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Autore: AilynCullen    19/07/2008    6 recensioni
Sorridere è vivere come un'onda o una foglia, accettando la sorte. È morire a una forma e rinascere a un'altra. È accettare, accettare, se stesse e il destino.
Genere: Romantico, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorridere è vivere come un'onda o una foglia, accettando la sorte.

 È morire a una forma e rinascere a un'altra.

È accettare, accettare, se stesse e il destino.

 

 

 

1 - ANNUNCI

 

Ero lì davanti a casa mia, Edward mi teneva stretta per mano. Dovevo solo aprire quella porta, probabilmente le parole sarebbero state vane, non appena Charlie avesse visto l’anello brillare sull’anulare della mia mano sinistra, lo sceriffo Swan avrebbe capito che la sua unica figlia stava per fare ciò che lui meno desiderava in quel momento.

Sarebbe stato facile. Cercavo di ripeterlo ininterrottamente, più per trovare il coraggio di parlargli, non perché ne fossi davvero convinta. Il mio cuore però non era d’accordo e palpitava sempre più forte pensando alla reazione di mio padre. No, non sarebbe stato d’accordo, lo sapevo ma avrebbe accettato ogni mia decisione. Contavo proprio su questo.

La porta si aprii.

«Charlie, papà dove sei?», chiesi silenziosamente, sperando quasi non mi sentisse.

«Sono in cucina», rispose.

Io e Edward ci dirigemmo verso la cucina, mentre fissavo il suo volto angelico, personificazione di una gioia che avevo visto così poche volte disegnata sul suo bel viso.

«Ciao Edward…», disse mio padre con la sua voce oramai priva di quella irritazione che traspariva nei primi tempi dopo il ritorno di Edward.

«Buongiorno Signor Swan», rispose Edward con la sua voce vellutata, mentre ci accomodavamo sulle sedie intorno al tavolo.

«Papà, io e Edward vorremmo parlarti», dissi senza distogliere lo sguardo dalla sua figura.

Gli occhi di Charlie si posarono prima su di me, poi su Edward e infine sul piccolo oggetto che brillava sulla mia mano, come volesse attirare l’attenzione su di lui.

Vidi la sorpresa, o meglio la paura nel volto di mio padre, mentre prendeva una sedia e si accomodava accanto a noi.

«Ditemi pure ragazzi», assentì mentre il suo sguardo non si distoglieva neanche per un secondo dalla mia mano sinistra.

«Edward mi ha chiesto di sposarlo! », risposi tutto d’un fiato, non volevo prolungare oltre, del resto sarebbe stato inutile tergiversare. «Ed io ho risposto di si».

Charlie rimase ancora in silenzio, come in stato di incoscienza. Sapevo che sperava avessi detto di no. Forse se lo sarebbe aspettato più del mio sì. Ma oramai era fatta.

«Ci sposeremo entro il 13 di agosto», sopraggiunse Edward. Sapevo che aveva letto nei pensieri ingarbugliati di mio padre e gli aveva dato una risposta. In quel momento Charlie si riprese.

Era più calmo di quanto pensassi e ciò mi impauriva più di qualsiasi altra sua reazione.

«Non è troppo presto, Bella siete ancora così giovani, avete una vita davanti. Potreste sposarvi fra qualche anno, magari dopo l’università!», chiese, o meglio dal tono della sua voce sembrava più volesse essere un ordine perentorio.

«Oramai ho preso la mia decisione papà, non cambierò idea. Sposarmi oggi o fra 5, 10 o 20 anni non cambierà i miei sentimenti per Edward, io lo amo», ribadì mentre sul volto di mio padre si disegnava un falso sorriso.

«Sai che non sono d’accordo, ma non posso impedirti di fare ciò che desideri, spero solo che ci abbiate pensato davvero seriamente. Il matrimonio è un passo importante. Tua madre che ne penserà?», aggiunse, sapendo che Renée, come lui non avrebbe mai approvato la mia decisione.

«La penserà come te, ma anche lei rispetterà le mie scelte», risposi con tono di chi non accetta obiezioni.

«Bella, Edward, spero che siate felici per lungo tempo», disse, poi si alzò dal tavolo, accese il televisore e si sedette sul divano.

Mi voltai verso Edward.

«Non l’ha presa così male, a parte quando ha pensato di prendere la pistola e spararmi in quell’istante, è solo preoccupato per te, ha paura che tu stia commettendo lo stesso errore che ha commesso lui, troppo giovani, troppo presto…», disse Edward guardandomi negli occhi.

«Ma per noi è diverso, non ci lasceremo mai, staremo assieme per sempre, per l’eternità», aggiunsi io mentre gli accarezzavo il volto e avvicinavo le sue fredde labbra alle mie per baciarlo.

Le sue labbra si unirono alle mie in un bacio appassionato, e nessuno dei due sembrava volesse vederne la fine, finché lo squillo del telefono non ci portò alla realtà.

«Pronto…», risposi al telefono con un filo di voce.

«Bella, come stai? Mi è dispiaciuto davvero di non essere potuta venire il giorno del tuo diploma. Però dalla tua e-mail ho saputo della festa, che ti sei divertita, ne sono lieta. Sai io è Phil abbiamo una bella notizia per te, non vorrei dirtela al telefono però, ne via e-mail, perché non vieni di qua per questa settimana? Ti prego tesoro», disse tutto d’un fiato mentre dall’altra parte del telefono cercavo di cogliere tutte le parole e di formulare la risposta corretta.

«Ehm, mamma un attimo, hai parlato così in fretta che quasi non c’ho capito nulla, comunque, io e Edward avevamo intenzione di venire di là per il prossimo fine settimana, anche noi abbiamo bisogno di parlare con te di questioni che vanno discusse personalmente», risposi mentre lei dall’altra parte della cornetta taceva come se avesse intuito qualcosa. Del resto mia madre era sempre stata molto perspicace e il nostro desiderio di parlare con lei, le aveva sicuramente messo una pulce nell’orecchio.

«Mamma, ci sei? Tutto bene?», chiesi fingendo indifferenza.

«Certo tesoro, solo sono un po’ sorpresa, di cosa devi parlarmi?», chiese oramai troppo curiosa per attendere il fine settimana.

«Te lo diremo quando saremo lì, non ti preoccupare mamma, e poi anch’io sono curiosa di sapere cosa volete dirmi tu e Phil. A presto mamma», dissi e chiusi la conversazione, evitando che potesse continuare ad insistere con le sue domande.

Edward mi guardava perplesso.

«E anche questa è fatta!», mugugnai mentre mi avvicinai ad Edward per abbracciarlo.

«Che ne dici del 13 agosto?», chiese improvvisamente Edward stringendomi più forte.

«Cosa?», chiesi come se fin’ora avessimo parlato di altro.

«Sciocchina, intendo la data del matrimonio, perché non proprio il 13 di agosto? Visto che è il tuo termine entro cui sposarci perché non farlo diventare la data ufficiale?», chiese sorridendo.

«Perfetto, sono d’accordo vada per il 13 agosto», urlai facendo sobbalzare mio padre dal divano.

«Vedo che avete deciso la data, ma c’è proprio bisogno di tutta questa euforia?», chiese Charlie con tono di stizza mista a preoccupazione.

«Certo». Conclusi.

«E ora? Che facciamo?», domandò Edward «forse potremo anche avvisare tutta la famiglia Cullen che ne dici?», sorrise con quel suo sorriso sghembo che amavo ogni giorno di più.

«Ovvio, speriamo che Alice non abbia ancora fatto la spia…», ribattei mentre il sorriso di Edward si allargava ancora di più.

«Oh no, non credo che ne avrebbe il coraggio…», aggiunse Edward con sguardo di chi sa il fatto suo.

«L’hai minacciata di toglierle la macchina o cosa? »

«No niente del genere, le ho solo detto di vedere nel futuro cosa sarebbe successo se avesse parlato».

«E cosa ha visto? », domandai perplessa.

«Oh ti basti sapere che saremo noi ad avvisare la mia famiglia del nostro matrimonio, non ti basta?», sentenziò mentre mi prendeva per mano e uscivamo da casa mia.

«Io esco papà, vado a casa di Edward, torno per cena», Gridai mentre il mio fidanzato mi trascinava via senza difficoltà.

Sentii mio padre mugugnare qualcosa da sopra il divano ma non ci feci tanto caso e seguii il mio futuro marito.

Ben presto fummo a casa Cullen, quando entrammo nell’immenso salone della casa, Alice aveva già provveduto a riunire tutti i membri della famiglia.

L’imbarazzo era tale che non sarei riuscita a spiccicare parola per fortuna fu Edward a dare il lieto annuncio, e come da copione tutti ne furono felici. Era stato facilissimo. Certo avrei preferito che anche Charlie avesse reagito così ma non si può avere tutto dalla vita. Per fortuna non aveva tentato di picchiare Edward, come mi sarei aspettata.

Tutto ci fecero gli auguri, Alice ora poteva saltellare di qua e di la, urlando che io e Edward ci sposavamo e lei sarebbe stata la damigella d’onore.

Emmett farfugliava cose del tipo, «mi raccomando Bella attenta a non inciampare nel vestito quel giorno, sai che figura se cadessi a terra come una pera cotta».

Sghignazzava mentre io lo guardavo torvo in segno di sfida, come se avessi potuto fulminarlo con lo sguardo. Mi rifarò su di lui non appena sarò una vampira risi mentre pensavo all’eventualità di io che sconfiggevo Emmett.

Rosalie che per tutto il tempo era rimasta in disparte si avvicinò a me, mi prese la mano e mi abbracciò sussurrandomi «Sii felice…».

«Grazie…», risposi mentre la mia futura sorella mi guardava con sguardo di approvazione come non aveva mai fatto.

Tutto sommato l’idea del matrimonio, che tanto mi impauriva all’inizio ora mi rallegrava, sapevo che da li a poco sarei diventata parte della famiglia Cullen, prima come moglie di Edward e poi come vampira.

Niente avrebbe potuto minacciare la mia felicità in quel momento. Tranne l’idea del fine settimana a casa di mia madre. Se con mio padre era stata abbastanza facile non speravo lo stesso con mia madre.

I giorni trascorsero in fretta e ben presto ci trovammo di fronte a Renée. Mia madre era radiosa, non l’avevo vista mai così felice.

«Bella, Edward sono così felice di avervi qui, non immaginate nemmeno lontanamente cosa sto per dirvi», disse mentre una risatina mi sfuggì pensando no io non di certo ma Edward l’avrà già letto nei tuoi pensieri.

Lui mi guardò con un volto di chi sa, ma non me lo avrebbe rivelato.

«Venite presto, Phil e di la in salotto che ci attende, peccato che abbiate proprio scelto questo fine settimana per venire qui, il tempo in questi giorni non è dei migliori», disse tutto d’un fiato come se volesse evitare in qualsiasi modo di farci parlare.

Phil era seduto sul divano aveva ancora l’ingessatura, mia madre lo raggiunse e ci accomodammo tutti attorno al piccolo tavolo di cristallo del salone.

«Bella, tesoro, non sto più in me dalla gioia, devo dirtelo subito, sono incinta, io e Phil aspettiamo un bambino…», pronunciò quelle parole come un turbine in piena mentre i miei occhi trotterellavano da lei, a Phil, a Edward.

«Un figlio? Un fratello o una sorella?», chiesi ancora scioccata dalla notizia.

«Si certo tesoro, non so ancora se sarà maschio o femmina ma presto non sarai più sola», disse guardandomi con l’aria supplichevole di chi sembrava aver capito che il tempo assieme stava per scadere.

«Sarà femmina…», sopraggiunse Edward.

Mia madre lo guardò esterrefatta come se si fosse accorta solo in quel momento della presenza del mio fidanzato.

«E’ la mia opinione, penso proprio che sarà un’altra bellissima bambina proprio come Bella», aggiunse mentre mi guardava sorridendo. Alice aveva nuovamente fatto una delle sue premonizioni. Allora da quanto tempo Edward sapeva che Renée era incinta?

«Mamma sono così contenta, non hai idea di quanto questa notizia mi riempia di gioia. Ma anche noi abbiamo da dirti qualcosa di importante»,  dissi guardandola negli occhi ora pieni di preoccupazione.

«Oh ma non c’è fretta Bella, sarebbe meglio se prima cenassimo che ne pensate? Ho preparato un arrosto con patate da leccarvi i baffi, anzi ora che ci penso devo andare a controllare la cottura», Tartagliò mentre si alzava dal divano per spostarsi in cucina.

«Mamma!», gridai con tutta la voce che avevo, «Io mi sposo!», continuai ad urlare.

«Lo so, avevo capito che era questo ciò di cui volevi parlare, ma avrei preferito fosse stato il più tardi possibile. Intendo negli anni…», disse mentre il suo sguardo si incupiva sempre di più.

«Mamma, non devi preoccuparti per me, davvero, se ho fatto questa scelta è perché sono sicura di voler rimanere con Edward per tutto il resto della mia vita, non potrei immaginare la mia vita senza di lui, devi capire che non tutte le storie devono finire come quella tra te e papà. Ciò che mi lega a Edward va oltre la logica e la razionalità».

«Quando sarà? Insomma la data del vostro matrimonio l’avete già stabilita?».

«Si mamma, ci sposiamo il 13 agosto».

«Di quest’anno?», chiese come se l’avessi pugnalata in pieno petto.

«Si».

«Così presto? Ma ci sarà tanto da fare, il vestito, gli inviti, la chiesa, il ristorante. Non potreste rimandare?», chiese quasi con lo stesso tono supplichevole di Charlie.

«No, il vestito è già pronto ci ha pensato Alice, la chiesa è stata già prenotata e i festeggiamenti continueranno a casa Cullen, non manca nulla mamma, è tutto pronto oramai. Anche Charlie ha provato a farci cambiare idea, ma dove non è riuscito lui non potrai riuscire neanche tu», dissi in tono autoritario che non mi si addiceva e che aveva fatto ridere persino Edward. Ma improvvisamente il sorriso che aveva illuminato il volto del mio ragazzo sparì. Stava per accadere qualcosa? Guardai mia madre.

«Sei testarda Bella, lo so ma sai pensavo che per il matrimonio la pensassi come me, sappi che se hai davvero intenzione di sposarti io quel giorno non ci sarò», disse e sentii come se il mio cuore in quel momento si fosse spezzato, si ne ero sicura.

Perché mia madre mi stava facendo questo? Quello che proprio non mi sarei mai aspettata era quella sua reazione. Vidi tutto buio.

«Bella! Bella!»

Era tutto nero ma distinguevo bene una voce, la sua voce. «Edward che succede dove sono?»

«Sei svenuta ma va tutto bene non ti preoccupare…come ti senti?»

Ora ricordavo tutto, mia madre, si proprio lei, aveva detto che non ci sarebbe stata, che non sarebbe venuta al mio matrimonio, le lacrime scesero copiose lungo le guance. Edward le asciugò con la mano, «Non diceva sul serio sai?», disse Edward con quel suo tono di voce, come musica nella mie orecchie.

«Pensava che così tu non ti saresti sposata, era la sua ultima possibilità per farti cambiare idea, stava mentendo».

«Davvero?», gli chiesi mentre le lacrime non cessavano di scendere.

«Si, certo, ma ora riposa ne hai bisogno, vado a chiedere a Phil un bicchiere d’acqua e zucchero ti farà bene».

Detto questo Edward scivolò via lasciando la mia mano. Guardai l’anello simbolo oramai del nostro amore. Come aveva solo potuto pensare mia madre di darmi una scelta così terribile, scegliere tra lei e l’uomo che amavo, era così contraria al mio matrimonio da dover ricorrere a simili strategie? Le lacrime erano incontrollabili, chiusi gli occhi e mi addormentai in un sonno senza sogni.

Nel frattempo mia madre vedendo scendere Edward dalle scale lo fermò per parlargli.

«Perché? Dimmi Edward perché mia figlia ha tutta questa fretta di sposarti? Io conosco Bella ci deve essere una ragione valida se ha deciso di andare contro le sue idee».

«La prima volta che le ho chiesto di sposarla è rimasta come dire scioccata dalla mia proposta, pensavo che mai avrebbe cambiato idea, però poi lo ha fatto, e penso che lo abbia fatto per me».

«Non riesco proprio a capirti Edward, la maggior parte dei ragazzi della tua età non pensano neanche lontanamente al matrimonio, perché tu si, perché vuoi sposarla?»

«Perché la amo troppo e non posso più immaginare la mia vita senza di lei, perché non sono come la maggior parte degli altri ragazzi, io sono così, mi dispiace che lei la prenda così male, ma le prometto che qualunque cosa accada io non farò mai soffrire Bella, io la proteggerò sempre, non la lascerò mai».

Forse furono le parole di Edward o come mi disse lei più tardi lo sguardo che lui aveva quando parlava di me, ma mia madre cambiò idea, in quello stesso istante piombò in camera mia e mi chiese scusa.

L’abbracciai forte tra le lacrime e impressi quel momento nel mio cuore per sempre.

Alla partenza Renée mi promise che si saremmo riviste a Forks il 10 agosto, voleva venire un po’ di giorni prima per aiutare i Cullen nei preparati per la festa.

Probabilmente Alice non ne sarà entusiasta se sarà presente lei dovrà rallentare il lavoro pensai mentre la faccia imbronciata di Alice mi appariva come in un sogno.

«A cosa pensi?», chiese Edward «Hai l’aria trasognante».

«Davvero? Sai pensavo al volto di Alice quando mia madre si presenterà per darle una mano».

«Dovresti pensare di più a tua madre quando vedrà che non c’è più niente da fare perché Alice avrà già preparato tutto. Come minimo quando arriviamo a casa avrà già finito».

«Già è vero», risposi mentre entrambi scoppiavamo a ridere di gusto.

L’aereo era in arrivo a Forks e mentre atterrava pensavo che la prossima volta che sarei andata via da quel piccolo paese sarebbe stato per non tornarci mai più. O forse fra settanta o cento anni saremmo di nuovo tornati lì, io Edward e tutti i Cullen. In quel futuro così lontano nessuno si sarebbe più ricordato di noi, o meglio non ci sarebbe stato nessuno che si ricordasse ancora di noi.

 

Note: Spero che qualche anima pia abbia letto questa mia prima fanfic, non so se sono riuscita ad esporla nel migliore dei modi. Certo questo primo capitolo è solo l'inizio ancora non  si entra nel vivo della storia. 

Presto ne posterò altri spero vogliate continuare a leggere. Grazie a tutti. Roberta^_^

 

 

 

 

 

 

 

  
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