Sorridere
è vivere come
un'onda o una foglia, accettando la sorte.
È
morire a una forma e rinascere a un'altra.
È
accettare, accettare, se
stesse e il destino.
1
- ANNUNCI
Ero
lì davanti a casa mia,
Edward mi teneva stretta per mano. Dovevo solo aprire quella porta,
probabilmente
le parole sarebbero state vane, non appena Charlie avesse visto
l’anello
brillare sull’anulare della mia mano sinistra, lo sceriffo
Swan avrebbe capito
che la sua unica figlia stava per fare ciò che lui meno
desiderava in quel
momento.
Sarebbe
stato facile. Cercavo
di ripeterlo ininterrottamente, più per trovare il coraggio
di parlargli, non
perché ne fossi davvero convinta. Il mio cuore
però non era d’accordo e palpitava
sempre più forte pensando alla reazione di mio padre. No,
non sarebbe stato
d’accordo, lo sapevo ma avrebbe accettato ogni mia decisione.
Contavo proprio
su questo.
La
porta si aprii.
«Charlie,
papà dove sei?», chiesi
silenziosamente, sperando quasi non mi sentisse.
«Sono
in cucina», rispose.
Io
e Edward ci dirigemmo
verso la cucina, mentre fissavo il suo volto angelico, personificazione
di una
gioia che avevo visto così poche volte disegnata sul suo bel
viso.
«Ciao
Edward…», disse mio
padre con la sua voce oramai priva di quella irritazione che traspariva
nei
primi tempi dopo il ritorno di Edward.
«Buongiorno
Signor Swan», rispose
Edward con la sua voce vellutata, mentre ci accomodavamo sulle sedie
intorno al
tavolo.
«Papà,
io e Edward vorremmo
parlarti», dissi senza distogliere lo sguardo dalla sua
figura.
Gli
occhi di Charlie si
posarono prima su di me, poi su Edward e infine sul piccolo oggetto che
brillava sulla mia mano, come volesse attirare l’attenzione
su di lui.
Vidi
la sorpresa, o meglio la
paura nel volto di mio padre, mentre prendeva una sedia e si accomodava
accanto
a noi.
«Ditemi
pure ragazzi», assentì
mentre il suo sguardo non si distoglieva neanche per un secondo dalla
mia mano
sinistra.
«Edward
mi ha chiesto di
sposarlo! », risposi tutto d’un fiato, non volevo
prolungare oltre, del resto
sarebbe stato inutile tergiversare. «Ed io ho risposto di
si».
Charlie
rimase ancora in
silenzio, come in stato di incoscienza. Sapevo che sperava avessi detto
di no.
Forse se lo sarebbe aspettato più del mio sì. Ma
oramai era fatta.
«Ci
sposeremo entro il 13 di
agosto», sopraggiunse Edward. Sapevo che aveva letto nei
pensieri ingarbugliati
di mio padre e gli aveva dato una risposta. In quel momento Charlie si
riprese.
Era
più calmo di quanto
pensassi e ciò mi impauriva più di qualsiasi
altra sua reazione.
«Non
è troppo presto, Bella
siete ancora così giovani, avete una vita davanti. Potreste
sposarvi fra
qualche anno, magari dopo
l’università!», chiese, o meglio dal
tono della sua
voce sembrava più volesse essere un ordine perentorio.
«Oramai
ho preso la mia
decisione papà, non cambierò idea. Sposarmi oggi
o fra 5, 10 o 20 anni non
cambierà i miei sentimenti per Edward, io lo amo»,
ribadì mentre sul volto di
mio padre si disegnava un falso sorriso.
«Sai
che non sono d’accordo,
ma non posso impedirti di fare ciò che desideri, spero solo
che ci abbiate
pensato davvero seriamente. Il matrimonio è un passo
importante. Tua madre che
ne penserà?», aggiunse, sapendo che Renée, come
lui non avrebbe mai approvato la mia decisione.
«La
penserà come te, ma anche
lei rispetterà le mie scelte», risposi con tono di
chi non accetta obiezioni.
«Bella,
Edward, spero che
siate felici per lungo tempo», disse, poi si alzò
dal tavolo, accese il
televisore e si sedette sul divano.
Mi
voltai verso Edward.
«Non
l’ha presa così male, a
parte quando ha pensato di prendere la pistola e spararmi in
quell’istante, è
solo preoccupato per te, ha paura che tu stia commettendo lo stesso
errore che
ha commesso lui, troppo giovani, troppo presto…»,
disse Edward guardandomi
negli occhi.
«Ma
per noi è diverso, non ci
lasceremo mai, staremo assieme per sempre, per
l’eternità», aggiunsi io mentre
gli accarezzavo il volto e avvicinavo le sue fredde labbra alle mie per
baciarlo.
Le
sue labbra si unirono alle
mie in un bacio appassionato, e nessuno dei due sembrava volesse
vederne la
fine, finché lo squillo del telefono non ci portò
alla realtà.
«Pronto…»,
risposi al
telefono con un filo di voce.
«Bella,
come stai? Mi è
dispiaciuto davvero di non essere potuta venire il giorno del tuo
diploma. Però
dalla tua e-mail ho saputo della festa, che ti sei divertita, ne sono
lieta.
Sai io è Phil abbiamo una bella notizia per te, non vorrei
dirtela al telefono
però, ne via e-mail, perché non vieni di qua per
questa settimana? Ti prego
tesoro», disse tutto d’un fiato mentre
dall’altra parte del telefono cercavo di
cogliere tutte le parole e di formulare la risposta corretta.
«Ehm,
mamma un attimo, hai
parlato così in fretta che quasi non c’ho capito
nulla, comunque, io e Edward
avevamo intenzione di venire di là per il prossimo fine
settimana, anche noi
abbiamo bisogno di parlare con te di questioni che vanno discusse
personalmente»,
risposi mentre lei dall’altra parte della cornetta taceva
come se avesse
intuito qualcosa. Del resto mia madre era sempre stata molto perspicace
e il
nostro desiderio di parlare con lei, le aveva sicuramente messo una
pulce
nell’orecchio.
«Mamma,
ci sei? Tutto bene?»,
chiesi fingendo indifferenza.
«Certo
tesoro, solo sono un
po’ sorpresa, di cosa devi parlarmi?», chiese
oramai troppo curiosa per
attendere il fine settimana.
«Te
lo diremo quando saremo
lì, non ti preoccupare mamma, e poi anch’io sono
curiosa di sapere cosa volete dirmi
tu e Phil. A presto mamma», dissi e chiusi la conversazione,
evitando che
potesse continuare ad insistere con le sue domande.
Edward
mi guardava perplesso.
«E
anche questa è fatta!»,
mugugnai mentre mi avvicinai ad Edward per abbracciarlo.
«Che
ne dici del 13 agosto?»,
chiese improvvisamente Edward stringendomi più forte.
«Cosa?»,
chiesi come se
fin’ora avessimo parlato di altro.
«Sciocchina,
intendo la data
del matrimonio, perché non proprio il 13 di agosto? Visto
che è il tuo termine
entro cui sposarci perché non farlo diventare la data
ufficiale?», chiese
sorridendo.
«Perfetto,
sono d’accordo
vada per il 13 agosto», urlai facendo sobbalzare mio padre
dal divano.
«Vedo
che avete deciso la
data, ma c’è proprio bisogno di tutta questa
euforia?», chiese Charlie con tono
di stizza mista a preoccupazione.
«Certo».
Conclusi.
«E
ora? Che facciamo?»,
domandò Edward «forse potremo anche avvisare tutta
la famiglia Cullen che ne
dici?», sorrise con quel suo sorriso sghembo che amavo ogni
giorno di più.
«Ovvio,
speriamo che Alice
non abbia ancora fatto la spia…», ribattei mentre
il sorriso di Edward si
allargava ancora di più.
«Oh
no, non credo che ne
avrebbe il coraggio…», aggiunse Edward con sguardo
di chi sa il fatto suo.
«L’hai
minacciata di
toglierle la macchina o cosa? »
«No
niente del genere, le ho
solo detto di vedere nel futuro cosa sarebbe successo se avesse
parlato».
«E
cosa ha visto? », domandai
perplessa.
«Oh
ti basti sapere che
saremo noi ad avvisare la mia famiglia del nostro matrimonio, non ti
basta?»,
sentenziò mentre mi prendeva per mano e uscivamo da casa mia.
«Io
esco papà, vado a casa di
Edward, torno per cena», Gridai mentre il mio fidanzato mi
trascinava via senza
difficoltà.
Sentii
mio padre mugugnare
qualcosa da sopra il divano ma non ci feci tanto caso e seguii il mio
futuro
marito.
Ben
presto fummo a casa
Cullen, quando entrammo nell’immenso salone della casa, Alice
aveva già
provveduto a riunire tutti i membri della famiglia.
L’imbarazzo
era tale che non
sarei riuscita a spiccicare parola per fortuna fu Edward a dare il
lieto
annuncio, e come da copione tutti ne furono felici. Era stato
facilissimo.
Certo avrei preferito che anche Charlie avesse reagito così
ma non si può avere
tutto dalla vita. Per fortuna non aveva tentato di picchiare Edward,
come mi
sarei aspettata.
Tutto
ci fecero gli auguri,
Alice ora poteva saltellare di qua e di la, urlando che io e Edward ci
sposavamo e lei sarebbe stata la damigella d’onore.
Emmett
farfugliava cose del
tipo, «mi raccomando Bella attenta a non inciampare nel
vestito quel giorno,
sai che figura se cadessi a terra come una pera cotta».
Sghignazzava
mentre io lo
guardavo torvo in segno di sfida, come se avessi potuto fulminarlo con
lo
sguardo. Mi rifarò su di lui non
appena
sarò una vampira risi mentre pensavo
all’eventualità di io che sconfiggevo
Emmett.
Rosalie
che per tutto il
tempo era rimasta in disparte si avvicinò a me, mi prese la
mano e mi abbracciò
sussurrandomi «Sii felice…».
«Grazie…»,
risposi mentre la
mia futura sorella mi guardava con sguardo di approvazione come non
aveva mai
fatto.
Tutto
sommato l’idea del
matrimonio, che tanto mi impauriva all’inizio ora mi
rallegrava, sapevo che da
li a poco sarei diventata parte della famiglia Cullen, prima come
moglie di
Edward e poi come vampira.
Niente
avrebbe potuto
minacciare la mia felicità in quel momento. Tranne
l’idea del fine settimana a
casa di mia madre. Se con mio padre era stata abbastanza facile non
speravo lo
stesso con mia madre.
I
giorni trascorsero in
fretta e ben presto ci trovammo di fronte a Renée. Mia madre
era radiosa, non
l’avevo vista mai così felice.
«Bella,
Edward sono così
felice di avervi qui, non immaginate nemmeno lontanamente cosa sto per
dirvi», disse
mentre una risatina mi sfuggì pensando no
io non di certo ma Edward l’avrà già
letto nei tuoi pensieri.
Lui
mi guardò con un volto di
chi sa, ma non me lo avrebbe rivelato.
«Venite
presto, Phil e di la
in salotto che ci attende, peccato che abbiate proprio scelto questo
fine
settimana per venire qui, il tempo in questi giorni non è
dei migliori», disse
tutto d’un fiato come se volesse evitare in qualsiasi modo di
farci parlare.
Phil
era seduto sul divano
aveva ancora l’ingessatura, mia madre lo raggiunse e ci
accomodammo tutti
attorno al piccolo tavolo di cristallo del salone.
«Bella,
tesoro, non sto più
in me dalla gioia, devo dirtelo subito, sono incinta, io e Phil
aspettiamo un
bambino…», pronunciò quelle parole come
un turbine in piena mentre i miei occhi
trotterellavano da lei, a Phil, a Edward.
«Un
figlio? Un fratello o una
sorella?», chiesi ancora scioccata dalla notizia.
«Si
certo tesoro, non so
ancora se sarà maschio o femmina ma presto non sarai
più sola», disse
guardandomi con l’aria supplichevole di chi sembrava aver
capito che il tempo
assieme stava per scadere.
«Sarà
femmina…», sopraggiunse
Edward.
Mia
madre lo guardò
esterrefatta come se si fosse accorta solo in quel momento della
presenza del
mio fidanzato.
«E’
la mia opinione, penso
proprio che sarà un’altra bellissima bambina
proprio come Bella», aggiunse
mentre mi guardava sorridendo. Alice aveva nuovamente fatto una delle
sue
premonizioni. Allora da quanto tempo
Edward sapeva che Renée era incinta?
«Mamma
sono così contenta,
non hai idea di quanto questa notizia mi riempia di gioia. Ma anche noi
abbiamo
da dirti qualcosa di importante», dissi
guardandola negli occhi ora pieni di preoccupazione.
«Oh
ma non c’è fretta Bella,
sarebbe meglio se prima cenassimo che ne pensate? Ho preparato un
arrosto con
patate da leccarvi i baffi, anzi ora che ci penso devo andare a
controllare la
cottura», Tartagliò mentre si alzava dal divano
per spostarsi in cucina.
«Mamma!»,
gridai con tutta la
voce che avevo, «Io mi sposo!», continuai ad
urlare.
«Lo
so, avevo capito che era
questo ciò di cui volevi parlare, ma avrei preferito fosse
stato il più tardi
possibile. Intendo negli anni…», disse mentre il
suo sguardo si incupiva sempre
di più.
«Mamma,
non devi preoccuparti
per me, davvero, se ho fatto questa scelta è
perché sono sicura di voler
rimanere con Edward per tutto il resto della mia vita, non potrei
immaginare la
mia vita senza di lui, devi capire che non tutte le storie devono
finire come
quella tra te e papà. Ciò che mi lega a Edward va
oltre la logica e la
razionalità».
«Quando
sarà? Insomma la data
del vostro matrimonio l’avete già
stabilita?».
«Si
mamma, ci sposiamo il 13
agosto».
«Di
quest’anno?», chiese come
se l’avessi pugnalata in pieno petto.
«Si».
«Così
presto? Ma ci sarà
tanto da fare, il vestito, gli inviti, la chiesa, il ristorante. Non
potreste
rimandare?», chiese quasi con lo stesso tono supplichevole di
Charlie.
«No,
il vestito è già pronto
ci ha pensato Alice, la chiesa è stata già
prenotata e i festeggiamenti
continueranno a casa Cullen, non manca nulla mamma, è tutto
pronto oramai.
Anche Charlie ha provato a farci cambiare idea, ma dove non
è riuscito lui non
potrai riuscire neanche tu», dissi in tono autoritario che
non mi si addiceva e
che aveva fatto ridere persino Edward. Ma improvvisamente il sorriso
che aveva
illuminato il volto del mio ragazzo sparì. Stava per
accadere qualcosa? Guardai
mia madre.
«Sei
testarda Bella, lo so ma
sai pensavo che per il matrimonio la pensassi come me, sappi che se hai
davvero
intenzione di sposarti io quel giorno non ci
sarò», disse e sentii come se il
mio cuore in quel momento si fosse spezzato, si ne ero sicura.
Perché mia madre mi
stava facendo questo? Quello che proprio non mi sarei mai
aspettata era
quella sua reazione. Vidi tutto buio.
«Bella!
Bella!»
Era
tutto nero ma distinguevo
bene una voce, la sua voce. «Edward che succede dove
sono?»
«Sei svenuta ma va tutto bene non ti
preoccupare…come
ti senti?»
Ora
ricordavo tutto, mia
madre, si proprio lei, aveva detto che non ci sarebbe stata, che non
sarebbe
venuta al mio matrimonio, le lacrime scesero copiose lungo le guance.
Edward le
asciugò con la mano, «Non diceva sul serio
sai?», disse Edward con quel suo
tono di voce, come musica nella mie orecchie.
«Pensava
che così tu non ti
saresti sposata, era la sua ultima possibilità per farti
cambiare idea, stava
mentendo».
«Davvero?»,
gli chiesi mentre
le lacrime non cessavano di scendere.
«Si,
certo, ma ora riposa ne
hai bisogno, vado a chiedere a Phil un bicchiere d’acqua e
zucchero ti farà
bene».
Detto
questo Edward scivolò
via lasciando la mia mano. Guardai l’anello simbolo oramai
del nostro amore.
Come aveva solo potuto pensare mia madre di darmi una scelta
così terribile,
scegliere tra lei e l’uomo che amavo, era così
contraria al mio matrimonio da
dover ricorrere a simili strategie? Le lacrime erano incontrollabili,
chiusi
gli occhi e mi addormentai in un sonno senza sogni.
Nel
frattempo mia madre
vedendo scendere Edward dalle scale lo fermò per parlargli.
«Perché?
Dimmi Edward perché
mia figlia ha tutta questa fretta di sposarti? Io conosco Bella ci deve
essere
una ragione valida se ha deciso di andare contro le sue
idee».
«La
prima volta che le ho
chiesto di sposarla è rimasta come dire scioccata dalla mia
proposta, pensavo
che mai avrebbe cambiato idea, però poi lo ha fatto, e penso
che lo abbia fatto
per me».
«Non
riesco proprio a capirti
Edward, la maggior parte dei ragazzi della tua età non
pensano neanche
lontanamente al matrimonio, perché tu si, perché
vuoi sposarla?»
«Perché
la amo troppo e non
posso più immaginare la mia vita senza di lei,
perché non sono come la maggior
parte degli altri ragazzi, io sono così, mi dispiace che lei
la prenda così
male, ma le prometto che qualunque cosa accada io non farò
mai soffrire Bella,
io la proteggerò sempre, non la lascerò
mai».
Forse
furono le parole di
Edward o come mi disse lei più tardi lo sguardo che lui
aveva quando parlava di
me, ma mia madre cambiò idea, in quello stesso istante
piombò in camera mia e
mi chiese scusa.
L’abbracciai
forte tra le
lacrime e impressi quel momento nel mio cuore per sempre.
Alla
partenza Renée mi
promise che si saremmo riviste a Forks il 10 agosto, voleva venire un
po’ di
giorni prima per aiutare i Cullen nei preparati per la festa.
Probabilmente Alice non ne
sarà entusiasta se sarà
presente lei dovrà rallentare il lavoro pensai
mentre la faccia imbronciata di Alice mi appariva come in un sogno.
«A
cosa pensi?», chiese
Edward «Hai l’aria trasognante».
«Davvero?
Sai pensavo al
volto di Alice quando mia madre si presenterà per darle una
mano».
«Dovresti
pensare di più a
tua madre quando vedrà che non c’è
più niente da fare perché Alice avrà
già
preparato tutto. Come minimo quando arriviamo a casa avrà
già finito».
«Già
è vero», risposi mentre
entrambi scoppiavamo a ridere di gusto.
L’aereo
era in arrivo a Forks
e mentre atterrava pensavo che la prossima volta che sarei andata via
da quel
piccolo paese sarebbe stato per non tornarci mai più. O
forse fra settanta o
cento anni saremmo di nuovo tornati lì, io Edward e tutti i
Cullen. In quel
futuro così lontano nessuno si sarebbe più
ricordato di noi, o meglio non ci
sarebbe stato nessuno che si ricordasse ancora di noi.