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Autore: Shikayuki    26/04/2014    2 recensioni
Dal Cap 1
Mi arresi e uscii allo scoperto, fronteggiando un paio di occhi verde smeraldo incastonati in un volto delicato dalla pelle pallida e le labbra sanguigne e piene.
Il suo sorriso si spense:-Oh mio dio, ma tu sei…-
-Vuoi diventare turnista della nostra band?- non le diedi il tempo di chiacchiere inutili, avevo deciso, e quando Synyster Gates decide nessuno puo’ discutere.
*I capitoli da 1 a 6 sono in revisione, ma non verranno apportate modifiche alla struttura della storia*
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Roxy!




*ROXY’S POV*
-Ocsy!- sentii una vocina squillante chiamarmi e subito dopo qualcosa mi strinse forte poco sopra le ginocchia.
Sorrisi subito come un’ebete e poi mi piegai, prendendo in braccio quella piccola forza della natura che era la copia sputata del padre, tranne che per i capelli biondissimi.
-River, ma sei già arrivato!-
-Da oco!- urlò lui battendo le mani felice –Ocsy giochiamo!-
In spiaggia il bimbo si era affezionato tantissimo a me dato che avevo giocato con lui tutto il tempo e non mi aveva mollato un attimo, neanche durante il falò, restandomi seduto accanto a guardarmi affascinato mentre suonavo canzoni da spiaggia insieme a Brian.
-Mi dispiace cucciolo, adesso devo lavorare, ma ti prometto che dopo il concerto giochiamo, va bene?-
-Itarra?- chiese speranzoso.
-Certo che si! Ti prometto che dopo te la faccio suonare, va bene ometto?-
Mi scrutò serio per un attimo, sondandomi con i suoi occhioni verdi, per poi aprirsi in un sorrisone.
-River?- mi sembrava la voce di Valary, e pensai che lo stava cercando dopo che il bimbo si era allontanato da solo, così lo rimisi giù e lui corse dalla madre urlando felice. La mia intuizione era giusta però.
-Mamma! Ocsy mi da itarra opo!
-Cucciolo, ecco dov’eri! La mamma ti aveva detto di non venire qui dietro che è pieno di roba pericolosa e soprattutto di non allontanarti da solo!- lo riprese lei, visibilmente preoccupata, ignorando la gioia del piccolo.
-Ma mamma, Ocsy e itarra…- rispose lui, visibilmente dispiaciuto della reazione della madre, con gli occhioni lucidi. Valary si impietosì a quella vista e a quel tono sconsolato e mi lanciò uno sguardo, ma io mi strinsi nelle spalle, non sapendo cosa fare o dire.
-Scusa cucciolo, la mamma si è spaventata tantissimo non trovandoti più in giro e qui è pericoloso per un bimbo piccolo… vieni a dare un bacio alla mamma per fare pace?-
River esitò un attimo, ma poi si precipitò tra le braccia di Val, stringendola forte con le sue manine paffute. Sorrisi vedendo quella scena, ma poi notai che la donna mi stava fissando mentre abbracciava il figlio, così le sorrisi direttamente con calore.
-Ciao Valary, come è andato il viaggio?- le chiesi cordiale avvicinandomi.
-Ciao Roxy!- mi salutò a sua volta cordiale, ma notai circospezione nel suo sguardo –Il viaggio è andato a meraviglia e fortunatamente questo piccolo ometto ha dormito tutto il tempo, è stato bravissimo!- sorrise dolce e scompigliò i capelli al bimbo, che sorrise divertito. Osservandola non potei fare a meno di notare la sua bellezza: non era truccata ed era sfatta per il viaggio, ma comunque manteneva una bellezza particolare. Avevo sempre invidiato le gemelle DiBenedetto per essere sempre perfette in ogni situazione.
-Sono felice che siete arrivati in tempo per il concerto: Matt mi stava raccontando del ritardo del volo ed era molto dispiaciuto al pensiero!-
-Fortunatamente abbiamo tardato solo un paio d’ore, niente di grave…-
-Hey cucciolo, sei pronto a vedere papà e gli zii sul palco?- chiesi poi a River, dato che Valary non sembrava voler continuare la conversazione e non capivo il perché di quella freddezza: in spiaggia era stata così cordiale ed amichevole… forse era stanca per il viaggio e forse io stavo diventando paranoica.
Scossi la testa allontanando il pensiero, per poi avvicinarmi al bimbo e dargli una carezza sulla testolina bionda.
-Ocsy, itarra!- saltò lui eccitato, suscitando una risata in me e Valary.
-Va bene cucciolo, ti prometto di nuovo che dopo il concerto sarò tutta tua!-
Lo presi in braccio ed iniziai a fargli il solletico, facendolo scoppiare in risatine e gridolini acuti. Vidi l’espressione di Valary addolcirsi a quella vista e stava per dire qualcosa, ma fu interrotta.
-Roxy, ma dove diamine sei finita?-
Brian mi stava chiamando a gran voce, con un tono leggermente isterico, così mi strinsi nelle spalle per scusarmi con Val e mi affrettai a rispondergli, per evitare una crisi isterica in piena regola.
-Sono nella rimessa strumenti, ho avuto un piccolo contrattempo!- dissi poi facendo zittire River e facendolo nascondere dietro ad un amplificatore, per poi fare un occhiolino a Val che intuì il mio piano e di rimando mi strizzò a sua volta l’occhio, complice –Puoi venire per favore?-
Cercai di infondere più panico possibile nella mia voce così da far precipitare Brian, che arrivò un attimo dopo trafelato e preoccupato, per poi essere assaltato da un River felice, che gli strinse le gambe proprio come aveva fatto con me.
-Io Briii!- urlò il bambino felice e il voltò di Brian si rilassò visibilmente, passando da agitato a sorpreso a felice in una frazione di secondo.
-Cucciolo di zio!- urlò con una vocetta dolce che non gli avevo mai sentito, tirando su il bambino e stringendolo tra le sue forti braccia tatuate, facendolo scoppiare a ridere.
-Io, Ocsy fa suonare itarra dopo!- urlò felice il bimbo, comunicando la notizia allo zio.
-Ma come Roxy? Non lo sai che il miglior chitarrista del mondo è lo zio?- chiese lui fingendosi offeso.
-Hey Gates, scendi dal piedistallo!- gli risposi scoppiandogli a ridere in faccia.
-Porta rispetto signorina, almeno per diritto di anzianità!-
-Giusto, dimenticavo che rispetto a me sei un vecchiaccio!- gli risposi dedicandogli una linguaccia e facendo scoppiare a ridere Valary.
-Vecchiaccio?- sbiancò letteralmente lui –A chi hai osato dare del vecchiaccio?-
-Cosa? Io non ho detto proprio nulla…- feci finta di niente e fischiettai allegramente.
-Ah, è così?- disse minaccioso, per poi confabulare con il piccolo River, che gli era rimasto ben piantato in braccio. Non prometteva nulla di buono.
-Brian, non rendere il piccolo complice delle tue malefatte!- Valary finalmente intervenì e gli si avvicinò, recuperando River dalle braccia dello zio.
-Val, non ti avevo proprio vista, scusami!- disse Brian sorpreso e io mi chiesi come cavolo aveva fatto a non notarla dato che era stata lì tutto il tempo.
-Certo, come avresti potuto?- rispose lei enigmatica e con uno strano sorriso sul volto.
Subito percepii tensione nell’aria che non sapevo spiegarmi, finché non ebbi l’illuminazione che forse c’entrava la storia tra Brian e Michelle, anche se non capivo bene come riferito alla situazione.
I due continuavano a fissarsi e non sapevo come uscire da quella situazione, quando qualcuno venne in mio soccorso.
-Rox, sei qui dietro?- chiamò Arin poco prima di sbucare nella rimessa.
-Si, sono qui!- mi affrettai a rispondere interrompendo il breve silenzio che era calato.
-Eccoti trovata!- sorrise felice per poi accorgersi degli altri –Ciao Valary, ce l’avete fatta ad arrivare in tempo! E ciao anche a te cucciolo!- disse dando una carezza sulla testolina bionda del piccolo.
-In!!!- urlò quest’ultimo facendogli cenno di volergli andare in braccio, per essere accontentato subito.
-Volevi qualcosa Rin?- gli chiesi, lanciandogli una muta richiesta di aiuto, che speravo captasse.
-Certo, volevo chiederti se ti andava di fare il soundcheck insieme, almeno recuperiamo tempo e possiamo uscire un attimo: c’è un negozio di batterie che ho sempre voluto visitare proprio dietro l’angolo e mi serve qualcuno che mi riporti indietro in tempo per il concerto!- disse lui facendo giocare il bambino con le bacchette e sorridendo allegro.
-Certo, perché no?- risposi cogliendo al volo l’opportunità e recuperando la mia chitarra –Val, Brian, scusate, devo andare! Cucciolo, ci vediamo dopo il concerto, va bene?-
-Ciao Ocsy!!!- rispose quello felice.
-Ragazzi, aspettate, mi unisco al soundcheck, così ho un po’ di tempo libero prima del concerto!- disse Brian.
Alla fine eravamo giunti a destinazione prima del previsto e avevamo scoperto che era tutto pronto e che quindi avevamo la bellezza di un paio d’ore per il soundcheck, così tutti se la stavano prendendo comoda, e Brian in particolare aveva detto che voleva farlo per ultimo, non avevo capito per quale motivo in particolare, quindi mi parve strano che volesse farlo insieme a noi, che eravamo sostanzialmente i primi.
Il mio cervello sembrava particolarmente attivo e mi suggerì che forse c’entrava con il fatto che Brian non volesse restare solo con Valary per un motivo più che valido: ancora non si sentiva pronto ad affrontare sua cognata. Decisi di rendermi complice e gli sorrisi.
-Solo se ti sbrighi a muovere le tue vecchie ossa per recuperare la tua chitarra!-
Mi sorrise grato e prese il suo strumento.
Ci congedammo tutti e tre da Valary e dal piccolo e poi ci dirigemmo verso il palco in assoluto silenzio, ognuno immerso nei proprio pensieri.

*VALARY’S POV*
Finalmente li avevo visti insieme e finalmente avevo capito qualcosa di più.
Assistetti al concerto da una delle fosse del palco, con River in braccio che acclamava a gran voce i suoi ‘zii’, il padre e Roxy, che dovevo ammettere essere eccezionale con una chitarra in mano.
Mentre le note si susseguivano potenti, avevo avuto tempo per pensare ed analizzare la situazione ed ero stata molto critica, in fondo si trattava di mia sorella e non volevo che soffrisse.
Appena mi aveva esposto i suoi dubbi per qualche strano motivo le avevo creduto, nonostante conoscessi Brian come le mie tasche e mi fidavo del giudizio di Matt, che riteneva Roxy una ragazza seria e professionale, ma adesso, vedendoli così avevo capito tutto quanto.
Avevo letto la confusione negli occhi di Brian e potevo quasi sentire il tumulto dei suoi pensieri provare a soffocarlo.
Ricordo ancora quando Jimmy ce lo presentò, dopo che erano diventati amici durante una rissa alla quale parteciparono entrambi…

Scrutavo curiosa il nuovo arrivato da dietro a Matt, che a sedici anni era già un armadio umano e anche un ragazzo molto geloso e poco fiducioso, tanto da pararmisi davanti per non permettere a quello sconosciuto di guardarmi troppo. Non sapevamo nulla di lui, dato che viveva in un altro quartiere e frequentava un’altra scuola, ma era raccomandato da Jimmy, e tutti ci fidavamo del suo giudizio.
Se ne stava li, accanto a Jimmy, intento a presentargli tutti e sproloquiare su non so cosa di musica. Aveva il sottile labbro inferiore spaccato, un livido sullo spigoloso zigomo sinistro, una maglia dei Pantera sdrucita e un sorriso strafottente, che però non nascondeva bene la sua timidezza.
Mossa da non so quale forza, ignorando le proteste di Matt, mi avvicinai a lui e porgendogli la mano mi presentai.
-Io sono Valary, la ragazza di questo scimmione qui,- dissi indicando lo scimmione in questione (che borbottò un qualcosa di molto simile ad un –Che ti spaccherà la faccia al primo passo falso.-) –piacere di conoscerti.-
Parve stupito dal mio comportamento e intimorito dalla stazza di Matt, ma mi strinse comunque la mano.
-Brian, piacere…- cercò di sembrare sicuro di sé, raddrizzò le spalle e gonfiò il petto.
-Bene Brian, che ne dici se ti disinfetto il labbro?- ridacchiai per poi trascinarlo sul divano.

Da quel giorno diventammo amici e stranamente Matt non disse nulla, anche se i primi giorni rodeva di gelosia, prima di capire che tra me e Brian stava solo nascendo una sana amicizia.
Pian piano il ragazzino che si atteggiava a strafottente si rivelò per quello che era, ovvero solo un ragazzo con un incredibile dono in cerca di un gruppo al quale appartenere. Ogni volta che suonava rimanevo affascinata dalle sue lunghe dita che si muovevano agili sulla chitarra e pensavo che ce l’avrebbe fatta a diventare qualcuno. Passavamo pomeriggi interi nel garage di Matt a suonare e a bere, anche se lui in realtà non faceva parte degli Avenged Sevenfold, ma aveva una band insieme a Jimmy e ad altri loro amici. Quei pomeriggi non li dimenticherò mai, così come non dimenticherò mai il giorno in cui lui e Michelle si conobbero.

Mich studiava in una scuola diversa ed aveva orari assurdi, per questo non faceva mai in tempo a venire alle prove, anche perché la sua scuola si trovava a Los Angeles e ci voleva un’oretta di bus per raggiungerla. Un giorno però non stava molto bene, così riuscimmo a convincere nostra madre a tenerla a casa e non ci mise nulla a sgattaiolare dalla finestra per venire con me a sentire le prove. Destino volle che quel giorno c’era anche Brian, chiamato a sostituire il chitarrista solito che era malato.
Arrivammo che lui non c’era ancora, così decidemmo di fargli uno scherzo: lui non aveva mai visto Michelle, anche se sapeva che avevo una sorella gemella, quindi perché non provare a fargli credere che Mich fosse me? In quel periodo avevamo anche i capelli più o meno uguali in quanto a lunghezza e tinti di scuro, anche se io li avevo neri e lei castani scuro. All’inizio mia sorella si rifiutò, era una persona molto timida anche lei, poi però accettò, così io mi nascosi e mi godetti la scena.
Brian entrò, salutò tutti e poi andò ad abbracciare Mich, che si fingeva me.
-Hey nanetta, ieri non sei venuta a sentire le prove dei Pinkly, non ti vergogni?- poi però guardò bene Michelle e arrossì di botto, facendo scoppiare tutti a ridere, me compresa, che uscii fuori dal mio nascondiglio –Tu non sei Val!-
-No, io sono la gemella cattiva, Michelle!- rispose mia sorella con tono sicuro e non potei fare a meno di pensare che lei non aveva mai avuto tutto questo coraggio, men che meno con i ragazzi: qualcuno era stato colpito al primo sguardo!
-Scusami, non volevo abbracciarti, cioè, no, non che non mi sia piaciuto, ma… oddio ma che sto dicendo???- balbettò Brian andando nel pallone e facendoci ridere ancora più forte.
-Tranquillo, non è successo niente… come ti chiami?-
-Che idiota, non mi sono nemmeno presentato!- disse dandosi uno schiaffo in fronte –Brian… io sono Brian!-
-Beh, è stato un piacere Brian!-


La storia tra quei due fu un calvario ed entrambi sbagliarono nel corso degli anni, tradendosi a vicenda in inutili vendette e facendo scenate di gelosia, ma io credevo in quella storia e quando finalmente misero entrambi la testa a posto, ci fu un sospiro di sollievo generale.
Poi però successe di Jimmy e Brian cadde in depressione. Ci fu un momento in cui pensai che tutto il mondo che conoscevo fino ad allora sarebbe crollato inesorabilmente, ma contro ogni aspettativa ognuno riuscì a reagire, trovando una valvola di sfogo e di aiuto.
Per me e Matt fu la mia gravidanza, per Zacky fu la musica, per Johnny fu Lacey e per Brian, contro ogni aspettativa, fu Michelle.
Tutti pensavamo che sarebbero scoppiati definitivamente e che l’ultimo paio d’anni fossero stati la calma prima della tempesta, invece no, il loro rapporto si rafforzò e Brian trasse da lei la forza necessaria per riprendersi e quando si presentò sotto la finestra di Michelle con una chitarra acustica al collo e una scatolina azzurra in tasca, tutti fummo felici: con Brian, il mondo aveva ripreso a girare.
Il matrimonio fu stupendo e i primi mesi idilliaci ed entrambi sembravano vivere su una nuvoletta, ma pian piano Michelle si montò la testa e cambiò.
Discutevo spesso con lei di questa cosa, ma non sembrava rendersene conto e dovetti assistere di nuovo ad un declino della loro coppia, lento ed inesorabile e questa volta nulla sembrava sistemare la cosa, che peggiorò con l’abbandono di Zacky.
Brian era il mio migliore amico e ormai avevo imparato a conoscere cosa gli passasse per la testa e lo vedevo tornato a sedici anni: un ragazzino che non sa a cosa appartiene e per il quale la vita è un enorme dubbio.
Avevo provato a parlarci svariate volte, ma non avevo fatto i conti con una cosa che quando avevamo sedici anni non esisteva: Synyster Gates.
Appena provavi a toccare un argomento scomodo si barricava dietro quella maschera e delle volte arrivava a ferirti pur di non farsi aiutare. Non sapevo più che pesci prendere e dalle nostre chiacchierate uscivo sempre sconfitta, anche se però non perdevo la voglia di aiutarlo: la determinazione è stata la qualità che mi ha permesso di tenermi stretto Matt per anni, nonostante il giro di groupies e arriviste che lo attorniava da quando gli Avenged Sevenfold erano diventati qualcuno.
Continuava a respingere il mio aiuto, rifugiandosi nella ricerca di questo chitarrista miracoloso, mentre Mich continuava a comportarsi come sempre senza sforzarsi di capirlo e cercare di aiutarlo.
Capivo Brian, capivo Mich, ma non avevo mai capito quei due: erano così egoisti e pensavano solo a loro stessi e il loro rapporto era un immenso mistero per me, anche perché, alla fine, anche se si perdevano si ritrovavano sempre, tornando l’uno dall’altra.
Dovevo intervenire, e anche al più presto, quei due non potevano finire così.

*BRIAN’S POV*
Vigliacco, ero stato un vigliacco, e continuavo a ripetermelo mentre suonavo, tanto che ormai non sentivo più nulla, se non quella parola rimbombarmi incessantemente in testa.
Ero terrorizzato di rimanere da solo con Valary, lei mi conosceva troppo, ero un libro aperto sotto ai suoi occhi nocciola, così dolci, ma anche così duri all’occorrenza. Era la mia migliore amica, e la consideravo tale nonostante negli ultimi periodi ci eravamo un po’ allontanati a causa di tutti i problemi che si erano susseguiti e poi adesso lei era madre, non aveva tempo di correre dietro ai miei problemi… o per lo meno questa era la storiella che continuavo a ripetermi per giustificare tutte le mie fughe insensate ogni volta che incrociavo i suoi occhi.
Synyster Gates odiava sentirsi giudicato.
Avrei dovuto affrontarla prima o poi, ma farlo avrebbe significato mettermi a nudo completamente, più di quanto avevo fatto con Roxy in quell’attimo di debolezza, del quale però non riuscivo a pentirmi, dato che dopo quella chiacchierata mi sentivo più sereno.
Quella ragazza aveva uno strano effetto su di me ed il solo averla vicino mi tranquillizzava, come se la sua presenza spazzasse via tutti i demoni che mi perseguitavano. Non sapevo il perché, era così e basta.
C’era qualcosa in lei che non riuscivo a decifrare. Forse erano i suoi occhi, che assumevano diecimila sfumature diverse nell’arco di un secondo, sempre però con una base di tristezza, o forse era la sua espressione, che lei cercava sempre di mantenere altera, forse per tenerci distanti, ma che alla fine cedeva sempre, lasciando trasparire le sue emozioni, almeno per un attimo, prima di tornare la solita espressione. Forse quel qualcosa stava anche nella sua postura, eretta e fiera, che tradiva però la sua timidezza dalle spalle, che tendeva ad incurvare, come se si volesse raggomitolare a riccio per proteggersi da qualcosa.
Era così diversa da Michelle.
Quel pensiero mi colpì veloce e per un attimo le mie mani indugiarono sulla chitarra, ma solo per un secondo, tanto che non andai fuori tempo e nessuno, tranne Roxy che subito si era voltata a fissarmi curiosa, si accorse di quel piccolissimo errore, di quel piccolo istante privo di note. Le feci cenno che era tutto a posto e subito mi sorrise, strizzandomi l’occhio e tornando a suonare tranquilla, mettendosi spalla a spalla con Johnny.
La osservai e tornai a pensare che era davvero l’opposto di Michelle.
Mentre Michelle era un fuoco dinamico che ti bruciava in un attimo, lei era piuttosto una brezza primaverile, che poteva sembrare fredda all’inizio, ma pian piano si rivelava calda e carica di profumi che prospettavano una fantastica estate. Michelle era prevedibile, e sapevi sempre quando avrebbe avuto uno dei suoi attimi vulcanici, mentre lei no, lei era tutta da scoprire e quando ti aspettavi che facesse qualcosa, in realtà faceva tutt’altro, stupendoti.
Michelle era qualcosa di conosciuto, lei qualcosa di estremamente esotico e da scoprire.
Con gli anni avevo sviluppato la capacità di muovermi per il palco e suonare nonostante fossi completamente immerso nei miei pensieri e mai, mai mi ero bloccato. Come sempre però, c’è una prima volta, e la consapevolezza di voler scoprire cosa Roxy nascondesse mi aveva schockato, bloccandomi senza che me ne rendessi conto, per lo meno non finché mette venne a darmi di gomito cercando di risvegliarmi dal trans che mi aveva colpito. Questa volta i fans se ne erano sicuramente accorti, così al primo momento utile mi avvicinai al microfono scusandomi e adducendo la scusa che non mi sentissi particolarmente bene, per poi tornare a suonare come se niente fosse, cercando di non pensare.
Non capivo più cosa mi stesse succedendo.



*Schecter's corner*

Come sempre inizio il mio spazietto autrice scusandomi con voi per il ritardo nell'aggiornare e nel rispondere alle recensioni, siete tutti fantastici e non vi meritate una ritardataria come me, ma sono molto impegnata e anzi, già è tanto che non ha abbandonato brutalmente anche questa long come ho fatto con le altre. Ve lo dovevo di continuarla e quindi eccomi qui u.u
Bene, fatte le scuse, passo a commentare il capitolo. Premetto con il dire che non mi convince affatto, ma sono dieci giorni che lo rivedo e non sono riuscita a modificarlo, quindi mi dispiace presentarvi una schifezza tale, ma dovrete accontentarvi c.c L'inserimento del POV di Valary è dovuto ad una richiesta fattami secoli or sono e vi avverto che d'ora in poi ogni tanto verrà inserito il POV di qualche personaggio secondario, che poi alla fine tanto secondario non è, dato che dovrebbe aiutare a far luce un po' di più sulla storia.
Qui troviamo un Brian ancora più confuso, una Valary che ha capito tutto più dei personaggi stessi e una Roxy che tenta di vivere la sua avventura, ritrovandosi però intrappolata in uno strano gioco che percepisce ma non capisce fino in fondo!
Beh, spero che tutto ciò vi sia piaciuto nonostante tutto e spero anche che il prossimo cap giunga un po' più presto di questo, nonostante l'inquietante calendario esami che mi si prospetta per il mese di maggio T^T
Come sempre ringrazio ognuna di quelle splendide persone che recensiscono, preferiscono, seguono o ricordano e sappiate che senza di voi non saprei dove sbattere la testa ♥

A presto,
Schecter

P.S. cosa ve ne pare di uno spin-off nel quale compaiano i My chemical romance e Roxy? Fatemi sapere! (è solo un'idea è!)

P.P.S. il titolo del capitolo è dovuto al fatto che tutti cercano Roxy... so che è idiota, ma non avevo idee T^T

  
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