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Autore: OfeliaMontgomery    26/04/2014    2 recensioni
Il mio nome è Tiffany Rose e il giorno di Halloween ho perso tutti. Ho perso una madre dolce e apprensiva, una piccola sorellina giocherellona che amavo tanto e un padre protettivo che sarebbe andato contro tutti e tutto pur di proteggermi. I miei amici, Lola dolce e ingenua e Ryan forte e sempre con la battuta pronta. Se stavi male cercava in ogni modo di tirarti su di morale. E ora non ci sono più, sono tutti morti. Sono rimasta sola con l’altra mia sorella minore, l’unica che sono riuscita a salvare in quel maledetto giorno.
Quel giorno che tutti avevamo atteso con ansia si è trasformato in una carneficina vera e propria. I mostri camminavano in mezzo a noi. Quella notte i morti viventi, quegli zombie hanno attaccato ogni forma di vita distruggendola. Si sono nutriti di persone innocenti. Hanno infettato con il loro morso molte persone, trasformandole in zombie. E hanno ucciso, mangiato, squartato tutti, compresa la mia famiglia e i miei amici.
Nessuno sa il motivo di questa invasione, nessuno sa da dove sia potuto iniziare il virus. Per adesso l’unica mia preoccupazione è portare al sicuro mia sorella Alice. Il più lontano possibile dalla città.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“Correva fra i boschi, inseguita da persone vive che volevano ucciderla. Perché? Per quale motivo?Più umani erano, meglio si stava. E non solo divoratori, pronti a staccarti la carne dalle ossa.
Dei dannati non morti si accorsero della sua presenza e girandosi dalla sua parte, iniziarono a zoppicare oppure strisciare - per quelli che non avevano le gambe – verso lei.
Hannah correva tenendo ben saldo fra le mani il suo fucile; uno zombie le si piazzò davanti cercando di morderla, buttandosi addosso a lei, ma fu più veloce, tirò fuori dalla cintura il suo pugnale e lo conficcò nel cranio del non morto. Appena il divoratore si fu accasciato, Hannah ricominciò a correre, sentiva le voci dei suoi rapitori che la chiamavano. Si stavano avvicinando a lei, pronti a prenderla, per fare chissà cosa. Stuprala? Come minimo. Picchiarla? Ovvio. Lasciarla andare? Neanche per sogno.
Hannah girò la testa indietro per vedere se erano così vicini a lei, quando la rigirò, non si accorse di una buca e ci cadde dentro, picchiando il ginocchio e tagliandosi una coscia. Cercò di trattenere le urla, perché sennò l’avrebbero trovata. Ma quello che c’era li sotto era peggio. C’erano almeno sette zombie, pronti per mangiarsela. Uno le balzò addosso pronto a mangiarsela.”
Sentimmo un urlo partire del piano superiore. Jason ed io corremmo subito a vedere cosa succedeva. C’era Hannah che si dimenava e urlava nel letto, intrappolandosi così nelle lenzuola. Appoggiai il fucile su una sedia di legno, nell’angolo vicino al suo letto e mi avvicinai a lei svegliandola.
– Hannah calmati, sei al sicuro – le sussurrai, accarezzandola la chioma rossa, inzuppata di sudore.
La rossa si guardò in giro spaesata, incominciò a piangere e a tremare, quando i suoi occhi incrociarono quelli di Jason. Jason abbassò lo sguardo e capì perché stava reagendo così. Suo fratello le aveva fatto del male. Mi diede un bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza, dicendomi che mi avrebbe aspettato di sotto.
Si alzò di scatto, sbattendo la gamba contro al comodino, urlò dal dolore, – Voi mi riporterete da quelli là. Qui non sono al sicuro – strillò prendendo il suo pugnale da sopra al comodino e puntandomelo alla gola.
– Calma ti prego – tremai, mentre avvicinava sempre di più il pugnale – Non siamo con quelli, hanno cercato di fare del male anche a me e a mia sorella. Suo fratello, il ragazzo che c’era prima, ci ha aiutato ed è venuto via con noi. Qui sei al sicuro – dissi a corto di saliva e sperai che la rossa, tirasse indietro il pugnale.
Lentamente ritrasse il pugnale e se lo infilò nella cintura – Perché dovrei crederti? – chiese schietta.
Sospirai – Perché è la verità. Noi siamo qui da due settimane e non sono mai venuti a cercarci. Gli zombie ogni tanto arrivano, ma non sono tanti e riusciamo ad ucciderli tutti poi li bruciamo in una buca – appena finii di dire la frase, Hannah sbiancò. Non so per quale motivo, ma sbiancò. Era diventata pallida, così pallida da fare invidia ai vampiri.
– Ti senti bene? È meglio che tu ti sieda – le dissi, facendola sedere sul bordo del letto. Mi sedetti al suo fianco e le chiesi di raccontarmi quello che le era successo. Iniziò a raccontarmi di come il gruppo del fratello di Jason, l’avesse presa con le forze dalla sua piccola capanna e portata al loro campo. L’avevano picchiata, torturata e se non fosse riuscita a scappare, l’avrebbe anche stuprata. Mi disse anche che scappando finì in una buca piena di zombie. Ma riuscì ad ucciderli tutti, senza farsi mordere. Si arrampicò nella buca e riuscì dopo un paio di tentativi ad uscire da lì e arrivare fino a noi.
– Mi dispiace davvero. Se vuoi riposarti ancora fa’ pure, noi siamo di sotto – le dissi gentilmente, accarezzandole i capelli. Ah, sembravo mia madre. Oh quanto mi mancavano, mamma, papà e Lottie. Vorrei che fossero qui.
Hannah scosse la testa – Voglio venire giù – mi disse semplicemente e con il mio aiuto, riuscì a scendere al piano inferiore. Dove c’erano Sarah e Alice intente a preparare la cena. Leroy stava accendendo il fuoco, nel piccolo camino, perché quella sera faceva davvero freddo. Jason e Regina invece non c’erano.
– Jason e Regina? – chiesi ad Alice, che si girò verso di me alzando le spalle, – Forse sono fuori a spostare gli zombie per bruciarli domani mattina – mi rispose tornando a cucinare.
Feci accomodare Hannah sul divano, Leroy le controllò la ferita, mentre io uscii alla ricerca di Jason.
– Jason? Jason? – urlai attirando a me uno zombie. Corsi verso il recinto e lo colpii in testa con il coltello.
– Tiffany sono qui – sentì urlare dall’altra parte, quando mi girai, trovai Jason intento a trascinare il corpo di un non morto, per portarlo nella buca che avevamo scavato, dietro ai campi.
– Arrivo – urlai, incominciando a correre dalla sua parte, quando fui abbastanza vicina, potei notare che Regina mancava – Dov’è Regina? – chiesi.
Jason alzò la testa e si pulì la fronte – E’ nel fienile – rispose tranquillamente. Buttò un non morto nella buca e poi pulendosi le mani con i guanti, tornò a prendere gli altri. Gli diedi una mano, infatti finimmo molto presto. Nel frattempo arrivò Regina che ci diede una mano anche lei. Ne rimasi davvero colpita. Finalmente aiutava.
– Quella ragazza sta bene? L’ho sentita urlare – chiese Regina trascinando una donna-zombie mezza putrefatta, le mancava persino un braccio.
– Si, mi ha raccontato quello che le è successo – dissi, buttando un zombie nella buca poi iniziai a riferire quello che mi aveva detto Hannah.
Jason sospirò, –  Mio fratello è un bastardo – esclamò tirando un calcio ad uno zombie, facendolo cadere nella buca, emettendo così un leggero rumore.
– Tu sei diverso – gli dissi, avvicinandomi a lui. Jason mi abbracciò di slancio, mormorandomi un grazie.
Regina tossicchiò poi scrollando la testa, girò i tacchi e si incamminò verso casa. Ci urlò di muoverci poi entrò nella casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Quando Jason si staccò dal mio abbracciò, portò una sua mano dietro al mio collo e avvicinò il mio viso al suo poi combaciò le nostre labbra, in un bacio. Che da dolce diventò più passionale. Ci staccammo solo per riprendere fiato, – Forse è meglio entrare – dissi respirando con fatica. Jason rise poi annuì e prendendomi per mano, entrammo in casa.
Quando entrammo in casa, la cena era già stata servita e mancavamo solo noi. Alice mi si avvicinò e dandomi una sberla sul braccio, mi disse di sedermi e mangiare che ai baci ci pensavo dopo. Mi fece ridere, era di una dolcezza assurda, la mia piccola Alice.

 
  
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