*Prompt: Occhi
Akashi chiude le palpebre, lentamente, oscurando la propria vista per qualche istante. Quando le riapre, l'immagine che ha lasciato poco prima è ancora lì, perfettamente intatta: il corpo di Reo che si muove sopra il suo inguine. Non gli pesa addosso – non lo ha mai fatto, neppure la prima volta che si è accomodato sopra di lui e si è lasciato prendere come se fosse la cosa più naturale del mondo, oppure un momento desiderato troppo a lungo.
In quel momento ha il mento rivolto verso l'alto, tanto che Seijuro può vedere tutto il collo allungato e il pomo d'Adamo che sporge appena dalla pelle; le spalle strette aprono a un petto glabro e dai muscoli definiti, che si gonfia di respiro profondo ma non accelerato, non scomposto o irrazionale; il ventre piatto finisce, chiudendosi in una sorta di cono morbido, in una soffice peluria chiara sul pube, dove il movimento allarga le cosce a ritmo e le chiude con fluidità sapiente.
Tutta la figura del tiratore esprime desiderio e seduzione, non occorre certo l'Occhio dell'Imperatore per vederlo, tanto palese e sfacciato.
Akashi solleva le mani ai suoi fianchi, perché ogni suo movimento sia accompagnato da quell'ennesimo contatto: non lo trattiene e non ha intenzione di guidarlo, in quello, lasciandolo fare, conscio del ruolo proprio e quello dell'altro. Reo si china in avanti e ha i capelli che gli coprono il viso, le mani che cercano il suo cuore sotto la pelle.
Un bacio, uno solo, unisce il polpastrello del dito indice di Mibuchi con le labbra di Seijuro – poi un morso e una lingua rossa, mentre lo sguardo severo cede spazio a quella giusta dose di complicità e partecipazione che monta, nel sangue e nel desiderio, un facile orgasmo.