicuri che riesca a parlare la mia lingua??

‘Ehi…Non è colpa mia se sono finito qui! Vorrei solo…ecco…’ non glielo posso diresarebbe troppo rischioso

‘Tornare a casa? E dove?? A Zanarkand? Quella città è stata distrutta 1000 anni fa!!’ Rikku sembrava contenta di dire ciò, come se sperasse di rimanere ancora di più con Tidus.

‘Co…co…cosa? Stai dicendo sul serio?? Ma… io… l’ho vista, l’ho vista mentre veniva distrutta da Sin!! Pe…perché…’ subito il suo volto passò dalla confusione alla tristezza. Ora sapeva di non avere neppure una casa….certo, se quello che gli dicevano era vero… Infatti, in un primo tempo, nessuno crederebbe a parole simili…

Lei gli si avvicinò notando una catena che aveva al collo. Aveva un simbolo che gli sembrava famigliare.

‘Bella questa catena…!!!’ Non sapeva cos’altro dire…era proprio imbarazzata.

‘Davvero???’ rispose lui, ma la sua testa era ben al di là. Quella città. distrutta da 1000 anni?? Sono cambiato, finito nella mia città distrutta da quel mostro e poi nel lontano futuro!!! E poi come sono.conciato!!! Quella ragazza di cui parla Rikku deve avermi liberato… Quella spada mi ha portato qui??? Non ricordavo che fosse miaanzi, non ho mai avuto un’arma simileChi mi potrà aiutare se non quell’indovina!! Sbaglio, o era lì la spada?? La cosa più bizzarra è che riesco a ricordare quello che ha fatto lei a Metropolis!!

La ragazza Albhed lo chiamò, desiderosa di vederlo ancora in faccia. ‘Ascolta…. È meglio che non dici a nessuno che vieni da quella città… E’ considerata una città sacra a Yevon….’ poi si fermò ad osservarlo.

Ah, sì?? E poi?? Non sapeva come rispondergli.

Non appena Tidus si rispecchiò nell’acqua, un forte scossone fece vibrare l’intera nave.

Si levò una gigantesca onda (tipo tsunami) dall’orizzonte ad un’incredibile velocità e la nave si apprestava a fare quasi una brutta fine. Tutto l’equipaggio venne spinto verso babordo, quando l’onda improvvisamente si fermò ad alcuni metri dalla nave.

‘E’ Ceh!!! Lubnedaje!!!’ [E’ Sin!!! Copritevi!!!] urlò uno là vicino.

Tutto accadde nel giro di pochi secondi. L’onda si sollevò di nuovo con forza inaudita e fece cadere Tidus in acqua, che non ebbe il tempo di aggrapparsi da qualche parte.

Rikku urlò disperatamente all’equipaggio nel fare qualcosa, ma loro sembrarono conigli di paglia per la paura.

Tidus venne trascinato da quell’onda, perdendo subito i sensi. L’ultima cosa a cui pensò era lei… e la sua città rasa al suolo. E nel sottofondo, altre strane parole… “Unisciti   a   me  E   lunico   modo   per   porre fine   al   nostro   dolore…”

Per venti minuti tutti ammutolirono. Dopo l’accaduto il mare si era appiattito all’istante. Tutto era come prima, o quasi, mentre la pioggia riprese a cadere. Tutto uguale, tranne per qualcuno. Era accaduto tutto così in fretta…. senza alcun grido…tanto che nessuno poté davvero capire cosa fosse successo. Rikku avrebbe voluto conoscerlo di più. Non aveva mai visto un ragazzo così affascinante… eppure aveva sempre giurato che gli piacevano i mori…

Un po’ tramortita ed infelice, tornò a concentrarsi sullo scrigno. Cosa poteva fare?? Suo padre la aspettava… Così si avvicinò allo scrigno, che si trovava più in là e notò che c’era una strana serratura di fronte: aveva lo stesso simbolo della catena di quel tizio venuto dal nulla. Doveva trovarlo.

Già, dov’era finito Tidus??? Era morto? Era scomparso così come era venuto??? Ancora l’incubo non era finito… o sognavano lo stesso??

  
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