[Note d’Autore]
Volevo fare una piccola premessa... Nella storia sono presenti diversi modi di scrittura, tra cui quella in questa forma: aaaa..., che indica il pensiero di un protagonista o antagonista, raramente di un altro personaggio. Le note d’autore vengono indicate tra parentesi quadre (es: [aaaa…]). Le diverse grandezze di scrittura indicano l’intensità della voce del parlante (es. aaaa), mentre le onomatopee vengono racchiuse tra asterischi: *AAAA*. Eventuali cambiamenti di scrittura vengono scelti per dare un particolare effetto. Auguro una buona lettura e buon divertimento! __World_Of_Dreams__
Tutto
iniziò nella città di Metropolis, una delle
capitali più importanti esistenti e
fiorenti dell'anno 2007, ben conosciuta per i suoi altissimi
grattacieli e per
la sua immagine di potenza e tecnologia raggiunte. Una città
caotica e
trafficata, ma ricchissima di opportunità per costruirsi un
gran futuro.
Invece,
per una persona in
particolare, quella città era un vero e proprio inferno cupo
e buio. Era
un'orfana abbandonata per strada, che tutti i giorni lottava per un po'
di
frutta, di pane, e di tutto ciò che poteva essere rubato
presso il mercato
quotidiano al centro città. Ella si
chiamava Noemi, e tutti i giorni pensava… Che
vita orribile... Vorrei tanto cambiare vita, diventare qualcun'altro...
e chi l'avrebbe
mai detto che un giorno tutto questo sarebbe divenuto realtà... La
mia realtà è solo un vero schifo... e che
futuro...
Tutto ciò che ricordava della sua infelice infanzia era che il padre a soli sette anni la lasciò a soffrire di fame, a causa degli enormi debiti che aveva accumulato giocando d'azzardo e spendendo tutto in scommesse, liquori, e serate allo sbando, tanto che lei era scappata di casa a cercare la madre.
‘Mi
dispiace, figliola... credo che dovrai d'ora in poi cavartela da
sola... sono
senza soldi…mi dispiace…’ erano sempre
quelle le parole del padre che
continuavano a rimbombarle nella mente, come un disco che continuava a
girare,
inesorabile. Tutto ciò che lui le aveva offerto era solo
tanto dolore e
solitudine...
Erano
passati così altri dieci anni, e Noemi credeva che la madre
fosse ancora viva,
nonostante le avesse detto che in realtà la sua vita fu
stroncata da un pirata
della strada. Passeggiava per le strade più in periferia,
covo di altri piccoli
ladri di strada come lei, ma di certo essi non lo facevano contro la
propria
volontà come l’orfana quasi maggiorenne. Aveva
sempre detestato la crudeltà, e
soprattutto le storie cattive cattive che sua madre le raccontava prima
di non
tornare più. Per mantenersi puntava di più sui
venditori al mercato quotidiano,
approfittando della confusione e della folla di gente onnipresente.
Ormai si
trascinava dietro fruttivendoli e mercanti di ogni tipo: tanto che era
diventata davvero una velocista, e riusciva a trovare tutti i
nascondigli per
sfuggire, ogni giorno, ogni notte. Era stata sempre questa la sua
routine:
mordi, fuggi, e mangia.
Un giorno,
verso
‘E' l'indovina più brava del continente!! Per questa settimana è qui, e dicono che sia in grado di leggere il futuro più lontano e di svelare il destino delle persone!!’ disse un tipo che sembrava tutto muscoli e niente cervello, con la pelle color mulatta e vestito casual. Si era messo a correre come un pazzo facendo la fila assieme agli altri.
‘Cosa??!!’
esclamò lei, guardando il ragazzo correre e poi quella
tenda. Per fortuna che non
era vicino alle bancarelle di quelli che la cercavano. E
se... lei... potrebbe...cambiare la mia vita?? Ma no...non ho mai
creduto né
agli indovini, né alla fortuna... Infatti ne ho avuta
così tanta in vita mia...
Però...magari se gli spiego come sono concia, potrebbe
prestarmi dei soldini
per comprare qualcosa senza farmi vedere dai creditori...
Anche se non credeva molto negli aruspici, non costava nulla fare un tentativo... forse.
‘Si
deve
pagare?’ chiese ancora, stavolta ad un’anziana
signora scorbutica che camminava
lenta come una lumaca affianco a lei, con la stessa direzione.
‘E
cosa ne
so IO??!! Fate la fila no??!! Tsk…’. Oh,
mi scusi...reginetta!!!
Che antipatica!!!
Cosa poteva fare? Quel giorno non aveva la benché minima voglia di correre all’impazzata come al solito. Preferì così aspettare la fila ed il suo turno.
Poi, finalmente, arrivò il suo turno. Si stava quasi addormentando… forse perché faceva un gran caldo, specie se si è sotto un sole che picchia in una città così tanto abitata. Quando entrò dentro dopo un dolce ‘avanti’, si trovò in un'altra atmosfera, quasi magica. Era tutto pieno di stelle cavolo!! Sembrano vere!!! e, stranamente, dentro non c'era ancora nessuno. Qua e là le mura erano segnate da diverse scritte di diverso tipo, che ella guardò con stupore. “Questo l’inizio della tua storia…” e poi “da ora la tua vita cambier per sempre…”. Si guardò poi intorno, notando scaffali e tavoli pieni di oggetti stravaganti e mai visti, dalle forme più insolite, fino a quando notò una strana luce blu da lontano, in un angoletto. Così si avvicinò piano piano con stupore e vide una spada azzurrina brillante e quasi trasparente, appoggiata sul muro in verticale, sulla quale c'era una pietra incastonata, forse sferica, che continuava a lanciare ovunque intensi raggi blu. Non sembrava una spada normale, anche se la ragazza non era per niente esperta di queste cose, ma non era fatta di metallo: era fatta di acqua cristallizzata, che non sembrava nemmeno vero e proprio ghiaccio freddo. Incredibile!!! Che razza di spada è?? Così la prese in mano e cominciò ad ammirarla in tutti i suoi aspetti. Era davvero leggerissima.
Improvvisamente chissà da dove apparve l'indovina.
‘E' la "Fraternity"’, rispose lei, come se la avesse colta nei pensieri. Noemi si girò di scatto, quasi spaventata ed imbarazzata, come colta nel sacco. Era una donna alta, snella e totalmente coperta nel suo lungo vestito in parte rosso ed in parte fucsia. Sembrava portare i capelli ricci e lunghi, ma quella specie di cappello stile ‘futuristico’ sembrava una perfetta maschera, sia per il volto che per i capelli. E la luce fioca di quel posto, rotta solo dal chiarore della spada, rendeva più difficile il riconoscimento dell’indovina. Per non parlare poi di com’era vestita in modo strano.
‘Ehm... scusi, mi sono lasciata andare dalla curiosità e... lo rimetto subito a posto…’. Ma l’arma continuava a brillare tra le sue mani, e la maga subito mostrò l'aria di una persona davvero sorpresa, come forse non lo era mai stata.
‘Dimmi, cosa ti porta qui?’ disse l’altra, con una voce dolce ed affettuosa.
Noemi non la ascoltò, impressionata dalla spada che aveva in mano. La fine del manico aveva dei sottili fasci rossi di cotone (forse) che restavano sospesi nell'aria, ma ciò che la colpì fu soprattutto la sua immagine riflessa sulla spada. Intravide, infatti, non sé stessa, ma una figura umana che sembrava una specie di viso sorridente e che portava i capelli biondi.
‘Eh???’ esclamò, indietreggiando la sua testa, senza staccare i suoi occhi da quell’immagine. Non poteva essere sua. L’indovina stette dietro di lei come se aspettasse con grande pazienza, già certa e decisa di cosa dover fare per la sua ospite.
‘Dimmi, quella spada ti cambierà il futuro??’.
La ragazza
esitò nel rispondere. Sul manico aveva avuto
l’impressione di notare qualcosa,
come una strana scritta, in rilievo, che riuscì a fatica a
leggere per via
della scarsa luce lì presente. Un fascio di quella luce blu
le diede la
possibilità. Tidus?? Ma non
si chiamava Frat..coso...??
L’indovina si avvicinò lentamente a lei. Sembrava che qualcosa la trattenesse.
‘Io
dico
che quella spada sarà la risoluzione dei tuoi
problemi...’.
‘Mi scusi, non avrei dovuto curiosare... ecco, io...’.
‘Non c'è bisogno che ti scusi... Basta che ti concentri ora...’ e rise contenendosi.
‘Ma... non bisogna pagare per questa “visita”???’.
‘Pagare?? Per la tua condizione??’.
Noemi neanche si interrogò come mai era così generosa nonostante la sua fama, ma non riusciva a distaccare gli occhi da quella figura riflessa, e da quella strana scritta, che sembrava una specie di nome.
L’indovina aspettò la risposta, e si diresse verso il tavolo principale, forse per prendere qualcosa. Ma quando si girò di nuovo verso la ragazza, dopo una luce blu più intensa, lei e la spada non c’erano già più.
Accidenti! Dove
sono??? Cos’è stato??!!
Noemi si
svegliò in tutt’altro posto. Ma dov'era finita??
Si
alzò di colpo e si accorse di avere ancora quella
spada in mano. Ma l’indovina? Metropolis?? No, non era quella
capitale
trafficata… Era una città diversa, molto, troppo
diversa. Era già notte e le
stelle illuminavano l'intera volta celeste, accompagnate da diverse
aurore che
ella non vide mai. Una città piena di luci, di persone
felici e di bambini che
giocavano con palle bianche con strisce blu. Tutto era un insieme di
luci, di
ogni colore, con grattacieli che avevano le forme più
strane, alcune che
ricordavano le chiese indiane per le loro forme curve ed arrotondate a
punta.
Le strane erano sopraelevate, andavano tra i palazzi e le torri, alcune
decorate con strani archi, altre che portavano in centinaia di
direzioni
diverse. E, da lontano, si poteva notare un'enorme cascata d'acqua, che
seguiva
la stessa parabola di un arcobaleno. Fantastico...ma che posto
è questo?? D...dove sono finita??
Più si guardava in giro e più era confusa. Non sapeva più a quale città pensare affinché fosse abbastanza simile a quelle che ricordava. Niente confusione, niente smog e ruberie, solo uno spettacolo di luci e colori e tanta, tanta felicità e pace.
Improvvisamente ella vide una grande folla di persone che si dirigevano tutte verso quello che sembrava una specie di gigantesco 'stadio', che era visibile da quella strada sopraelevata su cui l’orfana si trovava.
‘Scusi, che città è questa?? Dove siamo? Cosa succede??’ chiese ad un uomo di una trentina d’anni, che teneva per la mano la piccola figlia, ansiosa quanto lui. Avevano strane sciarpe e cappellini addosso, tipici dei tifosi di una squadra di sport.
‘Anche lei, eh?? Si lascia prendere così tanto dalle emozioni del Blitzball, eh?? Benvenuto a Zanarkand!!!’
Lei si sentiva più confusa che mai, e l'unica cosa che la sua ragione la spinse a fare fu di seguire la massa.
Blizt...eh???
Possibile che nessuno
sappia dirmi cosa succede??? Mannaggia a quell'indovina e a quella
spada!!! Mi
chiedo se tutto questo sia solo un sogno o una visione... non ci sto
capendo
niente!!! Se questi vanno tutti lì ci sarà un
motivo...forse c’è una partita...
Non ne vedo una da anni ed anni!!
Così decise di correre come una dannata seguendo la folla verso un enorme stadio sferico trasparente e tutti sembravano entusiasmati dalla notizia di una "partita amichevole di Blitz".
In breve
tempo, seguendo curve e discese ripide, entrò senza ammirare
l’immenso stadio
sferico, ed arrivò a quello che sembrava il controllo dei
biglietti (anche se
lei non ne aveva) quando notò un'enorme immagine fissata al
muro dell’entrata
dello stadio. Sembrava un’immagine magica,
trasparente… quasi un’allucinazione.
Erano
raffigurati
otto giocatori di quello sport stravagante, ed a vedere come erano
rappresentati, sembravano davvero importanti e conosciutissimi. La cosa
che la
fece ridere e preoccupare insieme, era il fatto che tra loro,
c’era quello che
sembrava il capitano, biondo, di quella squadra, che sapeva di
già visto.
Sotto, ad un angolo, una scritta: ‘Lode
ai campionissimi
degli Zanarkand Abes’.
Quello
forse era stato il giorno più strano della vita della
ragazza. Infatti, appena
che il suo sguardo si diresse verso la spada misteriosa,
quell’immagine già non
c’era più. Se lo aveva sognato? Stava sognando
ancora? Sicuramente...
Pensò
comunque di entrare nello stadio, sfruttando la confusione della folla
per
evitare il controllo dei biglietti. Anzi, lì sembravano
tutti rigorosamente
onestissimi. Quando entrò, correndo per le vie che portavano
nelle tribune, con
le mura piene di foto, immagini e trofei vinti forse da quella squadra,
ella si
fermò e contemplò l’interno dello
stadio. Al centro dei posti a sedere un
enorme spazio sferico, che subito si riempì
d’acqua. Un momento! Ma
lo stadio sta per
essere riempito d’acqua???!! Loro giocano
sott’acqua??!!
Tutti
gridavano, eccitati, agitando le proprie bandierine qua e
là, creando un vero
trambusto. Tutti però ammutolirono, quando, improvvisamente,
una violenta
scossa di terremoto spaventò l’intera
città.
‘Ma
che
diavolo succede??’ ‘Cos’è
stato?’ continuavano a chiedersi tra loro i tifosi
dentro e fuori dallo stadio già quasi pieno. I tumulti e le
vibrazioni si
susseguirono continuamente, e la gente iniziò ad uscire di
colpo, investendo le
persone che camminavano o correvano dalla parte opposta, e si
riversarono tutti
fuori, a cercare di comprendere cosa stava succedendo. Sembrava una
scenda del
tipo ‘Giudizio Universale’.
Adesso
che altro succede? Voglio uscire da questo incubo..,non mi piace per
niente... accade tutto
così in fretta che...
Da lontano,
sopra un grattacielo, un guardiano scrutava la situazione come colui
che aveva
già capito cosa stava succedendo: non era una banale scossa
di terremoto.
Tutto
d’un
tratto la superficie marina si sollevò più di uno
tsunami, rivelando un mostro
con numerosi occhi brillanti e dalle forme più
incomprensibili ed
indescrivibili. La notte non permetteva di vederlo bene, ma
è bastato solo
guardarlo per far morire di paura tutta la gente che lo aveva notato.
Sembrava
che lo conoscessero bene, quel ‘coso’...
Lanciava
urla spaventose, acutissime, grida che non sembravano grida, voci che
non
sembravano nemmeno voci. Incomprensibili, strani, gelidi. ‘finalmente… la
mia attesa… e‘
finita…’.
Dalle sue
strane forme si staccarono delle scaglie che caddero per tutte le
strade, come
proiettili di una potente mitragliatrice. La ragazza perse la pazienza,
non
appena vide tutta quell’agitazione.
‘QUALCUNO
MI VUOLE DIRE CHE SUCCEDE!!??” esclamò, disperata,
fino a quando la spada
riprese a brillare all’improvviso. Si,
questo è un incubo...
cosa aspetta quell’indovina a svegliarmi??!! Non lo vede
quanto sono
agitata??!!
Iniziò
a
scappare quanto poté da quell’essere mostruoso e
gigantesco uscito dal mare,
vicinissimo alla città, quando si trovò di fronte
una strada piena zeppa di
quelle strane ‘scaglie’, che si aprirono come i
boccioli di un fiore,
diventando mostriciattoli dotati di ali. Alcuni di essi la circondarono
in ogni
direzione. Lei si fermò di colpo, guardò negli
occhi lucenti di quei mostri mai
visti, che le facevano tremare gambe e mani. Sono spacciata...
Subito,
come caduto dall’alto, venne raggiunta da una strana persona,
che sembrava
comportarsi come una specie di guardiano o guardia del corpo: indossava
uno
strano abbigliamento stile ‘antico’, rosso, e dei
pantaloni lunghi che
largamente ricordano quelle a ‘zampa di elefante’.
Portava inoltre una strana
borraccia grigia appesa alla vita e vedeva tramite un solo occhio (con
l’altro
non vedeva a causa di un’ enorme cicatrice) e per questo
portava degli occhiali
scuri, come i suoi capelli castani. Avrà avuto sulla
quarantina d’anni. Poi
egli si mise a bere qualcosa dalla borraccia.
‘Ti
sembra
proprio il caso di bere, ora?!?! Non vedi come siamo circondati?? Dammi
una
mano!!!!’.
‘Tsk.
Anziché gridare inutilmente, datti una mossa! Usa la spada e
trasformati,
presto!!!’ Che???? Questa
è
nuova!!
‘Di
cosa
diavolo stai parlando?? Sai per caso cosa sia questa spada? Ehi! Sto
parlando
con te!!’. Il guardiano sembrava non aver la minima voglia di
parlare.
‘Ho
capito…non sai nulla, eh??’ diceva, mentre
sguainò un’ enorme spada
pesantissima, tanto che la tenne sulla spalla. ‘Comunque, mi
chiamo Auron, e
adesso sbrigati, vieni con me’.
Noemi non
se lo fece ripetere due volte e corse dietro di lui, continuando a
pensare a
che razza di incubo era capitata. Ammesso che lo fosse. Da lontano,
quelle urla
e quelle grida aliene continuavano senza sosta vibrando
nell’aria. ‘Non
andare via… aiutami… dammi quella
vita che tanto
manca…’.
Dopo un pezzo
di strada egli si
fermò di colpo e si voltò verso
l’essere dalle forme più insolite. Ma
perché ti fermi??!! Che cosa c’è
ora??????
‘Lo
vedi??
Lo chiamano Sin…’. E’ venuto per
noi… Per LUI….’ ed indicò
con l’indice
l’essere.
‘La mia
attesa e’ finalmente terninata…’.
‘Chi??
Conosci quel “coso”?’ Questo
tizio sa troppe cose....
Forse può aiutarmi...a
capire...
Ad
un’altra
potente scossa, che fece crollare un intero grattacielo già
prima fatiscente,
ripresero a correre come dei
dannati, mentre Auron eliminava i mostri-scaglie, e la ragazza
notò che, alla
loro morte, uscivano delle strane ‘luci’ che si
muovevano come comete. Non
può non
essere un sogno!! Quando finisce?? Quando sarò morta???!!
Le scaglie
perforavano
qualsiasi cosa, dalle finestre alle dure strutture dei grattacieli e
delle
strade, facendo esplodere alcuni impianti elettrici ed alcune
autocisterne. La
ragazza cadde atterra a pancia in giù, rialzandosi
spaventata con l’aiuto
dell’uomo in rosso, e si girò dietro di
sé osservando il nuovo panorama che la
circondava: un’intera città in fiamme, piena di
questi orribili ‘cosi’,
ovunque, e laggiù, verso il mare, una massa informe, che
continuava ad
avvicinarsi, proprio nella loro direzione, ingoiando ogni cosa.
Auron correva
più
veloce e quasi Noemi lo perse di vista, quando le scaglie la
circondarono
ancora.
‘Ehi!
Dove sei??
Aiutami, ti prego!!! Sono rimasta indietro!!! Non so
combattere!!!’ gli gridò,
agitando le mani come poté, gesto che sembrò
innervosire ancora di più quelle
scaglie. Egli la sentì, ma la sua corsa venne rallentata
dall’arrivo di altre
scaglie che lo aggredirono. La strada su cui stavano ne era difatti
strapiena.
La ragazza si
girò
attorno senza una via d’uscita. Essere in quella situazione
era molto peggio di
un inseguimento dei creditori. Quel sogno era troppo vero, le
sensazioni erano
reali…
Uno di quei
mostri si
avvicinò pronta ad aggredirla, ed in quel momento, la paura
e la confusione si
trasformò in qualcosa di davvero insolito. La spada si mise
a brillare quasi
più di un sole blu ed il guardiano si girò ed
esclamò: ‘Era ora!’.
Quando la
strana luce
scomparve, il mostro venne completamente dilaniato da quella spada, e
cadde a
terra rilasciando altre di quelle magiche comete brillanti. Il
guardiano si
voltò ancora dietro di sé e vide un ragazzo un
po’ meno alto di lui, vestito in
modo decisamente inusuale: portava un paio di pantaloncini neri, molto
corti a
sinistra e lunghi tipo bermuda a destra, ed una maglietta T-shirt
gialla,
scoperta a ‘V’ all’altezza del petto,
dotata di un cappuccio bianco che gli
calava da dietro. La sua manica sinistra era lunga, blu sulla spalla,
rossa
vicino al gomito, e verde nella parte terminale, e portava in ambo le
mani dei
guanti, verde il sinistro, e nero il destro. Ovunque portava uno strano
simbolo
rosso, a forma di ‘T’ con alcuni cerchi che si
collegavano all’asse verticale,
sulla schiena, sulla parte destra dei pantaloncini.
Portava i capelli biondi, lisci e mossi,
sparati, e gli occhi azzurri, e sembrava avere la stessa età
di Noemi. Da dove
cavolo era apparso?? Già, l’orfana non
c’era più.
Quel ragazzo
vide con
stupore quel mostro sparire liberando quelle strane luci vaganti, come
se non
conoscesse le sue vere abilità.
‘Ma
co…cos’è successo??
Mi sento…strano…’ disse lui, tenendosi
la testa con la mano libera. Forse gli
girava da matti.
‘Vuoi
muoverti?! O
vuoi andare di nuovo all’Oltremondo??’ si mise a
gridare Auron, che aveva
appena finito con l’ultima scaglia. Dovevano muoversi, se non
volevano finire
di nuovo circondati.
‘Auron,
cosa mi è
successo?? Sbaglio o questa è…Zanarkand??!! E
perché sono vestito così?? VOGLIO
SAPERLO!!!’ chiese al compagno, un po’ agitato e
spaventato. Continuava a
girarsi intorno, vedendo tutto in fumo e quasi cenere. Sembrava proprio
che ci
tenesse davvero a quella città. Ma cos’era
successo davvero? Quella spada sembrava
averlo portato lì, in qualche modo, al posto di
quell’orfana.
Improvvisamente
ci fu
una violenta esplosione che distrusse l’intera parte di
autostrada lì vicino,
ed era l’unica via d’uscita possibile.
Quell’esplosione separò Auron da quello
strano ragazzo, rimasto più indietro.
‘Tidus!
Sbrigati!! Salta
ed afferra la mia mano!!!’ gli urlò, ponendosi
vicino all’orlo. Sotto di loro
c’erano almeno cinquanta metri di vuoto.
Si
può sapere come cavolo fa a conoscermi???
Non riesco a ricordare nulla... E’
tutto così
confuso... Ma...ma
perché la mia città è...è... Un’altra
esplosione lo spinse ad agire subito, anche perché non
riusciva a trovare in
decimi di secondo le sue risposte. Era come se avesse una forte amnesia.
A pelo
riuscì ad
afferrare la mano del guardiano, facendo un grande salto, ma dietro
alle sue
spalle ormai Sin fu vicino e dalla sua enorme bocca (se così
si può chiamare…)
si creò una sorta di tunnel, che assomigliava tanto a quelle
che si usavano in
Guerre Stellari tipo ‘tunnel spazio-temporali’, che
aspiravano tutto dentro di
sé come il tubo di un aspirapolvere.
‘AUROOON!!!
Aiutami!!!’ gli gridò il biondo, che sembrava non
capirci più niente.
‘Tieniti
pronto…Da
qui in avanti inizierà la tua storia’ La...la mia
storia??..
un momento!!! Ma allora...
Quando entrambi
furono con i piedi per terra, si voltarono e videro un ammasso deforme,
che
mostrava stranissimi lineamenti, che si muovevano come le onde del mare
ovunque. In un breve istante tutti e due vennero risucchiati in quel
tunnel per
un lungo, lungo viaggio, dopo che tutto divenne allungato,
bianco…e poi nero,
solo nero.
Noemi, o
meglio, chi
sia diventata, sembrava aver sognato durante quel viaggio.
Si trovava nel
suo
aspetto ‘normale’, nel buio più nero,
senza cielo né terra, e si trovò di
fronte un piccolo ragazzino, dai capelli corti e castani, e che portava
una
maglietta T-shirt blu semplice. Egli si avvicinò lentamente
camminando verso di
lei.
‘D’ora
in poi saremo
una cosa sola. Io…ho bisogno del tuo aiuto…sei
l’unica che mi può aiutare, ti
prego!’ disse, con voce minuta e debole, come timida.
‘Io???
Chi sei??!!
Non ti ho mai visto…che cosa è successo??
Rispondi!!!’ quasi quasi gli voleva
mettere le mani addosso per capirci qualcosa.
‘Capirai…
Basta che
tu abbia fiducia in me… Adesso inizia la tua… la
nostra storia…’.