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Autore: __World_Of_Dreams__    16/07/2008    2 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Note d’Autore]

Volevo fare una piccola premessa... Nella storia sono presenti diversi modi di scrittura, tra cui quella in questa forma: aaaa..., che indica il pensiero di un protagonista o antagonista, raramente di un altro personaggio. Le note d’autore vengono indicate tra parentesi quadre (es: [aaaa…]). Le diverse grandezze di scrittura indicano l’intensità della voce del parlante (es. aaaa), mentre le onomatopee vengono racchiuse tra asterischi: *AAAA*. Eventuali cambiamenti di scrittura vengono scelti per dare un particolare effetto. Auguro una buona lettura e buon divertimento!                             __World_Of_Dreams__

 

 

Tutto iniziò nella città di Metropolis, una delle capitali più importanti esistenti e fiorenti dell'anno 2007, ben conosciuta per i suoi altissimi grattacieli e per la sua immagine di potenza e tecnologia raggiunte. Una città caotica e trafficata, ma ricchissima di opportunità per costruirsi un gran futuro. Invece, per una persona in particolare, quella città era un vero e proprio inferno cupo e buio. Era un'orfana abbandonata per strada, che tutti i giorni lottava per un po' di frutta, di pane, e di tutto ciò che poteva essere rubato presso il mercato quotidiano al centro città. Ella si chiamava Noemi, e tutti i giorni pensava Che vita orribile... Vorrei tanto cambiare vita, diventare qualcun'altro... e chi l'avrebbe mai detto che un giorno tutto questo sarebbe divenuto realtà... La mia realtà è solo un vero schifo... e che futuro...

Tutto ciò che ricordava della sua infelice infanzia era che il padre a soli sette anni la lasciò a soffrire di fame, a causa degli enormi debiti che aveva accumulato giocando d'azzardo e spendendo tutto in scommesse, liquori, e serate allo sbando, tanto che lei era scappata di casa a cercare la madre.

‘Mi dispiace, figliola... credo che dovrai d'ora in poi cavartela da sola... sono senza soldi…mi dispiace…’ erano sempre quelle le parole del padre che continuavano a rimbombarle nella mente, come un disco che continuava a girare, inesorabile. Tutto ciò che lui le aveva offerto era solo tanto dolore e solitudine...

Erano passati così altri dieci anni, e Noemi credeva che la madre fosse ancora viva, nonostante le avesse detto che in realtà la sua vita fu stroncata da un pirata della strada. Passeggiava per le strade più in periferia, covo di altri piccoli ladri di strada come lei, ma di certo essi non lo facevano contro la propria volontà come l’orfana quasi maggiorenne. Aveva sempre detestato la crudeltà, e soprattutto le storie cattive cattive che sua madre le raccontava prima di non tornare più. Per mantenersi puntava di più sui venditori al mercato quotidiano, approfittando della confusione e della folla di gente onnipresente. Ormai si trascinava dietro fruttivendoli e mercanti di ogni tipo: tanto che era diventata davvero una velocista, e riusciva a trovare tutti i nascondigli per sfuggire, ogni giorno, ogni notte. Era stata sempre questa la sua routine: mordi, fuggi, e mangia.

 

Un giorno, verso mezzogiorno, proprio prima di ‘andare a caccia’, vide una folla di gente accalcata davanti ad una piccola tenda. Essa era di colore rosso ed era piuttosto modesta e semplice, e all’ingresso non c’era nessun’insegna particolare. Quella tenda?! Al centro della città? Non l’ho mai vista in tutti questi anni... Che sta succedendo? Così Iniziò a chiedere spiegazioni alle persone in fila.

‘E' l'indovina più brava del continente!! Per questa settimana è qui, e dicono che sia in grado di leggere il futuro più lontano e di svelare il destino delle persone!!’ disse un tipo che sembrava tutto muscoli e niente cervello, con la pelle color mulatta e vestito casual. Si era messo a correre come un pazzo facendo la fila assieme agli altri.

‘Cosa??!!’ esclamò lei, guardando il ragazzo correre e poi quella tenda. Per fortuna che non era vicino alle bancarelle di quelli che la cercavano. E se... lei... potrebbe...cambiare la mia vita?? Ma no...non ho mai creduto né agli indovini, né alla fortuna... Infatti ne ho avuta così tanta in vita mia... Però...magari se gli spiego come sono concia, potrebbe prestarmi dei soldini per comprare qualcosa senza farmi vedere dai creditori...

Anche se non credeva molto negli aruspici, non costava nulla fare un tentativo... forse.

‘Si deve pagare?’ chiese ancora, stavolta ad un’anziana signora scorbutica che camminava lenta come una lumaca affianco a lei, con la stessa direzione.

‘E cosa ne so IO??!! Fate la fila no??!! Tsk…’. Oh, mi scusi...reginetta!!! Che antipatica!!!

Cosa poteva fare? Quel giorno non aveva la benché minima voglia di correre all’impazzata come al solito. Preferì così aspettare la fila ed il suo turno.

 

Poi, finalmente, arrivò il suo turno. Si stava quasi addormentando… forse perché faceva un gran caldo, specie se si è sotto un sole che picchia in una città così tanto abitata. Quando entrò dentro dopo un dolce ‘avanti’, si trovò in un'altra atmosfera, quasi magica. Era tutto pieno di stelle cavolo!! Sembrano vere!!!  e, stranamente, dentro non c'era ancora nessuno. Qua e là le mura erano segnate da diverse scritte di diverso tipo, che ella guardò con stupore. “Questo linizio della tua storia…” e poi “da  ora  la  tua  vita cambier  per  sempre…”. Si guardò poi intorno, notando scaffali e tavoli pieni di oggetti stravaganti e mai visti, dalle forme più insolite, fino a quando notò una strana luce blu da lontano, in un angoletto. Così si avvicinò piano piano con stupore e vide una spada azzurrina brillante e quasi trasparente, appoggiata sul muro in verticale, sulla quale c'era una pietra incastonata, forse sferica, che continuava a lanciare ovunque intensi raggi blu. Non sembrava una spada normale, anche se la ragazza non era per niente esperta di queste cose, ma non era fatta di metallo: era fatta di acqua cristallizzata, che non sembrava nemmeno vero e proprio ghiaccio freddo. Incredibile!!! Che razza di spada è?? Così la prese in mano e cominciò ad ammirarla in tutti i suoi aspetti. Era davvero leggerissima.

Improvvisamente chissà da dove apparve l'indovina.

‘E' la "Fraternity"’, rispose lei, come se la avesse colta nei pensieri. Noemi si girò di scatto, quasi spaventata ed imbarazzata, come colta nel sacco. Era una donna alta, snella e totalmente coperta nel suo lungo vestito in parte rosso ed in parte fucsia. Sembrava portare i capelli ricci e lunghi, ma quella specie di cappello stile ‘futuristico’ sembrava una perfetta maschera, sia per il volto che per i capelli. E la luce fioca di quel posto, rotta solo dal chiarore della spada, rendeva più difficile il riconoscimento dell’indovina. Per non parlare poi di com’era vestita in modo strano.

‘Ehm... scusi, mi sono lasciata andare dalla curiosità e... lo rimetto subito a posto…’. Ma l’arma continuava a brillare tra le sue mani, e la maga subito mostrò l'aria di una persona davvero sorpresa, come forse non lo era mai stata.

‘Dimmi, cosa ti porta qui?’ disse l’altra, con una voce dolce ed affettuosa.

Noemi non la ascoltò, impressionata dalla spada che aveva in mano. La fine del manico aveva dei sottili fasci rossi di cotone (forse) che restavano sospesi nell'aria, ma ciò che la colpì fu soprattutto la sua immagine riflessa sulla spada. Intravide, infatti, non sé stessa, ma una figura umana che sembrava una specie di viso sorridente e che portava i capelli biondi.

‘Eh???’ esclamò, indietreggiando la sua testa, senza staccare i suoi occhi da quell’immagine. Non poteva essere sua. L’indovina stette dietro di lei come se aspettasse con grande pazienza, già certa e decisa di cosa dover fare per la sua ospite.

‘Dimmi, quella spada ti cambierà il futuro??’.

La ragazza esitò nel rispondere. Sul manico aveva avuto l’impressione di notare qualcosa, come una strana scritta, in rilievo, che riuscì a fatica a leggere per via della scarsa luce lì presente. Un fascio di quella luce blu le diede la possibilità. Tidus?? Ma non si chiamava Frat..coso...??

L’indovina si avvicinò lentamente a lei. Sembrava che qualcosa la trattenesse.

‘Io dico che quella spada sarà la risoluzione dei tuoi problemi...’.

‘Mi scusi, non avrei dovuto curiosare... ecco, io...’.

‘Non c'è bisogno che ti scusi... Basta che ti concentri ora...’ e rise contenendosi.

‘Ma... non bisogna pagare per questa “visita”???’.

‘Pagare?? Per la tua condizione??’.

Noemi neanche si interrogò come mai era così generosa nonostante la sua fama, ma non riusciva a distaccare gli occhi da quella figura riflessa, e da quella strana scritta, che sembrava una specie di nome.

L’indovina aspettò la risposta, e si diresse verso il tavolo principale, forse per prendere qualcosa. Ma quando si girò di nuovo verso la ragazza, dopo una luce blu più intensa, lei e la spada non c’erano già più.

 

Accidenti! Dove sono??? Cos’è stato??!!

Noemi si svegliò in tutt’altro posto. Ma dov'era finita?? Si alzò di colpo e si accorse di avere ancora quella spada in mano. Ma l’indovina? Metropolis?? No, non era quella capitale trafficata… Era una città diversa, molto, troppo diversa. Era già notte e le stelle illuminavano l'intera volta celeste, accompagnate da diverse aurore che ella non vide mai. Una città piena di luci, di persone felici e di bambini che giocavano con palle bianche con strisce blu. Tutto era un insieme di luci, di ogni colore, con grattacieli che avevano le forme più strane, alcune che ricordavano le chiese indiane per le loro forme curve ed arrotondate a punta. Le strane erano sopraelevate, andavano tra i palazzi e le torri, alcune decorate con strani archi, altre che portavano in centinaia di direzioni diverse. E, da lontano, si poteva notare un'enorme cascata d'acqua, che seguiva la stessa parabola di un arcobaleno. Fantastico...ma che posto è questo?? D...dove sono finita??

Più si guardava in giro e più era confusa. Non sapeva più a quale città pensare affinché fosse abbastanza simile a quelle che ricordava. Niente confusione, niente smog e ruberie, solo uno spettacolo di luci e colori e tanta, tanta felicità e pace.

Improvvisamente ella vide una grande folla di persone che si dirigevano tutte verso quello che sembrava una specie di gigantesco 'stadio', che era visibile da quella strada sopraelevata su cui l’orfana si trovava.

‘Scusi, che città è questa?? Dove siamo? Cosa succede??’ chiese ad un uomo di una trentina d’anni, che teneva per la mano la piccola figlia, ansiosa quanto lui. Avevano strane sciarpe e cappellini addosso, tipici dei tifosi di una squadra di sport.

‘Anche lei, eh?? Si lascia prendere così tanto dalle emozioni del Blitzball, eh?? Benvenuto a Zanarkand!!!’

Lei si sentiva più confusa che mai, e l'unica cosa che la sua ragione la spinse a fare fu di seguire la massa.

Blizt...eh??? Possibile che nessuno sappia dirmi cosa succede??? Mannaggia a quell'indovina e a quella spada!!! Mi chiedo se tutto questo sia solo un sogno o una visione... non ci sto capendo niente!!! Se questi vanno tutti lì ci sarà un motivo...forse c’è una partita... Non ne vedo una da anni ed anni!!

Così decise di correre come una dannata seguendo la folla verso un enorme stadio sferico trasparente e tutti sembravano entusiasmati dalla notizia di una "partita amichevole di Blitz".

 

In breve tempo, seguendo curve e discese ripide, entrò senza ammirare l’immenso stadio sferico, ed arrivò a quello che sembrava il controllo dei biglietti (anche se lei non ne aveva) quando notò un'enorme immagine fissata al muro dell’entrata dello stadio. Sembrava un’immagine magica, trasparente… quasi un’allucinazione.

Erano raffigurati otto giocatori di quello sport stravagante, ed a vedere come erano rappresentati, sembravano davvero importanti e conosciutissimi. La cosa che la fece ridere e preoccupare insieme, era il fatto che tra loro, c’era quello che sembrava il capitano, biondo, di quella squadra, che sapeva di già visto. Sotto, ad un angolo, una scritta: ‘Lode ai campionissimi degli Zanarkand Abes’.

Quello forse era stato il giorno più strano della vita della ragazza. Infatti, appena che il suo sguardo si diresse verso la spada misteriosa, quell’immagine già non c’era più. Se lo aveva sognato? Stava sognando ancora? Sicuramente...

Pensò comunque di entrare nello stadio, sfruttando la confusione della folla per evitare il controllo dei biglietti. Anzi, lì sembravano tutti rigorosamente onestissimi. Quando entrò, correndo per le vie che portavano nelle tribune, con le mura piene di foto, immagini e trofei vinti forse da quella squadra, ella si fermò e contemplò l’interno dello stadio. Al centro dei posti a sedere un enorme spazio sferico, che subito si riempì d’acqua. Un momento! Ma lo stadio sta per essere riempito d’acqua???!! Loro giocano sott’acqua??!!

Tutti gridavano, eccitati, agitando le proprie bandierine qua e là, creando un vero trambusto. Tutti però ammutolirono, quando, improvvisamente, una violenta scossa di terremoto spaventò l’intera città.

‘Ma che diavolo succede??’ ‘Cos’è stato?’ continuavano a chiedersi tra loro i tifosi dentro e fuori dallo stadio già quasi pieno. I tumulti e le vibrazioni si susseguirono continuamente, e la gente iniziò ad uscire di colpo, investendo le persone che camminavano o correvano dalla parte opposta, e si riversarono tutti fuori, a cercare di comprendere cosa stava succedendo. Sembrava una scenda del tipo ‘Giudizio Universale’.

Adesso che altro succede? Voglio uscire da questo incubo..,non mi piace per niente... accade tutto così in fretta che...

 

Da lontano, sopra un grattacielo, un guardiano scrutava la situazione come colui che aveva già capito cosa stava succedendo: non era una banale scossa di terremoto.

Tutto d’un tratto la superficie marina si sollevò più di uno tsunami, rivelando un mostro con numerosi occhi brillanti e dalle forme più incomprensibili ed indescrivibili. La notte non permetteva di vederlo bene, ma è bastato solo guardarlo per far morire di paura tutta la gente che lo aveva notato. Sembrava che lo conoscessero bene, quel ‘coso’...

Lanciava urla spaventose, acutissime, grida che non sembravano grida, voci che non sembravano nemmeno voci. Incomprensibili, strani, gelidi. ‘finalmente la   mia attesa e  finita…’.

Dalle sue strane forme si staccarono delle scaglie che caddero per tutte le strade, come proiettili di una potente mitragliatrice. La ragazza perse la pazienza, non appena vide tutta quell’agitazione.

‘QUALCUNO MI VUOLE DIRE CHE SUCCEDE!!??” esclamò, disperata, fino a quando la spada riprese a brillare all’improvviso. Si, questo è un incubo... cosa aspetta quell’indovina a svegliarmi??!! Non lo vede quanto sono agitata??!!

Iniziò a scappare quanto poté da quell’essere mostruoso e gigantesco uscito dal mare, vicinissimo alla città, quando si trovò di fronte una strada piena zeppa di quelle strane ‘scaglie’, che si aprirono come i boccioli di un fiore, diventando mostriciattoli dotati di ali. Alcuni di essi la circondarono in ogni direzione. Lei si fermò di colpo, guardò negli occhi lucenti di quei mostri mai visti, che le facevano tremare gambe e mani. Sono spacciata...

Subito, come caduto dall’alto, venne raggiunta da una strana persona, che sembrava comportarsi come una specie di guardiano o guardia del corpo: indossava uno strano abbigliamento stile ‘antico’, rosso, e dei pantaloni lunghi che largamente ricordano quelle a ‘zampa di elefante’. Portava inoltre una strana borraccia grigia appesa alla vita e vedeva tramite un solo occhio (con l’altro non vedeva a causa di un’ enorme cicatrice) e per questo portava degli occhiali scuri, come i suoi capelli castani. Avrà avuto sulla quarantina d’anni. Poi egli si mise a bere qualcosa dalla borraccia.

‘Ti sembra proprio il caso di bere, ora?!?! Non vedi come siamo circondati?? Dammi una mano!!!!’.

‘Tsk. Anziché gridare inutilmente, datti una mossa! Usa la spada e trasformati, presto!!!’ Che???? Questa è nuova!!

‘Di cosa diavolo stai parlando?? Sai per caso cosa sia questa spada? Ehi! Sto parlando con te!!’. Il guardiano sembrava non aver la minima voglia di parlare.

‘Ho capito…non sai nulla, eh??’ diceva, mentre sguainò un’ enorme spada pesantissima, tanto che la tenne sulla spalla. ‘Comunque, mi chiamo Auron, e adesso sbrigati, vieni con me’.

Noemi non se lo fece ripetere due volte e corse dietro di lui, continuando a pensare a che razza di incubo era capitata. Ammesso che lo fosse. Da lontano, quelle urla e quelle grida aliene continuavano senza sosta vibrando nell’aria. ‘Non andare via aiutami dammi quella vita che tanto manca…’.

Dopo un pezzo di strada egli si fermò di colpo e si voltò verso l’essere dalle forme più insolite. Ma perché ti fermi??!! Che cosa c’è ora??????

‘Lo vedi?? Lo chiamano Sin…’. E’ venuto per noi… Per LUI….’ ed indicò con l’indice l’essere.

La mia attesa  e  finalmente  terninata…’.

‘Chi?? Conosci quel “coso”?’ Questo tizio sa troppe cose.... Forse può aiutarmi...a capire...

Ad un’altra potente scossa, che fece crollare un intero grattacielo già prima fatiscente, ripresero a correre come dei dannati, mentre Auron eliminava i mostri-scaglie, e la ragazza notò che, alla loro morte, uscivano delle strane ‘luci’ che si muovevano come comete. Non può non essere un sogno!! Quando finisce?? Quando sarò morta???!!

Le scaglie perforavano qualsiasi cosa, dalle finestre alle dure strutture dei grattacieli e delle strade, facendo esplodere alcuni impianti elettrici ed alcune autocisterne. La ragazza cadde atterra a pancia in giù, rialzandosi spaventata con l’aiuto dell’uomo in rosso, e si girò dietro di sé osservando il nuovo panorama che la circondava: un’intera città in fiamme, piena di questi orribili ‘cosi’, ovunque, e laggiù, verso il mare, una massa informe, che continuava ad avvicinarsi, proprio nella loro direzione, ingoiando ogni cosa.

Auron correva più veloce e quasi Noemi lo perse di vista, quando le scaglie la circondarono ancora.

‘Ehi! Dove sei?? Aiutami, ti prego!!! Sono rimasta indietro!!! Non so combattere!!!’ gli gridò, agitando le mani come poté, gesto che sembrò innervosire ancora di più quelle scaglie. Egli la sentì, ma la sua corsa venne rallentata dall’arrivo di altre scaglie che lo aggredirono. La strada su cui stavano ne era difatti strapiena.

La ragazza si girò attorno senza una via d’uscita. Essere in quella situazione era molto peggio di un inseguimento dei creditori. Quel sogno era troppo vero, le sensazioni erano reali…

Uno di quei mostri si avvicinò pronta ad aggredirla, ed in quel momento, la paura e la confusione si trasformò in qualcosa di davvero insolito. La spada si mise a brillare quasi più di un sole blu ed il guardiano si girò ed esclamò: ‘Era ora!’.

 

Quando la strana luce scomparve, il mostro venne completamente dilaniato da quella spada, e cadde a terra rilasciando altre di quelle magiche comete brillanti. Il guardiano si voltò ancora dietro di sé e vide un ragazzo un po’ meno alto di lui, vestito in modo decisamente inusuale: portava un paio di pantaloncini neri, molto corti a sinistra e lunghi tipo bermuda a destra, ed una maglietta T-shirt gialla, scoperta a ‘V’ all’altezza del petto, dotata di un cappuccio bianco che gli calava da dietro. La sua manica sinistra era lunga, blu sulla spalla, rossa vicino al gomito, e verde nella parte terminale, e portava in ambo le mani dei guanti, verde il sinistro, e nero il destro. Ovunque portava uno strano simbolo rosso, a forma di ‘T’ con alcuni cerchi che si collegavano all’asse verticale, sulla schiena, sulla parte destra dei pantaloncini.  Portava i capelli biondi, lisci e mossi, sparati, e gli occhi azzurri, e sembrava avere la stessa età di Noemi. Da dove cavolo era apparso?? Già, l’orfana non c’era più.

Quel ragazzo vide con stupore quel mostro sparire liberando quelle strane luci vaganti, come se non conoscesse le sue vere abilità.

‘Ma co…cos’è successo?? Mi sento…strano…’ disse lui, tenendosi la testa con la mano libera. Forse gli girava da matti.

‘Vuoi muoverti?! O vuoi andare di nuovo all’Oltremondo??’ si mise a gridare Auron, che aveva appena finito con l’ultima scaglia. Dovevano muoversi, se non volevano finire di nuovo circondati.

‘Auron, cosa mi è successo?? Sbaglio o questa è…Zanarkand??!! E perché sono vestito così?? VOGLIO SAPERLO!!!’ chiese al compagno, un po’ agitato e spaventato. Continuava a girarsi intorno, vedendo tutto in fumo e quasi cenere. Sembrava proprio che ci tenesse davvero a quella città. Ma cos’era successo davvero? Quella spada sembrava averlo portato lì, in qualche modo, al posto di quell’orfana.

Improvvisamente ci fu una violenta esplosione che distrusse l’intera parte di autostrada lì vicino, ed era l’unica via d’uscita possibile. Quell’esplosione separò Auron da quello strano ragazzo, rimasto più indietro.

‘Tidus! Sbrigati!! Salta ed afferra la mia mano!!!’ gli urlò, ponendosi vicino all’orlo. Sotto di loro c’erano almeno cinquanta metri di vuoto.

Si può sapere come cavolo fa a conoscermi???  Non riesco a ricordare nulla... E’ tutto così confuso... Ma...ma perché la mia città è...è... Un’altra esplosione lo spinse ad agire subito, anche perché non riusciva a trovare in decimi di secondo le sue risposte. Era come se avesse una forte amnesia.

A pelo riuscì ad afferrare la mano del guardiano, facendo un grande salto, ma dietro alle sue spalle ormai Sin fu vicino e dalla sua enorme bocca (se così si può chiamare…) si creò una sorta di tunnel, che assomigliava tanto a quelle che si usavano in Guerre Stellari tipo ‘tunnel spazio-temporali’, che aspiravano tutto dentro di sé come il tubo di un aspirapolvere.

‘AUROOON!!! Aiutami!!!’ gli gridò il biondo, che sembrava non capirci più niente.

‘Tieniti pronto…Da qui in avanti inizierà la tua storia’ La...la mia storia??.. un momento!!! Ma allora...

Quando entrambi furono con i piedi per terra, si voltarono e videro un ammasso deforme, che mostrava stranissimi lineamenti, che si muovevano come le onde del mare ovunque. In un breve istante tutti e due vennero risucchiati in quel tunnel per un lungo, lungo viaggio, dopo che tutto divenne allungato, bianco…e poi nero, solo nero.

 

Noemi, o meglio, chi sia diventata, sembrava aver sognato durante quel viaggio.

Si trovava nel suo aspetto ‘normale’, nel buio più nero, senza cielo né terra, e si trovò di fronte un piccolo ragazzino, dai capelli corti e castani, e che portava una maglietta T-shirt blu semplice. Egli si avvicinò lentamente camminando verso di lei.

‘D’ora in poi saremo una cosa sola. Io…ho bisogno del tuo aiuto…sei l’unica che mi può aiutare, ti prego!’ disse, con voce minuta e debole, come timida.

‘Io??? Chi sei??!! Non ti ho mai visto…che cosa è successo?? Rispondi!!!’ quasi quasi gli voleva mettere le mani addosso per capirci qualcosa.

‘Capirai… Basta che tu abbia fiducia in me… Adesso inizia la tua… la nostra storia…’.

  
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