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Autore: Nanek    26/04/2014    25 recensioni
Tratto dalla storia:
«Dovrei farti arrabbiare più spesso se il risultato finale è fare l’amore con te» le sussurra, facendola arrossire come non mai, mentre le bacia ancora le labbra, avvicinandosi a lei, avvolgendola in un abbraccio.
«Pensi davvero quello che hai detto?» le chiede ancora, alludendo a quella confessione: lei farebbe davvero l’impossibile per lui? Lei… vorrebbe davvero una famiglia? Con lui?
«Non mi piace dare aria alla bocca Cal, quello che dico lo penso davvero» dice decisa, baciandogli il petto.
«Pensi anche che io sia un cretino?» ridacchia lui, accarezzandole la schiena.
«Sì, a volte sì» confessa lei, stringendolo a sé «Soprattutto quando flirti con quelle tutte “tette e culo” e zero cervello» lui alza gli occhi al cielo.
~
*Questo è il sequel di “So Out Of Reach”, suggerisco la lettura di questa storia per poter capire i vari intrecci ;) La trovate nel mio profilo ;) Buona lettura ;) *
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=CZSa3Vz4yGg :)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

The angel from my nightmare

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Like indecision to call you 
and hear your voice of treason 
Will you come home and stop this pain tonight 
Stop this pain tonight 
Don't waste your time on me you're already 
The voice inside my head


Calum non può negare a se stesso che, qualche volta, lui ci pensa a Faith.
Non succede troppo spesso dato che, ogni volta che quegli occhi verdi, gli occhi della sua ex moglie, occupano i suoi pensieri, si sente in colpa nei confronti di Lune.
Ma non può negare a se stesso che qualche volta pensa a lei e al loro matrimonio.
Si interroga troppe volte su come sia potuto succedere, si chiede troppe volte come abbia potuto sposare una persona che dopo pochi anni ha deciso di abbandonarlo, di lasciarlo per un altro.
Eppure sembrava davvero tutto così perfetto.
L’aveva conosciuta a uno dei suoi concerti, lei era una sua fan: aveva fatto la felicità delle tante ragazze che vedevano il loro idolo in compagnia di una di loro, non una modella o un’attrice famosa troppo bella per essere vera: Calum aveva scelto una fan, una ragazza semplice, dalla bellezza ordinaria, una ragazza che potrebbe essere la tua vicina di casa, una ragazza che con la sua semplicità ha saputo conquistare il cuore del moro.
Quei capelli ricci e castani, quegli occhi verdi, quelle lentiggini sul naso, se li ricorda così bene, si ricorda ogni cosa di Faith, dal loro primo incontro al loro primo bacio, dalla loro prima notte al giorno in cui lui ha deciso di porle quella fatidica domanda.
Quel matrimonio era così perfetto, era così speciale ai suoi occhi, si ricorda ancora quel tremolio alle mani, si ricorda ancora la sua voce flebile che sussurra quel «Sì, lo voglio», si ricorda quel bacio che ha ufficializzato il tutto.
La vita matrimoniale era davvero divertente a suo parere, divertente e magnifica: svegliarsi con qualcuno accanto, condividere ogni cosa con una persona che lui stesso ha scelto, una persona speciale e unica ai suoi occhi, una persona che di sera si sedeva accanto a lui, sul divano e lo faceva sentire la persona più importante al mondo.
Faith aveva recitato bene quella messa in scena, era tutto davvero troppo perfetto per essere reale, mentre lui era troppo sciocco per rendersi conto delle dicerie della gente: era abituato al Gossip, era abituato alle cattiverie che le “oche del quartiere” si divertivano a sussurrare anche in sua presenza, lui non ci dava peso, lui credeva solo in sua moglie, lei era perfetta, impeccabile, unica… un’autentica stronza.
Una stronza tale che ha avuto pure la faccia tosta di dirglielo apertamente che stava insieme ad un altro, senza troppi giri di parole, senza pensare che quello che stava per dire lo avrebbe solo distrutto, ferito, reso talmente infelice da rimpiangere ancora adesso quello che hanno passato insieme «Voglio il divorzio, sto con un altro» parole dette con una facilità tale da spiazzarlo: non ebbe neanche la forza di ribattere, non si sentiva il cuore nel petto, il mondo gli era caduto addosso e lo stava soffocando, non rispose, annuì semplicemente.
E Calum sospira, quando il pensiero di Faith si fa vivo, quando quei ricordi vanno a bussare nella sua mente, travolgendolo, facendolo sentire in colpa: che ho fatto di male? Perché mi sono meritato tutto questo? Dove ho sbagliato?
Domande che lo assillano, domande alle quali deve ancora dare una risposta, perché lui, non capisce proprio che cosa ha sbagliato: voleva una famiglia, voleva dei figli, voleva la storia perfetta, allora perché è solo? Perché è stato destinato a tutto questo? Non riesce a darsi pace, non riesce a trovare risposta.
Dei figli.
Quelli sì che li vorrebbe come non mai.
Dei bambini che lo chiamano “papà”, dei bambini che gli somigliano, che hanno gli occhi come i suoi, che si lamentano dei compagni di classe che fanno sempre la solita domanda snervante «Ma sei asiatico?» e lui sorriderebbe loro davanti a tale lamento, perché quella domanda gliel’hanno posta milioni di volte.
Dei bambini che vogliono guardare i cartoni animati e non gli lasciano il telecomando neanche per cinque minuti, bambini che appena lui varca la porta di casa gli saltano sulle gambe e non si scollano più, bambini che portano quel cognome, Hood, bambini che lo fanno preoccupare come non mai, bambini suoi e di nessun altro al mondo.
Sì, Calum vorrebbe proprio tanto dei figli.

Alza lo sguardo, vede quelle gambe lunghe e magre, una gonna fin troppo corta, le infradito indossate, quella canottiera sempre troppo scollata, i capelli sciolti, gli occhi curiosi, lei che si guarda in giro in quel negozio di chitarre, sono entrati perché lui voleva perdersi un po’, voleva curiosare, magari comprare qualcosa.
Lei, lì con lui.
E come sarebbe avere dei figli con lei?
Lei che è riuscita a fargli provare emozioni di ogni tipo in così pochi mesi, emozioni che neanche con Faith ha mai provato, lei che nonostante i suoi vent’anni, sembra così ostinata a volerlo con sé che gli darebbe lei i figli che tanto vuole pur di non perderlo, pur di sentirlo suo completamente, suo e di nessun’altra.
Lei è una pazza, ne è sicuro: a vent’anni, lui pensava alla musica, pensava ad avere una ragazza, ma non pensava minimamente ad avere figli, c’era già Luke ad essere padre, c’era già lui ad avere tutte quelle responsabilità che lui stesso voleva evitare; ma perché Lune sembra così ostinata? Perché proprio con lui? Che cos’ha di così unico che la costringe e restare in ogni occasione?
Lui è… uno stronzo: la tiene nascosta, ha paura della reazione di suo padre, le fa vivere una storia nascosta, fatta di segreti, di incontri organizzati per sembrare semplici pomeriggi “passati con lo zio”, appuntamenti dove ogni bacio, ogni carezza, ogni abbraccio deve passare inosservato, deve essere nascosto da occhi indiscreti, sentimenti che devono aspettare di essere dentro le mura di casa Hood per poter aver libero sfogo, perché fuori è proibito, è pericoloso, la gente vede, parla, non hanno bisogno di nuovi casini o forse: è lui a non averne bisogno.
Come può lei sottostare ancora? Perché si ostina a voler stare con lui? È così bella, è così dannatamente giovane, può davvero avere di più, può davvero essere felice con un altro, perché non lo lascia? Perché non lo manda a quel paese, come si meriterebbe, e si crea una vita diversa? Magari pure più bella, perfetta, unica, fatta per lei?
«Cal? Stai bene?» la voce di lei lo richiama dai suoi pensieri, gli occhi blu di Lune puntano ai suoi con fare preoccupato: si è imbambolato, seduto in quello sgabello, con il basso tra le mani.
«S-sì, una meraviglia» balbetta, mentre lei continua a fissarlo, quello sguardo che gli ricorda troppo quello di Luke, uno sguardo che ha già capito che qualcosa non va.
«Ti dedico questa» annuncia, come a voler cambiare discorso, cominciando a suonare quel basso, cominciando ad intonare le note di quella canzone, la prima che gli è passata per la testa, la canzone che secondo lui, è perfetta per loro due: I miss you, Blink 182.
Lune sorride, la sua voce è così perfetta, quella canzone cantata con l’anima, come se lui stesse cercando di farle arrivare i suoi pensieri, le sue paure, le sue ansie: di notte non riesco a dormire, mi chiedo sempre dove sei, non posso sognare senza di te al mio fianco, perché ho bisogno di qualcuno, qualcuno che sia tu, sempre; a volte non so neanche se chiamarti, l’indecisione mi invade, mi fa sentire così male e a volte mi chiedo: verrai ancora a salvarmi da questo dolore? Verrai ancora a cercarmi? A rendermi felice con un sorriso?
Ma molte volte penso anche: non sprecare il tuo tempo con me Lune, non credo di meritarlo, credo che tu debba… andare avanti senza di me, ma allo stesso tempo sei la voce che mi assilla, sei dentro di me, dentro ad ogni mi pensiero, se te ne andassi, mi mancheresti come non mai, vorrei davvero che tutto questo non finisca mai.
«Non spreco il mio tempo, posso assicurartelo» sussurra lei, non appena lui finisce quella canzone, baciandogli la fronte, sorridendogli dolce, come se avesse capito, come se Calum fosse un libro aperto che lei, ormai, conosce a memoria, non si perde neanche un piccolo dettaglio di lui.
«Papà canta spesso questa canzone a mia mamma, quando vogliono ancora fingersi adolescenti» ridacchia appena, facendo sorridere il moro a sua volta.
«Ti va di… accompagnarmi in un posto? Devo comprarmi… una cosa» dice quasi balbettando lei, arrossendo leggermente, mentre lui annuisce, posando il basso al suo posto, scrutandolo un’ultima volta, cercando di convincersi che non ha bisogno di un altro basso, ne ha già troppi, non gli serve, ne è sicuro.
 
«Lune: negozio di intimo? Dimmi che stai scherzando» esordisce Calum, non appena Lune si ferma davanti alla vetrina di quel negozio.
«Ho bisogno di un completo, la cosa ti turba? Non posso mica andare in giro senza mutande…» si avvicina al suo orecchio «… come oggi» e Calum si sente sbiancare, mentre la giovane Hemmings lascia libero sfogo ad una risata rumorosa.
«Dimmi che stai scherzando» balbetta il moro, mentre lei non riesce a riprendere fiato, la sua faccia è troppo buffa, è così pallido.
«Ovvio che scherzo, Cal, per chi mi hai preso? Papà Luke potrebbe uccidermi!» gli dà una pacca sulla spalla, per poi incitarlo ad entrare, nonostante le sue guance continuino a passare dal bianco al rosso acceso.
Calum non osa guardarsi attorno, troppa paura di essere riconosciuto, troppo imbarazzato nell’essere lì con Lune: si nasconde nel reparto uomo fingendo di cercare qualcosa per lui, ma invece di fissare i capi in esposizione, si fissa i piedi, in attesa; Lune è già sparita alla ricerca di un completo “adatto”, lui non osa andare a cercarla, troppo imbarazzato.
Il vibrare del suo cellulare lo fa sobbalzare dallo spavento.

“Camerini. Ora. Dai dammi una mano!” scrive Lune, mentre lui alza gli occhi al cielo: se vuole essere scoperta ci sta riuscendo, nel migliore dei modi!
Calum si sente l’unico uomo in mezzo a tutte quelle donne, donne che si danno consigli, donne che sfoggiano completi intimi alle amiche e chiedono consigli, si sente arrossire e vorrebbe uccidere Lune per averlo portato in quel posto; la ragazza mostra la sua testa scostando un po’ la tenda, richiamando la sua attenzione, per poi scomparire.
Calum la raggiunge, scosta la tenda appena, bisbiglia un «Dimmi» piuttosto nervoso, mentre davanti a lui, la figura di Lune, messa di spalle, con solo la gonna addosso, mentre tenta di infilarsi un reggiseno, lo fa arrossire come non mai, deglutisce a fatica.
«Me lo allacci?» chiede lei, come se fosse la cosa più semplice al mondo, mentre le mani tremanti di Calum vanno a maneggiare quel gancetto che tanto odia.
Lune si specchia, sbuffa infastidita «Odio le mie tette minuscole» dice, fissando le coppe vuote, delusa della propria immagine.
E Calum, alza gli occhi al cielo, per poi intrufolarsi dentro al camerino, abbracciando Lune da dietro, baciandole il collo. «Lune, tu lo sai che questi capricci sono per le bambine, vero?» la prende in giro, mentre lei sbuffa ancora «Tu non puoi capire, sei Calum Hood infatti» e lui ridacchia. «Sai cosa pensavo? Dovrei rifarmi il naso, è enorme» commenta, ricevendo da lei uno sguardo fulmineo. «Il tuo naso è perfetto, non fare lo sciocco» lo rimprovera, abbracciandolo, mentre lui le accarezza la schiena nuda, baciandole la testa. «Lo sei anche tu, e non intendo che sei sciocca» bisbiglia, gli occhi di lei vanno a fissare quelli di lui, le loro labbra si uniscono, baci quasi sussurrati, baci così silenziosi che sembrano quasi non esistere.
«Dai, vestiti, ho voglia di andare a casa, soli io e te» le bacia il naso Calum, per poi scappare da quel camerino: non vuole proprio pensare a come le sue carezze potrebbero diventare pericolose solo aspettando qualche secondo in più.
 
Davanti alla porta di casa Hood, mentre Calum cerca le chiavi, Lune si fissa i piedi e con voce flebile, cerca di prendere un po’ di coraggio, cerca di non bloccarsi. «C’è una ragione» riesce a dire, catturando l’attenzione del moro che, inarcando il sopracciglio, la guarda.
«Se resto con te, c’è una ragione» ripete un po’ più chiaramente, continuando a fissarsi i piedi, mordendosi il labbro inferiore, deglutendo a fatica, la sua bocca è secca, è agitata come non mai.
«Ti amo, Calum. Sono davvero convinta di questo» arrossisce ancora, mentre a lui manca il respiro, il cuore batte troppo forte, le gambe quasi cedono, non ha il coraggio di rispondere, non ha il coraggio di parlare.
Il suo subconscio lo porta solo ad avvicinarsi a lei, porta le mani sul viso di Lune, guarda i suoi occhi come se fossero la cosa più bella al mondo, sorride appena, per poi appoggiare nuovamente le sue labbra su quelle di lei, baciandola come non ha mai fatto prima.
Ti amo.
Quanto tempo è passato dall’ultima volta che Faith gliel’ha bisbigliato? Da quanto tempo non lo sente dire da una persona così cara a lui? Da quanto tempo non sente quelle due parole dette con sincerità pura? Troppo tempo.
E lui non ha neanche avuto il tempo di rispondere, lui non ha avuto il coraggio di dire nulla, ha solo reagito, ha solo deciso di baciarla, come se questo bacio potesse esprimere al meglio quello che prova, come se questo bacio fosse superiore alle parole.
E Lune sorride mentre le sue labbra cercano quelle di Calum, sorride perché lei lo ha capito, perché lei non ha bisogno di sentire quello che lui prova, perché lei lo conosce così bene che non ha bisogno di dimostrazioni, non ha bisogno di conferme.
E mentre loro si baciano, sotto il portico di casa Hood, senza preoccuparsi del fatto che qualcuno potrebbe vederli, senza preoccuparsi, per una volta, del mondo che li circonda, non si rendono conto di commettere l’errore più grande della loro vita.

Perché in quella macchina nera, quegli occhi li stanno fissando, occhi increduli, occhi sconvolti; mani che hanno sollevato gli occhiali da sole, portandoli sopra la testa, come a voler vedere meglio, come se avesse paura di essersi sbagliato, quando invece l’immagine che ha davanti a sé è più reale che mai: Calum sta baciando Lune, Calum lo sta facendo per davvero, la tiene stretta a sé, non sembra incerto su quello che fa e lei sembra così felice, sembra così a suo agio e la cosa lo fa rabbrividire, gli fa raggelare il sangue, non può essere vero, non può essere reale una cosa simile, si rifiuta di crederlo.
Riprende posto sul sedile, come se le sue gambe non avessero la forza di reggerlo in piedi, li guarda entrare in casa, guarda le loro mani intrecciate, le loro labbra che si cercano ancora, non ci vuole credere.
Deve fare qualcosa.
Deve andare da loro.
Ma non ora.
Aspetterà.
 
 

Note di Nanek

Helloooooooooooo <3
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah, qualcuno li ha visti!!! Li ha visti li ha visti dannazioneeeeeeeeee!!!! Chi chi chi?!?!?!?!?! Beh, diciamo che se leggete molto attentamente capite se è un ragazzo o una ragazza a scoprirli :D ma oltre a questo misero dettaglio: non si capisce troppo bene chi è la persona misteriosa che si nasconde in macchina!!!! :D che cattiva che sono vero? Buahahah, dai, sabato prossimo arriva veloce ve l’assicuro ;)
Siete felici almeno? Tutte a pensare a quando qualcuno li trova ed eccoci qui insomma ;) bene, anche se lo avete già fatto (le vostre recensioni le leggo sempre u.u) che ne dite di provare a indovinare? ;) scegliete un solo personaggio (sennò se li citate tutti è troppo facile :D) che secondo voi è colui/colei che scoprirà i due piccioncini qui :D
Detto ciò, parliamo anche dell’altra parte di capitolo dai :D Lune gli ha detto “Ti amo” *-* e quell’altro idiota non ha neanche risposto: si può essere più cretini? Vabbè, lasciamo stare.
Però Cal è dolce a dedicarle una canzone *-* gliene dedicherà tante ve lo garantisco :D è pur sempre un cantante lui U.U eh!
Cmq, bene, detto tutto questo, passo a ringraziarvi *-* ma quante siete amori miei? Sì vi chiamo amori, posso? Non sentitevi in imbarazzo è una cosa detta con affetto u.u come se ve lo dicesse vostra sorella (?) io sorelle non ne ho lol quindi vi adotto tutte!
Sto diventando sempre più scema.
Ad ogni modo:

Grazie a quelle 91 fanciulle che hanno messo la storia tra le preferite <3 siamo volate al sesto posto tra le popolari e io vi vorrei abbracciare tutte *-* cioè siete uniche, non so cosa dire. Vi adoro <3
Grazie alle 7 personcine che hanno messo questa storia tra le ricordate <3 siete tenerissime <3 tanto love <3
Grazie alle 68 seguite <3 siete spettacolari e io vi adoro <3
Ma grazie alle 16 matte che hanno lasciato una recensione allo scorso capitolo <3 ilary_dangy onesecondofdirection fight_till_its_over TheBlueRose Marianne_13 FriendshipIsNotEnough 1Derful_ Nerhs Ossidiana_ luce_ghiaccio Smile_LWWY She loves writing AbigailDarkness Mrs_Stypayhorlikson Tomma_Ash DarkAngel1 matte in senso buono, perché vi adoro tantissimo e le vostre parole sono così awwwwwwwww non mi stancherò mai di leggerle <3


Bene, direi che ho finito =) care mie, io non smetterò mai di ringraziarvi per ogni cosa <3 siete davvero tanto dolci e vi adoro tutte <3 dico davvero =)
Spero di non deludervi con i prossimi capitoli, vi avviso sin d’ora di armarvi di fazzoletti, cioccolata, antistress… tutto quello che volete :D ma preparatevi ;)
Grazie ancora di cuore <3 al prossimo sabato ;)
Nanek
  
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