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Autore: xmartyr    26/04/2014    1 recensioni
“Sarebbe stato capace di osservarla per ore intere. Interminabili minuti passati a sfiorare i lineamenti morbidi del suo volto con gli occhi, desiderando di poterla toccare con entrambe le mani, ogni singolo dito, di far sue parti di quel corpo a cui, nel bel mezzo di una lezione di Storia della Magia, non avrebbe neppure dovuto pensare, rimproverato dalla sua – oramai sbiadita – dignità.” (...)
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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a l l o f m e

p r o l o g o

Sarebbe stato capace di osservarla per ore intere. Interminabili minuti passati a sfiorare i lineamenti morbidi del suo volto con gli occhi, desiderando di poterla toccare con entrambe le mani, ogni singolo dito, di far sue parti di quel corpo a cui, nel bel mezzo di una lezione, non avrebbe neppure dovuto pensare, rimproverato dalla sua – oramai sbiadita – dignità.

La linea curva del collo di lei prendeva una piega verso l'esterno, divenendo spalla, ed era coperta parzialmente dalla lunga cascata di capelli rosso rame di cui conosceva a memoria ogni sfaccettatura dell'odore. Si rese conto di poterlo sentire persino da quel punto dell'aula polverosa, a tre metri e più di distanza. Chissà come sarebbe stato poterle stare di fianco, mentre – al di sotto del banco – tamburellava uno dei due piedi, facendo tremare ogni riccio (ed ogni suo pensiero). Temette di averlo dimenticato.

Con lo sguardo, Scorpius percorse silenzioso l'autostrada dei suoi fianchi, che nonostante fossero celati dall'ampia camicia bianca e dallo schienale della seggiola, nella sua immaginazione eran ben definiti, nudi e pallidi come la pelle delle sue mani, ora intente a tener aperta contro la superficie piana della scrivania in legno un foglio di pergamena. Nessuno poteva concentrarsi più di lei, non se intenta a scarabocchiare i bordi di un vecchio foglio pur di tenersi impegnata.

L'anziano professore continuò a parlare, sferzando l'aria con le dita non più affusolate, e tutto ciò a cui Scorpius riuscì a pensare fu lo schiocco impercettibile delle labbra di Rose contro le proprie. Era accaduto solo poche ore prima che la cingesse per la vita, attirandola a sé con tutto il corpo, e la mente, ed i sentimenti, mentre ora anche solo spiarla durante l'unica lezione del giorno in cui alle loro due Case era concesso sedersi ai medesimi tavoli lo faceva sentire sporco, incapace di domare la frustrazione ed il desiderio di chi non gli apparteneva più, o forse – semplicemente – non gli era mai appartenuto.

Allora Rose si mosse, uno spostamento laterale che lo fece raddrizzare sul busto mentre risollevava il viso dalla mano adagiata tramite il gomito sullo stesso banco sul quale era aperto un tomo antico quanto l'aria che stava respirando. Pareva esser capace di captare i suoi pensieri e ragire con piccole azioni che solo lui, nell'intero castello, avrebbe potuto notare.

E Scorpius era lusingato d'esser dotato di una vista simile.

Lei gli parlava senza aprir bocca, e lui rispondeva. Oppure accadeva l'inverso, e la sua testa poteva tornare a riprodurre pensieri tranquilli per almeno un paio di ore. Ma così come ne era orgoglioso, dentro sé covava anche una crescente gelosia della quale troppo spesso rimaneva vittima; i segnali invisibili che Rose gli lanciava erano suoi, suoi e di nessun altro, e la sola idea che qualche altro – un completo estraneo – potesse, d'improvviso, divenire il nuovo soggetto primario dei suoi pensieri lo faceva rabbrividire.

Forse le circostanze avevan fatto in modo che non potessero più appartenersi, ma nessuno avrebbe potuto impedire ai loro sensi di contattarsi, cercarsi come lingue nel bel mezzo di una danza di timidi baci, richiamarsi come echi privi di fine.

Echi interminabili come i minuti che Scorpius Malfoy avrebbe impiegato ad osservarla.
 



 

   
 
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